APPELLO IN
FAVORE DEI MALATI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI
Quasi un milione di italiani soffrono di malattie
gravi che li hanno resi completamente non autosufficienti. Per la maggior
parte sono anziani, dato che molte di queste malattie colpiscono con più
frequenza e con maggiori danni il cervello e il corpo di chi è più avanti con
gli anni. Sono malati più sfortunati che non possono contare su loro stessi
neppure per far sentire la loro voce, che devono dipendere dagli altri anche
per le elementari funzioni necessarie alla sopravvivenza.
Non sono semplicemente anziani, sono malati gravi; il
buon senso comune e la moderna scienza geriatrica insegnano che la vecchiaia non è una malattia. In quanto malati
hanno tutti i diritti ad essere curati dal servizio sanitario nazionale, senza
alcun limite di tempo, sia per la malattia che per le sue conseguenze
invalidanti.
Hanno diritto alla prevenzione della malattia che li
rende invalidi, hanno diritto alla riabilitazione precoce, che consente di
ridurre il numero di casi di cronicità e di perdita dell'autosufficienza; il
loro numero è oggi tanto elevato proprio a causa delle carenze del servizio
sanitario nazionale nel campo della riabilitazione.
Denunciamo che per la riabilitazione-lungodegenza
sono stati realizzati pochissimi dei 57.000 posti letto previsti dalla legge di
programmazione sanitaria, n. 595 del 1985; scarsi sono i servizi di
riabilitazione in ospedale, in ambulatorio, a domicilio per cui un ictus, una
frattura di femore o un'altra delle malattie tipiche della vecchiaia provocano
cronicità, non guariscono più, conducono ad una bruttissima morte dopo mesi di
sofferenza.
Queste persone hanno diritto ad essere curate anche
quando non potranno più guarire, dato che inguaribile
non significa incurabile, ma necessitano di maggiori cure ed impegno
sociale; hanno diritto a non essere "scaricati" dal servizio
sanitario, a non essere dimessi contro la loro volontà dagli ospedali, ai quali
resta il dovere di assistere non solo gli acuti, ma anche i cronici, i
lungodegenti ed i convalescenti. (Secondo la legge di riforma ospedaliera, n.
132 del 1968, e quella sanitaria, n. 833 del 1978).
Hanno diritto a restare in ospedale per tutto il
tempo necessario alla loro condizione ed al loro stato, in condizioni umane, nel rispetto della loro persona, e non
trattati come oggetti ingombranti e non
graditi.
Hanno diritto, quando le cure ospedaliere non sono
più necessarie, ad essere assistiti a domicilio da personale sanitario
qualificato e sufficiente e le loro famiglie devono essere realmente aiutate
in questo grande impegno di assistenza.
Hanno diritto, quando la famiglia non c'è o non è più
disponibile, ad essere ricoverati in una struttura sanitaria (come quella
indicata dalla legge 67 del 1988) il cui nome è Residenza Sanitaria
Assistenziale.
Deve cessare l'abuso intollerabile, frequente in
molte regioni, nelle quali il malato cronico viene "scaricato" nelle
case di riposo, pubbliche e private, che pretendono illecitamente il pagamento
di alte rette di degenza a fronte di un servizio molto carente, talmente
povero di garanzie sanitarie da configurare una serie di reati gravi contro la
persona.
Il nostro paese si avvia ad un invecchiamento
eccezionale della popolazione, e pertanto è facile prevedere la maggiore
necessità di servizi per gli anziani non autosufficienti, le USL cercano invece
di sottrarsi ai loro doveri istituzionali: amministratori straordinari,
primari medici, dirigenti della sanità pubblica e privata intensificano le
dimissioni selvagge dall'ospedale, chiedendo alla magistratura di intervenire
per liberare i posti letto occupati da cronici, adducendo la falsa motivazione
che non vi sarebbero posti letto per i giovani e per gli acuti (mentre lo
stesso Ministro della Sanità ha più volte affermato che il numero dei posti
letto per acuti è eccessivo e va ridotto).
Chiediamo che vengano rispettati i diritti dei
malati, che tutte le regioni istituiscano posti letto per la
riabilitazione-lungodegenza ospedaliera, provvedano alle direttive per le convenzioni
fra USL da un lato ed IPAB, Comuni, privati dall'altro per attuare le residenze
sanitarie assistenziali; provvedano in tempi rapidi ai piani di costruzione
delle residenze sanitarie assistenziali gestite direttamente dalle USL e
sovvenzionate dallo Stato, con i sospirati investimenti decisi quattro anni fa.
Chiediamo che le USL rispettino le leggi dello Stato
e i diritti dei malati, garantendo loro un trattamento umano in ospedale o in
residenza sanitaria assistenziale.
Fino a quando questo non avverrà, chiediamo la
sospensione totale dei provvedimenti di cacciata forzosa dagli ospedali dei
cronici non autosufficienti e la rinuncia, da parte delle amministrazioni
pubbliche, a qualsiasi iniziativa giudiziaria contro i pazienti e le loro
famiglie.
Rita Levi Montalcini - Premio Nobel;
Giorgio Benvenuto - Segretario Generale UIL; Giovanni Bersani - Senatore;
Norberto Bobbio - Senatore a vita; Achille Ardigò - Professore Università di
Bologna; Mons. Giovanni Nervo - Presidente Fondazione Zancan; Alberto
Battaglia - Co-Presidente AISM; Anna Amore Riva - CAD, USL RM1; Andrea
Bartoli, Direttore CSPSS Roma; Sandro Bernardini - Sociologo; Salvatore
Bonaiuto - Primario Geriatria; Graziana Delpierre - Segretario Nazionale UIL
Pensionati; Sergio De Simoni - Ordinario di Statistica di Bologna; Fabrizio
Fabris - Professore Università di Torino; Roberto Fanfani - Professore
ordinario di Politica ed Economia Agraria, Università di Bologna; Francesco
Florenzano - Psicologo, Direttore di Gèron; Carlo Filippucci - Ordinario di
Statistica economica; Aurelia Florea - Direttore ISTISS; Claudio Franceschi -
Professore Università di Modena; Antonio Golini - Direttore Istituto ricerca
popolazione CNR; Carlo Hanau - Segretario Coordinamento Italiano del volontariato;
Anna Maria Mammoliti - Presidente CLUB Donne; Elena Marinucci - Senatore; Marta
Mele - Geriatra; Raffaele Minelli - Segretario Generale Aggiunto SPI-CGIL;
Silvano Miniati -Segretario Generale UIL Pensionati; Paola Monari - Ordinario
di statistica metodologica; Vito Noto - Geriatra; Lina Osti - Presidente AMRER,
Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna; Gabriele Salerno, Deputato;
Francesco Santanera - CSA Torino; Italo Scardovi - Preside della Facoltà di
Scienze Statistiche di Bologna; Besani - Senatore; Roberto Spagnoli - Sindaco
di Paganico Sabino; Claudio Spinelli - Presidente Consiglio Regione Umbria;
Damiano Tavoliere - Regista; Marco Trabucchi - Professore Università di Roma;
Giglia Tedesco - Senatore; Fosca Veronesi - Direttore Dipartimento Scienze
Statistiche Università di Bologna; Marta Cossa - AUSER Arezzo; Patrizia
Brandini - USL Figline; Laura Brezzi - Assistente sociale Arezzo USL RM 23;
Gino Lelli - Comunità Sacro Cuore Arezzo; Santa Lodi - Presidente servizi
sociali Arezzo; Alessandro Giustini - Primario riabilitazione Arezzo; Emilio
Melchiorri - Direttore Casa di Riposo di Pesaro; Elvira Bizzarri -
Responsabile S.S. Anziani Pesaro; Padre Sergio Parenti - Religioso Domenicano
di Bologna; Lia Varia Fortunati - Docente Università di Bologna.
Per adesioni, rivolgersi a ADA, Associazione per i
diritti degli anziani
Via Po 162, 00198 Roma, tel. (06) 67.547.244/224/228,
fax (06) 85.47.132
www.fondazionepromozionesociale.it