Notiziario dei Centro italiano per l'adozione
internazionale
ADOZIONE IN INDIA: UNA NUOVA
DISPONIBILITÀ
Questo
articolo, pubblicato dal “Times of India”; parla di adozione. Vediamo che cosa
si scrive a questo proposito sui giornali indiani.
«Solo pochi anni fa era assolutamente comune per
coppie senza figli, sparire per un anno, quindi riapparire cullando un fagotto
in fasce tra le braccia. I genitori, orgogliosi, procedevano poi ad annunciare
che, finalmente, avevano avuto un figlio. Fino a non tanto tempo fa le coppie
ricorrevano a questo trucco pur di non ammettere di aver fatto ricorso
all'adozione.
Oggi le cose sono un po' cambiate e molte famiglie
si stanno orientando verso l'adozione, così che questo istituto sta guadagnando
una rispettabilità di cui non aveva mai goduto prima. C'è stato un enorme
cambiamento nell'atteggiamento degli indiani nei confronti dell'adozione ed
essi oggi hanno aperto una strada a una nuova disponibilità.
In passato i genitori adottivi erano molto esigenti
circa l'età dei genitori del bambino e la religione. Alcuni addirittura
tentavano di stimare il quoziente di intelligenza del bambino. Oggi invece
hanno realizzato che molto più importante degli aspetti genetici è l'ambiente.
Sono un esempio Sashi Kumar, un imprenditore del Tamil Nadu e sua moglie Raji:
i loro timori sono andati scomparendo dopo che hanno adottato Ayswaraya, una
bambina di sei mesi. Ora, tre anni dopo, la bambina è la più brillante della
scuola materna che frequenta. Sashi Kumar e sua moglie non sono gli unici; il
numero dei bambini adottati sta costantemente crescendo. Da 398 nel 1988 è
salito a 757 nel 1989 e nel 1990 a 2.300.
Dice Deenaz Damania, un'esperta di adozione:
"C'è stato un cambiamento da parte degli adulti orientati verso l'adozione
nei confronti del bambino adottabile. Prima la gente sceglieva l'adozione per
motivi di eredità. Adesso, è per rispondere al bisogno del bambino ad avere
una casa".
È il caso, ad esempio, di M. Chittaranjan e di sua
moglie Rohini; la loro vita è radicalmente cambiata dopo che hanno adottato
Shuba. Dice Chittaranjan: "Ora siamo in pace con noi stessi".
Perdendo di valore il marchio d'infamia un tempo attribuito all'adozione, i
genitori adottivi non tengono più conto nemmeno di tutta un'altra serie di pregiudizi;
in precedenza essi volevano che i bambini fossero chiari di pelle, belli e maschi.
Ora non più. Adesso i genitori di pelle scura hanno compreso che i bambini
scuri assomigliano più a loro e anche la preferenza per i maschietti va
diminuendo.
Le statistiche mostrano che molte femmine vengono
adottate. In Kerala ad esempio, le femmine sono preferite. Dice Nagappan Nair,
Segretario generale del Kantaka Council for Child Welfare, un'agenzia di
adozione di Trivandrum: "La sensazione, adesso, è che le bambine siano più
dolci e affettuose, il sostegno della vecchiaia dei genitori". I genitori
adottivi stanno anche dando minore importanza al problema della religione. Ciò
è stato dimostrato da una coppia che, imperturbabilmente, aveva chiesto ad un'agenzia
di Bombay un bambino esclusivamente di sangue Maratha e che ultimamente ha
scelto un bambino mussulmano. Dice Padma Subbiah, direttore di un'agenzia di
adozione a Bangalore: "Una volta che i genitori vedono i bambini, le
preferenze svaniscono".
Anche i bambini indigeni non sono più intoccabili:
dalle classi più alte alle classi medie, ci si sta prendendo cura di questi
figli di un dio minore. Quel che più conta è che questi bambini cominciano ad
essere socialmente accettati.
Riferisce Sanshit Rodricks, 17enne di Bombay,
adottato quando aveva solo otto settimane: "Nessuno ha mai fatto commenti
gratuiti a scuola, anche quando hanno saputo che sono stato adottato".
Una ragione per cui molti bambini sono stati inseriti positivamente è
l'intervento di operatori sociali adeguatamente preparati. Essi sensibilizzano
le coppie circa il significato che l'adozione assume, sia per loro che per il
bambino e invitano i genitori a non tenere segreta al bambino la sua condizione
di figlio adottivo.
Maria e Roger Fernandes di Goa, che hanno due figlie
di 4 e 1 anno, intendono dire loro che sono state adottate ma che esse sono già
davvero figlie loro.
È interessante notare anche che ultimamente molti
genitori con figli naturali si stanno avvicinando all'adozione. Aloma e David
sono di Bangalore; avevano già tre figli maschi quando hanno adottato una
bambina. Tre anni dopo, i quattro figli hanno chiesto un'altra sorellina e i
signori Lobo li hanno prontamente accontentati adottandola. Dice Aloma:
"È stata una vera e propria gioia in tutti i sensi".
Oltre a genitori naturali, anche persone singole
stanno realizzando adozioni. Solo a Bangalore ci sono già una mezza dozzina di
donne che hanno adottato. II fatto che l'adozione sia uscita dalla
clandestinità è evidenziato dall'iniziativa di alcuni genitori adottivi che si
stanno organizzando in tutto il Paese per discutere i loro problemi e i loro
timori.
L'Associazione Genitori Adottivi, con circa 65
membri, ha iniziato il cammino stimolando la confidenza dei genitori.
Nonostante l'atteggiamento positivo che molte coppie hanno nei confronti
dell'adozione, c'è però ancora molta gente che mostra resistenza all'idea. C'è
chi ricorre ancora a metodi costosissimi come l'inseminazione artificiale, con
una percentuale di riuscita dell'8% solamente. Il dottor Feruza Parikh, capo
del Dipartimento di studi sulla sterilità e la fecondazione assistita al
Bombay Jaslok Hospital, dice che sempre mette in guardia la coppia sulla bassa
percentuale di successo dell'inseminazione artificiale, ma le coppie non si
scoraggiano. Smita Gore, un'infermiera di Bombay sposata da 17 anni, si è
sottoposta a 11 operazioni a causa di un'ostruzione tubarica. Nonostante i ripetuti
insuccessi, lei non è stata in grado di avvicinarsi all'idea dell'adozione.
Dice Cynthia D'Sa di Bangalore, che ha un fratello adottivo: "È penoso
sapere che ci sono migliaia di coppie senza figli che vanno incontro alla
solitudine rifiutando di adottare. Ma è ancora più triste che ci siano in giro
38 milioni di orfani sotto i 14 anni, dei quali 12 milioni indigenti, come ha
appurato l'istituto Studi internazionali sulla Popolazione, di Bombay".
Paradossalmente, proprio mentre ci sono migliaia di
bambini in attesa di essere adottati, le 50 agenzie di adozione autorizzate
hanno lunghe liste d'attesa che hanno portato una gran quantità di adozioni
illegali, particolarmente nell'area dell'adozione internazionale. Siccome gli
stranieri sono disponibili a pagare qualsiasi somma, ci sono agenzie che clandestinamente
incassano migliaia di rupie e scartano le coppie indiane.
Una storica sentenza della Corte suprema del 1984 ha
voluto cambiare tutto ciò. La sentenza del giudice Bagwati afferma che la
priorità deve essere riservata all'adozione nazionale o con genitori indiani
che vivono all'estero. Solo come ultima possibilità va considerata l'adozione
da parte di genitori stranieri. Inoltre, per ottenere il riconoscimento
governativo, le agenzie indiane devono assicurare che almeno il 50% delle adozioni
vengano fatte nel Paese.
C'è comunque da dire che le coppie straniere sono le
uniche ad accettare bambini handicappati; Deepa, una bambina nana abbandonata
a Calcutta, è stata adottata da una coppia di nani del Michigan che vive in una
speciale abitazione, fatta apposta per loro.
Ancora, una bambina nata a Bangalore senza braccia né
gambe, è stata adottata negli Stati Uniti.
Gli stranieri ritengono che qualsiasi trattamento o
cura il bambino necessiti, può essere eseguita all'estero meglio che in India.
Sebbene queste adozioni particolari non abbiano ancora preso piede in India,
dice sempre Damania, "è solo questione di tempo". E, andando in
questa direzione, questo momento non sembra essere molto lontano».
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