Prospettive assistenziali, n. 104, ottobre-dicembre 1993

 

 

Notiziario dell’Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale

 

 

AFFERMAZIONI SCORRETTE DI PRIMARI OSPEDALIERI

 

In data 10 settembre 1993 il CSA - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti ha inviato la seguente lettera all'Amministratore straordinario, al Coordinatore sanitario dell'USSL Torino VIII e ai Condirettori sanitari dell'ospedale Molinette.

 

Siamo arcistufi di ricevere da nostri assistiti e collaboratori segnalazioni circa affermazioni totalmente false e provocatorie fatte da Primari dell'Ospedale Molinette e di altre strutture ad esso collegate, secondo cui gli anziani cronici non autosufficienti sottrarrebbero fondi al Servizio sanitario nazionale ed i parenti si arricchi­rebbero con le pensioni dei malati da essi percepite.

Alberto Custodero, nell'articolo "Parcheggiate in reparto a 800 mila lire al giorno", apparso su "La Repubblica", cronaca di Torino del 6 agosto 1993, arriva addirittura ad affermare che la degenza "inutile" delle due signore è costata finora allo Stato un miliardo e mezzo.

Contravvenendo alle più elementari norme sul rispetto dei degenti, il personale sanitario (un primario? un infermiere? chi?) ha dato le gene­ralità delle due signore ricoverate, che il giorna­lista, anch'egli senza rispettare la privacy (a no­stro avviso ne hanno diritto anche i vecchi!), ha poi riportato nell'articolo citato.

Ancora una volta, sempre nello stesso articolo, viene detto che le due signore (e quindi an­che altre centinaia di altri vecchi malati cronici) restano ricoverati abusivamente in ospedale.

Ma se ciò avviene è colpa dei Primari e l'Amministratore Straordinario, il Coordinatore sanitario ed i Direttori sanitari dovrebbero av­vertire la Corte dei Conti (c'è anche una sezione a Torino in via Cavour 8, tel. 54.47.13-54.77.56), perché addebiti ai Primari stessi i relativi costi ingiustificati, anche perché, in base alle leggi vi­genti, i Primari e le Direzioni sanitarie dispongo­no dei mezzi necessari per allontanare imme­diatamente dagli ospedali gli abusivi.

Se invece, i pazienti restano in ospedale per­ché ne hanno diritto, allora i Primari (competenti per le dimissioni) cessino di dire falsità e si comportino secondo legge, come devono fare tutti i pubblici ufficiali. Al riguardo, ricordiamo che il Pretore di Bologna, Dr. Bruno Ciccone, nel provvedimento assunto il 21.12.1992 su istanza dell'USL 28 che voleva essere autorizzata a di­mettere la Signora P.F., nata nel 1913, ricoverata al Malpighi dal 1986, ha sentenziato che era le­gittima la richiesta della paziente «di poter conti­nuare a beneficiare di adeguata assistenza sa­nitaria usufruendo delle prestazioni gratuite dal servizio sanitario nazionale presso una struttura ospedaliera e non di generica assistenza pres­so istituti di riposo o strutture equivalenti».

Questo Comitato, ancora una volta, ricorda che la prima legge che riconosceva il diritto degli anziani cronici non autosufficienti al rico­vero ospedaliero senza limiti di durata risale al 1955. Sono quindi trascorsi ben 38 anni e non crediamo che la responsabilità sia dei cittadini, ma magari (anche se solo in parte) dei medici che non hanno chiesto alle Amministrazioni pubbliche (Ministero della sanità, Enti ospeda­lieri, Regioni, USL) di istituire i posti letto neces­sari.

Vogliamo anche precisare - a scanso di equi­voci - che questo Comitato continua ad operare per il riconoscimento concreto della priorità as­soluta degli interventi domiciliari sanitari e per la creazione di strutture ambulatoriali di supporto (come i centri diurni per malati di Alzheimer) e segnala che, proprio per sostenere la perma­nenza delle persone al loro domicilio, ha pro­mosso la costituzione dell'ASVAD, Associazione Solidarietà Volontariato a Domicilio, che opera a Torino, soprattutto nel territorio dell'USSL Torino vili.

Per quanto concerne i congiunti che si arric­chirebbero percependo le pensioni dei vecchi malati cronici, questo Comitato ritiene che la legge obblighi i Primari a segnalare i fatti a loro conoscenza all'Autorità giudiziaria ed a fornire alla stessa gli elementi per la dichiarazione di interdizione e di inabilitazione dei loro pazienti non in grado di tutelare i loro averi.

Per contro, da anni, esiste l'abuso praticato da molti Primari delle Molinette (e di altri ospe­dali) che di fatto costringono i familiari a soppe­rire alle carenze, spesso gravissime, dei loro re­parti mediante personale di badanza che i pa­renti quasi sempre, pur senza avere alcun obbli­go giuridico, versano in misura di gran lunga su­periore alle pensioni dei loro congiunti.

Questo Comitato, infine, precisa, che mentre vi sono Primari delle Molinette che si comporta­no in modo incivile, ve ne sono altri molto rispet­tosi delle esigenze e dei diritti dei malati, com­presi gli anziani colpiti da malattie croniche e da non autosufficienza.

 

 

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