Prospettive assistenziali, n. 106, aprile-giugno 1994

 

 

Interrogativi

 

 

LA LEGA DELLE AUTONOMIE LOCALI IGNORA I 50 MILA MINORI RICOVERATI IN ISTITUTO

 

Il 21 e 22 gennaio 1994 ha avuto luogo a Reggio Emilia il convegno "Investire sul futuro - Scelte, risorse, soggetti di una politica nazionale per i diritti e le potenzialità dei bambini e delle bambine", promosso dalla Lega per le autono­mie locali in collaborazione con la Regione Emi­lia-Romagna e il Comune di Reggio Emilia e con il patrocinio dei Ministeri per gli affari sociali e della pubblica istruzione.

Vi hanno partecipato cinquecento quaranta tra amministratori, operatori e dirigenti dei servizi.

Secondo il documento conclusivo (*) al cen­tro del convegno «sono stati i bambini e le bam­bine come soggetti di diritto e come soggetti so­ciali autonomi, non più visti solo in rapporto alle esigenze degli adulti e delle istituzioni o alle pa­tologie che li discriminano: la violenza, la malat­tia, la devianza. Ci si è riferiti a tutti i bambini e le bambine nei confronti dei quali l'insieme della società civile, e non più solo la famiglia o la scuola, ha la responsabilità di essere agente educativo».

Come mai sia nel documento conclusivo, sia nelle relazioni, a partire da quella lunghissima svolta da Leda Colombini, responsabile dei ser­vizi sociali della Lega delle autonomie locali, non c'è una sola parola sui 50 mila minori ancora ri­coverati in istituto?

Non se ne è parlato proprio perché la respon­sabilità dell'esclusione sociale di questi minori ricade anche sui Comuni membri della Lega delle autonomie locali?

In occasione del convegno è stato diffuso un appello promosso da CGIL Scuola e Funzione pubblica, CIDI, MCE, CGD, Gruppo nazionale ni­di-infanzia, Comitato "L'asilo nido un diritto delle bambine e dei bambini", Arci-ragazzi, Lega Am­biente, in cui i firmatari «si rivolgono ai progres­sisti per un impegno concreto al fine di realizzare una politica dei diritti per l'infanzia intesa come soggetto sul quale investire in idee, progetti e ri­sorse».

Ma anche in questo appello non c'è una riga per i 50 mila minori istituzionalizzati, nemmeno per chiedere che sia loro riconosciuto il diritto di restare qualche ora fuori delle strutture di rico­vero e di poter quindi frequentare .i normali asili nido e le scuole materne e dell'obbligo.

Perché ci sono state queste preoccupanti di­menticanze? Si tratta di omissioni avvenute solo in occasione di un convegno o è conseguenza del disinteresse esistente nell'attività degli enti locali, compresi quelli che si autodefiniscono progressisti?

 

 

ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI O ANZIANI MALATI NON AUTOSUFFICIENTI?

 

Sul n. 3, 1993 di Medicina geriatrica, organo ufficiale della SIMOG - Società italiana medici e operatori geriatrici, L. Sforza (1), R.M. Munizzi (2) e A. Alfano (2) hanno pubblicato l'articolo "An­ziano non autosufficiente. L'esperienza di un an­no di attività della unità di valutazione geriatrica. Confronto con una indagine svolta tra i medici di medicina generale», in cui fra l'altro, viene affer­mato quanto segue:

- «proprio tra gli ultra 75enni è più frequente l'incidenza di patologie a carattere cronico dege­nerativo, con conseguente condizione disabili­tante di vario grado»;

- «secondo le indicazioni regionali, la dichiara­zione di non autosufficienza è presupposto indi­spensabile per accedere alla RSA con il contri­buto sanitario dell'USL di residenza».

È, inoltre, precisato che la non autosufficienza è stata accertata dall'Unità valutativa geriatrica nei confronti di 118 anziani, in «gran parte segui­ti dal nostro servizio infermieristico domiciliare».

Ciò premesso, chiediamo agli Autori di segna­larci i motivi in base ai quali gli anziani non auto­sufficienti sono seguiti dal servizio infermieristi­co (e quindi sono di competenza del Servizio sanitario nazionale) quando vivono a casa loro e diventano di pertinenza dell'assistenza/benefi­cenza (e quindi dei Comuni) quando sono rico­verati in strutture residenziali.

 

 

(*) Cfr. Il Potere locale, n. 5-8, marzo-aprile 1994.

 (1) Responsabile del Servizio di igiene, prevenzione e attività sanitarie di Comunità dell'USL Firenze 10.

(2) Componenti dell'Unità operativa attività sanitarie di comunità dell'USL Firenze 10 e responsabili rispettivamen­te dei Distretti di Scandicci e di Lastra a Signa.

 

 

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