Libri
AA.VV.,
Bambini e adolescenti: giocattoli
per..., Ed. Gruppo Solidarietà, Castelplanio 1991, pp. 96, L. 12.000.
Il volume riporta gli atti del corso di formazione
promosso sull'argomento dal Centro Studi e Documentazione del Gruppo
Solidarietà, nel settembre-dicembre 1990.
Le relazioni di sei esperti, contenute nel volume,
mirano a dare uno sguardo al mondo con gli occhi dei ragazzi, dal loro punto di
vista, nei vari ambiti educativi e relazionali in cui essi si vengono a
trovare. Questo cambio di punto di osservazione serve, secondo l'intenzione
dei promotori del corso, a ridurre il più possibile la "violenza"
con cui spesso gli adulti si accostano al mondo dei ragazzi, proprio perché non
sono più capaci di assumere il punto di vista dei minori, bambini o
adolescenti. Sono esaminati sei ambiti di vita.
Gli
ambiti esaminati ed i relativi relatori sono: - la famiglia di Manuel Tejera De
Meer;
- i mass-media, di Roberto Secci;
- l'educazione religiosa di Sabatino Majorano;
- la scuola, di Giuliana Martirana;
- la legislazione, di Mario Perucci;
- i gruppi sportivi e le associazioni
giovanili, di Donato Mosella.
Il volume può essere richiesto direttamente a: Centro
Studi e Documentazione "Gruppo Solidarietà", via Giovanni XXIII, 26,
60030 Moie di Maiolati Sontini (AN).
PATRICK
VERSPIEREN (a cura di), Biologia, medicina
ed etica, Querniana, Brescia, 1990, pp. 585, L. 60.000.
Il dibattito sulla "bioetica" si 8 fatto,
negli anni, sempre più intenso. Non solo le questioni relative alla nascita e alla
interruzione della gravidanza sono state oggetto di una discussione serrata.
Anche altre fasi e differenti momenti della vita umana sono stati analizzati
alla luce delle scoperte scientifiche che rendevano possibili nuovi interventi
diagnostici e terapeutici. Il rispetto della persona umana e dei suoi diritti
inalienabili ha fatto da sfondo agli approfondimenti che si sono succeduti.
Gli apporti sono stati diversi, ora di matrice religiosa, ora di tradizione
"laica".
Nel volume si presentano le prese di posizione del
Magistero della Chiesa cattolica sull'argomento. L'interesse del volume è
quindi nell'offerta puntuale, corredata da un buon apparato di indici, delle
espressioni cattoliche ufficiali. Lo spazio è riservato soprattutto agli
interventi pontifici, da Pio XII a Giovanni Paolo II, anche se si riportano
numerosi documenti degli episcopati europei o nordamericani, e significativi
testi di singoli vescovi.
Il libro non si rivolge ai soli cattolici ma vuole
essere uno strumento per l'approfondimento di ciò che effettivamente è stato
dichiarato ufficialmente. II curatore ha ritenuto, in tal modo, di offrire
«la testimonianza di una riflessione viva». Opportuna è sembrata la scelta di
pubblicare, per quanto possibile, i testi integrali.
GIOVANNI
SARPELLON (a cura di), Percorsi di
povertà e reti di servizi, Franco Angeli, Milano, 1991, pp. 175, L. 24.000
Il fenomeno della povertà ha fatto la sua ricomparsa
sulla scena nazionale con la pubblicazione del primo rapporto sulla povertà in
Italia, promosso e finanziato dalla Commissione della CEE (Angeli, Milano,
1982). Da allora, il problema ha catalizzato interessi sempre crescenti, tali
da ispirare la costituzione della Commissione d'indagine sulla povertà e
l'emarginazione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
L'opinione degli Autori di questo volume è che la
drammaticità del problema "povertà" non vada confusa con situazioni
(pur allarmanti) che sono di altra natura. Vi è un solo modo per non correre
questo rischio, ed è di restituire alla povertà, pur nelle nuove complessità
con cui essa si manifesta, la sua natura prevalentemente economica.
L'oggetto dell'indagine presentata in "Percorsi
di povertà e reti di servizi" è costituito dalle caratteristiche con le
quali si presenta il "sistema della povertà" in una realtà locale
come quella di Modena, un Comune che si trova tra le "realtà del
benessere" dello scenario italiano e nel quale le esperienze di lotta
alla povertà vengono condotte su un tessuto sociale fortemente proiettato nel
futuro e che per questo si trova di fronte a problemi nuovi e probabilmente
emblematici.
Il rapporto è diviso in tre parti. La prima comprende
una descrizione generale degli assistiti dal servizio sociale del Comune.
Nel secondo capitolo si analizzano le problematiche
cumulative presentate dai casi di assistenza.
Nella terza parte sono affrontate le modalità degli
interventi realizzati dai servizi sociali del Comune e di altri enti.
MARIA SARDENA, La mamma nel buio, Panda edizioni,
Padova, 1990, pp. 132, L. 18.500
Il volume è presentato dal giudice Gianpaolo Fiorio
come campione del realismo nell'intervento a favore dei bambini che soffrono,
realismo che permetterebbe di scacciare tabù e preconcetti nei confronti di
decisioni «invise e osteggiate dai più». L'Autrice rivendica, infatti, una
funzione importante all'istituto ed esprime diffidenza nei confronti
dell'affidamento familiare, presentato oggi come trionfante.
Nei primi due capitoli del libro si affrontano,
attraverso la presentazione di parecchie storie concrete tratte dall'esperienza
di lavoro dell'Autrice, i temi della famiglia nello sviluppo del bambino e
delle caratteristiche dei bambini incontrati dall'Autrice stessa in istituto.
I provvedimenti alternativi al ricovero del bambino
in istituto vengono affrontati molto sbrigativamente nel corso del terzo
capitolo, per passare poi, nel quarto, alla trattazione della cosiddetta
"comunità" (termine che viene usato come sinonimo di istituto!). Si
parla infine del ruolo del Tribunale e della Corte d'Appello, con particolare
attenzione ai rapporti dello psicologo con tali istituzioni.
È innanzitutto da segnalare la persistente confusione
fra termini e realtà tra loro tanto diversi: non si fa distinzione tra
ricovero temporaneo in istituto e ricovero permanente (viene presentata come
"normale" la permanenza per tre anni in istituto di una minore di
quattro anni!), fra comunità di pronta accoglienza, comunità-alloggio e
istituto vero e proprio. Istituto e comunità vengono "fusi" in
un'unica realtà sulla base dell'esperienza dell'Autrice in due strutture, l'IPAI
di Padova e l'istituto "Casa nostra" di Dolo (Ve).
Tutto il volume è percorso da un pregiudizio di fondo
basato sull'ignoranza della realtà diffusa e molto spesso positiva degli
affidamenti attuati in questi anni nelle regioni in cui la legge è stata
recepita e applicata correttamente. L'affidamento viene infatti visto in
alternativa all'istituto come momento preadottivo o addirittura come soluzione
di "pronto intervento" appena il bambino è stato allontanato dalla
famiglia d'origine.
Dell'affidamento come soluzione che permette, anche
per tempi piuttosto lunghi, di far vivere il bambino in un ambiente familiare
favorevole alla sua crescita mantenendo i contatti con la famiglia d'origine,
quando questa situazione non sia stata originata da una apertura dello stato di
adottabilità, in questo libro non c'è traccia.
L'istituto può allora diventare, grazie ad una
pericolosa mistificazione, un luogo in cui gli educatori esercitano
un'«autorevolezza neutrale e perciò rassicurante» (p. 51). L'affidamento familiare
viene invece presentato come soluzione non stabile perché potrebbe essere
interrotto, secondo l'Autrice, in qualsiasi momento dagli interventi della
famiglia d'origine. Esso sarebbe anche una soluzione più debole e meno positiva
per il bambino rispetto all'adozione, come se le due soluzioni potessero essere
scelte, a discrezione degli adulti per casi aventi le stesse caratteristiche.
CRISTINA BORDELLO
LORENZA
DOLAZZA - FABRIZIO COMOLLI (a cura di), Oltre
l'AIDS - Malati e operatori si incontrano, Edizioni Dehoniane, Bologna,
1992, pp. 302, L. 25.000
Il volume, scritto sulla base di una ricca esperienza,
è una testimonianza del lavoro svolto dalla Caritas ambrosiana; vuole essere
uno strumento di lavoro e uno stimolo nei confronti della crescita culturale e
della maturazione di iniziative concrete.
La struttura del libro rispecchia tali intendimenti,
in quanto è articolata in modo da essere rispondente alle esigenze tanto del
lettore interessato al lato normativo del tema, quanto dell'operatore che
voglia confrontarsi con i diversi modelli di intervento.
La prima parte ripercorre le tappe del progetto AIDS
della Caritas ambrosiana dal 1987 ad oggi, progetto che ha determinato, fra
l'altro, l'apertura di due comunità.
La seconda parte contiene dati e commenti relativi
all'indagine del luglio-settembre 1991 che ha censito le dieci comunità
sperimentali operanti in Lombardia per i malati di AIDS.
Nell'appendice sono raccolti la cronaca pressoché
integrale del caso di uno dei primi ospiti di una comunità, ed una serie di
documenti e materiali utili per integrare la conoscenza del problema anche
sotto il profilo organizzativo, giuridico e tecnico.
www.fondazionepromozionesociale.it