Libri
AA.VV., Guida al
volontariato italiano, Società
Editrice Internazionale, Torino, 1990 (3 volumi), pp. 298, L. 26.000; pp. 149,
L. 19.000; pp. 509, L. 38.000.
L'opera, realizzata con il
contributo della Cassa di Risparmio di Roma, si compone di tre volumi:
- il primo, dal titolo
"Volontari oggi", curato da Luciano Tavazza, esamina le ragioni
profonde del volontariato, i suoi valori, le sue caratteristiche, i suoi campi
d'azione; ed ancora: come nascono e si organizzano i gruppi, quali rapporti essi
hanno con le pubbliche istituzioni, quali sono i futuri ruoli ed impegni del
volontariato;
- il secondo volume
"Testimonianze", a cura di Francesco Pionati, Claudio Sardo e Stefano
De Marti, riporta - sotto forma di intervista - le opinioni dì politici,
operatori sociali, sindacalisti, economisti;
- nel terzo volume
"Dizionario tematico delle leggi", Gian Paolo Manga raccoglie le
norme che regolano le attività di volontariato.
L'opera, che costituisce una
fonte preziosa ed unica di documentazione, è particolarmente preziosa per tutti
coloro che, volontari, amministratori, operatori e studiosi, intendono approfondire
la complessa tematica del volontariato.
GABRIELLA TURNATURI, Associati
per amore, Feltrinelli, Milano, 1991, pp. 110, L. 23.000
«Questo libro... vuole essere
soprattutto una testimonianza su vicende e persone che, sia pure fra mille
contraddizioni, svelano un pezzo di società che forse contribuisce a rendere il
nostro Paese più civile»: così l'A. definisce, nell'Introduzione, il suo libro.
G. Turnaturi ha seguito, da vari
anni, l'associarsi di familiari colpiti da eventi tragici come attentati,
stragi, malattie ed ha visto così diffondersi una forma di mobilitazione
collettiva interna alla società civile, fuori da schieramenti partitici e
ideologici; ciò che si mobilita è la rete affettiva, la responsabilità di un
soggetto verso l'altro. La novità di questo fenomeno è individuata nella
«valorizzazione del mondo emozionale, nella volontà di affermazione della
dignità dei sentimenti e delle relazioni affettive».
L'A. sostiene inoltre,
attraverso la trattazione dei vari "casi", che «un'azione collettiva
fondata non su interessi utilitaristici, ma su valori - che peraltro vengono
scoperti insieme ad altri giorno per giorno - muta non solo l'identità
pubblica ma anche quella privata di chi vi partecipa». La scelta delle
associazioni è stata, infine, guidata da due criteri: quello della complessità
e contraddittorietà dell'associazione stessa e quello dell'evidenza delle
innovazioni prodotte dalle vicende sul piano personale e su quello pubblico.
Il primo capitolo è dedicato
all'Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione di
Bologna, il secondo a quella dei familiari delle vittime della strage di
Ustica, il terzo al Comitato delle madri napoletane contro la droga, il quarto
alle Associazioni dei malati di mente.
Il quinto capitolo è anomalo,
per l'A., solo apparentemente: se è vero che è dedicato non ad una
associazione, ma alla mobilitazione collettiva all'interno di un paese
(Racconigi, caso Serena), «si inscrive nello stesso universo etico e culturale
dell'associazionismo familiare... Anche in questa vicenda è venuta fuori una
voglia di rendersi visibili e di far valere ciò che conta effettivamente nella
vita delle persone».
Il volume si chiude infine con
un capitolo dedicato agli interrogativi, dubbi, riflessioni suggeriti dalle
varie Associazioni esaminate.
Anche se, trattandosi di uno
studio sociologico volto ad individuare le caratteristiche di novità e
peculiarità dei fenomeni studiati, l'Autrice non pronuncia dei giudizi netti
sulle questioni ma cerca di individuare punti di luce ed ombra, opacità e
trasparenza dei fenomeni studiati, sorgono spontanee tuttavia alcune
osservazioni sul modo in cui è stata presentata la "vicenda Serena".
Va innanzitutto sottolineato che
nel breve resoconto del fatto vengono taciute le menzogne e i sotterfugi cui
si era ricorsi per trattenere la bambina a Racconigi e parimenti si tace il
falso di fondo su cui si sarebbe basata la vita della bambina in quella
famiglia. Anche se non era certo scopo di questo scritto dare un resoconto
dettagliato dei fatti, la scelta operata sulle cose da dire e da non dire
implica già una chiara scelta di campo.
Quando poi Turnaturi sostiene
che da Racconigi si è guardato criticamente al patrimonio di valori comuni che
tutti consideravano immutato e ciò ha fatto scoprire che in Italia il consenso
su ciò che debba intendersi per famiglia non esiste più, forse sopravvaluta il
fenomeno, che peraltro è andato rapidamente scemando, ed eccede nella
generalizzazione di esso e dei suoi significati.
Si insiste infine sul fatto che
persino il giudice che ha firmato la sentenza riguardante l'allontanamento
della bambina da Racconigi abbia notato l'emergere di una solidarietà forte ed
inattesa. Ma quel giudice parlava innanzitutto di una potenziale solidarietà,
e soprattutto si augurava che si indirizzasse in una direzione più costruttiva
e più realistica!
AA.VV., Diritti
economici, sociali e culturali nella prospettiva di un nuovo stato sociale,
CEDAM, Padova, 1990, pp. 202, L. 22.000
Il volume contiene le relazioni
e le comunicazioni svolte al seminario di Roma, 25 e 26 maggio 1989,
organizzato dal Centro di studi e di formazione sui diritti dell'uomo e dei
popoli dell'Università di Padova e dalla Fondazione Zancan, e cioè gli
interventi di:
- Antonio Zanfarino, Diritti umani e democrazia;
- Pietro Barcellona, I diritti economici, sociali e culturali nell'ordinamento interno;
- Antonio
Papisca, I diritti economici, sociali e
culturali nel sistema delle relazioni internazionali;
- Achille
Agnati, Diritti umani e giustizia economica
e sociale;
- Marcello Cresti, Diritti umani e progresso della scienza e
della tecnica;
- Giorgio Battistacci, I diritti economici, sociali e culturali in
Italia: l'assistenza;
- Mario Reguzzoni, Il diritto all'istruzione nell'ordinamento internazionale e in Italia;
- Giuseppe Pasini, I diritti negati degli immigrati;
- Massimo Dogliotti, I diritti negati degli anziani non autosufficienti;
- Achille
Ardigò, Quale stato sociale per la promozione
umana nella prospettiva dell'universalità dei diritti fondamentali.
In allegato sono riportati i
seguenti documenti:
- Patto internazionale sui
diritti economici, sociali e culturali.
- Carta sociale europea.
- Carta comunitaria dei diritti
fondamentali dei lavoratori.
ANNIBALE BERTOLA - PAOLO CORI, Il malato cronico - Lo sconosciuto della porta accanto, La Nuova
Italia Scientifica, 1989, pp. 164, L. 21.000
La malattia cronica presenta una
particolare contraddizione: da un lato è presente in misura numericamente
significativa nella popolazione, dall'altro è soggetta a una sorta di rimozione
collettiva. La percezione di un "corpo che soffre" contrasta infatti
con i valori prevalenti, ispirati a un ideale collettivo che esalta
acriticamente la salute e la bellezza.
Il malato, i suoi familiari, gli
operatori sanitari rimangono isolati; eppure spesso le singole situazioni
patologiche lasciano intatte numerose potenzialità.
Ecco allora che capire il malato
cronico, considerarne l'esistenza in tutta la sua globalità, proporre
all'operatore sanitario un punto di vista che colga la qualità psicologia del
paziente affetto dalla malattia organica diventa un fattore davvero importante.
Il libro si rivolge
prevalentemente agli operatori impegnati in prima linea sul difficile fronte
dell'assistenza sanitaria: medici, psicologi, personale paramedico in genere.
Non pretende di esaurire la problematica della malattia cronica, ma intende
proporre una mentalità e un'ottica con cui inquadrarne la problematica; è una
sintesi delle esperienze degli Autori e un tentativo di capitalizzare gli
apporti che la psicologia dinamica può fornire alla comprensione del malato.
BRUNO ANASTASIA - MARCO BONZIO - GIANCARLO CORO - FABRIO
OCCARI, Essere anziani nel Veneto,
Nuova Dimensione, Portogruaro (VE), 1991, pp. 186, L. 25.000
Il volume raccoglie tre ricerche
promosse dal Sindacato Pensionati CGIL del Veneto con riferimento alla
condizione degli anziani nel Veneto.
Anche in questo libro non viene
trattato in modo corretto il gravissimo problema degli anziani cronici non
autosufficienti. Non c'è una sola parola sulle positive esperienze di cure
sanitarie domiciliari e sorprendentemente non solo viene affermato che «sarebbero forse necessari dei tentativi
per facilitare, laddove possibile, il mantenimento degli anziani non autosufficienti nelle proprie famiglie»; ma addirittura che per le prestazioni
domiciliari «tocchiamo un problema le cui
cause non possono facilmente essere rimosse
da un intervento, per quanto attento, dell'apparato pubblico».
Consigliamo un corso di
aggiornamento per gli Autori del libro incentrato sulle esperienze pluriennali
di ospedalizzazione a domicilio.
Per quanto riguarda gli anziani
malati cronici non autosufficienti, gli Autori non fanno riferimento
all'esigenza di prestazioni sanitarie, ma ritengono che si tratti di un «problema di assistenza pubblica», il
che non è certo una base accettabile per iniziative serie da parte di un
Sindacato dei pensionati che intenda difenderne esigenze, dignità e diritti.
www.fondazionepromozionesociale.it