Prospettive assistenziali, n. 100, ottobre-dicembre 1992

 

 

Specchio nero

 

 

L'ANTHAI VUOLE COSTRUIRE SUPERGHETTI PER HANDICAPPATI

 

L'ANTHAI, Associazione Nazionale per la Tutela degli Handicappati, intende costruire «un complesso polifunzionale, composto da case protette, residenze speciali, day hospital, nonché da strutture residenziali, commerciali e sportive».

Nel complesso dovrebbero essere ricoverate «dalle cento alle duemila persone».

Secondo l'ANTHAI «l'area destinata ad un primo esperimento del genere dovrà consistere in almeno 15 ettari e, con ogni probabilità, la scelta cadrà nel Lazio, sebbene si preveda di costruire un centro per ogni regione».

«La spesa iniziale si aggira intorno ai 100 miliardi per circa 800 posti».

Anche se ogni tanto qualcuno è folgorato dall'idea di eliminare gli handicappati dal vivo del contesto sociale relegandoli in incivili ghetti, magari di lusso, è estremamente preoccupante che l'iniziativa dell'ANTHAI abbia ottenuto il sostegno dell'Assessorato enti locali e servizi so­ciali della Regione Lazio, che ha svolto uno stu­dio specifico al riguardo.

Ricordiamo che da anni è in diminuzione il numero degli handicappati ricoverati negli istituti per ciechi, sordi, handicappati fisici e psichici, come risulta dai dati ISTAT che riproduciamo (1):

 

Ricoverati in istituti per handicappati:

 

1962

1988 (2)

a) sensoriali

10.959

3.863

b) fisici

5.362

4.301

c) psichici

17.174

16.787

Totali

33.495

21.088

 

La riduzione del numero dei ricoverati dal 1962 al 1988 è del 37%. È quindi estremamente probabile che la diminuzione prosegua nei prossimi anni.

 

 

LO SCANDALO DEL PRELIEVO DI ORGANI AI BAMBINI

 

La legge del mercato diventa abominevole quando non conosce limiti. È il caso della do­manda/offerta di organi umani che in America Latina ha assunto contorni impressionanti.

I bambini poveri, i ragazzi di strada in Messi­co, Guatemala, Honduras, Brasile, Paraguay, Perù... diventano forzati "donatori di organi" dei cittadini dei paesi ricchi. In Brasile, secondo un rapporto dello scorso dicembre, negli ultimi quattro anni sono stati uccisi settemila bambi­ni. II teologo p. Barruci, professore all'Universi­tà di San Paolo, ha avvertito l'ONU: «Il 75% di questi cadaveri presentano mutilazioni e alla maggioranza di essi sono stati asportati gli oc­chi».

Le cliniche clandestine della frontiera tra Stati Uniti e Messico vengono di tanto in tanto denunciate, ma dopo un po' tutto passa sotto silenzio. L'Italia viene chiamata in causa da un articolo di "Le Monde diplomatique" (agosto 1992) nel quale si parla di 4000 bambini entrati nel nostro paese con regolare visto per essere adottati e di cui solo di un migliaio sì ha notizia di adozione. I giudici italiani Gargani e Marti­nelli al termine di un'inchiesta parlarono di "traffico di organi di bambini", messo a punto dalla camorra della Campania... Poi più nulla. Oggi, malgrado le inchieste non approdino ai veri responsabili, nessuno ha il coraggio di negare l'esistenza di tale traffico, la cui am­piezza si rivela sempre più impressionante. L'arcivescovo di Santo Domingo presidente del Consiglio episcopale latino-americano mons. Nicola De Jesus Lopez Rodriguez ha cercato di denunciare, di supplicare: non sarebbe il caso di aprire una grande inchiesta internazio­nale? L'Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms) ha formulato un codice deontologico re­lativo ai trapianti: non sarebbe giusto farlo ri­spettare?

 

(da La Rocca, 15 settembre 1992)

 

 

 

(1) Dati tratti dall'Annuario statistico dell'assistenza e della previdenza.

(2) Ultimi dati disponibili.

 

 

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