Prospettive assistenziali, n. 100, ottobre-dicembre 1992

 

 

LA FINANZIARIA 1993 NEGA LE ESIGENZE DEI PIÙ DEBOLI

 

 

Pubblichiamo integralmente il documento "Finanziaria 1993 - Proposte al Governo e al Parla­mento da parte degli organismi di volontariato e di cooperazione sociale"; sottoscritto dai seguenti enti: Caritas Italiana; Federazione Nazionale della Cooperazione Sociale; Associazione Volontari Ospedalieri; Consiglio Superiore per l'Italia di S. Vincenzo de' Paoli; Consorzio Coope­rative Integrate; Conferenza Permanente dei Pre­sidenti e delle Associazioni e Federazioni Italiana di Volontariato; Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini; Associazione Cattolica Internazionale al Servizio della Giovane; Associazione Italiana Alcoolisti in Trattamento; Associazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze; Associazione Papa Giovanni XXIII, Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Sociosanitari, Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia; Consorzio Cooperative Integrate; Coordi­namento Nazionale delle Comunità di Accoglien­za (Cnca); Coordinamento Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale (Cipsi); Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontariato (Focsiv); Movimento di Volontaria­to Italiano (Movi) Radio Club Ciechi d'Italia; Se­gretariato Enti e Assistenti Volontari Operanti nel Carcerario; Telefono Amico Italia; Fondazione Italiana per il Volontariato; Fondazione Camminiamo Insieme; Fondazione Emanuela Zancan; Laboratorio per le Politiche Sociali (Labos); Os­servatorio Meridionale.

 

 

TESTO DEL DOCUMENTO

 

Premesse

Le organizzazioni di volontariato e di coopera­zione sociale, in rappresentanza anche di quella ampia e significativa area, denominata "Terzo sistema" o "Nonprofit", che riunisce quanti con forma giuridica privata, operano nell'interesse della collettività, impegnandosi per la difesa dei valori di pace, di giustizia e di fondamentali diritti umani, intendono, con questo documento di sin­tesi e con l'accluso documento di base, formu­lare al Paese ed ai suoi Governanti le proprie proposte circa la legge finanziaria '93 e la più complessa manovra legislativa in corso. Ciò af­finché le politiche economiche e sociali abbiano a tutelare anche in questo difficile momento, in modo equo, corretto ed efficace, i cittadini più deboli, ai quali la Costituzione garantisce libertà ed eguaglianza, attraverso l'impegno alla rimo­zione delle cause e degli ostacoli che impedi­scono il pieno sviluppo della persona.

Le proposte qui formulate si fondano sul con­vincimento che l'azione del Governo e del Parla­mento debba, ad un tempo:

- impedire che la situazione di crisi abbia ri­percussioni immediate e drammatiche sulle condizioni di vita di quella parte della popolazio­ne che già oggi si trova al di sotto del minimo vi­tale quanto a reddito e/o qualità di vita;

- avviare in modo serrato ed incisivo processi di riforma strutturale che possano garantire per il futuro un sistema più equo ed efficiente di tu­tela sociale.

Le Organizzazioni di volontariato e di coope­razione sociale ritengono peraltro che nessun cittadino, se impegnato sul fronte della solida­rietà e del volontariato, possa innanzitutto sot­trarsi alla responsabilità di fare la propria parte nello sforzo comune volto alla realizzazione di un sistema fiscale adeguato al sostegno del Paese.

Muovendo da questi presupposti le Organiz­zazioni di volontariato e di cooperazione sociale individuano quattro linee generali di azione,, cor­redate da una serie di concrete proposte opera­tive, e da tre linee di riforma strutturate rispetto alle quali impegnano se stesse e chiedono l'im­pegno di Governo e Parlamento.

 

Linee d'azione

a) Non aumentare il numero dei poveri

Le Organizzazioni di volontariato e di coope­razione sociale chiedono garanzia perché gli in­terventi di riduzione della spesa pubblica preve­dano ammortizzatori adeguati ad impedire l'espansione dell'area della povertà nel nostro Paese che già, come risulta dal Rapporto della Commissione Povertà, ha superato gli 8,5 milioni di persone.

Vanno quindi ridotte le spese in misura pro­porzionale alla ricchezza di coloro che ne godo­no i frutti e, al tempo stesso, vanno aumentate le spese a favore degli strati sociali più deboli, che sono quelli che, più di altri, rischiano di veder ul­teriormente peggiorate dalla crisi in atto la loro già precaria situazione.

In particolare vanno garantiti: l'assistenza so­ciale e sanitaria alle persone bisognose; le op­portunità di lavoro anche per i lavoratori svan­taggiati; il perdurare di un supporto ai poveri dei paesi del terzo mondo.

 

b) Mobilitarsi per una lotta civile all'evasione

Le Organizzazioni di volontariato e di coope­razione sociale impegnano se stesse e tutti i propri aderenti alla assoluta correttezza fiscale in qualsiasi situazione (dichiarazioni corrette dei redditi; richiesta ed emissione in qualsiasi situa­zione di scontrini, ricevute, fatture; esclusione di qualsiasi compenso "in nero") promuovendo ovunque (scuola, associazionismo, mass me­dia...) un tale costume di responsabilità civile.

 

c) Incrementare le risorse, eliminare gli sprechi e riqualificare la spesa

Le Organizzazioni di volontariato e di coope­razione sociale chiedono prioritariamente prov­vedimenti in grado di:

- acquisire alle politiche sociali risorse, finan­ziarie ed umane, soprattutto valorizzando quelle sino ad ora considerate marginali, quali i giovani e gli anziani;

- operare una riduzione degli sprechi interve­nendo sulle spese inefficienti, improduttive ed ingiuste, ad iniziare con quelle militari;

- riqualificare la spesa attraverso la diffusio­ne di forme innovative di intervento ed il decen­tramento della responsabilità relativa alla ge­stione della spesa sociale, in coerenza e nell'ambito degli spazi aperti dalla legge 142/90.

 

d) Compiere una scelta strategica per il futuro delle politiche sociali

Le Organizzazioni di volontariato e di coope­razione sociale chiedono che lo Stato realizzi rapidamente la rifondazione del sistema di tutela sociale, valorizzando la propria funzione di ga­rante di tutti i cittadini, attraverso la qualificazio­ne dei servizi pubblici ed il riconoscimento e la promozione delle organizzazioni non-profit quali soggetti da associare nella programmazione e nella gestione degli interventi di politica sociale.

 

Le proposte operative

A fronte del proprio impegno ad operare con sempre maggior determinazione, ricercando mo­dalità di intervento sempre più efficaci ed effi­cienti, nonché ad impegnarsi per una capillare mobilitazione civile contro l'evasione fiscale le or­ganizzazioni del volontariato e della cooperazio­ne sociale chiedono al Governo e al Parlamento di sviluppare le seguenti concrete iniziative:

 

Per non aumentare il numero dei poveri:

1) Attuare gli interventi di "taglio" in modo dif­ferenziato in base al "reddito familiare" dei citta­dini, in modo da tutelare le famiglie numerose.

2) Vincolare i Comuni alla obbligatoria indivi­duazione di parametri oggettivi vincolanti per le amministrazioni tali da garantire la fruizione di assistenza sociale e sanitaria da parte di perso­ne in effettivo stato di bisogno.

3) Garantire adeguati finanziamenti all'edilizia popolare agevolata, e affidare a Enti locali e Or­ganizzazioni non-profit una parte del patrimonio abitativo pubblico in via di dismissione, perché venga usato per garantire a famiglie povere e persone svantaggiate l'alloggio a basso costo.

4) Garantire la destinazione a favore dei lavo­ratori svantaggiati di una adeguata quota del Fondo per la lotta alla disoccupazione, attraver­so il finanziamento della cooperazione sociale di inserimento lavorativo e delle iniziative previste dalla legge quadro sull'handicap e dalla legge 162 sulle tossicodipendenze.

5) Garantire adeguati fondi alla cooperazione allo sviluppo curandone la corretta e proficua gestione.

 

Per aumentare le risorse:

6) Acquisire l'apporto dei giovani alla attuazio­ne di interventi sociali attraverso:

- la rapida approvazione della legge sull'obie­zione di coscienza;

- l'istituzione del servizio civile nazionale per un anno: obbligatorio per tutti i cittadini maschi non dispensati dal servizio militare o riformati oppure obiettori di coscienza, e volontario per cittadini maschi dispensati o riformati e per le donne;

- il riconoscimento per gli studenti universita­ri, delle attività lavorative svolte presso strutture pubbliche o di privato sociale senza fini di lucro, come mezzo per mantenersi agli studi, riceven­do in corrispettivo per le loro prestazioni borse di studio fiscalmente esenti, spendibili esclusi­vamente per prestazioni scolastiche o ad esse correlate.

7) Mantenere l'apporto degli anziani alla vita sociale ed economica del Paese evitando la concorrenzialità con i giovani disoccupati, attra­verso il riconoscimento di un regime specifico che consenta loro lo svolgimento di attività lavo­rative in forma trasparente, corretta ed equa. A tal fine lo strumento più semplice ed immediata­mente attuabile pare quello di sottoporre, alme­no sino ad una certa entità, il reddito da lavoro prodotto da pensionati, ad una imposizione a ti­tolo di imposta "secca", nell'ordine del 30%, che copra tanto i profili fiscali che quelli assicurativi, con l'esclusione della cumulabilità di tale reddi­to con altri redditi.

 

Per eliminare gli sprechi e riqualificare le spese:

8) Non aumentare ed anzi ridurre la spesa mi­litare.

9) Attuare rapidamente la riforma pensionisti­ca in modo da garantire una reale equità previ­denziale senza considerare diritto indiscutibile ciò che è privilegio corporativo.

10) Eliminare dispendiose lungaggini, quali quelle per l'attribuzione dell'assegno di accom­pagnamento a persone non autosufficienti, che comportano la negazione dei diritti dei cittadini ed un enorme aggravio di oneri.

11) Interdire in forma drastica e indiscutibile qualsiasi forma di intermediazione di mano d'opera a favore di Enti pubblici, realizzata da cooperative, società e associazioni che mettono semplicemente a disposizione personale senza assumersi in toto la gestione dei servizi.

12) Costituire un "Fondo nazionale per l'inno­vazione sociale", finalizzato a finanziare forme innovative e sperimentali di intervento sociale, utilizzando l'8 per mille devoluto allo Stato in se­de di dichiarazione dei redditi.

 

Riforme strutturali

Tre iniziative legislative di carattere strutturale debbono essere immediatamente proposte e ra­pidamente portate ad esito positivo.

a) Legge quadro sull'assistenza e sui servizi sociali.

b) Legge di riordino del regime fiscale delle Organizzazioni private che operano nell'interes­se collettivo.

c) Legge sull'associazionismo sociale.

 

 

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