Prospettive assistenziali, n. 106, aprile-giugno 1994

 

 

DELIBERATO IL PRIMO CENTRO DIURNO SANITARIO PER I MALATI DI ALZHEIMER

 

 

Da molto tempo Prospettive assistenziali e il CSA, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base di Torino, insistono per ottenere che i malati di Alzheimer siano riconosciuti come malati e quindi perché sia attivata la competenza del settore sanitario (1).

Un primo passo è stato costituito degli inter­venti domiciliari assicurati dal servizio di ospeda­lizzazione a domicilio (2).

Al riguardo ricordiamo anche i due documenti:

- il primo del Gruppo nazionale "Per il diritto alle cure sanitarie delle persone colpite dalla malattia di Alzheimer e da altre forme di demen­za" (3);

- l'altro del Gruppo nazionale Alzheimer "Per il diritto alla cura delle persone colpite da malattie di Alzheimer" (4).

L'esigenza della creazione di centri diurni sani­tari per le persone colpite da demenza senile è stata ribadita nel convegno di Torino del 30-31 ottobre 1992 "ll progetto obiettivo: Tutela della salute degli anziani: una svolta per i servizi sani­tari e assistenziali" organizzato da Prospettive assistenziali con l'adesione del Comitato promo­tore della proposta di legge di iniziativa popolare "Riordino degli interventi sanitari a favore degli anziani cronici non autosufficienti e realizzazione delle residenze sanitarie assistenziali" (5).

Queste attività sono state il riferimento per l'approvazione della delibera n. 1232/Ass "Istitu­zione centro diurno psicogeriatrico" approvata in data 27 dicembre 1993 dall'Amministratore straordinario dell'USSL Torino VII, delibera che ri­portiamo integralmente insieme al documento elaborato dal Primario di geriatria dell'Ospedale L. Einaudi, Dott. Otello Beggiato.

 

 

Testo della deliberazione

 

L'anno millenovecentonovantatre il giorno 27 del mese di dicembre in Torino, presso la sede dell'USSL TO VII in Via Pisa n. 38, e nell'Ufficio di Presidenza, il Commissario straordinario Dr An­tonio Fabbricatore, nominato con D.G.R. n. 190-16297 del 22.6.92 e riconfermato con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 144 del 13.01.93;

visto l'art. 1, 7° comma, del D.L. 06.02.91 n. 35, convertito nella legge 04.4.91 n. 111 e successi­vo art. 1 del 27.8.93 n. 324;

visti gli atti relativi alla materia in trattazione e cioè:

- atteso che l'orientamento attuale è quello di individuare modelli alternativi al ricovero ospe­daliero al fine di ottimizzare le risorse, ridurre i costi rimuovendo, nel contempo, quei fattori so­ciali e psicologici che influenzano negativamen­te l'istituzionalizzazione del paziente;

- premesso che la proposta di Piano sanitario nazionale, all'interno del progetto obiettivo "Tu­tela della salute degli anziani" per il quinquennio 1991-95, prevede il "Centro per dementi senili", servizio diretto ad offrire prestazioni intermedie tra la spedalizzazione e l'assistenza ambulato­riale, per favorire il recupero o il mantenimento dell'autosufficienza dell'anziano;

- attesa l'alta incidenza di sindromi demen­ziali in età senile e il drammatico coinvolgimento dei nuclei familiari, comportanti programmi tera­peutici e di assistenza particolarmente com­plessi ed onerosi;

- valutate le necessità dei pazienti e delle loro famiglie, evidenziate dall'Associazione malati di Alzheimer e dal Movimento federativo democra­tico (*);

- vista la relazione del Primario del reparto di geriatria dell'Ospedale Luigi Einaudi allegata al­la presente a formarne parte integrale e sostan­ziale, che fissa i criteri organizzativi dell'istituen­do centro diurno;

- considerato che sono stati reperiti idonei lo­cali atti ad ospitare il centro, in virtù della con­cessione, da parte del Comune di Torino, della ex scuola di Via Schio attigua all'Ospedale Ei­naudi, il cui utilizzo è però temporalmente su­bordinato a lavori di ristrutturazione;

- atteso che, in attesa di predisporre i preci­tati locali, sono stati individuati dei locali siti al piano rialzato del nosocomio Einaudi, da utiliz­zare temporaneamente per l'avvio del modello assistenziale;

- precisato che il centro sarà collegato ad al­tri Servizi già esistenti all'interno del nosocomio (day hospital, degenze, fisiochinesiterapia) e che l'ammissione al centro verrà stabilita dal­l'unità valutativa geriatrica, già attivata da questa USSL con delibera 566/ASS/93 del 13.7.92;

- considerato che la realizzazione del pro­gramma anche nella fase sperimentale compor­ta la disponibilità di infermieri professionali, la cui assunzione ha formato oggetto di richiesta di questa USSL alla Regione Piemonte;

- attesa l'importanza sanitaria e sociale che riveste l'iniziativa;

visto l'art. 47, 2° comma, del vigente regola­mento dei servizi approvato con deliberazione del Comitato di gestione n. 748/P/90 e della Giunta regionale n. 196-1652 del 12.11.90;

preso atto dei pareri favorevoli obbligatoria­mente espressi dal Coordinatore sanitario e dal Coordinatore Amministrativo, a norma dell'art. 1, comma 9, del D.L. 6 febbraio 1991, n. 35 conver­tito nella legge 4 aprile 1991, n. 111

delibera

1) di istituire il "centro diurno per demenze senili" aggregato alla divisione di geriatria dell'ospedale Luigi Einaudi di Via Cigna 74, presso l'ex scuola di Via Schio, per l'accoglien­za di n. 25 pazienti dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 16.30 e di approvare le modalità di fun­zionamento, quali risultano dall'unito allegato;

2) di dare atto che il centro si prefigge i se­guenti tre obiettivi fondamentali:

a) promuovere e sostenere l'inserimento dell'anziano nella società,

b) contenere le richieste di ricovero ospeda­liero dei suddetti pazienti,

c) assicurare una migliore qualità di vita agli anziani dementi;

3) di affidare le funzioni organizzative e di re­sponsabilità al Dr. Otello Beggiato, primario del reparto di geriatria;

4) di avviare sperimentalmente il suddetto centro presso i locali dell'ospedale Luigi Einau­di, in attesa della ristrutturazione della ex scuola di Via Schio, limitatamente a 6 pazienti;

5) di dare atto che alla fase esecutiva di avvio della sperimentazione si provvederà con perso­nale già previsto dalla pianta organica e che gli oneri in prosieguo determinabili formeranno og­getto di separati, successivi puntuali provvedi­menti;

6) di affidare all'unità valutativa geriatrica, già istituita, la selezione delle richieste di ammissio­ne al centro;

7) di inviare copia della presente deliberazio­ne all'Assessorato regionale alla sanità.

 

Istituzione centro diurno psicogeriatrico: docu­mento del primario del reparto di geriatria.

Se osserviamo il panorama dei servizi che la sanità e l'assistenza offrono alla nostra utenza, notiamo come questi siano anacronisticamente strutturati per una popolazione che non esiste più.

Qualche decennio or sono l'utenza era so­prattutto giovane-adulta e la patologia in causa era soprattutto di tipo acuto.

Oggi, ad affollare le corsie degli ospedali, gli ambulatori medici ed i servizi sociali sono so­prattutto i vecchi.

Tra i pazienti che si rivolgono al nostro servi­zio di geriatria è elevata la prevalenza di sindro­mi demenziali, che richiedono un programma di assistenza assai complesso e gravoso.

Dopo la dimissione, le responsabilità assi­stenziali ricadono soprattutto sui famigliari e non infrequentemente sul solo coniuge, anch'esso anziano: tale situazione determina in un certo numero di casi un uso improprio delle strutture ospedaliere o il precoce ricorso all'istituzionaliz­zazione (comunque con tempi di attesa lunghis­simi) per sopperire alla mancanza di servizi al­ternativi.

Se è lecito definire la demenza di Alzheimer come patologia inguaribile, non altrettanto lo è ritenerla incurabile, sia in quanto in più della metà dei casi vi sono associate altre patologie, spesso guaribili, che ne peggiorano il quadro, sia per il fatto, inoppugnabile, che i sintomi ed il decorso dell'Alzheimer sono influenzati signifi­cativamente dall'ambiente e dagli stimoli circo­stanti.

Il Piano sanitario nazionale, progetto obiettivo "Tutela salute degli anziani" per il quinquennio 1991/95, reso esecutivo dal Parlamento con ap­provazione del 30.1.92, cita all'interno dei servizi socio-sanitari di tipo specialistico semiresiden­ziali, il "centro per dementi senili".

Centri diurni sono già sorti in Europa e, spora­dicamente, con caratteristiche non sovrapponi­bili tra loro, anche in Italia.

Si tratta di iniziative ancora giovani, ma che hanno suscitato un grosso interesse, tanto per i risultati, quanto per il coinvolgimento degli ope­ratori.

Il centro diurno deve configurarsi come un prolungamento della casa del paziente demen­te: le cure che riceve non richiedono un distac­co traumatico dall'ambiente a lui famigliare.

Il suo scopo è il miglioramento della qualità della vita del malato e dei conviventi.

 Non va concepito come contenitore staccata dalle altre strutture sanitarie, ma strettamente collegato ai day hospital, ai reparti per acuti e lungodegenti, secondo il modello dell'unità ope­rativa geriatrica.

Si propone pertanto l'apertura di un centro diurno psicogeriatrico nell'ambito dell'USSL TO VII, che è privilegiata dalla presenza dell'unica divisione ospedaliera di geriatria della Città di Torino e dalla già avvenuta istituzione della unità valutativa geriatrica.

Tale centro potrà trovare giusta collocazione nell'ex scuola di Via Schio, concessa in como­dato d'uso dal Comune di Torino con ampi locali e strutture adeguate, pur con necessità di ri­strutturazione, in grado di accogliere 25 anziani affetti da demenza, ubicata felicemente nelle adiacenze dell'Ospedale L. Einaudi.

Il complesso, gestito dalla geriatria, operereb­be in collegamento organico con i medici di ba­se ed i servizi sociali del territorio (ed in tale senso abbiamo ricevuto sollecitazioni dalle Cir­coscrizioni).

All'anziano afferente al centro verrà offerto:

a) verifica periodica delle condizioni fisiche;

b) monitoraggio periodico delle eventuali te­rapie farmacologiche;

c) osservazione e valutazione nel tempo delle condizioni cognitive e affettive con appositi stru­menti di rilevazione obiettiva;

d) attività riabilitativa concernente:

1) cura ed igiene personale;

2) mantenimento e riattivazione della mobilità;

3) attività risocializzanti;

4) mantenimento e recupero delle attività co­gnitive.

Tale centro è deputato a seguire anziani con grave compromissione delle funzioni cognitivo­comportamentali e che pertanto richiedono un elevato grado di assistenza.

La necessità che il centro diurno quale strut­tura sanitaria possa anche fruire dell'attività di animazione e trasporto comporta l'esigenza di specifici protocolli tra il servizio sanitario dell'USSL ed i servizi socio-assistenziali del Co­mune attraverso la Circoscrizione VII.

Nel suddetto protocollo dovranno essere defi­niti:

- i modelli di intervento;

- la collaborazione per l'attività, di filtro dell'unità valutativa geriatrica;

- la verifica delle attività;

- i rapporti e la collaborazione don gli opera­tori sociali del servizio socio-assistenziale della Circoscrizione;

- le attività di promozione e la collaborazione del volontariato.

 

Responsabilità e funzioni del responsabile del Centro

Il primario della divisione di geriatria respon­sabile del centro individuerà il geriatra a cui de­mandare la gestione: questi si avvarrà di una fi­gura infermieristica con funzioni di coordina­mento (caposala o infermiere professionale) nei seguenti settori:

- organizzazione del profilo igienico-sanitario;

- trasmissione dati alle sedi competenti;

- rapporti con l'unità valutativa geriatrica;

- organizzazione del servizio rispetto ai turni;

- vigilanza sull'attività di servizio;

- responsabilità dell'approvvigionamento e conservazione dei farmaci;

- relazione annuale sull'attività anche rispetto alla ricerca dati.

Per garantire la continuità del centro è previ­sta la sua sostituzione, in caso di assenza, da parte di personale reperibile dai reparti.

Deve essere inoltre garantita la presenza di almeno tre infermieri professionali e sette tra operatori tecnici d'assistenza ed ausiliari socio­sanitari, prevedendo l'eventuale orario scalare.

Tale personale, oltre alla cura delle persone ed alla attività di mantenimento e recupero dell'autonomia, collaborerà per l'aspetto di ani­mazione e curerà il riordino dei locali. Orario previsto 36 ore settimanali.

È previsto un appalto con ditta esterna per pulizia e sanificazione dei locali.

 

Attività di animazione

Nel centro possono operare a tempo parziale figure professionali di animatori attraverso il convenzionamento con cooperative di profes­sionisti del settore.

 

Attività di riabilitazione

Per eventuali necessità riabilitative motorie il centro si avvarrà del servizio di fisiochinesitera­pia già operante all'interno dell'ospedale, am­pliando di due unità l'organico.

 

Servizi generali

I servizi generali, mensa e lavanderia, saranno comuni alle altre strutture dell'ospedale L. Ei­naudi.

 

Trasporto

II trasporto dei pazienti potrà essere a carico dei parenti e/o di volontari accompagnatori, ma si auspica un intervento diretto dell'USSL con pullmino.

 

Servizi amministrativi

Sarà competente l'ufficio amministrativo del­l'ospedale per quando riguarda la parte buro­cratica di accettazione e di dimissione degli utenti, per cui si richiede l'incremento di un coa­diutore amministrativo.

 

Orario del centro

L'orario previsto di apertura sarà dalle 8.30 alle 16.30 per cinque giorni la settimana per tut­to l'anno. È prevista la frequenza part-time. Si potrà valutare la possibilità di ampliare l'orario se emergeranno richieste in tale senso.

 

Ammissioni

Competente per l'ammissione al centro è l'unità valutativa geriatrica dell'USSL su segna­lazione del medico di base, dello specialista del­la geriatria dell'ospedale o dei servizi sociali.

L'unita valutativa geriatrica ha la competenza per l'ammissione e per l'eventuale compilazione di una lista di attesa a seconda della corrispon­denza del servizio al bisogno del paziente.

Onde rispondere ai bisogni di più anziani e delle loro famiglie è possibile ipotizzare una fre­quenza di tre mesi l'anno rinnovabile.

 

Psicologo

È prevista la presenza nel centro di uno psicologo a tempo pieno.

 

Arredamento necessario

Sale di soggiorno:

25 poltroncine ignifughe, 25 attaccapanni, 25 coperte, 1 televisore, 1 videoregistratore, 1 man­gianastri, 2 mobili uso biblioteca, 2 orologi a mu­ro.

Sala mensa:

25 sedie con braccioli, 7 tavoli a 4 posti, 1 mobi­le credenza, 1 basso credenza, 2 carrelli porta­vivande.

Cucina:

1 lavastoviglie, 1 frigorifero, 2 piani base di 2 m. l'uno, 2 pensili da 2 m. l'uno, 1 piastra elettrica, vasellame e posateria necessaria per 25 utenti (o materiale monouso).

Uffici studi e sale visita:

3 scrivanie, 1 tavolo dimensioni mt. 3x2, 12 se­die con braccioli, 2 macchine da scrivere con supporto, 1 calcolatrice elettrica, 1 fotocopiatri­ce con supporto, 3 armadi uso archivio, 3 attac­capanni, 10 cestini gettacarte, 3 portaombrelli, 3 vetrinette per medicinali, 1 lettino per visita, 2 carrelli per medicazioni, 2 tavolini mt. 1 x1, 5 car­rozzine "comode", 1 bilancia.

 

In attesa della ristrutturazione della sede di Via Schio, saranno utilizzati provvisoriamente i locali attigui all'ospedale di giorno, che non ne­cessitano di ristrutturazione e potranno ospitare non più di 6 utenti.

Il personale e l'arredamento necessario in questo primo momento di attuazione del proget­to sarà naturalmente adeguato al numero degli utenti.

È quindi previsto:

Personale:

1 infermiera professionale, 2 ausiliari, 1 psicolo­go, 1 fisioterapista.

Arredamento:

Soggiorno

6 poltroncine ignifughe, 6 attaccapanni, 1 man­gianastri, 1 mobile uso biblioteca, 1 orologio da parete.

Sala mensa

2 tavoli da 4 posti, 6 sedie con braccioli, 1 basso credenza, 1 carrello portavivande, vasellame e posateria o materiale monouso.

Sala visita

1 vetrinetta per farmaci, 1 lettino visita, 1 carrello per medicazioni, 2 carrozzine "comode", 1 ar­madio con archivio.

 

Torino, 10 dicembre 1993

 

 

 

(1) Si veda il capitolo "Dementi senili da buttare" in F. Santanera e M.G. Breda. Per non morire d'abbandono - Ma­nuale di autodifesa per pazienti, familiari, operatori e volon­tari, Rosenberg & Sellier, Torino, 1990.

(2) Confronta il paragrafo "L'impegno per le persone colpite da demenza" in F. Fabris e L. Pernigotti, Cinque an­ni di ospedalizzazione a comicilio - Curare a casa malati acuti e cronici: come e perché, Rosenberg & Sellier, Torino, 28 edizione aggiornata, 1990.

(3) Cfr. Prospettive assistenziali n. 92, ottobre-dicembre 1990.

(4) Cfr. Prospettive assistenziali n. 94, aprile-giugno 1991.

(5) Cfr. L. Martelli, Centri sanitari diurni per malati di Alz­heimer e sindromi correlate, in Prospettive assistenziali, n. 101, gennaio-marzo 1993. Sul problema si veda, inoltre, l'articolo di A. Bartoli, Malati di Alzheimer: dall'abbandono alla cura, in Ibidem, n. 104, ottobre-dicembre 1993.

(*) Anche se la delibera non ne fa cenno, di rilevante im­portanza è stato il ruolo svolto dal Coordinatore dei servizi socio-assistenziali della 7a Circoscrizione del Comune di Torino e dal CSA-Comitato per la difesa dei diritti degli as­sistiti (n.d.r.).

 

 

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