Prospettive assistenziali, n. 104, ottobre-dicembre
1993
Notiziario dell'Associazione nazionale
famiglie adottive e affidatarie
NO
AL GHETTO DEL TELEFONO AZZURRO
Abbiamo appreso dal numero di ottobre 1993 del
mensile "Azzurro Child",
organo ufficiale di Telefono azzurro, che c'è il progetto di aprire un centro
di accoglienza per bambini vittime dell'abuso sessuale e psicologico, che
dovrebbe essere localizzato nel Parco di Monza.
Le associazioni firmatarie sono fortemente contrarie
che a Monza sorga una struttura specializzata, in cui siano concentrati bambini
abusati che oltretutto possono provenire, come sembra di capire dall'articolo
citato, anche da tutta Italia.
La capacità di accoglienza prevista per questo
centro è di 10/12 minori residenziali e di 20 minori con frequenza diurna: ciò
rende la struttura, nei fatti, più simile ad un istituto che a una comunità
alloggio, anche se nel citato articolo si fa riferimento, sia pure generico, a
una struttura simile a una "casa famiglia".
Vogliamo rilevare inoltre come la provenienza da
luoghi più o meno lontani, o anche solo dalla Lombardia, provocherebbe un
traumatico distacco con l'ambiente familiare e sociale all'interno del quale
il minore abusato intrattiene certamente anche rapporti validi e positivi,
aggiungendo agli effetti dell'abuso altre conseguenze negative, quali
l'emarginazione dal proprio contesto sociale e la stigmatizzazione della loro
condizione, conseguenti alla frequentazione di un centro così
"speciale", che oltretutto, anche a causa della sua localizzazione,
renderebbe notevolmente più difficile i normali contatti sociali, educativi e
ricreativi con la comunità locale.
Tenuto conto che le competenze assistenziali a tutela
dei minori sono dei Comuni singoli o associati di residenza del minore, è
certamente più opportuna la creazione in loco di servizi e strutture, in modo
da rispondere più prontamente e più efficacemente alle esigenze di tutti i
bambini in difficoltà, ivi compresi quelli abusati.
Ad esempio, possono essere più efficaci interventi
quali l'affidamento familiare a scopo educativo. In ogni caso si eviterebbe
così di evidenziare la condizione di "minore abusato" evitando gli
effetti negativi già prima richiamati.
Vogliamo inoltre sottolineare che a Monza l'ANFAA
chiede da anni, invano, la costituzione di una comunità alloggio di pronto
intervento, che accolga un numero limitato di minori (non più di 8-10), per un
breve periodo di tempo, inserita nel normale contesto abitativo e che operi in
stretto rapporto con l'Ente locale.
Tale comunità, come tutte le comunità territoriali,
dovrebbe avere la funzione di accogliere quei minori, compresi i minori
abusati, che abbiano necessità di un intervento tempestivo, per i quali non è
possibile individuare immediatamente la soluzione familiare più idonea
(rientro nella famiglia di origine, affidamento familiare, segnalazione al
Tribunale per i minorenni per la dichiarazione di adottabilità), evitando il
deleterio ricorso al ricovero in istituto ed evitando, nel contempo, di
etichettare la struttura e i suoi ricoverati.
Riteniamo d'altra parte che le risorse e le disponibilità
dei promotori di questa iniziativa (Telefono azzurro, Clinica di
neuropsichiatria infantile dell'Università di Milano) potrebbero essere
utilizzate più proficuamente, ad esempio, mettendo a disposizione la propria
competenza specifica sui temi dell'abuso sui minori all'interno dei programmi
di formazione e di aggiornamento degli operatori di tutti gli enti locali presenti
sul territorio nazionale, per l'apprendimento delle "tecniche"
specifiche, da utilizzare venendo a contatto con i minori abusati.
Invitiamo, inoltre, la Fondazione Federico Motta
Editore ad approfondire ulteriormente la scelta di intervenire sul sociale
perché indirizzi il proprio sostegno a servizi e strutture effettivamente rispondenti
alle esigenze di tutti i bambini in difficoltà e ci dichiariamo ovviamente
disponibili in questo senso a ogni incontro di chiarimento e approfondimento.
Torino, 9 dicembre 1993
ANFAA, sede nazionale, Via Artisti 36,
10124 Torino; sezione lombarda, piazza Piemonte 8, Milano
CSA - Coordinamento sanità e assistenza
fra i movimenti di base, via Artisti 36, 10124 Torino
Lega nazionale per il diritto al lavoro
degli handicappati, via Vanchiglia 6, Torino
www.fondazionepromozionesociale.it