Specchio nero
ALLARMANTE INIZIATIVA
DELL'ANFFAS: PROPONE UNA RSA PER HANDICAPPATI INTELLETTIVI E ANZIANI CRONICI
NON AUTOSUFFICIENTI
Dopo aver speso 5 miliardi di denaro pubblico, l'ANFFAS
si trova con un pugno di mosche. A Rivarolo, infatti, la palestra e la piscina
sono inutilizzate, la sede per l'aggiornamento degli operatori è quasi mai
aperta, il centro diurno è frequentato da 10-12 handicappati, funziona una sola
comunità alloggio con 8 ospiti (la seconda è stata chiusa).
Un fallimento totale anche sul piano gestionale,
nonostante ulteriori contributi economici dell'Istituto Bancario S. Paolo di
Torino; una iniziativa che, sotto il profilo umano e sociale, ha evidenziato
le caratteristiche negative che Prospettive assistenziali aveva sottolineato
in diversi articoli (1).
In alternativa alla creazione della struttura di
Rivarolo, avevamo proposto che l'ANFFAS utilizzasse gli interessi
dell'elargizione dell'Istituto S. Paolo (3 miliardi e 350 milioni) e quelli
derivanti dalla vendita della struttura (circa 2 miliardi) e cioè il reddito di
500-600 milioni all'anno per acquistare alloggi o casette dove istituire
comunità alloggio (una per USL).
In sostanza, senza toccare il capitale, era possibile
realizzare due comunità alloggio all'anno (una - due per USL).
Fino ad oggi ne sarebbero state aperte 10-12 e 80-100
handicappati intellettivi avrebbero trovato una idonea sistemazione.
Fallita l'iniziativa di Rivarolo, l'ANFFAS ha proposto
e l'Amministratore straordinario dell'USSL 38 di Cuorgnè ha accettato (2) la
creazione di una RSA, Residenza sanitaria assistenziale, per ricoverarvi 30
handicappati e 38 anziani prevalentemente non autosufficienti.
Le RSA, com'è noto, sono strutture sanitarie il che
significa - fatto gravissimo - che l'ANFFAS e l'USSL 39 considerano gli
handicappati intellettivi come persone malate alla stessa stregua degli
anziani colpiti da malattie croniche così gravi da determinare non solo pessime
condizioni di salute ma anche la totale dipendenza dagli altri.
Per coerenza, l'ANFFAS vuole che le comunità alloggio
(la cui caratteristica è la valenza educativa e socializzante) siano
trasformate in RSA sanitarie?
È
troppo sperare in un ripensamento dell'AN FFAS?
Gli obblighi dei Comuni
Da oltre un secolo, i Comuni sono obbligati a
provvedere agli handicappati intellettivi. Lo ha stabilito il R.D. 19 novembre
1889 n. 6535 relativo agli inabili al lavoro.
In base all'art. 2 della suddetta disposizione di
legge «sono considerate come inabili a
qualsiasi lavoro proficuo le persone dell'uno e dell'altro sesso, le quali per
incapacità cronica o per insanabili difetti fisici o intellettuali non possono
procacciarsi il modo di sussistenza. La legge ritiene come inabili i fanciulli
che non hanno compiuto i dodici anni».
Le norme suddette sono state confermate dal R.D. 3
marzo 1934 n. 383 "Testo unico della legge comunale e provinciale"
che all'art. 91, lettera H, punto 6 prevedeva, fra le spese obbligatorie,
quelle relative al «mantenimento degli
inabili al lavoro».
Tenuto anche conto che le spese di gestione di
strutture per handicappati intellettivi non autonomi sono elevatissime (si
arriva alle 200 mila lire giornaliere) non si comprende per quale motivo l'ANFFAS
non pretenda dai Comuni il rispetto delle leggi vigenti (3).
Naturalmente, la gestione delle strutture residenziali
(a nostro avviso comunità alloggio di 68 posti) potrebbe essere assicurata
direttamente dai Comuni singoli o associati o affidata a enti pubblici e
privati, comprese le cooperative e la stessa ANFFAS.
(1) Cfr. Prospettive assistenziali, "Lager con tripli servizi" n.
24, ottobre-dicembre 1973; "No al villaggio del subnormale di
Rivarolo", n. 70, aprile-giugno 1985; "Il villaggio del subnormale di
Rivarolo: la montagna (di denaro e di arroganza) partorisce un topolino (per
gli handicappati)", n. 71, luglio-settembre 1985; "Ancora documenti e
notizie in merito al villaggio di Rivarolo", n. 72, ottobre-dicembre
1985; "Inaugurato il villaggio del subnormale di Rivarolo: un esempio di
spreco del pubblico denaro", n. 80, ottobre-dicembre 1987.
(2) La delibera è stata approvata in data 30 dicembre 1991.
(3) Nella deliberazione della Giunta
Municipale di Torino del 1° agosto 1989 "Interventi a favore di persone
handicappate - Accettazione di beni immobili da parenti - Modalità", è
scritto quanto segue: «L'assistenza agli
inabili è un obbligo giuridico facente capo all'ente locale (Comune, USSL), che
deve pertanto predisporre i conseguenti servizi e interventi». Cfr.
"Garantire il futuro ai figli handicappati non autosufficienti" in Prospettive assistenziali, n. 95, luglio-settembre
1991.
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