Prospettive assistenziali, n. 102, aprile-giugno
1993
Specchio nero
UNA NUOVA SORTITA DELL'EX
MINISTRO BOMPIANI
Nel numero scorso abbiamo riferito in merito alla
sfacciata bugia dell'allora Ministro degli Affari sociali, Adriano Bompiani.
Non contento di aver affermato che la legge quadro sull'handicap contiene 22
"possono" in quanto il Parlamento non potrebbe approvare leggi che
impongano obblighi alle Regioni e ai Comuni, l'ex Ministro ha scritto
nell'editoriale del n. 3-1993 di "Armonie
di anni verdi" che «fra i punti
più rilevanti» della legge 104/1992 «vi
è il riconoscimento giuridico della figura dell'handicappato».
Ci permettiamo di ricordare al Sen. Bompiani che già
più di cento anni fa il R.D. 19 novembre 1889 n. 6535 imponeva ai Comuni di
intervenire nei confronti delle persone «inabili
a qualsiasi lavoro proficuo» che «per
infermità cronica o per insanabili difetti fisici o intellettuali non possono
procacciarsi il modo di sussistenza». Inoltre, il testo unico della legge
comunale e provinciale (R.D. 3 marzo 1934 n. 383) stabiliva l'obbligatorietà
delle spese concernenti l'assistenza degli inabili al lavoro. Infine ricordiamo
che, in occasione dell'approvazione della legge 30 marzo 1971 n. 118, la
Camera dei deputati aveva votato un ordine del giorno in cui il Governo è
stato impegnato «perché in sede di
applicazione della legge il concetto dell'estensione dell'intervento a tutte le
categorie non sia deformato con interpretazioni limitative specie per quanto
attiene alla definizione del concetto di minorazione, che deve essere connesso
soltanto alle condizioni psicofisiche del soggetto e rapportato ad un parametro
di normale integrità e sanità biologica; in particolare si intende evitare che,
come per il passato, attraverso interpretazioni piuttosto arbitrarie delle
leggi vigenti, categorie di invalidi e mutilati civili come i mongoloidi, gli
epilettici, i miodistrofici, gli affetti da morbo di Cooley, da sclerosi
multipla, gli emofiliaci, eccetera, siano esclusi dai vari tipi di provvidenze,
in modo da far sì che per ciascuno di tali soggetti sia prevista un'assistenza
specifica rapportata al particolare bisogno determinato dalla sua condizione,
sia in termini medici sia in termini di riabilitazione in forme differenziate
ed adeguate al bisogno».
Nello stesso editoriale, l'ex Ministro Bompiani ha,
altresì, scritto che la legge quadro sull'handicap «si preoccupa di rendere all'handicappato la pienezza della sua
personalità permettendogli anche di svilupparla superando gli ostacoli derivanti
dal suo handicap: in questa luce si inquadrano gli interventi in favore
dell'handicappato nella scuola, nello sport, nel mondo del lavoro, non esclusa
la semplice vita di relazione».
Senatore Bompiani, ma quale «pienezza» viene assicurata agli handicappati, se la legge quadro
contiene ben 22 "possono"?
Quali effettivi avanzamenti culturali ci sono nella
legge 104/1992 rispetto alla precedente normativa stabilita dalla legge
118/1971 (e sono passati 21 anni)?
Quando
saranno riconosciuti agli handicappati diritti esigibili e non vuote parole?
UN ALTRO ESEMPIO DI
DIMISSIONI SELVAGGE
Per allontanarla dall'ospedale (ma queste sono
"dimissioni" o "abbandoni terapeutici"?), il Primario della
Divisione di medicina dell'Ospedale di Sassari, come risulta dagli articoli
pubblicati da alcuni giornali (cfr. Il
Secolo XIX e il Corriere mercantile
del 16 febbraio 1993), ha chiamato la forza pubblica.
È una nuova forma dì umanizzazione degli interventi
sanitari, di rispetto della dignità della persona umana, di tutela dei diritti
del cittadino malato?
Giustamente, Luciano Giusti, Presidente del CLOD,
Comitato ligure sull'Ospedalizzazione Domiciliare, ha presentato un esposto al
Procuratore della Repubblica di Sassari, affinché «voglia accertare se sono stati commessi reati».
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