Prospettive assistenziali, n. 105, gennaio-marzo 1994

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

PER IL DIRITTO AL LAVORO DEGLI HANDICAPPATI INTELLETTIVI

 

Da anni l'ULCES sia direttamente sia e soprat­tutto nell'ambito del CSA, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base di Torino, opera attivamente per l'inserimento lavorativo degli handicappati intellettivi in grado di svolgere attività lavorative proficue, anche se con un rendimento ridotto rispetto alla media degli altri lavoratori.

Fra i risultati più significativi, segnaliamo:

- l'assunzione da parte di enti pubblici e di aziende private di oltre 200 handicappati intellettivi (1);

- la creazione di corsi prelavorafivi per la pre­parazione dei soggetti di cui sopra (2).

Fra le iniziative dirette a promuovere l'inserimento lavorativo degli handicappati, riportiamo il volantino redatto dal CSA in data 19 novembre 1993.

 

MANIFESTO PER L'OCCUPAZIONE DEGLI HANDICAPPATI - CHIEDIAMO L'EMERGENZA ANCHE PER LORO

 

In occasione del dibattito sulla crisi occupazionale che si tiene oggi 22 novembre 1993 presso il Consiglio comunale di Torino vogliamo che non ci si dimentichi di chi il lavoro lo aspetta anche da dieci anni! Ci rendiamo conto perfetta­mente della situazione. La crisi, che nessuno minimizza, deve tuttavia a parer nostro ricadere in modo equo tra i lavoratori, perché se è vero che il momento "è duro", è altrettanto vero che non vi sono mai stati momenti favorevoli per rea­lizzare il diritto al lavoro degli handicappati.

Neppure negli anni passati, quando non si parlava certo di depressione, si è fatto tutto il possibile per garantire il lavoro a chi, nonostan­te l'handicap, può, vuole e deve lavorare come ogni altra persona.

Ci sembra doveroso ricordare per una que­stione di giustizia, che la disoccupazione pesa anche agli handicappati. La maggior parte degli iscritti al collocamento percepisce solo la pen­sione: ma si può vivere con poco più di lire 320.000 al mese?

Si può comprendere che sia difficile, non si può accettare che mai sia stato previsto un in­tervento speciale per l'occupazione degli handi­cappati.

Aspettiamo dunque iniziative concrete dal Sig. Sindaco e dalla Giunta, dalle Forze politi­che e sindacali, che ci dimostrino l'applicazio­ne della legge 482/68, sul collocamento al la­voro degli handicappati in ogni azione attivata per promuovere e incentivare l'occupazione di tutti gli altri disoccupati.

Chiediamo che su 20 lavoratori almeno uno sia scelto dalle liste del collocamento, tra quanti hanno capacità lavorative adatte per quel posto da occupare.

Non spaventa il numero degli handicappati iscritti alla voce "invalidi civili", spaventa invece constatare che non si cominci sul serio ad av­viare con regolarità almeno quanti hanno una resa produttiva piena. Tantissimi degli iscritti possono infatti lavorare bene solo se si mettono in atto pochi e semplici accorgimenti come la scelta del posto di lavoro compatibile con le loro capacità. È il caso della stragrande maggioran­za degli handicappati fisici e/o sensoriali. Per queste persone non si dovrebbe più parlare in termine di "problema", come ancora si sente fa­re in riferimento al loro collocamento al lavoro.

Ma anche molti handicappati intellettivi prepa­rati con i corsi di formazione professionale e corsi prelavorativi del Comune, sanno e posso­no lavorare bene. È per questi, che a maggior ragione, deve preoccuparsi il Comune, e attivare tutte le sue risorse.

1 - Pretendere dalle ditte (cooperative, artigiani, piccole imprese "non" soggette all'obbligo della legge 482/68) con le quali si avviano rap­porti economici - almeno una tantum - una as­sunzione di giovani handicappati e stipulare ac­cordi solo con le aziende che, previa verifica, risultano in regola con gli obblighi previsti dalla legge.

2 - Attivare nelle aziende municipalizzate e in tutti gli enti in cui ci sono rappresentanti del Co­mune avviamenti al lavoro mirati, secondo quan­to previsto dal decreto legge 29/93 art. 42.

3 - Sollecitare le organizzazioni sindacali, la commissione regionale per l'impiego, l'agenzia per il lavoro, affinché siano previste assunzioni anche di handicappati tra quanti richiedono il contratto formazione lavoro. Deve essere stabili­ta una assunzione ogni 20 richieste di contratto formazione lavoro almeno, da parte della stessa azienda anche se effettuati in momenti diversi.

4 - Rivedere con l'A.P.I. (Associazione Piccoli Imprenditori) l'accordo del 1989 che prevedeva l'assunzione - mai avvenuta - di 32 handicap­pati intellettivi, attivando quanto previsto dalla legge 56/87 agli artt. 5 e 17, che prevedono il collocamento mirato e la deroga alla chiamata numerica.

5 - Predisporre gli strumenti indispensabili per avviare correttamente al lavoro gli handi­cappati - in particolare quelli con limitata auto­nomia:

a) creare il servizio di inserimento lavorativo;

b) riattivare al più presto la Commissione per i corsi prelavorativi del Comune;

c) stanziare risorse per incentivare il colloca­mento di persone con capacità lavorative ridotte o per adeguare - nel caso di handicappati fisici e/o sensoriali - eventualmente il posto di lavoro (eliminazione di barriere architettoniche, ausi­lii...).

Le strade per il lavoro ci sono: ora vogliamo la volontà politica.

Oggi gli handicappati chiedono alla società la possibilità ed i mezzi per poter essere il più pos­sibile indipendenti e il lavoro assume ovviamen­te un ruolo determinante in questo cammino verso l'autonomia.

Per poter vivere indipendentemente - il più possibile come una persona normale - occorre poter contare su un reddito personale adeguato.

È una questione di giustizia sociale e di soli­darietà ma anche di recupero di risorse oggi spese - quando sono spese - a fondo perduto in interventi assistenziali!

 

 

(1) Cfr. E. De Rienzo, C. Saccoccio, M.G. Breda, Il lavoro conquistato - Storie di inserimenti di handicappati intellettivi in aziende pubbliche e private, Rosenberg & Sellier, Torino, 1991. Si veda, inoltre, l'articolo "Esperienze di volontariato promozionale", in Prospettive assistenziali, n. 79, luglio-set­tembre 1987.

(2) Cfr. M.G. Breda, M. Rago, Formare per l'autonomia - Strumenti per la preparazione professionale degli handicap­pati intellettivi, Rosenberg & Sellier, Torino, 1991.

 

 

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