Prospettive assistenziali, n. 101, gennaio-marzo 1993

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

LA REGIONE PIEMONTE NON RISPETTA L'IMPEGNO DI ASSUMERE HANDICAPPATI

 

Da anni l'ULCES e il CSA, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base, sono fortemente impegnati per ottenere l'inserimento lavorativo degli handicappati intellettivi in grado di svolgere una attività lavorativa, anche se con rendimento ridotto rispetto agli altri lavoratori.

Le assunzioni ottenute finora da enti pubblici e privati riguardano oltre 150 soggetti.

Per quanto concerne la Regione Piemonte, da anni vengono fatte promesse che non sono rispettate.

Al riguardo, riproduciamo integralmente il volantino redatto dal CSA e altre organizzazioni (Comitato Genitori Handicappati USSL 28, Comi­tato Genitori per il diritto al lavoro dei figli handicappati, Genitori Ragazzi Handicappati di Venaria Reale, Lega per il diritto al lavoro degli handicappati, Associazione Shantala) e distribuito davanti al Consiglio regionale il 2 febbraio 1993.

 

 

OSSERVAZIONI IN MERITO ALLE DICHIARAZIONI DELL'ASSESSORE AL PERSONALE E ALL'ASSISTENZA DELLA REGIONE DOTTORESSA EMILIA BERGOGLIO DURANTE LA TRASMISSIONE RADIOFONICA DEL 23.1.1993

 

La Regione continua a non voler assumere gli handicappati intellettivi. Perché l'Assessore al personale da due anni promette e non man­tiene?

Quante scuse, sempre uguali, già dette e ri­dette in questi due anni:

- la pianta organica, da verificare, che si sta ultimando in "questi giorni"... (di quale anno?);

- il nuovo decreto che consente solo più chiamate numeriche (e prima? Quando era no­minativa quali problemi c'erano?);

- inoltre, dobbiamo ricordarci degli altri han­dicappati facenti parte delle categorie protette, dei tossicodipendenti da reinserire, degli ex car­cerati, ecc.

Noi riteniamo che siano tutti egualmente biso­gnosi di lavorare e che non si possa fare una graduatoria stabilendo che uno abbia più diritto di un altro.

Non accettiamo la trappola della guerra tra poveri

Vorremmo che si smettesse una volta per tut­te di pensare che una persona, con handicap intellettivo, può fare a meno di lavorare. Anche loro - come gli altri - hanno problemi, devono vivere, mangiare, vestirsi, crearsi una vita il più possibile autonoma.

Noi ci chiediamo come mai tocchi sempre e solo a loro dover aspettare, restare a casa e at­tendere anche dieci anni, quando bastano, prima di vedere un posto di lavoro.

Non si dimentichi, Assessore, che costa molto più assistere queste persone, piuttosto che in­serirle al lavoro.

Non abbiamo mai chiesto l'impossibile.

Solo 5 handicappati intellettivi in dieci anni!!!

Handicappati che hanno frequentato corsi prelavorativi pubblici, che continuano in molti casi a lavorare gratuitamente in tirocini messi a disposizione dagli enti locali stessi, Regione compresa.

In questo momento di forte crisi, chi, meglio della Regione, potrebbe dare un segnale di speranza a questi giovani e alle loro famiglie?

 

 

LA SCUOLA DEI DIRITTI

 

Il CSA - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti organizza "La scuola dei diritti", con lo scopo di fornire ai volontari interessati le infor­mazioni di base indispensabili per valide iniziative promozionali.

Gli argomenti trattati sono i seguenti:

- diritto alla salute, ai servizi sociali, al lavoro, all'assistenza. Aspetti costituzionali e operativi;

- rapporti del cittadino con la pubblica ammi­nistrazione, con la giustizia civile, penale e ammi­nistrativa e con gli enti privati;

- come leggere e valutare leggi e delibere e come predisporle;

- la questione delle persone incapaci di auto­difendersi: bambini in situazione di abbandono totale o parziale, handicappati intellettivi, anziani cronici non autosufficienti;

- ruolo del volontariato per la promozione dei diritti delle persone incapaci di autodifendersi;

-          la difesa dei diritti delle singole persone.

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it