Editoriale
I
VENTICINQUE ANNI DI PROSPETTIVE ASSISTENZIALI
Con questo numero, Prospettive assistenziali compie venticinque anni di ininterrotta
attività a difesa dei diritti dei minori, degli handicappati e degli anziani e
per le necessarie riforme.
Ha pubblicato i documenti più significativi sui
servizi sanitari, sociali e assistenziali e sulla formazione del relativo
personale; inoltre, ha informato i lettori sulle iniziative delle
organizzazioni dell'utenza, dei sindacati e degli operatori.
Infine, Prospettive
assistenziali ha riferito in merito alle azioni condotte dall'ANFAA,
Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie (costituita nel 1962),
dell'ULCES, Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale (sorta nel
1965), del CSA - Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base
(realizzato nel 1970) (1) e del Comitato per la difesa dei diritti degli
assistiti (2) soprattutto per quanto concerne l'individuazione delle esigenze
fondamentali della fascia più debole della popolazione (bambini in situazione
di totale o parziale abbandono, handicappati intellettivi con nulla o limitata
autonomia, anziani cronici non autosufficienti), la promozione dei relativi
diritti e le iniziative dirette alla loro concreta attuazione.
Attività svolta
Fra i risultati conseguiti dall'ANFAA, dall'ULCES e
dal CSA, di cui Prospettive assistenziali
è stata ed è portavoce, segnaliamo in particolare:
- ricerca, documentazione e informazione circa i
gravissimi danni, spesso irreparabili, provocati ai minori dalla carenza di
cure familiari e dal ricovero in istituti di assistenza;
- promozione dei servizi di sostegno psicosociale
alle famiglie in difficoltà, dell'adozione dei minori in situazione di abbandono
materiale e morale (3) e dell'affidamento familiare a scopo educativo dei
bambini e dei fanciulli aventi genitori con gravi problemi d'ordine affettivo
ed educativo (4);
- redazione di proposte di legge aventi lo scopo di
ottenere l'istituzione delle piante organiche dei magistrati addetti ai tribunali
per i minorenni e alle relative procure. Infatti, negli anni '60 i magistrati
dei suddetti uffici, salvo casi rari, svolgevano la loro prevalente attività
presso altri organismi giudiziari (tribunali ordinari, corti di appello e
d'assise).
Su iniziativa dell'ANFAA e dell'ULCES, dapprima è
stata ottenuta la legge 12 marzo 1968 n. 181 che modificava in parte la
situazione esistente. Successivamente, è stata approvata la legge 9 marzo 1971
n. 35, a seguito della quale sono state definite le suddette piante organiche;
-
promozione del CIAI, Centro italiano per l'adozione internazionale;
- azione nei confronti del Governo e del Parlamento
per evitare la ratifica da parte dell'Italia della Convenzione relativa al
riconoscimento della filiazione materna dei minori nati fuori dal matrimonio,
redatta dalla Commissione internazionale dello stato civile. In base a detta
convenzione, il rapporto di filiazione, che allora - come adesso - viene
stabilito quando il minore è riconosciuto dalla madre, avrebbe potuto essere
definito a seguito di una semplice dichiarazione fatta da una qualsiasi
persona, anche in contrasto con la volontà della madre stessa;
-
redazione e pubblicizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare
"Interventi per gli handicappati psichici, fisici, sensoriali e per i disadattati
sociali". La proposta di legge, presentata al Senato in data 21 aprile
1970 con oltre 220 mila firme, ha favorito l'approvazione della legge 30 marzo
1971 n. 118, sui servizi per le persone con handicap;
- sollecitazione per la creazione a Torino delle
scuole per la formazione di educatori specializzati e di terapisti della
riabilitazione e per la gestione da parte del Comune dì Torino della scuola per
assistenti sociali, già dell'ONARMO;
- denuncia penale nei confronti del Presidente
nazionale dell'ONMI (Opera Nazionale per la protezione della maternità e
dell'infanzia) e di altre autorità poiché negli istituti di assistenza
all'infanzia, operanti senza essere in possesso della preventiva autorizzazione
a funzionare prevista dall'art. 50 del R.D. 15 aprile 1926 n. 718, si
verificavano con preoccupante frequenza maltrattamenti a danno dei minori.
Inoltre, la denuncia metteva in risalto che i controlli sulle strutture di
ricovero erano scarsi se non inesistenti e che spesso i titolari degli
istituti non trasmettevano i prescritti elenchi trimestrali al giudice
tutelare, togliendo così ogni possibilità di adozione ai bambini ricoverati in
situazione di abbandono. I processi, celebrati a Torino, Roma, Venezia e in
altre città, hanno fatto conoscere all'opinione pubblica la drammatica
situazione dei bambini e adolescenti ricoverati in istituti pubblici e privati
di assistenza (300 mila nel 1962, 40 mila oggi);
- promozione del servizio di affidamento familiare a
scopo educativo, deliberato dalla Provincia di Torino in data 18 maggio 1971;
- collaborazione alla realizzazione e stesura
dell'accordo Provincia di Torino - Sindacati in materia di servizi psichiatrici
di territorio, accordo firmato il 13 luglio 1973;
- sostegno giuridico e legale alle famiglie costituitesi
parte civile nei processi penali contro i dirigenti dell'istituto dei Celestini
di Prato e quello di Maria Diletta Pagliuca di Grottaferrata;
- partecipazione alla stesura e raccolta delle firme
della proposta di legge di iniziativa popolare "Competenze regionali in
materia di servizi sociali e scioglimento degli enti assistenziali". La
proposta (firme raccolte oltre 100 mila) è stata presentata alla Camera dei
deputati in data 8 marzo 1976;
- stesura della deliberazione, approvata dal
Consiglio comunale di Torino il 14 settembre 1976 e tuttora in vigore, che:
a) definisce le priorità di intervento in campo
assistenziale, privilegiando le iniziative che eliminano o riducono le cause
che provocano le richieste di assistenza;
b) unifica le linee di intervento nei confronti dei
minori, degli adulti, degli anziani, degli handicappati, ponendosi in reale
alternativa ai servizi settoriali;
c)
unifica nel Comune gli interventi di competenza delle Province;
d) riconosce un ruolo al volontariato;
- azione per il superamento degli istituti provinciali
per l'assistenza alla maternità e all'infanzia;
- iniziative per la chiusura da parte della Provincia
di Torino dell'istituto Mainero di Torino e la creazione, in alternativa, di
comunità alloggio;
- collaborazione alla stesura delle deliberazioni
del Comune di Torino riguardanti la determinazione dei criteri generali di
erogazione dell'assistenza economica e delle indicazioni programmatiche degli
interventi a favore degli handicappati di età superiore ai 15 anni (deliberazioni
del Consiglio comunale del 21 giugno e del 12 settembre 1978);
- ideazione dei corsi prelavorativi per handicappati
intellettivi e varie iniziative che hanno portato all'assunzione da parte di
aziende pubbliche e private di oltre 150 handicappati intellettivi;
- stesura della deliberazione sul servizio di aiuto
domestico, approvata dal Consiglio comunale di Torino il 14 marzo 1979;
- presentazione, avvenuta il 21 luglio 1979, al
Consiglio regionale piemontese della proposta di legge regionale di iniziativa
popolare (firme raccolte oltre 13 mila) "Riorganizzazione dei servizi
sanitari e assistenziali e costituzione delle Unità locali di tutti i
servizi";
- promozione dell'istituzione da parte della Regione
Piemonte dell'anagrafe dei minori ricoverati in istituto al fine di conoscere
l'andamento dei fenomeno presso le unità socio-sanitarie locali;
- riconoscimento da parte del Comune di Torino e
della Provincia di Torino di una commissione di controllo sui servizi
(comunità alloggio, centri diurni, strutture residenziali). La commissione è
costituita da rappresentati delle associazioni dell'utenza. La commissione è
stata deliberata dalla Provincia di Torino in data 5 ottobre 1979 e in
seguito anche dal comune di Torino. Le visite di controllo possono essere
svolte, ovviamente senza alcun preavviso, in qualsiasi ora del giorno e della
notte sia nei confronti dei servizi gestiti direttamente dal Comune e dalla
Provincia di Torino, sia nei riguardi di parte di quelli convenzionati;
- accordo con il Comune di Torino (delibera del 2
aprile 1980) in base al quale la retta di ricovero in istituti di assistenza
di anziani cronici non autosufficienti a carico degli interessati e dei
familiari è uguale a quella per gli autosufficienti. La parte restante (due
terzi circa) è a carico del comparto sanitario. Questo accordo è stato
stipulato ferma restando la richiesta del CSA circa l'esclusiva competenza del
settore sanitario nei confronti degli anziani cronici non autosufficienti;
- assegnazione da parte del Comune di Torino di
alloggi dell'edilizia economica e popolare ad handicappati, anziani e casi
sociali;
- approvazione da parte del Comune di Torino di una
delibera per l'adattamento di alloggi di proprietà del Comune stesso o
dell'Istituto autonomo case popolari al fine di renderli accessibili e
rispondenti alle esigenze degli handicappati e degli anziani. Un'altra delibera
prevede l'erogazione di contributi per gli adattamenti degli alloggi di
proprietà privata;
- promozione per l'istituzione del servizio taxi per
le persone impossibilitate a usare i mezzi pubblici. Sono concesse fino a 120
corse mensili al prezzo corrispondente alle tariffe dei mezzi pubblici. Un
servizio del Consorzio trasporti torinesi, mediante apposito pulmino, effettua
il trasporto delle persone che non sono in grado di utilizzare né i mezzi
pubblici, né il servizio taxi;
- stesura del testo base e azione promozionale per
l'emanazione della legge della Regione Piemonte 23 agosto 1982 n. 20
"Indirizzi e normative per il riordino dei servizi socio-assistenziali",
che prevede, fra l'altro, l'attribuzione della gestione di tutti i servizi
assistenziali, agli stessi organi preposti alla conduzione dei servizi sanitari;
- attiva collaborazione per ottenere che la legge 4
maggio 1983 n. 184 "Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei
minori" contenesse norme rispondenti ai diritti ed alle esigenze dei
minori italiani e stranieri;
- pressione sull'USSL Torino 1-23 per l'approvazione
della delibera istitutiva del servizio di ospedalizzazione a domicilio di
persone altrimenti necessitanti di ricovero ospedaliero. II servizio, che
funziona dalla fine del 1984, ha finora curato a casa loro oltre mille
persone;
- promozione della delibera del Comune di Torino
diretta a favorire l'affidamento familiare a scopo educativo di minori
handicappati, con particolare riguardo di quelli non deambulanti e/o non
autosufficienti a causa di handicaps fisici o psichici;
- stesura del testo base della legge della Regione
Piemonte 3 settembre 1984 n. 54, che prevede l'abolizione delle barriere
architettoniche da tutti i nuovi alloggi costruiti dagli Istituti autonomi
delle case popolari e dai Comuni;
- iniziative varie dirette a bloccare l'iter parlamentare
della proposta di legge n. 3321 presentata alla Camera dei deputati in data 4
dicembre 1985 dagli On. Vincenzo Mancini, Bianchi, Garocchio, Pisicchio e
Rossatini della DC; Lodi Faustini e Pallanti del PCI; Ferrari Marte del PSI;
Carla e Ghinami del PSI; Arisio del PRI; Mancuso della Sinistra indipendente e
Benedikter del Partito popolare sudtirolese, che prevedeva la esclusione dei
partiti, dei sindacati e delle organizzazioni senza fini di lucro dall'obbligo
di assumere handicappati;
-
promozione di delibere per l'assunzione di:
a)
60 handicappati intellettivi e 10 fisici da parte dell'USL Torino 1-23 (sono
state realizzate oltre il 50% delle assunzioni);
b)
20 handicappati intellettivi e 5 fisici gravi da parte della Provincia di
Torino (tutti assunti);
c)
40 handicappati intellettivi e 12 fisici da parte del Comune di Torino (la
relativa delibera è stata attuata);
d) 32 handicappati intellettivi lievi da parte
dell'API (Associazione Piccola e Media Impresa). L'accordo è disapplicato anche
per il totale disinteresse dei sindacati confederali;
- varie azioni per sollecitare l'assegnazione da
parte del Comune di Torino e dell'IACP di alloggi dell'edilizia economica e
popolare ad anziani, handicappati e altri casi sociali. Al riguardo è stata
costituita un'apposita Commissione che finora ha assegnato oltre 200
appartamenti;
- iniziative per il consolidamento dei corsi
prelavorativi per handicappati intellettivi gestiti dal Comune di Torino e per
la loro estensione. Sono stati istituiti corsi analoghi a Chieri, Nichelino,
Settimo Torinese;
- campagna, tuttora in corso, per l'attuazione del
diritto alle cure sanitarie, comprese quelle ospedaliere, nei confronti degli
anziani e adulti cronici non autosufficienti, nei casi in cui non sia possibile
provvedere con interventi domiciliari, in particolare mediante il servizio di
ospedalizzazione a domicilio;
- collaborazione alla stesura e promozione della
proposta di legge regionale di iniziativa popolare "Riordino degli
interventi sanitari a favore degli anziani cronici non autosufficienti e realizzazione
delle residenze sanitarie assistenziali", presentata con iniziativa
popolare ai Consigli delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte, e dai
consiglieri Scalabrini (Verdi Federalisti), Mori (DC) e Monami (PDS) alle
Regioni Lazio, Liguria, e Valle d'Aosta;
- iniziative di vario genere per l'attuazione della
legge 184/83 concernente gli aiuti alle famiglie d'origine dei minori in
difficoltà, l'adozione, l'affido a scopo educativo e la creazione di comunità
alloggio.
Collana "Quaderni di promozione sociale"
Segnaliamo un'altra iniziativa di Prospettive assistenziali: i
"Quaderni di promozione sociale". L'impegno è di approfondire - sia a
livello di ricerca, sia riferendo su iniziative concrete - l'analisi degli
strumenti disponibili per la lotta all'emarginazione e costituire un
riferimento per quanti sono impegnati nell'inserimento sociale dei più deboli
(6).
Convegni
Numerosi sono i convegni organizzati da Prospettive assistenziali per l'analisi
della situazione e la verifica delle proposte operative (7).
Solamente mediante studi approfonditi e confronti
aperti alle critiche, è possibile individuare obiettivi a breve, medio e lungo
termine, incidere a fondo sulle cause e sugli effetti dell'emarginazione e
avanzare valide soluzioni concrete.
Conclusioni
I primi venticinque anni di attività di Prospettive assistenziali dimostrano la
validità del volontariato promozionale, diretto cioè alla individuazione
delle esigenze delle persone non in grado di autodifendersi e al riconoscimento
e tutela dei relativi diritti. Si tratta di una modalità di intervento del
volontariato, a nostro avviso estremamente utili, anche per il fatto che -
diversamente dalle attività di gestione - si ripercuote su un numero elevato
di soggetti. Ad esempio, dal 1967 (anno di entrata in vigore della legge
sull'adozione speciale) ad oggi sono oltre 50 mila i minori che sono usciti
dagli istituti essendo stati adottati.
(1) Fanno attualmente parte del CSA
le seguenti organizzazioni: Associazione genitori fanciulli handicappati USSL
34; Associazione italiana assistenza spastici, sezione di Torino; Associazione
italiana sclerosi multipla, sezione piemontese; Associazione nazionale
famiglie adottive e affidatarie; Associazione "Odissea 33" di
Chivasso; Centro di informazioni politiche ed economiche; Cogidas; Comitato
integrazione scolastica handicappati; Coordinamento dei comitati spontanei di
quartiere; Coordinamento para e tetraplegici; Gruppo inserimento sociale
handicappati USSL 27; Unione italiana ciechi, sezione di Torino; Unione
italiana per la lotta contro la distrofia muscolare, sezione di Torino; Unione
per la lotta contro l'emarginazione sociale; Unione per la tutela degli
insufficienti mentali.
(2) Il Comitato per la difesa dei
diritti degli assistiti è stato costituito dal CSA nel 1979 con lo scopo di
promuovere le iniziative necessarie per garantire agli anziani le necessarie
cure sanitarie, in primo luogo quelle domiciliari, e per fornire agli
interessati e ai congiunti la consulenza occorrente per ottenere il rispetto
delle loro esigenze ed evitare le dimissioni dagli ospedali e dalle altre
strutture sanitarie, nei casi in cui l'intervento domiciliare non sia realizzabile.
(3) Ricordiamo che I'ANFAA fin dalla
sua costituzione, ha proposto l'introduzione nell'ordinamento giuridico italiano
di un istituto giuridico avente lo scopo di garantire una famiglia ai minori in
situazione di abbandono materiale e morale da parte dei genitori e dei parenti.
Gli aspetti centrali della proposta (dichiarazione di adottabilità, affidamento
preadottivo, idoneità dei nuovi genitori, differenza minima e massima di età
fra adottanti e adottandi, riconoscimento della pienezza - anche sotto il
profilo giuridico - del rapporto fra il minore e la famiglia adottiva) sono
stati recepiti dalla legge 5 giugno 1967 n. 431 sull'adozione speciale.
(4) Cfr. il volume di G. Andreis - F. Santanera - A. Tonizzo,
L'affidamento familiare, AAI, Roma,
1973.
(6) L'elenco dei libri pubblicati è riportato nella penultima
pagina di copertina.
(7) Segnaliamo, in particolare, il
convegno di Milano del 20-21 maggio 1988 "Anziani cronici non
autosufficienti: nuovi orientamenti culturali e operativi" con la
partecipazione del Cardinale Carlo Maria Martini e del Filosofo e Senatore a
vita Norberto Bobbio. Gli atti sono stati raccolti nel volume "Eutanasia
da abbandono". Fra i convegni più recenti, ricordiamo quelli di Milano
del 6 giugno 1992 "La legge quadro sull'handicap: una occasione mancata?
Proposte per l'affermazione di diritti esigibili" e di Torino del 30-31
ottobre 1992 «Il progetto obiettivo “Tutela della salute degli anziani”: una
svolta per i servizi sanitari e assistenziali?».
www.fondazionepromozionesociale.it