UNA
INGANNEVOLE PUBBLICAZIONE DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI SULLA
CONDIZIONE DELL'ANZIANO
In data 24 luglio 1991 la Presidenza del Consiglio
dei Ministri, Dipartimento per gli affari sociali, ha diffuso la
"Relazione sulla condizione dell'anziano".
La pubblicazione è stata redatta a cura del Ministro
per gli affari sociali, il quale nell'introduzione si limita a definire
ottimale la permanenza dell'anziano nel proprio domicilio, senza indicare
alcun intervento per consentire e favorire detta permanenza.
Di fronte alle gravi carenze esistenti, il Ministro
inventa giustificazioni di comodo affermando che «la non tempestività delle risposte istituzionali deriva sia dalla
rapidità con la quale si è realizzato il fenomeno (ma gli ultrasettantenni
non sono nati 70 anni fa? n.d.r.), sia
dalla mancanza, nel nostro sistema giuridico, di uno strumento legislativo
idoneo a programmare in termini moderni le politiche sociali, raccordando in
modo funzionale ed incisivo le competenze dello Stato con quelle delle Regioni
e degli Enti Locali», senza chiedersi perché da oltre dieci anni non sia
stato varato il piano sanitario.
Inoltre, ancora una volta, l'on. Jervolino imputa
alla mancata approvazione della riforma dell'assistenza le gravissime carenze
degli interventi sanitari: il Ministro non ha ancora capito (o non vuole
capire) che bisogna distinguere tra la situazione mediamente accettabile degli
anziani in buone o discrete condizioni di salute e la condizione dei vecchi
che soffrono a causa di patologie così gravi da determinare anche la non autosufficienza!
Si tratta di una quota esigua (5% circa), per cui gli stanziamenti necessari
sono abbastanza limitati.
Per questi anziani, gli interventi da mettere in atto
sono in primissimo luogo di natura sanitaria in base al fatto - evidente - che
i vecchi malati (acuti o cronici, autosufficienti o non autosufficienti)
abbisognano di cure, se possibile, per guarire o per ristabilire un nuovo
equilibrio psico-fisico, oppure - almeno - per godere una accettabile qualità
della vita, il che richiede - ne sottolineiamo l'estrema importanza - la massima
riduzione possibile del dolore e della dipendenza.
Il Ministro, tiepido nei confronti delle prestazioni
domiciliari, si entusiasma di fronte a quelli di internamento. Afferma,
infatti: «Un intervento straordinario di
notevole portata economica è indubbiamente quello previsto dall'art. 20 della
Finanziaria 1988 (legge 11 marzo 1988 n. 67) il quale stanzia 30.000 miliardi
in dieci anni per la realizzazione di un programma pluriennale di interventi
in materia di ristrutturazione edilizia e di riammodernamento tecnologico del
patrimonio pubblico e la realizzazione di residenze per anziani e soggetti non
autosufficienti».
Commentando la legge finanziaria 1988 tanto osannata
dall'on. Jervolino e il relativo atto di indirizzo del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 22 dicembre 1989, Gianni Selleri, Presidente
dell'ANIEP, Associazione nazionale tra invalidi per esiti di poliomielite e
altri invalidi civili, annota che si sono ribaditi
«alcuni archetipi dell'assistenzialismo classico quali il ricovero a tempo
pieno, la promiscuità delle tipologie biologiche e patologiche dei ricoverati,
l'autosufficienza organizzativa, un giudizio definitivo ed immotivato di
irrecuperabilità, l'isolamento, la non carenza di qualsiasi controllo
democratico».
Aggiunge Selleri: «Con
questa disposizione si pongono definitivamente le condizioni per il ricovero
degli anziani, autosufficienti e non autosufficienti, innescando un processo
irreversibile di rinuncia alle politiche dei servizi sul territorio e
all'assistenza domiciliare; nello stesso destino si accomunano gli handicappati
fisici, psichici e sensoriali compromettendo in modo grave la socializzazione
e determinando il loro distacco dalle famiglie e dal normale contesto di vita,
ma soprattutto si mettono a disposizione migliaia di miliardi per gli enti
pubblici e, attraverso le convenzioni, per la speculazione privata, ciò che
costituisce una autentica garanzia della realizzazione del processo di
internamento. (...) L'identità degli anziani, degli handicappati viene
nuovamente interpretata in termini di povertà, di deficit e di patologie. Ciò
che costituisce una negazione complessiva della loro dignità. Ma quello che
più preoccupa è il silenzio, l'indifferenza politica e culturale che circonda
l'inizio di questa imponente operazione di emarginazione e di separazione» (1).
La visione assistenzialistica del problema degli
anziani cronici non autosufficienti del Ministro per gli affari sociali trova,
purtroppo, conferma nelle relazioni (contenute nella stessa pubblicazione)
delle Regioni e delle Province di Bolzano e di Trento che - senza esclusione alcuna
- affrontano il tema - esclusivamente, o in alcuni casi prevalentemente - sotto
il profilo dei servizi assistenziali, dimenticando che la prevenzione, la cura
e la riabilitazione delle persone malate, anziani compresi, compete al Servizio
sanitario nazionale (2).
Segnaliamo, inoltre, due dati, questa volta
oggettivi, della relazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla
condizione dell'anziano.
Piani di fattibilità delle RSA
Il decreto del Ministro della sanità del 29 agosto
1989 n. 321 stabilisce all'art. 7 che la progettazione delle RSA «va preceduta da studi di fattibilità di
natura interdisciplinare, finalizzati ad individuare soluzioni ottimali ai
bisogni da soddisfare e a mettere la pubblica amministrazione committente
nella condizione di definire i riferimenti e i vincoli ai quali debbono
uniformarsi le proposte progettuali».
Nonostante la disponibilità di ingenti somme (per il
primo triennio sono stati stanziati 2.810 miliardi), la stragrande maggioranza
delle Regioni non ha presentato alcun piano di fattibilità, come risulta dalla
tabella redatta dal Ministero della sanità, Servizio centrale della programmazione
sanitaria (pag. 105).
Servizio di controllo dei NAS
Nella relazione in oggetto è segnalata anche (p.
109-110-111) l'attività dei NAS. Dall'agosto 1989 all'aprile 1991 sono stati effettuati
11 servizi di controllo in campo nazionale alle case di riposo per anziani
nelle seguenti date: 14, 15, 16 e 17 agosto 1989; 25, 26 e 27 settembre 1989;
31 gennaio, 1 e 2 febbraio 1990; 13 e 14 agosto 1990; 9, 10, 12 e 13 novembre
1990; 21 e 22 dicembre 1990; 11, 12 e 13 febbraio 1991; 18, 19 e 20 marzo 1991;
22, 23 e 24 aprile 1991.
Complessivamente sono stati conseguiti i seguenti
risultati: - ispezioni effettuate 3528; - infrazioni accertate 3084, di cui
1764 penali e 1320 amministrative; - persone segnalate alle competenti Autorità
giudiziarie, sanitarie e amministrative 1695; - campioni prelevati 598; -
sequestri effettuati (escluse le due ultime ispezioni): alimenti vari kg
27.873; confezioni n. 7.569; sanitari n. 5.508; attrezzature varie n. 16;
locali n. 7.
Escluse le due ultime ispezioni, sono state avanzate
all'Autorità amministrativa e/o sanitaria n. 122 proposte di chiusura, la
maggior parte delle quali non hanno trovato possibilità di accoglimento per
mancanza di locali alternativi ove ospitare i pazienti.
Le gravissime infrazioni rilevate dai NAS sono la
conseguenza diretta delle colpevoli carenze e omissioni delle Regioni. Ma,
anche su questo aspetto, il Ministro Jervolino tace.
(1) Cfr. Gianni Selleri, Il grande internamento. I progetti di
ripristino delle strutture di ricovero e residenziali, "Prospettive
sociali e sanitarie", n. 14, 1991.
(2) Sorge il sospetto che il Ministro degli affari sociali si sia
rivolto solo agli Assessorati regionali all'assistenza, tagliando fuori quelli
della sanità.
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