Prospettive assistenziali, n. 102, aprile-giugno
1993
Notiziario dell'Associazione nazionale famiglie
adottive e affidatarie
IL SETTIMANALE
"L'ESPRESSO" CONTRO LA CORRETTA ADOZIONE DEI BAMBINI ITALIANI E
STRANIERI
In data 27
aprile 1993 attivisti dell'ANFAA, Associazione nazionale famiglie adottive e
affidatarie, hanno distribuito davanti alla Redazione de
"L'Espresso" di Roma il volantino che riproduciamo integralmente.
È
auspicabile che, soprattutto nelle materie che riguardano il presente e il
futuro dei minori senza famiglia, i giornalisti agiscano correttamente (come
avviene in molti casi) e cessino gli articoli di coloro che, utilizzando luoghi
comuni, disinformano l'opinione pubblica e creano quindi le premesse per
introdurre una legislazione contraria alle esigenze e ai diritti dei minori in
situazione di abbandono materiale e morale.
Come risulta
dal volantino dell'ANFAA, da molti anni non c'è in Italia un solo bambino
"normale" dichiarato adottabile che nel giro di pochissimi giorni non
venga accolto da coniugi adottivi riconosciuti idonei dai Tribunali per i
minorenni. Richiedere, pertanto, che bambini e ragazzi possano essere
adottati anche da persone singole, significa far ritornare l'adozione a prima
del 1967, quand'essa rispondeva alle pretese (anche assurde) degli adulti e
non era orientata a rispondere alla necessità dei minori soli di crescere in
un valido ambiente familiare.
Il settimanale "L'Espresso" contro la
corretta adozione dei bambini italiani e stranieri in situazione di abbandono
materiale e morale
L'articolo di Stefania Rossini "Allora lo rubo
questo figlio?" apparso su "L'Espresso" del 25.4.93, è un
gravissimo attacco alle esigenze ed ai diritti dei bambini italiani e stranieri
in situazione di abbandono materiale e morale. Per sostenere le sue tesi,
l'Autrice riporta luoghi comuni, affermazioni non veritiere e anche qualche
stupidaggine.
Ancora una volta ricordiamo alla Direzione e alla
Redazione de "L'Espresso" che dall'entrata in vigore della legge
184/1983 non c'è un solo bambino "normale" che, dopo essere stato dichiarato
adottabile dal Tribunale per i minorenni, non sia accolto entro pochi giorni da
una famiglia adottiva la cui idoneità è stata dichiarata dal Tribunale per i
minorenni previ accertamenti dei servizi psico-sociali.
Non esiste quindi il problema, posto come indilazionabile
dalla Rossini, dell'adozione di questi bambini da parte di singoli e/o di
persone anziane, salvo che "L'Espresso" ritenga che il bambino sia
un oggetto che deve soddisfare i desideri (anche non validi?) degli adottanti.
Si segnala, inoltre, che vi sono molte centinaia di
coniugi in possesso dell'idoneità ad adottare rilasciata dai Tribunali per i
minorenni italiani che, spesso da anni, aspettano un bambino straniero e non
possono accoglierlo quasi sempre a causa delle difficoltà create dai paesi
d'origine e dalla mancata stipula di accordi fra il Governo italiano ed i
suddetti Stati.
Anche in questo caso è falso che la legge 184/1983
sull'adozione sia «farraginosa» e «molto indietro rispetto al mutamento del
mondo e della sensibilità collettiva».
Se i bambini adottabili italiani e stranieri sono
accolti in tempo breve da coniugi giovani, quasi sempre aventi alle spalle
altre famiglie (genitori, fratelli, sorelle, congiunti diversi) è evidentemente
contro l'interesse del bambino da adottare l'essere inserito presso una persona
singola e/o anziana, poiché in questi casi c'è il rischio non infondato che
resti orfano prima del suo autonomo inserimento sociale e cioè quando ha raggiunto
i 25-30 anni.
È quindi destituita di ogni fondamento l'affermazione
della Rossini, secondo cui il problema sarebbe: «Meglio un genitore imperfetto
che nessun genitore». La verità e l'interesse vero del bambino sono, invece,
così riassumibili: «Meglio due genitori di uno».
Vogliamo ricordare alla Direzione e Redazione de
"L'Espresso" che si è ladri di bambini non solo quando li si ruba o
li si compra, ma anche quando persone sole o anziane o inidonee (compresi
quelli con profondi disturbi della personalità, pedofili, malati di mente...)
si impossessa di un bambino scavalcando gli accertamenti di idoneità che la
legge 184/1983 ha affidato ai Tribunali per i minorenni con lo scopo di dare al
minore le massime garanzie possibili di un idoneo inserimento familiare.
AI riguardo l'ANFAA (Associazione nazionale famiglie
adottive e affidatarie) gruppo di volontariato che opera ininterrottamente dal
1962 per l'effettivo riconoscimento delle esigenze e dei diritti dei minori in
situazione di abbandono materiale e morale, ricorda che vi sono stati, prima
dell'entrata in vigore della legge 184/1983, episodi di grave violenza su
minori stranieri da parte di persone singole e di coniugi non selezionati dai
Tribunali per i minorenni in quanto questa competenza non era loro attribuita
dalla legge. Fra i casi più eclatanti, ricordiamo la vicenda dei due minori (di
4 e di 8 anni all'epoca dei fatti), allontanati con provvedimento del
Tribunale per i minorenni di Torino dagli adottanti, di cui uno poi condannato
a dieci mesi di reclusione e l'altro assolto per insufficienza di prove (sentenza
definitiva in quanto non è stato presentato alcun ricorso) per gravissime
lesioni inferte ai bambini stessi.
Un altro esempio di adozione da parte di persone
assolutamente inidonee, anche questa - come la precedente - realizzata prima
dell'entrata in vigore della legge 184/1983 con il metodo "ladri di
bambini" è rappresentata dalla vicenda della signorina Margherita B.,
insegnante, che accolse ben quattro bambini di nazionalità indiana e che venne
ricoverata con trattamento sanitario obbligatorio per «stato delirante, agitazione
psicomotoria e mania di persecuzione».
A seguito dell'aggravamento dei suoi disturbi
psichici, peraltro presenti prima dell'accoglimento dei quattro minori, i
ragazzi furono allontanati da Margherita B. dopo essere rimasti anni in una
situazione familiare negativa.
L'abuso del minore può arrivare alla costrizione
alla prostituzione come faceva A.D.M. di Caserta nei confronti della figlia
adottiva di 17 anni.
Scalpore ha sollevato il caso di Maria, presa nello
Zaire con il sistema del "fai da te" da coniugi di Gorgonzola,
ancora una volta prima dell'entrata in vigore della legge 184/1983, e restituita
come un pacco al Tribunale per i minorenni di Milano all'età di 15 anni, dopo
9 anni di permanenza presso la famiglia adottiva.
Adozione di bambini handicappati e/o grandicelli
Numerose sono le adozioni di bambini grandicelli
(10-15 anni) o con handicap fisici anche gravi (ricordiamo quella di M. senza
braccia e senza gambe), ciechi, sordi, sieropositivi, ecc.
Tuttavia molti di loro sono ancora costretti a vivere
in istituti spesso assolutamente inidonei, e quindi nella impossibilità di
acquisire strumenti per il loro autonomo inserimento lavorativo e sociale.
Molto resta da fare per trovare una valida famiglia
per loro. Gravi sono le inadempienze dei tribunali per i minorenni e dei
servizi al riguardo. Va anche tenuto presente che già in base all'art. 44 della
legge 184/1983 è oggi possibile l'adozione anche da parte di singole persone
nei confronti di minori dichiarati adottabili, per i quali non è stato
realmente possibile individuare una famiglia adottiva completa.
Inoltre le persone singole possono accogliere minori
in affidamento familiare a scopo educativo, fornendo ad essi affetto, protezione
e preparazione alla vita.
Nell'articolo in oggetto, Stefania Rossini propone
l'adozione di bambini stranieri come forma di "neocolonialismo" in
quanto gli adulti (coniugi, persone singole, anziani anche se sprovvisti della
necessaria idoneità ad educare) avrebbero diritto a prendere i bambini
stranieri, anche illegalmente. Tramite questa forma di accaparramento - come
purtroppo l'esperienza dimostra - sarebbero moltissimi i bambini di famiglie povere
che verrebbero sottratti ai loro genitori.
Chiediamo alla Direzione e alla Redazione de
"L'Espresso" e agli altri mezzi di informazione (giornali, riviste,
radio,. TV) di mettersi dalla parte dei bambini italiani e stranieri in
situazione di abbandono materiale e morale, bambini i cui diritti devono
essere promossi, attuati e difesi.
INTERROGAZIONE DELL'ON.
SALERNO
In data 19
maggio 1993, l'On. Gabriele Salerno ha presentato ai Ministri di grazia e
giustizia, dell'interno e degli affari sociali l'interrogazione a risposta
scritta che riportiamo integralmente.
«Per conoscere quali iniziative intendano assumere
per garantire la scrupolosa osservanza delle disposizioni vigenti da parte dei
Consolati e delle Autorità di frontiera, la cui violazione è sanzionata
dall'art. 72 della legge 4 maggio 1983 n. 184 "Disciplina dell'adozione e
dell'affidamento dei minori", tenuto conto del seguente fatto:
nell'articolo' "Allora lo rubo questo figlio?" pubblicato su
"L'Espresso" del 25 aprile 1993, viene segnalato che una guardia di
frontiera "non si è azzardata a fare domande ad una donna importante, una
donna con un nome ed un incarico così prestigiosi" alla quale un funzionario
aveva messo in braccio un bambino per fargli superare, senza controlli, la
frontiera e introdurlo in Italia, evidentemente in modo illegale».
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