Prospettive assistenziali, n. 101, gennaio-marzo 1993

 

 

Libri

 

 

AA.VV., Bambini e adolescenti: giocattoli per..., Ed. Gruppo Solidarietà, Castelplanio 1991, pp. 96, L. 12.000.

 

Il volume riporta gli atti del corso di formazione promosso sull'argomento dal Centro Studi e Documentazione del Gruppo Solidarietà, nel settembre-dicembre 1990.

Le relazioni di sei esperti, contenute nel volu­me, mirano a dare uno sguardo al mondo con gli occhi dei ragazzi, dal loro punto di vista, nei vari ambiti educativi e relazionali in cui essi si vengono a trovare. Questo cambio di punto di os­servazione serve, secondo l'intenzione dei pro­motori del corso, a ridurre il più possibile la "vio­lenza" con cui spesso gli adulti si accostano al mondo dei ragazzi, proprio perché non sono più capaci di assumere il punto di vista dei minori, bambini o adolescenti. Sono esaminati sei ambi­ti di vita.

Gli ambiti esaminati ed i relativi relatori sono: - la famiglia di Manuel Tejera De Meer;

- i mass-media, di Roberto Secci;

- l'educazione religiosa di Sabatino Majorano;

- la scuola, di Giuliana Martirana;

- la legislazione, di Mario Perucci;

- i gruppi sportivi e le associazioni giovanili, di Donato Mosella.

Il volume può essere richiesto direttamente a: Centro Studi e Documentazione "Gruppo Soli­darietà", via Giovanni XXIII, 26, 60030 Moie di Maiolati Sontini (AN).

 

 

PATRICK VERSPIEREN (a cura di), Biologia, medicina ed etica, Querniana, Brescia, 1990, pp. 585, L. 60.000.

 

Il dibattito sulla "bioetica" si 8 fatto, negli anni, sempre più intenso. Non solo le questioni relati­ve alla nascita e alla interruzione della gravi­danza sono state oggetto di una discussione serrata. Anche altre fasi e differenti momenti della vita umana sono stati analizzati alla luce delle scoperte scientifiche che rendevano pos­sibili nuovi interventi diagnostici e terapeutici. Il rispetto della persona umana e dei suoi diritti inalienabili ha fatto da sfondo agli approfondi­menti che si sono succeduti. Gli apporti sono stati diversi, ora di matrice religiosa, ora di tradizione "laica".

Nel volume si presentano le prese di posizio­ne del Magistero della Chiesa cattolica sull'ar­gomento. L'interesse del volume è quindi nell'of­ferta puntuale, corredata da un buon apparato di indici, delle espressioni cattoliche ufficiali. Lo spazio è riservato soprattutto agli interventi pon­tifici, da Pio XII a Giovanni Paolo II, anche se si riportano numerosi documenti degli episcopati europei o nordamericani, e significativi testi di singoli vescovi.

Il libro non si rivolge ai soli cattolici ma vuole essere uno strumento per l'approfondimento di ciò che effettivamente è stato dichiarato ufficial­mente. II curatore ha ritenuto, in tal modo, di of­frire «la testimonianza di una riflessione viva». Opportuna è sembrata la scelta di pubblicare, per quanto possibile, i testi integrali.

 

 

GIOVANNI SARPELLON (a cura di), Percorsi di povertà e reti di servizi, Franco Angeli, Milano, 1991, pp. 175, L. 24.000

 

Il fenomeno della povertà ha fatto la sua ri­comparsa sulla scena nazionale con la pubbli­cazione del primo rapporto sulla povertà in Ita­lia, promosso e finanziato dalla Commissione della CEE (Angeli, Milano, 1982). Da allora, il problema ha catalizzato interessi sempre crescenti, tali da ispirare la costituzione della Com­missione d'indagine sulla povertà e l'emargina­zione presso la Presidenza del Consiglio dei mi­nistri.

L'opinione degli Autori di questo volume è che la drammaticità del problema "povertà" non va­da confusa con situazioni (pur allarmanti) che sono di altra natura. Vi è un solo modo per non correre questo rischio, ed è di restituire alla po­vertà, pur nelle nuove complessità con cui essa si manifesta, la sua natura prevalentemente economica.

L'oggetto dell'indagine presentata in "Percorsi di povertà e reti di servizi" è costituito dalle ca­ratteristiche con le quali si presenta il "sistema della povertà" in una realtà locale come quella di Modena, un Comune che si trova tra le "realtà del benessere" dello scenario italiano e nel quale le esperienze di lotta alla povertà vengono condotte su un tessuto sociale fortemente proiettato nel futuro e che per questo si trova di fronte a problemi nuovi e probabilmente emble­matici.

Il rapporto è diviso in tre parti. La prima com­prende una descrizione generale degli assistiti dal servizio sociale del Comune.

Nel secondo capitolo si analizzano le problematiche cumulative presentate dai casi di assi­stenza.

Nella terza parte sono affrontate le modalità degli interventi realizzati dai servizi sociali del Comune e di altri enti.

 

 

MARIA SARDENA, La mamma nel buio, Panda edizioni, Padova, 1990, pp. 132, L. 18.500

 

Il volume è presentato dal giudice Gianpaolo Fiorio come campione del realismo nell'inter­vento a favore dei bambini che soffrono, reali­smo che permetterebbe di scacciare tabù e pre­concetti nei confronti di decisioni «invise e osteggiate dai più». L'Autrice rivendica, infatti, una funzione importante all'istituto ed esprime diffidenza nei confronti dell'affidamento familia­re, presentato oggi come trionfante.

Nei primi due capitoli del libro si affrontano, attraverso la presentazione di parecchie storie concrete tratte dall'esperienza di lavoro dell'Au­trice, i temi della famiglia nello sviluppo del bam­bino e delle caratteristiche dei bambini incontra­ti dall'Autrice stessa in istituto.

I provvedimenti alternativi al ricovero del bam­bino in istituto vengono affrontati molto sbrigati­vamente nel corso del terzo capitolo, per passa­re poi, nel quarto, alla trattazione della cosiddet­ta "comunità" (termine che viene usato come si­nonimo di istituto!). Si parla infine del ruolo del Tribunale e della Corte d'Appello, con particola­re attenzione ai rapporti dello psicologo con tali istituzioni.

È innanzitutto da segnalare la persistente confusione fra termini e realtà tra loro tanto di­versi: non si fa distinzione tra ricovero temporaneo in istituto e ricovero permanente (viene pre­sentata come "normale" la permanenza per tre anni in istituto di una minore di quattro anni!), fra comunità di pronta accoglienza, comunità-allog­gio e istituto vero e proprio. Istituto e comunità vengono "fusi" in un'unica realtà sulla base dell'esperienza dell'Autrice in due strutture, l'IPAI di Padova e l'istituto "Casa nostra" di Dolo (Ve).

Tutto il volume è percorso da un pregiudizio di fondo basato sull'ignoranza della realtà diffusa e molto spesso positiva degli affidamenti attuati in questi anni nelle regioni in cui la legge è stata recepita e applicata correttamente. L'affidamen­to viene infatti visto in alternativa all'istituto come momento preadottivo o addirittura come solu­zione di "pronto intervento" appena il bambino è stato allontanato dalla famiglia d'origine.

Dell'affidamento come soluzione che permet­te, anche per tempi piuttosto lunghi, di far vivere il bambino in un ambiente familiare favorevole alla sua crescita mantenendo i contatti con la famiglia d'origine, quando questa situazione non sia stata originata da una apertura dello stato di adottabilità, in questo libro non c'è traccia.

L'istituto può allora diventare, grazie ad una pericolosa mistificazione, un luogo in cui gli educatori esercitano un'«autorevolezza neutrale e perciò rassicurante» (p. 51). L'affidamento fa­miliare viene invece presentato come soluzione non stabile perché potrebbe essere interrotto, secondo l'Autrice, in qualsiasi momento dagli in­terventi della famiglia d'origine. Esso sarebbe anche una soluzione più debole e meno positiva per il bambino rispetto all'adozione, come se le due soluzioni potessero essere scelte, a discre­zione degli adulti per casi aventi le stesse carat­teristiche.

CRISTINA BORDELLO

 

 

LORENZA DOLAZZA - FABRIZIO COMOLLI (a cura di), Oltre l'AIDS - Malati e operatori si in­contrano, Edizioni Dehoniane, Bologna, 1992, pp. 302, L. 25.000

 

Il volume, scritto sulla base di una ricca espe­rienza, è una testimonianza del lavoro svolto dalla Caritas ambrosiana; vuole essere uno strumento di lavoro e uno stimolo nei confronti della crescita culturale e della maturazione di iniziative concrete.

La struttura del libro rispecchia tali intendi­menti, in quanto è articolata in modo da essere rispondente alle esigenze tanto del lettore interessato al lato normativo del tema, quanto dell'operatore che voglia confrontarsi con i di­versi modelli di intervento.

La prima parte ripercorre le tappe del proget­to AIDS della Caritas ambrosiana dal 1987 ad oggi, progetto che ha determinato, fra l'altro, l'apertura di due comunità.

La seconda parte contiene dati e commenti relativi all'indagine del luglio-settembre 1991 che ha censito le dieci comunità sperimentali operanti in Lombardia per i malati di AIDS.

Nell'appendice sono raccolti la cronaca pres­soché integrale del caso di uno dei primi ospiti di una comunità, ed una serie di documenti e materiali utili per integrare la conoscenza del problema anche sotto il profilo organizzativo, giuridico e tecnico.

 

 

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