LINEE
GUIDA DEL MINISTERO DELLA SANITÀ SULLE RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI
In data 31 maggio 1994 l'On. Maria Pia Garavaglia,
Ministro della sanità, ha trasmesso agli Assessori alla sanità delle Regioni e
delle Province autonome di Bolzano e Trento le linee guida sulle residenze
sanitarie assistenziali (1) con la lettera che riportiamo: «Si trasmettono, in allegato, linee-guida per la definizione degli
aspetti organizzativo-gestionali delle Residenze Sanitarie Assistenziali: tale
studio si propone come un fattivo contributo a un obiettivo nazionale primario:
garantire livelli di ospitalità uniformi su tutto il territorio.
«Nel
confermare che la RSA rappresenta la collocazione residenziale dell'anziano e
del soggetto disabile non assistibili adeguatamente a domicilio, si sottolinea
come le Residenze facciano parte integrante della rete dei servizi territoriali
di primo livello.
«Ciò non
toglie però che le attività che vi si svolgono non siano adeguatamente
integrate con quelle del comparto sociale: pertanto la RSA si colloca in una
posizione particolare e sostanzialmente diversa sia delle unità operative ospedaliere
geriatriche, di riabilitazione e di lungodegenza, sia dalle attuali residenze
extraospedaliere (case di riposo, case albergo, ecc.) che hanno per gran parte
valenza sociale.
«Il processo
di integrazione fra sanitario e sociale si realizza a livello istituzionale
mediante protocolli d'intesa tra la U.S.L. e l'Ente locale, e/o con enti
privati con o senza scopo di lucro e il volontariato, nell'ambito della
normativa nazionale e regionale. Una soluzione ottimale per l'integrazione
della RSA con gli altri servizi è quella indicata dal DPCM 22.12.1989 e cioè
nella collocazione contigua alla RSA del Centro socio-sanitario di distretto
che garantisce servizi socio-sanitari a ciclo diurno destinati anche
all'anziano che vive in comunità. Non meno importante è anche una stretta
connessione funzionale tra la RSA e l'ospedale di riferimento: in particolare,
la collaborazione tra gli operatori delle due strutture facilita sia il
lavoro all'inferno dei due servizi sia la dimissione programmata, con
ripercussioni favorevoli anche sulla riduzione dei ricoveri ospedalieri
impropri e della durata delle degenze.
«I suddetti
indirizzi sono sviluppati nelle lineeguida che seguono e alle quali le SS.LL.
potranno fare riferimento nel rilanciare, sui fondi ex art 20 oggi
disponibili, i relativi programmi di attuazione che fino ad oggi non hanno
conseguito - in questo specifico settore - gli obiettivi auspicati».
LINEE-GUIDA
"INDIRIZZI SUGLI ASPETTI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI DELLE RESIDENZE
SANITARIE ASSISTENZIALI"
Premessa
Le modifiche al decreto legislativo 30 dicembre 1992
n. 502/92 introdotte con il decreto legislativo 7 dicembre 1993 n. 517/93,
l'approvazione del Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1994-1996, con
la relativa determinazione della spesa sanitaria secondo livelli uniformi di
assistenza, nonché le priorità di intervento, introdotte in relazione alle
modificazioni del quadro epidemiologico, impongono una complessiva
ridefinizione della funzione della rete dei servizi sanitari. In particolare
si richiede un maggiore sviluppo di presidi e servizi extraospedalieri per
rispondere alla domanda di riabilitazione e di lungo-assistenza espressa dagli
anziani, dai disabili e comunque dai soggetti non autosufficienti, non
curabili a domicilio.
La ridefinizione organizzativa dei servizi, per
essere in sintonia con le esigenze dei cittadini, deve basarsi su un continuum
di cure sanitarie e servizi sociali che rispondano alle esigenze poste dalla
collettività, ed in particolare a quelle di soggetti non autosufficienti i cui
bisogni sanitari sono inscindibili da quelli assistenziali e determinano
diversi gradi di dipendenza ai quali è necessario rispondere con offerte di
sostegno domiciliare, semiresidenziale e residenziale.
Nell'ottica dell'organizzazione dei servizi in una
rete funzionalmente integrata la tutela sanitaria si integra con l'assistenza
sociale, la solidarietà del volontariato e le cure familiari.
L'offerta coordinata ed integrata di prestazioni
sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali richiede però il rispetto di regole
tecniche, amministrative, finanziarie e gestionali che fissano per ciascun
livello istituzionale e per ogni struttura, compiti, risorse a disposizione,
responsabilità direzionali e operative.
Gli strumenti per la realizzazione dell'integrazione
delle attività delle strutture extraospedaliere, con le attività complementari
degli altri servizi delle USL, dei Comuni, di altri Enti trovano riferimenti
normativi negli artt. 23, 24 e 27 della legge 142/92.
Spetta alle Regioni disciplinare nell'ambito della
propria competenza ai sensi del 5° comma, art. 3 D.Leg.vo 502/92, le modalità
di attuazione di tale integrazione tra i servizi. Le R.S.A., infatti, vanno
inserite nella completa rete di servizi socio-sanitari già previsti dalle
leggi e regolamenti nazionali e regionali. In questo contesto di rete, la
R.S.A. è il fulcro residenziale extraospedaliero dell'assistenza alla persona
non autosufficiente. È necessario al riguardo tenere conto delle realtà
esistenti nelle diverse regioni e integrare quindi le strutture residenziali
esistenti con le nuove R.S.A. proposte a livello nazionale. Poiché non è
proponibile una soluzione che escluda di fatto l'esistente, le Regioni
potranno, quindi, tendere ad una graduale trasformazione delle strutture
presenti sul territorio in RSA, purché ne soddisfino i requisiti gestionali,
strutturali ed organizzativi. Inoltre al fine di garantire il rispetto delle
reali esigenze di un'utenza portatrice di gradi e tipologie diversificati di
non autosufficienza, risulta necessario, fermo restando una stessa tipologia
strutturale, diversificare le RSA in strutture finalizzate al mantenimento di
cui al punto 2.2 delle linee guida, e/o in strutture finalizzate alla cura e
al recupero di cui al punto 2.1 delle stesse linee-guida.
Compiti delle Regioni
È specifica competenza delle Regioni, ai sensi della
vigente normativa, provvedere alla riorganizzazione dei servizi ospedalieri e
di residenzialità extra-ospedaliera. Si forniscono di seguito indicazioni e
criteri di riferimento ai quali si invitano le Regioni ad attenersi perché sia
garantito nel settore un uniforme livello di assistenza su tutto il territorio
nazionale.
LA RETE DEI SERVIZI
L'ospedale
Il Presidio ospedaliero è struttura di diagnosi,
terapia e cura delle patologie acute, articolato per specialità di degenza
aggregate in aree omogenee e/o dipartimenti. La degenza si integra con i
servizi specialistici territoriali attraverso il day-hospital ed il
poliambulatorio.
L'evoluzione del quadro epidemiologico richiede per
l'ospedale un potenziamento di aree
tradizionalmente penalizzate dalla medicina per acuti: la geriatria e la
riabilitazione. II trattamento riabilitativo, il cui intervento è contemporaneo
0 immediatamente successivo
all'acuzie, va attivato in termini clinici intensivi per limitare il danno
invalidante delle patologie.
Va ricompreso nell'area ospedaliera il trattamento,
anche in regime di ricovero prolungato, delle patologie in fase terminale.
Esulano dal ricovero ospedaliero i trattamenti di
lunga assistenza e di riabilitazione prolungata per anziani e altri soggetti
non autosufficienti non curabili a domicilio, per i quali è necessario far
riferimento alla residenzialità extraospedaliera. Le case di cura private per
la lungodegenza, analogamente agli Ospedali pubblici, non potranno più essere
riferimento per trattamenti di lunga durata. Dovrà essere pertanto facilitata
ed agevolata la loro riconversione in RSA, ovvero in strutture polifunzionali
riservate alla riabilitazione e alla lungodegenza post-acuzie.
La residenza extraospedaliera
Le diverse tipologie di disabili, ivi compresi gli anziani
non autosufficienti, sono caratterizzati. dall'esistenza di deficit funzionali
derivati dalla perdita di capacità fisiche, psichiche o psico-fisiche, a
seguito di eventi morbosi (congeniti o acquisiti), che determinano sul piano
dei bisogni assistenziali situazioni di handicap e di dipendenza.
Le prestazioni da offrire in termini qualitativi e
quantitativi debbono quindi essere orientate a contrastare o compensare la
perdita di autonomia, che spesso si esprime nel soggetto disabile come
incapacità di permanere o rientrare al proprio domicilio.
La residenzialità extraospedaliera realizza le
prestazioni residenziali o semiresidenziali come risposta ai bisogni dei
portatori di handicap fisico e psichico, degli anziani e dei soggetti non
autosufficienti, non assistibili a domicilio.
L'assistenza residenziale extraospedaliera,
conseguentemente, si concretizza in una gamma di residenze che offrono diversi
gradi di assistenza sanitaria (nelle sue componenti mediche, infermieristiche
e riabilitative), accompagnata da prestazioni di tipo socio-assistenziale atte
a facilitare il collegamento ed il successivo, in alcuni casi solo potenziale,
reintegro nell'ambiente di provenienza.
Le caratteristiche delle residenze sono correlate
alla tipologia degli ospiti, al loro grado di dipendenza, alle potenzialità ed
ai tempi per il loro recupero psico-fisico. In tal senso la residenzialità
extraospedaliera può essere suddivisa in:
Strutture di riabilitazione per soggetti affetti da
minorazione fisica, psichica e sensoriale
In tali strutture, la riabilitazione di soggetti affetti
da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, dipendenti da qualunque causa,
si esprime attraverso un alto livello di tutela sanitaria, che concorre al
recupero funzionale della persona disabile, tramite prestazioni diagnostiche e
terapeutico-riabilitative che si avvalgono in maniera interdisciplinare di
apporti clinici, psicologici, pedagogici e sociali.
Le prestazioni di recupero e riabilitazione possono
essere erogate a tempo pieno, a carattere diurno, ambulatoriale, extramurale e
domiciliare.
Le prestazioni riabilitative hanno come obiettivo la
restituzione e il mantenimento del più alto livello di autonomia acquisibile,
nonché la limitazione del danno involutivo. Sono pertanto particolarmente
efficaci nei confronti di soggetti in età evolutiva e giovane-adulta ai quali
deve essere altresì assicurato l'accesso alle attività scolastiche e di
formazione o riqualificazione professionale.
Nel settore della riabilitazione si possono individuare
tre livelli di intervento che si caratterizzano per la complessità, la durata
e l'ambito sanitario di riferimento dell'assistenza richiesta:
a)
primo livello: fase acuta di pronto intervento, attuato in strutture
ospedaliere;
b) secondo livello: fase del massimo recupero
funzionale e del suo stabilizzarsi attuato in strutture o Centri di
riabilitazione;
c) terzo livello: fase di prevenzione dell'aggravamento
attuato al domicilio del paziente, o in sede ambulatoriale, o infine, per soggetti
non autosufficienti e non assistibili a domicilio nelle residenze sanitarie
assistenziali.
In termini normativi la funzione riabilitativa di
secondo livello rivolta alle minorazioni fisiche, psichiche e/o sensoriali,
dipendenti da qualunque causa, è disciplinata dall'articolo 26 della legge
833/78.
Apposite
linee-guida saranno emanate per le strutture o centri di riabilitazione.
Residenze sanitarie assistenziali (R.S.A.)
La RSA realizza un livello medio di assistenza
sanitaria (medica, infermieristica e riabilitativa) integrato da un livello
alto di assistenza tutelare ed alberghiera. È rivolta ad anziani non autosufficienti
e ad altri soggetti non autosufficienti, non assistibili a domicilio.
La RSA trova riferimento normativo nella legge 67/88
e nel DPCM 22.12.89. Si differenzia dalle strutture riabilitative di cui al
punto 2.1 per la minore intensità delle cure sanitarie e per i tempi più
prolungati di permanenza degli assistiti, che in relazione al loro stato
psico-fisico possono trovare nella stessa anche "ospitalità permanente".
Per quanto attiene gli aspetti strutturali ed organizzativi,
l'unità di base è il modulo o nucleo, composto di 20-25 posti per gli anziani
non autosufficienti e di 10-15 posti (secondo la gravità dei pazienti) per disabili
fisici, psichici e sensoriali, utilizzando in maniera flessibile gli stessi
spazi edilizi.
In
base alle loro condizioni psico-fisiche, sono ospiti delle R.S.A.:
- anziani non autosufficienti (in media 4 moduli da
20-25 soggetti, fino ad un massimo di 6 moduli). Nelle R.S.A. per anziani, di
norma, un modulo di 10-15 posti va riservato alle demenze;
-
disabili fisici, psichici e sensoriali (in media 2 moduli, massimo 3 da 10-15
soggetti).
Localizzazione
La RSA, in relazione alle particolari esigenze
determinate dalle condizioni psicofisiche delle persone che vi trovano
accoglienza vanno preferibilmente localizzate, soprattutto quelle di nuova
costruzione, in zone già urbanizzate, integrate con il preesistente contesto,
o ben collegate mediante mezzi pubblici a centri urbani, al fine di evitare
ogni forma di isolamento, difficoltà di incontro con le famiglie e di
allontanamento dall'ambito sociale di appartenenza. Di particolare interesse
risultano le iniziative di ristrutturazione o riconversione di edifici già
esistenti localizzati nei centri storici e la presenza di spazi verdi per
attività motorie e ricreative, dove possibile.
Tipologie edilizie e dimensioni delle RSA
Gli standard edilizi, dimensionali e qualitativi
previsti dal DPCM 29 dicembre 1989 per la realizzazione di strutture
Residenziali per anziani non autosufficienti valgono anche per le RSA per
soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali, per i quali
sono da prevedersi moduli più piccoli.
La struttura edilizia deve avere caratteristiche
(funzionali, tipologiche, spaziali, morfologiche, ecc.) il più possibile
assimilabili ad una unica matrice, rimandando invece alla sua capacità ricettiva,
alle diverse modalità di assistenza ed organizzazione interna, la oggettiva e
dovuta differenziazione a seconda delle esigenze degli ospiti.
L'indirizzo prevalente deve essere quello di
articolare le RSA per nuclei o moduli base, anche se di differente capacità
ricettiva, diversamente aggregabili tra loro, in modo da adeguarsi alle
diverse esigenze determinate dalla differente e/o mutata composizione degli
ospiti e garantire inoltre una buona flessibilità nell'organizzazione interna
e nelle modalità gestionali. Gli spazi abitativi avranno quindi gli stessi
standard dimensionali mentre differenti saranno le loro logiche aggregative, il
loro dimensionamento complessivo, i servizi erogati e gli standard di
personale.
Sul piano delle tipologie edilizie le residenze
sanitarie assistenziali utilizzano come moduli base:
- nuclei
elementari singoli per anziani non autosufficienti da 20 a 25 posti che
possono beneficiare anche dei servizi sanitari e sociali posti all'esterno;
- nuclei
elementari singoli per disabili fisici, psichici e sensoriali da 10 a 15
posti che possono beneficiare anche dei servizi sanitari e sociali posti
all'esterno.
Tali
nuclei, variamente aggregati ed articolati tra loro, danno origine:
- per soggetti anziani non autosufficienti, a sistemi
di più nuclei che non vanno di norma oltre gli 80 posti residenziali e che
possono arrivare (garantendo un'idonea separazione tra nuclei) fino ad un
massimo di 120 posti, in zone ad alta densità abitativa ed urbana. Tali
strutture sono dotate di propri servizi sanitari e sociali secondo la
composizione degli ospiti e con le adeguate connessioni con i servizi sanitari
e sociali esistenti sul territorio. In ogni struttura con nuclei in numero di
4, o superiori a 4, va garantita la presenza di un nucleo riservato alle
demenze;
- per disabili fisici, psichici e sensoriali, a sistemi
di 2 0 3 nuclei, secondo la gravità della patologia e quindi da 20 a 45 posti
residenziali.
Organizzazione per nuclei
L'organizzazione per nuclei consente di accogliere
anche nella stessa struttura residenziale gruppi di ospiti di differente
composizione senza peraltro determinare interferenze - data la relativa
autonomia dei servizi di nucleo -e salvaguardando tutti gli aspetti di
riservatezza personale. Nel contempo essa crea occasioni di socializzazione
spontanea all'interno del nucleo, nelle relazioni tra nuclei e nei rapporti
con i fruitori esterni del centro servizi a ciclo diurno, di cui la residenza
deve essere possibilmente dotata.
Oltre a garantire la migliore assistenza agli ospiti,
anche sotto il profilo gestionale, l'organizzazione per nuclei modulari e
dotati di servizi autonomi, appare essere la più idonea per un razionale
impiego del personale e per la utilizzazione delle risorse.
Area residenziale
L'area residenziale dell'ospite è costituita da
camere destinate fino ad un massimo di 4 ospiti, nei casi di particolari
esigenze strutturali ed assistenziali. Tale flessibilità consente di venire incontro
a particolari esigenze assistenziali od organizzative, anche di carattere
temporaneo che permettono, ad esempio, nella camera a due letti, di ospitare
un parente. Ogni camera deve essere dotata, come standard preferenziale, di bagno
autonomo. In ogni caso, a norma del D.P.R. n. 384/78, i servizi igienici
collegati alle camere, in numero minimo di uno ogni due camere in rapporto
comunque ad un numero massimo di quattro ospiti, dovranno essere
preferibilmente suddivisi in bagno ed antibagno con lavabi sia per permettere
una loro migliore fruizione da parte degli ospiti sia per facilitare il lavoro
del personale addetto.
Particolare attenzione va posta alla personalizzazione
ed al comfort di ogni camera; pertanto le caratteristiche ambientali e gli
arredi non devono avere l'asetticità propria degli spazi ospedalieri, ma
dovranno garantire le opportunità di scelta personale negli arredi. I
materiali, le finiture e i colori debbono essere luminosi e riproporre
modelli familiari. Le finestre devono essere ampie e consentire lo sguardo
all'esterno anche da posizione supina.
Aree di servizio, laboratori e spazi
per attività sociali
Le RSA debbono disporre di spazi per le attività di
servizio di ciascun nucleo e per le attività sanitarie curative e riabilitative
comuni (da collocare preferibilmente in un'area dei servizi sociosanitari a
ciclo diurno aperta anche alla fruizione della popolazione esterna) e di spazi
per attività di tipo ricreativo e di relazione sociale che rivestono
importanza fondamentale per il mantenimento dell'equilibrio psichico ed
emotivo dell'ospite.
Articolazione delle residenze
Le R.S.A. dovranno essere articolate in:
area abitativa
-
camere da 1, 2, 3 e 4 posti letto con relativi servizi igienici, dotati di
telefoni mobili;
servizi di nucleo (mediamente ogni 20-25 ospiti nel caso di anziani e
10-15 ospiti negli altri casi)
-
soggiorno / gioco / TV, dotati di telefoni (spazi non chiusi, articolati,
ecc.)
-
cucinetta
-
saletta pranzo (anche contigua al soggiorno)
-
bagno assistito
-
sala medica e locale di controllo personale con servizi igienici
-
sala deposito per attrezzature, carrozzelle, materiale di consumo, ecc.
-
sala deposito per biancheria sporca, lavapadelle, ecc.
-
armadi per biancheria pulita;
servizi di
vita collettiva per l'intera struttura
- ingresso con portineria, posta e telefono
- ufficio amministrativo
-
servizi igienici
-
soggiorno polivalente
-
angolo bar
-
mensa
-
locale per le attività occupazionali
-
cappella per il culto
-
locale per il parrucchiere, barbiere.
La dimensione dei servizi di vita collettiva deve
variare in rapporto al presumibile numero di utenti esterni alla struttura;
servizi sanitari per l'intera struttura
-
sala visita
-
locale per fisiochinesiterapia
-
locale per servizio di podologia
-
palestra, spogliatoio, deposito
-
servizi igienici.
Qualora i servizi fossero aperti ad esterni (cosa
questa fortemente auspicabile) dovranno essere proporzionalmente potenziati e
dimensionati sul probabile bacino d'utenza;
servizi generali per l'intera struttura
-
cucina, dispensa e locali accessori
-
lavanderia e stireria
-
spogliatoio del personale con servizi igienici
-
magazzini
-
camera ardente con accesso dall'esterno
-
deposito materiale sanitario
-
deposito pulito
- deposito sporco
- deposito attrezzature.
Nel caso che alcuni servizi siano gestiti in appalto
esterno i relativi locali potranno di conseguenza essere ridimensionati.
Standard dimensionali
Gli standard dimensionali di riferimento per la
realizzazione delle R.S.A. possono essere determinati nelle misure che seguono
tenendo presente che gli stessi sono da considerare netti, in quanto fanno
riferimento a superfici utili per lo svolgimento delle funzioni specifiche:
a)
la superficie totale utile funzionale della struttura è fissata in mq. 40-45
per ospite;
b)
per le camere, valori minimi (bagno escluso) :
- mq. 12 per una persona
- mq. 18 per 2 persone
-
mq. 26 per 3 persone
-
mq. 32 per 4 persone;
c) per il servizio igienico (ogni 2 camere e fino ad
un massimo di 4 ospiti): da 4 a 5 mq. costituito da:
-
1 locale con water e bidet
-
1 antilocale con 2 lavabi;
d) le restanti aree dì attività e di servizio dovranno
essere dimensionate nel computo complessivo dei 40-45 mq per ospite. Da
ricordare a tale proposito che la flessibilità richiesta nella utilizzazione
dei nuclei (e quindi lo stesso dimensionamento sia per quelli da 20-25 ospiti
che per quelli da 10-15) comporterà un aumento della metratura, ampiamente
però compensata dalla possibilità di una diversa utilizzazione della struttura
stessa.
Nel caso di strutture preesistenti e di ristrutturazioni
sono accettabili misure in eccesso o in difetto entro il 20% degli standard di
riferimento.
Fruibilità degli spazi
La condizione degli ospiti di una R.S.A. è tale da
richiedere la completa eliminazione delle barriere architettoniche e
l'introduzione di misure di sicurezza nella utilizzazione degli spazi. Di
conseguenza gli spazi vanno resi agevolmente fruibili ed in piena sicurezza da
tutti gli ospiti, indistintamente.
Tali criteri mirano a consentire alle persone con
maggiore autosufficienza di godere di adeguati spazi di relazione per migliorare
la propria condizione di vita e alle persone non autosufficienti di disporre
degli spazi necessari alle manovre dei diversi sussidi indispensabili alla
deambulazione e alle attività di servizio degli operatori al letto degli
assistiti, oltre che alle attività ricreative e di socializzazione.
Il requisito della fruibilità va inteso in senso
ampio, come possibilità di accesso fisico e visivo agli spazi, di intervento
autonomo su alcuni fattori ambientali, di identificazione immediata dei luoghi
e percorsi.
Importante, infine, la cura degli spazi esterni che
costituiscono il paesaggio con il quale gli ospiti si relazionano
quotidianamente e che possono diventare - se progettati ed attrezzati
opportunamente - luogo di soggiorno, svago e contatto con la natura.
Concezione architettonica degli spazi
II rispetto della condizione degli ospiti accolti
nelle RSA e le esperienze nazionali ed estere suggeriscono concezioni
architettoniche e soluzioni progettuali di spazi privati e personalizzati
articolati per piccoli nuclei di ospiti, di dimensioni modulari e locali
comuni per attività varie.
Alcuni servizi di vita collettiva (mensa, bar,
soggiorno polivalente, ecc.) per il valore sociale e simbolico che rivestono,
vanno collocati in posizione baricentrica rispetto all'intera struttura ed
aggregati in modo da costituire un nucleo funzionale di servizi che assuma le
caratteristiche di uno spazio di riferimento. È opportuno che tali spazi siano
articolati ed organizzati in aree che propongano situazioni aggregative tali da
favorire una socializzazione a carattere più intimo e familiare. È infine
auspicabile che le camere di residenza siano dislocate attorno a questi spazi
sottolineandone in tal modo la "centralità".
Nel loro insieme le soluzioni debbono configurare un
tessuto abitativo articolato in cui siano presenti, accanto alle camere, zone
dedicate alle relazioni sociali, collegamenti tra le varie aree per agevolare
la mobilità dei presenti e spazi riservati ad attività occupazionali e di laboratorio
per impegnare fattivamente gli ospiti secondo le loro esperienze ed
attitudini.
È auspicabile, ove possibile e soprattutto nei casi
di ristrutturazione di edifici in centri urbani, la previsione di ulteriori
spazi da dare in gestione "all'esterno" (negozi, servizi, ecc.) tali
da accentuare l'integrazione della struttura con il contesto urbano.
Sicurezza, riservatezza
All'interno delle RSA una particolare attenzione va
posta al contemperamento tra le esigenze di assistenza e di prevenzione degli
infortuni domestici e il rispetto della riservatezza degli ospiti.
Una importanza particolare riveste il problema
dell'orientamento e pertanto la distribuzione planimetrica e la volumetria
dell'edificio dovranno essere progettate in modo da risultare di per sé fortemente
orientanti. Il sistema segnaletico va inteso non solo come grafica e/o simboli,
ma come un sistema integrato (materiali, colori identificativi dei vari
percorsi, luci, piante, ecc.) che faciliti la riconoscibilità dei luoghi e dei
percorsi. A tale fine può risultare utile verificare il sistema di segnaletica
con coloro che lo utilizzano. L'uso di tecnologie adeguate (quali sistemi di
allarme personale, rilevatori di vario genere, cerca-persone, ecc.) è misura
di auspicabile applicazione, sempre però nel rispetto della riservatezza e
della personalità degli ospiti.
È ovviamente obbligatorio l'impiego di materiali
conformi alle norme di sicurezza, soprattutto antincendio, e l'assoluto
rispetto delle normative vigenti.
ASPETTI GESTIONALI E CRITERI PER LA DETERMINAZIONE
DEI COSTI NELLA RSA
Vengono riportati gli elementi metodologici per una
ipotesi di calcolo dei costi di gestione. Tali elementi valgono sia nel caso di
RSA a gestione diretta sia nel caso di RSA private in convenzione.
Per individuare correttamente i costi delle RSA,
dovranno essere considerate le funzioni in essa esplicate che sono comuni alle
due tipologie considerate:
a) RSA per anziani non autosufficienti;
b) RSA per disabili.
Da un punto di vista funzionale si possono riconoscere
nella RSA quattro macrolivelli omogenei di costi e più precisamente:
- costi edilizi (investimento e manutenzione
edilizia, impiantistica e tecnologica)
- costi alberghieri e generali - costi assistenza
sanitaria
- costi assistenza sociale a rilievo sanitario.
Le voci da prendere in considerazione per ogni
funzione sono le seguenti:
Costi edilizi (investimenti e manutenzione):
- ammortamento dei costi di investimento (in caso di RSA
in rapporto di convenzione)
- manutenzione ordinaria (edilizia o impiantistica)
- manutenzione tecnologica
- manutenzione straordinaria (in caso di gestione
diretta).
Costi alberghieri e generali
Funzioni alberghiere: ristorazione / preparazione
pasti; lavanderia e guardaroba; pulizia ambienti.
Funzioni di Amministrazione e Direzione: attività di
coordinamento; attività di amministrazione/gestione; valutazione qualità
dell'assistenza; spese generali.
Costi assistenza sanitaria
Funzioni sanitarie: assistenza infermieristica;
assistenza medica; assistenza riabilitativa; assistenza e consulenza
specialistica (geriatrica, psichiatrica, ecc.).
Costi assistenza sociale a rilievo
sanitario
Funzioni assistenziali: igiene personale e necessità
fisiologiche; aiuto svolgimento attività quotidiane, compreso consumo cibi;
cura della persona e del suo aspetto.
Funzioni di animazione, socializzazione e assistenza
psicologica: attività ricreativa/culturale e creativa; attività motoria.
Il rapporto tra ogni voce ed il corrispondente costo
avviene sulla base di due distinte modalità:
a) per quanto concerne i costi edilizi, le funzioni
alberghiere e le funzioni sanitarie, ad ogni voce deve corrispondere
direttamente ed immediatamente il costo relativo;
b) per quanto concerne le altre voci (funzioni di
amministrazione e direzione, funzioni assistenziali, animazione e assistenza
psicologica) la possibilità di identificare i costi consegue ad un loro
"incrocio" con varie figure professionali, essendo talune di queste
impegnate in misura percentuale differenziata in rapporto a più di una delle
voci considerate.
Determinazione del fabbisogno di
risorse umane
L'analisi dei fabbisogni determinata in base alla
tipologia degli assistiti scaturisce dalle funzioni esplicate dalla singola
RSA. Sono infatti le diverse "condizioni" degli ospiti che determinano
gli specifici fabbisogni assistenziali e quindi le unità di personale.
II fabbisogno di risorse umane dovrà essere
determinato in base alle tipologie degli ospiti allo scopo di garantire una
offerta idonea. Occorre impostare una metodologia di analisi fondata su un
approccio più marcatamente fenomenologico/operativo, tendente a modulare le
dinamiche gestionali in rapporto alle diverse condizioni di bisogno.
Si
tratta di procedere distintamente, per le diverse tipologie, a due adempimenti:
- descrivere con sufficiente dettaglio quali siano
nell'ambito di una giornata/tipo di lavoro i momenti assistenziali ricorrenti
e/o straordinari che scandiscono il rapporto tra operatore e ospite nonché
quali siano gli adempimenti non direttamente assistenziali (di natura
individuale e/o collettiva) che gli operatori debbono garantire;
- stimare la quantità di tempo/lavoro necessario per
ogni figura professionale della struttura.
Questa impostazione consente di non fare una mera
operazione contabile, finalizzata solo al contenimento dei costi, ma anche a
garantire la quantità e qualità dell'assistenza necessaria. Per raggiungere
questo risultato occorre dotarsi di un apposito strumento finalizzato a
correlare le diverse variabili che debbono essere fatte interagire nel lavoro
di descrizione/analisi/valutazione. È opportuno quindi impostare uno schema a
"matrice" per porre in evidenza le diverse attività delle figure
professionali nel loro rapporto con l'ospite.
Premessa indispensabile alla predisposizione di tale
"matrice" è la conoscenza, contestuale ad ogni realtà locale, della
gravità della condizione che si riscontra "mediamente" in riferimento
ad ognuna delle due tipologie di ospiti considerati (anziani non
autosufficienti e disabili). Pertanto lo standard massimo del personale potrà
essere applicato solo in presenza di condizioni particolarmente gravi in quasi
tutti i soggetti ospitati nelle RSA.
Una
volta comunque individuati i tempi di assistenza si possono ricavare i reali
fabbisogni di
personale in termini di unità di addetti, tenendo,
peraltro, ben presente che nell'analisi vanno considerate attentamente le
diverse variabili connesse a:
-
il lay-out degli spazi;
- la qualità ed il tipo di strumenti operativi (tecnologie
di supporto complessivamente a disposizione per l'esercizio delle varie funzioni);
- le dimensioni della RSA (numero dei posti); - le
caratteristiche strutturali e organizzative;
- il mix di ospiti che si prevede di assistere;
- l'organizzazione del lavoro;
-
il tipo di gestione dei servizi (diretta, in appalto, ecc.);
-
il tipo di contratto per le diverse figure di personale;
- il rapporto percentuale tra orario lavorativo e
tempo effettivo di contatto con il paziente per figura professionale.
Altri fabbisogni
Da questa elaborazione è possibile ricavare sia le
esigenze quantitative di personale per soddisfare i fabbisogni di assistenza
sanitaria e non, sia le relative necessità di beni strumentali.
Per le voci da considerare si rinvia al prospetto
"Riepilogo delle voci di costo" riportato nel seguente punto.
Determinazione dei costi
L’“universo” delle variabili che concorrono a
determinare il complesso degli oneri di gestione della RSA considerata può
essere determinato con il seguente schema di analisi dei costi.
Riepilogo delle voci di costo
1°
Costo del personale
2°
Spese di amministrazione
assicurazioni
postali,
telegrafiche, telefoniche
stampati
abbonamenti
a giornali, libri e riviste
elaborazione
dati
tesoreria
tecniche
e legali
imposte,
tasse e licenze
3°
Spese generali
acqua,
energia elettrica, gas
lavanderia
e guardaroba
riscaldamento
e combustibili
pulizie
e disinfezione
adesioni
ed associazioni e convegni
materiale
per animazione e tempo libero
divise
del personale
spese
per trasporti
attrezzatura
minuta
rifiuti solidi urbani e speciali
4° Vitto
5°
Spese sanitarie e farmaceutiche
6°
Manutenzione ordinaria
Totale
costi di gestione
7° Manutenzione straordinaria e rinnovo attrezzature
Nel caso di gestione affidata in convenzione a
strutture private, questa voce deve essere sostituita dalla voce
"ammortamenti".
8°
Oneri finanziari
Totale
costi
Il riepilogo di cui sopra non rappresenta uno schema
di contabilità per "centri di costo" (così come è previsto dal
D.Leg.vo n. 502/92 e successive modificazioni), soluzione cui peraltro si
dovrà nel tempo pervenire. Un conto economico articolato per centri di costo
può essere ipotizzato incrociando le "funzioni" presenti in una RSA
con i diversi tipi di "risorse" che consentono lo svolgimento delle
stesse.
È opportuno far ricorso ad una "matrice"
nella quale far confluire i dati sopra riportati. La matrice consente anche di
procedere all'individuazione della quota di costo a carico del FSN e di quella
a carico dell'Ente locale e/o dell'ospite.
A questo scopo si possono individuare tre categorie
cui imputare i diversi costi delle rispettive funzioni riportate nella
"matrice":
- categoria 1: costi totalmente sanitari, riferibili
alle voci assistenza sanitaria e funzioni assistenziali;
-
categoria 2: costi totalmente non sanitari riferibili alla voce funzioni
alberghiere;
- categoria 3: costi non riconducibili integralmente
ad una delle due categorie sopraindicate, riferibili alle voci costi edilizi,
funzione di amministrazione e direzione e funzione di animazione,
socializzazione e assistenza psicologica.
Per
la categoria 3 occorre procedere in maniera distinta.
Per quanto riguarda la voce "costi
edilizi", relativa all'ammortamento ed alle manutenzioni, sembra
opportuno ripartire i costi a metà, e quindi una quota del 50% va a carico del
FSN.
Relativamente alle voci "funzione di amministrazione
e direzione" e "funzione di animazione, socializzazione e assistenza
psicologica", è nota la difficoltà di rinvenire un criterio certo e definitivo
per la reale ripartizione tra la quota sanitaria e quella non sanitaria. La
proposta di standardizzazione che segue sembra essere sufficientemente
adeguata.
Per le predette voci (funzione di amministrazione e
direzione e funzione di animazione, socializzazione e assistenza psicologica)
la definizione della quota gravante sul FSN si può ottenere procedendo
anzitutto a calcolare sia l'incidenza dei costi totalmente sanitari (categoria
1) sia l'incidenza dei costi totalmente non sanitari (categoria 2) rispetto alla
somma dei costi delle due categorie.
La formula "costi
categoria 1" x 100
(“costi
categ. 1” + “costi cat. 2”)
fornisce l'indice percentuale dei costi sanitari.
La formula "costi
categoria 2" x 100
(“costi
categ. 1” + “costi cat. 2”)
fornisce l'indice
percentuale dei costi non sanitari.
Tali valori percentuali dovranno essere applicati
alle voci funzione di amministrazione e direzione e funzione di animazione,
socializzazione e assistenza psicologica per ricavare l'importo dei costi
sanitari e di quelli non sanitari.
Costi di gestione
La
ripartizione che si propone è la seguente:
1.
Costi totalmente sanitari
1.1.
Personale
-
infermiere professionale
-
terapista riabilitazione
-
assistente di base
-
medico di base
-
medico geriatra
-
medico fisiatra
-
psicologo
-
assistente di base coordinatore
-
medico di base coordinatore
-
podologo
1.2.
Medicinali e presidi sanitari
1.3.
Ogni altra prestazione diagnostica-curativa
2.
Costi totalmente non sanitari
2.1.
vitto
2.2.
lavanderia
2.3.
pulizie
3.
Costi misti (in parte sanitari e in parte
non)
3.1.
Personale
- terapista occupazionale
- responsabile di struttura
- amministrativo
-
parrucchiere
3.2.
Assicurazioni
3.3.
Spese generali
3.4.
Materiali di consumo e piccole attrezzature
4.
Costi misti
4.1.
manutenzione ordinaria
4.2.
manutenzione straordinaria
4.3.
ammortamenti.
Partecipazione alle spese
In base all'analisi della normativa regionale, si può
affermare che l'indirizzo prevalente è quello di prevedere l'assunzione da
parte dell'utente delle spese alberghiere e sociali, essendo quelle sanitarie
a carico dell'USL.
In caso di reddito insufficiente, è previsto l'intervento
dei familiari o del Comune di residenza. In alcuni casi è previsto altresì che
la partecipazione dell'utente abbia inizio dopo il secondo mese di permanenza
nella RSA se l'assistito proviene da una fase di malattia acuta in ospedale e
l'avvio in RSA rappresenta una fase riabilitativa prima del ritorno a
domicilio.
Sempre
in tema di quota a carico dell'ospite, si fa presente che:
- nel caso che l'ospite risulti non autosufficiente
e indigente, si può disporre in genere della indennità di accompagnamento
prevista per gli invalidi civili. Sarà necessario, peraltro, prevedere una via
preferenziale per il riconoscimento di invalidità civile per soggetti non autosufficienti
ricoverati presso RSA;
- nel caso di paziente con pensione adeguata, si può
prevedere l'acquisizione di parte della pensione, ad esempio un importo massimo
dell'80% della stessa fino a copertura delle spese, fatta salva la
disponibilità di una quota per spese personali (ad es. L. 200.000 mensili);
- nel caso che non risultino introiti sufficienti,
fermo restando quanto ai punti precedenti, la somma restante sarà a carico dei
familiari o dei servizi socio-assistenziali del Comune di residenza.
La Residenza assistenziale
La Residenza assistenziale si pone al di fuori delle
strutture del Servizio Sanitario Nazionale. Essa si esprime attraverso diverse
forme di residenzialità collettiva (case di riposo, case albergo, comunità
alloggio, ecc.). È caratterizzata da diversi livelli di protezione sociale e di
assistenza tutelare offerta ad anziani autosufficienti non bisognosi di
assistenza sanitaria specifica.
Nella residenza assistenziale le prestazioni di medicina
generale, attività infermieristiche e riabilitative sono assicurate dai
servizi sanitari distrettuali.
I costi dell'ospitalità nella residenza assistenziale
non sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale che assicura esclusivamente
le prestazioni sanitarie erogate attraverso il distretto.
(1) II nostro commento sulle linee
guida è riportato nell'editoriale di questo numero "Le residenze sanitarie
assistenziali: un ghetto secondo l'ex Ministro Garavaglia».
www.fondazionepromozionesociale.it