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MINORI: ACCOGLIENZA E
DIRITTI
L'8 febbraio 1992 si è tenuto a Milano un seminario
di studio sul tema dei diritti dei minori, a partire dalla Convenzione dei
diritti dell'infanzia approvata dall'ONU nel 1989.
Il convegno è stato organizzato dal Centro Internazionale
Studi Famiglia (CISF), che da oltre quindici anni si occupa delle problematiche
familiari, attraverso un'opera di sensibilizzazione culturale sui mass-media,
con pubblicazioni, convegni, momenti di formazione per gli operatori.
Ai lavori hanno partecipato operatori sociali,
giuristi, amministratori locali, responsabili politici, nella consapevolezza
che il benessere, e i diritti dei minori non possono che essere tutelati
attraverso l'agire congiunto di tutte le parti della nostra società.
La giornata, coordinata dal prof. Virgilio Melchiorre,
ordinario di filosofia morale presso l'Università cattolica di Milano e
direttore del CISF, ha a più riprese ricordato quanto il "Secondo
rapporto CISF sulla Famiglia" aveva già evidenziato rispetto alla
condizione dell'infanzia nella nostra società, spesso strumentalizzata, offesa,
trascurata, abbandonata e maltrattata in una società e in una cultura ripiegata
narcisisticamente sul presente e sulla logica del "tutto subito".
Le voci ascoltate in questa giornata di studio hanno
consentito un confronto multidisciplinare ricco di stimoli e di prospettive,
sia culturali che operative.
Alfredo Carlo Moro, anche a partire da
quell'osservatorio privilegiato dell'infanzia sofferente che è la rivista
"Il bambino incompiuto", ha sottolineato la peculiarità della
Convenzione dell'ONU, e la sua rilevanza anche rispetto all'ordinamento
giuridico italiano; in questa direzione ha giustamente ricordato come questi
documenti di livello internazionale, per quanto frutto di compromessi e di
accordi a livello internazionale, necessari per adeguarsi a culture, lingue,
ideologie le più svariate, non siano indirizzati solo ai Paesi "in via di
sviluppo", ma abbiano una valenza spesso dirompente anche per i cosiddetti
Paesi avanzati, a quell'Occidente che, essendo economicamente sviluppato,
spesso fa coincidere ricchezza con civiltà. Se è vero che la condizione
dell'infanzia è migliore (dal punto di vista sanitario, sociale, di tutela) nei
Paesi ricchi, è però altrettanto vero che in questi Paesi esistono spazi di
"dimenticanza", di colpevole abbandono, di totale assenza di rispetto
verso i minori su cui occorre ancora lavorare.
In particolare, sottolineava Moro, è assolutamente
prioritario ribadire il diritto dei minori ad una relazionalità dotata di senso
e solidarietà, soprattutto verso i propri genitori; si tratta cioè di
rivendicare, per i minori, un diritto che non sia solo negativo ("non
bisogna fare al minore questo o quello..."), ma soprattutto positivo,
promozionale, in aiuto allo svilupparsi di una migliore vita, di migliori
opportunità, di un futuro con migliori prospettive.
Proseguendo nella riflessione di Moro, il dibattito
si è avvalso del contributo del professor Nicola Scannicchio, giurista e
docente presso l'Università di Bari, che ha ulteriormente sottolineato la
particolare relazione tra sistema giuridico e soggetti minori; è emersa con
particolare chiarezza la centralità di un approccio giuridico capace di
valorizzare le relazioni solidaristiche familiari, più che difendere diritti
individuali all'interno delle famiglie, senza trascurare la particolare
situazione di debolezza, di "minorità" (giuridicamente intesa) dei
soggetti minori di diciotto anni. Ma tale approccio va faticosamente ricercato
e costruito nella prassi concreta del sistema giuridico e dei servizi a livello
nazionale, attraverso un difficile ma necessario riorientamento della dottrina
giurisprudenziale minorile (che già manifesta, di fatto, segnali di cambiamento
in tale direzione).
Anche il sistema dei servizi sociali deve fare i
conti con la particolare natura dei diritti del minore; la Senatrice Maria
Paola Colombo Svevo ha così concentrato la propria attenzione sia sugli
interventi di politica sociale che negli ultimi trent'anni hanno modificato lo
scenario dei servizi per l'infanzia nel nostro Paese (dall'asilo nido ai
consultori, dall'adozione e dall'affido al nuovo diritto di famiglia), sia
sulla necessità di sostenere quelle reti relazionali (familiari e non) che
spesso costituiscono una risorsa efficace per promuovere i diritti del minore e
per impedire l'insorgere di comportamenti devianti o il manifestarsi di gravi
disagi che spesso pregiudicano il futuro stesso di molti minori.
Mario Cattaneo, direttore della rivista "La Famiglia",
ha sottolineato come l'impegno educativo nei confronti dei minori debba
diventare lo strumento principale di un approccio positivo alla condizione
minorile; non quindi un progetto educativo negativo, legato a modelli autoritari,
a proibizioni, a vincoli e leggi negative, ma neanche un modello
destrutturato, privo di valori da comunicare, totalmente anarchico e autoregolante.
Infatti i minori non chiedono regole, leggi e proibizioni,
né chiedono una libertà assoluta che è spesso solo abbandono e solitudine; ciò
che a loro serve, e che chiedono in vario modo, più o meno esplicitamente, in
modo diretto o manifestando il proprio disagio, è una relazione educativa
dotata di senso, che li accompagni, rispettosamente ma fedelmente, verso l'età
adulta; ed è su questa prospettiva che la nostra società, le famiglie, la
scuola, tutto il mondo adulto deve ripensare il proprio rapporto con il mondo
dei minori.
La giornata di lavoro si è poi conclusa con una
tavola rotonda di esponenti politici (Giuliano Amato del Psi, Maria Eletta
Martini della Dc, Maria Grazia Zuffa del Pds), che anche attraverso l'interlocuzione
con il teologo don Giannino Piana hanno evidenziato come pure a livello
politico stia crescendo una generalizzata consapevolezza di doversi rivolgere
ai problemi nuovi, con una prospettiva non strumentale, ma di tutela, di
sostegno, di nuova progettualità societaria, per consentire ai minori di godere
di quei diritti di cui parla la Convenzione ONU.
CORSO DI FORMAZIONE
SULL'HANDICAP
Il Centro Studi e Documentazione del Gruppo
Solidarietà, via Giovanni XXIII n. 26, 60030 Moie di Maiolati (AN), tel.
0371-703327 organizza un corso di formazione sul tema "Handicap: tra bisogni
e risposte. Dalla cultura dell'inserimento a quella dell'integrazione".
Il corso cercherà di affrontare le questioni della
scuola (dalla scuola materna fino alle superiori), della formazione
professionale e del lavoro, della cosiddetta integrazione sociale (tempo
libero, ecc.), dell'intervento sanitario (quale riabilitazione e quindi quali
servizi).
In sostanza come i servizi si possono e debbono
organizzare per avviare reali processi di integrazione.
Un ultimo incontro per concludere andrà ad affrontare
la problematica dell'integrazione tra sociale e sanitario, condizione
indispensabile per dare risposte efficaci ai problemi dell'handicap.
Struttura
Per ogni incontro, ad eccezione del primo che si pone
come obiettivo di introdurre al significato del corso, si prevede che oltre al
relatore che dovrà affrontare il tema della giornata, dovranno essere presenti
(tipo tavola rotonda) rappresentati di quei mondi legati al tema. Per es.
sulla scuola rappresentanti del Provveditorato agli Studi, della USL, del
Comune.
Questo, per permettere di fare il punto per ogni
argomento sulle risposte che vengono date e per rilanciare possibili nuovi
interventi.
Destinatari
Operatori sociali, amministratori, educatori
professionali, membri di organizzazioni di volontariato, operatori scolastici,
disabili e loro familiari.
Programma del corso
(Jesi - sala II
Circoscrizione)
1) Dall'inserimento all'integrazione: percorsi possibili nei servizi per
l'handicap
25 settembre 1992, ore 21.00
Relatore: Mario Tortello
(direttore della collana "Quaderni di Promozione sociale"), Torino.
2) Scuola: presupposti per l'integrazione
10 ottobre 1992, ore 16.00
Relatore:
Giancarlo Cottoni (Membro Osservatorio permanente per l'handicap Ministero
Pubblica Istruzione).
Tavola
rotonda con la partecipazione di rappresentanti di: Provveditorato agli studi,
USL 10 Jesi, Comune di Jesi.
3) Lavoro: condizioni e strumenti per l'inserimento
17 ottobre 1992, ore 9.00
Relatore: Antonio Saccardo
(USL n. 6 Alto Vicentino - Thiene, Vicenza).
Tavola
rotonda con la partecipazione di rappresentanti di: Provincia, USL 10 di Jesi,
Comune di Jesi.
4) Integrazione sociale. Per un progetto educativo
31
ottobre 1992, ore 16.00 .
Relatore: Giovanna Zama
(Responsabile Centro Socio Riabilitativo USL 37 Faenza).
Tavola rotonda con la
partecipazione di rappresentanti di: USL 10 Jesi, Comune di Jesi.
5) Riabilitazione: obiettivo autonomia
14 novembre 1992, ore 9.00
Relatore: Marcello Pierro
(Servizio Riabilitazione Ospedale di Ariccia).
Tavola rotonda con la
partecipazione di rappresentanti di: Regione Marche, USL 10 Jesi.
6)
Conclusione: integrazione tra sociale e
sanitario condizione indispensabile di risposta ai bisogni
28 novembre 1992, ore 9.00
Relatore: Fosco Foglietta
(Responsabile Servizio sociale USL 37 Faenza).
Partecipazione di rappresentanti
di: Regione Marche, USL 10, Comune di Jesi.
www.fondazionepromozionesociale.it