Notiziario dell'Unione per la lotta contro
l'emarginazione sociale
SEMPRE PEGGIO LA SITUAZIONE
DEGLI ANZIANI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI: IN PERICOLO ANCHE IL FUTURO NOSTRO E
DEI NOSTRI CONGIUNTI
Le condizioni degli anziani cronici non autosufficienti
continuano a peggiorare: gravemente carenti sono gli interventi delle Regioni,
delle Unità sanitarie (o socio-sanitarie) locali e dei Comuni (1).
Allucinanti
sono le notizie apparse sui giornali:
- La Gazzetta
del Piemonte del 6 ottobre 1991. Nell'articolo "Anziani, un pianeta
costellato di dolore" si afferma: «Le
case di riposo si trasformano sovente in lager, ma sono in pochi ad
accorgersene. Sembra impossibile, ma è realtà quotidiana. L'ultimo caso, quello
di Cassine, come quello di Gabiano Monferrato, dove i "nonni" e le
"nonne" erano trattati alla stregua di animali da soma - legati ai
letti oppure costretti a "lavarsi" il volto con le loro urine - è
tremendamente emblematico».
- La Gazzetta
del Piemonte del 10 ottobre 1991
riferisce in merito ad una struttura di Premosello (Novara), già ispezionata
dai NAS due mesi prima, in cui sono stati
trovati anziani in condizioni «indegne anche di farci vivere un cane».
- La Stampa
del 10 novembre 1991 - Rubrica "Specchio dei tempi". Viene
riferita la vicenda accaduta il 2 novembre 1991. Una paziente di 84 anni viene
dichiarata guarita dall'ospedale di Avigliana (Torino) nonostante che «al momento della dimissione era reduce da
un intervento urgente eseguito da appena 10 giorni con 39° di temperatura
interna, con gravi problemi di cuore».
- La Stampa
del 23 novembre 1991 - «Un'anziana
signora ospite di una casa di riposo è stata trovata legata al letto con delle
fettucce dai carabinieri dei NAS di Bologna, durante un'ispezione. Nel corso
della stessa visita, i militari hanno rinvenuto un'altra anziana, non
riportata nel registro delle presenze, con evidenti segni di maltrattamento».
- La
Repubblica del 26 novembre 1991 - La signora A.C. di 99 anni, con una
frattura al femore, è stata rifiutata da 13 ospedali della provincia di Torino
(Pinerolo, Avigliana, Rivoli, Orbassano, Chivasso, Moncalieri) e in quelli
della città (Nuovo Martini, Maria Vittoria, CTO, Molinette) ai quali si era
rivolto l'ospedale di Giaveno privo di ortopedia. Anche all'Assessore alla
sanità della Regione Piemonte è sorto il sospetto che il rifiuto non sia stato
determinato dalla mancanza del posto letto, ma dall'età della paziente.
- La Stampa
dell'11 febbraio 1992: «Un pensionato
di 84 anni è stato dimesso dall'ospedale di Sestri Levante all'insaputa delle
persone che lo conoscevano e aiutavano ed è stato lasciato dai militi di
un'ambulanza davanti alla sua abitazione, una casa fatiscente nei pressi della
chiesa di Ognio, frazione di Neirone, scalzo con indosso solo un pigiama sporco»
(2).
- La Gazzetta
del Piemonte del 19 febbraio 1992: «I
polsi legati da due calze di nylon alla spalliera del letto, l'addome
immobilizzato da un laccio di stoffa, per coperta un telo di lana grezza
rosicchiata dai topi. Sul materasso escrementi e urina». Così è stata trovata
dai NAS in una pensione abusiva di Ceres (Torino).
* * *
In merito alla situazione degli anziani cronici non
autosufficienti riportiamo integralmente la lettera inviata il 20 gennaio 1992
dal CSA, Comitato per la Difesa dei Diritti degli Assistiti alle seguenti
autorità: Prefetto di Torino; Presidenti Consiglio, Giunta, IV Commissione;
Assessori Sanità e Assistenza, Capi Gruppo della Regione Piemonte; Sindaco,
Assessore Sanità e Assistenza, Capi Gruppo Comune di Torino; Amministratori
Straordinari USSL Torinesi; Presidenti e Componenti Comitato Garanti USSL
Torinesi; Coordinatori sanitari e amministrativi USSL Torinesi; Presidente
Ordine Mauriziano; Direttore Sanitario Ospedale Mauriziano; Arcivescovo di
Torino; Presidente e Segretario Ordine dei Medici di Torino; Presidenze ANCI e
Lega per le Autonomie Locali; Organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL;
Associazioni sociali; Mezzi di informazione (3).
«Si
segnalano alle S.V. le seguenti situazioni estremamente preoccupanti sotto il
profilo umano e sociale.
«1. Con una
brutalità finora sconosciuta a Torino, l'Ospedale Mauriziano, in data 7
gennaio 1992, ha dimesso e trasferito con ambulanza alla propria abitazione di
Torino, via Canova, la Signora E.G.F. di anni 81, che, a causa della frattura
al femore non era e non è assolutamente in grado di muoversi dal letto e
quindi di provvedere alle proprie fondamentali esigenze di vita.
La Signora
E.G.F. vive da sola e non ha parenti. Solo la solidarietà dei vicini di casa
(che non sono stati nemmeno avvisati delle dimissioni) ha consentito alla
malata di poter sopravvivere.
Va, inoltre,
precisato che la Signora E.G.F a causa di altre patologie, non sempre è mentalmente
lucida.
L'Ospedale
Mauriziano ha dimesso la Signora E.G.F. violando, com'è ormai diventata una
triste consuetudine per quasi tutti gli ospedali torinesi pubblici e privati,
la dignità, le esigenze ed i diritti della paziente e contravvenendo alle
leggi vigenti le quali stabiliscono, fin dal 1955, che le cure ospedaliere o
presso altre strutture sanitarie devono essere fornite per tutto il tempo necessario
in base alle esigenze dell'anziano malato acuto, cronico, convalescente o
lungodegente.
«2. Con una
frequenza impressionante i medici alterano le diagnosi di "malattia di
Alzheimer" e altre forme di demenza senile, in quanto l'Assessorato alla
sanità e assistenza e la Commissione medica del Comune di Torino hanno
finalmente capito che i cittadini colpiti dalla malattia di Alzheimer sono
persone malate e quindi, in base alle leggi vigenti, non a carico dei settore
assistenziale ma del Servizio Sanitario nazionale. Poiché le USSL Torinesi non
riconoscono come infermi i malati di Alzheimer, moltissimi medici di base e
ospedalieri alterano la diagnosi di "malattia di Alzheimer" in
"vasculopatia cerebrale". II gioco è fatto in quanto le persone con
la suddetta diagnosi non sono più considerate malate dall'Assessorato
all'assistenza e dalla Commissione sanitaria del Comune di Torino e, pertanto,
vengono ricoverate negli istituti di assistenza sociale IRV, Carlo Alberto,
ecc.
«3. Nessun
sviluppo è stato dato dalla Regione Piemonte e dalle USSL piemontesi al
Servizio di ospedalizzazione a domicilio per anziani malati acuti e cronici,
nonostante i positivi risultati raggiunti dal 1986 ad oggi da quello gestito
dall'USSL Torino Vili. Le condizioni richieste da questo Comitato per l'istituzione
degli altri servizi di ospedalizzazione a domicilio sono: vantaggi terapeutici
per il paziente, disponibilità di parenti o terze persone e loro idoneità,
costi nettamente inferiori al ricovero in ospedale o in altre strutture
sanitarie, necessità di personale medico e infermieristico non superiore a
quella per il trattamento ospedaliero di pazienti aventi analoghe condizioni
di salute.
L'ospedalizzazione
a domicilio è anche il servizio prioritariamente richiesto dai 24.500
firmatari della proposta di legge di iniziativa popolare "Riordino degli
interventi sanitari a favore degli anziani cronici non autosufficienti e realizzazione
delle Residenze sanitarie assistenziali» presentata al Consiglio regionale
piemontese il 15.7.1991.
Con delibera
del 24 settembre 1991, la Giunta della Regione Piemonte ha posto vincoli tali
da impedire la creazione di servizi di ospedalizzazione a domicilio.
«4.
Continuano a funzionare a Torino le pensioni abusive su cui ha indagato la
magistratura nel marzo dello scorso anno. I tenutari delle suddette pensioni,
alcune veri e propri lager, continuano a realizzare lauti guadagni. Con un semplice
provvedimento dell'Autorità giudiziaria, sarebbe possibile sequestrare le
strutture dando incarico al Comune e alle USSL Torinesi di ricercare nel minor
tempo possibile la sistemazione più idonea dei ricoverati, sistemazione che per
gli anziani autosufficienti potrebbe essere realizzata in poche settimane,
tenuto conto che gli istituti gestiti dal Comune di Torino hanno più di 200
posti vuoti.
«Grati se le
S.V. vorranno assumere i provvedimenti di competenza per la tutela della
dignità, delle esigenze e dei diritti degli anziani, in particolare di quelli
cronici non autosufficienti, questo Comitato resta a disposizione».
Commento
L'omissione di prestazioni curative agli anziani
dilaga. La situazione è ben più grave dell'eutanasia, che almeno presuppone il
consenso dell'interessato.
Il futuro nostro e dei nostri congiunti è in grave
pericolo: perché tacere? Dove sono e che cosa fanno le organizzazioni di
volontariato? Conseguono, come stabilisce l'art. 1 della legge 11 agosto 1991
n. 266 le «finalità di carattere sociale,
civile e culturale individuate dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province
autonome di Trento e Bolzano e dagli Enti locali» per negare le esigenze,
la dignità ed i diritti degli anziani cronici non autosufficienti? Si tratta di
ignoranza, di disinteresse o di complicità?
(1) È sperabile che l'approvazione da
parte del Parlamento del progetto obiettivo sulla tutela della salute degli
anziani, avvenuta il 30 gennaio 1992, segni una svolta nella direzione del
riconoscimento effettivo delle esigenze, della dignità e dei diritti degli
anziani stessi, in particolare di quelli colpiti da patologie croniche e da non
autosufficienza.
(2) Segnaliamo che, in data 12
febbraio 1992 Luciano Giusti, Presidente del CLOD, Comitato Ligure per l'Ospedalizzazione
a Domicilio ha presentato in proposito un esposto alla Procura della Repubblica
presso la Pretura di Chiavari.
(3) Nonostante che della vicenda
della Signora E.G.F abbiano riferito i giornali, nessuna autorità si è degnata
di rispondere; nemmeno i Sindacati CGIL, CISL, UIL dei Pensionati hanno
ritenuto necessario scrivere una riga o dire una parola sull'argomento.
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