UN ORDINE
DEL GIORNO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TORINO SULL'INSERIMENTO LAVORATIVO DEGLI
HANDICAPPATI
Pubblichiamo
l'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio comunale di Torino
nella seduta del 9 maggio 1994 sull'inserimento al lavoro degli handicappati
con capacità lavorativa piena o ridotta.
L'o.d.g. è
frutto dell'azione intrapresa dal CSA, Coordinamento sanità e assistenza fra i
movimenti di base, che riassumiamo brevemente, per sottolineare i risultati
che il volontariato promozionale può conseguire purché siano definiti gli
obiettivi e costante sia l'impegno.
Innanzitutto
è metodo del CSA concordare fra tutte le organizzazioni aderenti una
piattaforma, che viene puntualmente presentata ad ogni rinnovo delle
amministrazioni pubbliche (Regione, Comune, Provincia, ecc.) e che, fra
l'altro, prevede precise richieste in materia di formazione professionale e
di lavoro per gli handicappati in grado di svolgere attività produttive,
compresi quelli intellettivi (cfr. Prospettive
assistenziali, n. 93, gennaio-marzo
1991).
Il primo
passo è consistito in una serie di incontri con il Sindaco e l'Assessore
competente per tutti (quindi anche per i cittadini handicappati) in materia di
lavoro. Due le preoccupazioni avanzate dal CSA:
- il pericolo
che la crisi economica fosse usata come ulteriore pretesto per non inserire gli
handicappati nel mondo del lavoro, benché ciò venga richiesto, ovviamente,
per coloro che possono essere avviati in quanto, nonostante la minorazione,
hanno una loro capacità lavorativa, anche se - per alcuni soggetti - ridotta ma
pur sempre proficua;
- evitare
l'esclusione degli handicappati dalle iniziative e dai finanziamenti (del
Comune, della Regione, dei Ministeri, della CEE) finalizzati alla creazione di
nuovi posti di lavoro.
Per tali
ragioni, e consapevoli della difficoltà oggettiva del momento, si è ritenuto
necessario coinvolgere non solo l'assessore direttamente interessato, ma tutte
le parti sociali e politiche che potessero concorrere alle decisioni e alle iniziative
concernenti l'occupazione.
In mancanza
di assicurazioni scritte da parte del Comune, per quanto concerneva la riserva
di posti di lavoro anche per gli handicappati, il CSA ha quindi ritenuto
opportuno promuovere una manifestazione davanti al Municipio di Torino (cfr.
“Il manifesto per l'occupazione degli handicappati”; in Prospettive assistenziali, n. 105, gennaio-marzo 1994), tenutasi il 21 dicembre 1993, con
l'adesione delle associazioni di volontariato, delle organizzazioni di
handicappati e dei genitori dei giovani con handicap intellettivo che frequentano
i corsi di formazione professionale prelavorativa del Comune di Torino. Scopo
della manifestazione era la sollecitazione rivolta al Comune di assumere
iniziative concrete in difesa del diritto al lavoro di questi cittadini.
Le
sollecitazioni sono state altresì rivolte alle organizzazioni sindacali, che
proprio in quei giorni avevano promosso una marcia per il lavoro, dimenticandosi
però che tra i disoccupati vi erano - e vi sono - anche centinaia di
handicappati.
La
manifestazione ha prodotto un primo positivo ordine del giorno, ancora però
generico sul piano degli impegni che il Comune, in prima persona, poteva
assumere.
Il CSA, le
altre organizzazioni ed i genitori dei giovani handicappati intellettivi hanno
pertanto continuato nei mesi successivi ad inviare lettere al Presidente del
Consiglio comunale perché organizzasse una seduta aperta alla cittadinanza sul
tema del lavoro per gli handicappati. L'iniziativa ha ottenuto l'appoggio dei
Sindacati regionali CGIL-CISL-UIL.
Anche a
seguito delle pressioni esercitate tramite la stampa locale, le televisioni e
le radio private, la Presidenza del Consiglio comunale di Torino ha promosso
un incontro che ha avuto luogo il 21 aprile 1994 al quale sono intervenuti il
Sindaco, l'Assessore competente in materia di lavoro e di formazione
professionale, numerosi componenti della Giunta, Consiglieri di maggioranza e
minoranza, Rappresentanti della lll e della IV Commissione del Consiglio comunale,
il Direttore dell'Ufficio di collocamento, i Rappresentanti dell'Agenzia per
l'impiego, della Confindustria, le Organizzazioni delle piccole imprese, dei
commercianti, degli artigiani, del mondo della cooperazione, dei sindacati
CGIL-CISL-UIL e delle Associazioni degli handicappati.
Va
evidenziato che la partecipazione è stata molto numerosa e che tutti gli
interventi hanno riconosciuto che vi sono handicappati in grado di realizzare
una capacità lavorativa (piena o ridotta) e che pertanto è doveroso assicurare
il loro diritto al lavoro.
Ovviamente
diverse sono le attese degli imprenditori nei confronti del Comune e numerose
le distorsioni che impediscono la realizzazione degli avviamenti al lavoro,
prima fra tutti l'inadeguatezza della legge 482/1968. Ne ricordiamo solo í due
aspetti più evidenti:
- la
mancanza di un servizio specifico del Comune di Torino che assicuri il
collocamento mirato delle persone handicappate e il necessario appoggio nella
fase iniziale dell'inserimento;
- l'assenza di
incentivi alle aziende per favorire l'occupazione, incentivi che devono essere
erogati con l'introduzione di criteri diretti a favorire l'inserimento
lavorativo degli handicappati con capacità lavorativa ridotta.
Infine,
l'ultimo aspetto che ci preme sottolineare, perché non ancora acquisito, è che
tutte le richieste e gli impegni conseguenti ripresi nell’o.d.g. coinvolgono
l'Assessore al lavoro e non quello dell'assistenza, come solitamente si usa
purtroppo fare quando si tratta di interventi rivolti a persone colpite da
handicap.
Naturalmente
siamo consapevoli che l'o.d.g. non è sufficiente ad assicurarci le assunzioni
richieste dal CSA e sarà quindi compito dello stesso continuare a vigilare
perché ne siano rispettati i contenuti. Al riguardo, è indispensabile che le
organizzazioni sindacali assumano il loro insostituibile ruolo di
contrattazione con le aziende pubbliche e private anche a favore degli handicappati.
TESTO DELL'ORDINE DEL GIORNO
PREMESSO
- che è interesse del Comune di Torino promuovere
l'inserimento al lavoro del maggior numero di persone con handicap fisici o
intellettivi, in primo luogo di quelle preparate con i propri corsi di
formazione professionale e prelavorativa;
- che le persone in oggetto hanno una riduzione
della capacità lavorativa, che comunque assicura una resa produttiva certa e
continua comprovata dall'esperienza realizzata nei tirocini di lavoro;
SI CONVIENE
- che è compito istituzionale dell'Assessore alla
qualità della vita, per la delega in materia di lavoro che gli compete,
attivare tutte le iniziative che riguardano l'occupazione di questi cittadini,
al pari di tutti gli altri, che si trovano in situazione analoga di
disoccupazione.
A seguito del dibattito e delle proposte emerse nel
corso dell'incontro del 21 aprile 1994 il Consiglio comunale
IMPEGNA
la Giunta comunale e
l'Assessore alla qualità della vita a:
1) deliberare l'assunzione presso i propri uffici di
persone con handicap fisici o intellettivi aventi una limitata autonomia,
promuovendo le seguenti iniziative:
a) individuazione nell'ambito della propria pianta
organica (da definire entro il 30 giugno 1994) di mansioni idonee per
handicappati con limitata autonomia, con particolare riguardo agli handicappati
intellettivi;
b) attivazione della Convenzione necessaria con
l'Ufficio provinciale del lavoro in base a quanto stabilito dall'art. 42 decr.
leg. n. 29/1994 e successiva direttiva del Presidente del Consiglio dei
ministri (1.12.1993);
2) attivare analoga iniziativa presso le Aziende
municipalizzate e gli Enti - compresi quelli economici - nei quali il Comune
di Torino ha propri rappresentanti;
3) compiere gli atti di competenza in modo che possa
essere attuata la delibera già predisposta con l'Unione industriale e l'API
per l'avvio di una procedura sperimentale di collocamento al lavoro mirato di
handicappati intellettivi ridefinendo la quantità delle possibili assunzioni
ed i tempi di attuazione;
4) costituire un tavolo di concertazione al fine di
censire le aziende alle quali è possibile proporre assunzioni di handicappati
fisici o intellettivi (con piena e/o ridotta capacità lavorativa) in quanto:
- concorrono agli appalti in base alla legge 109/1994
"Legge quadro in materia di lavori pubblici", sono pertanto soggette
al rispetto della legge 482/1968 sul collocamento obbligatorio degli
handicappati;
- hanno regolari rapporti con i1 Comune di Torino e
possono, quindi, anche una tantum, avviare assunzioni di handicappati, anche
se non sono soggette all'obbligo della legge 482/68;
- rientrano nei finanziamenti (CEE, Ministero del
lavoro, Regione) previsti per promuovere posti di lavoro finalizzati
all'avviamento al lavoro di cittadini in particolari situazioni (ad es.
finanziamenti CEE destinati alle aree in declino industriale e quelli previsti
dalle leggi regionali n. 28/ 84, n. 44/88, n. 28/93);
-
partecipano ai progetti Tecnocity (750 in Piemonte, 12 mila miliardi);
- rientrano tra quelle aziende che richiedono
contratti di formazione lavoro: si chiede almeno 1 assunzione ogni 20 richieste
di CFL da parte della stessa impresa, anche se realizzate in più volte.
Per tutti gli avviamenti di cui sopra si rammenta la
facoltà di avvalersi degli articoli 5 e 17 della legge 56/1987 che permette la
chiamata nominativa e il collocamento mirato delle persone da avviare, purché
sia realizzato l'inserimento previo progetto concordato tra le parti sociali.
5) prevedere quote di assunzioni di handicappati con
ridotta capacità lavorativa nell'ambito dei cantieri di lavoro e delle
iniziative attivate per favorire l'occupazione nei lavori socialmente utili
(almeno il 5%);
6) valutare ogni possibilità di affidare in appalto
alle cooperative sociali secondo quanto previsto dalla legge 381/91 - lavori
che possono favorire l'assunzione di persone handicappate attualmente destinate
ad altre imprese.
Il Consiglio comunale,
CONSIDERATA
l'inadeguatezza della attuale legge 482/1968 che
impone alle aziende il collocamento al lavoro della persona handicappata senza
tenere conto sia delle capacità della persona che delle esigenze delle imprese,
RITIENE
inderogabile deliberare l'istituzione presso
l'Assessorato al lavoro del Comune di Torino del Servizio di inserimento
lavorativo che, d'intesa con ]'Ufficio di collocamento, avrà il compito di
curare l'avviamento al lavoro delle persone handicappate.
Infine,
in applicazione delle indicazioni emerse nel corso dell'assemblea del 21
aprile 1994,
CHIEDE
che:
- per la promozione dell'inserimento al lavoro degli
handicappati intellettivi con ridotte capacità lavorative sia rinnovata
l'intesa sui corsi prelavorativi tra il Comune di Torino (Assessorato al
lavoro e formazione professionale), le Organizzazioni sindacali, il CSA che ha
promosso i corsi prelavorativi e fornito consulenza tecnico-scientifica nella
fase di avvio dei corsi, le Associazioni di tutela, con la presenza dei
rappresentanti delle parti prevista in ogni fase dei lavori, dalla valutazione
dell'utenza in ingresso alla verifica dell'andamento dei corsi e loro fase
finale;
- sia promossa una iniziativa presso la Regione
Piemonte affinché gli incentivi previsti per incrementare l'assunzione di
soggetti deboli rispetto al mercato del lavoro, considerino le differenze che
sussistono a seconda se il soggetto interessato è in grado di esprimere una capacità
lavorativa piena o ridotta, e, conseguentemente, prevedendo interventi più
sostenuti a favore di questi ultimi. Il Comune di Torino si impegna a prevedere
l'adozione di analoghi criteri nell'erogazione dei propri incentivi;
- siano assunte le iniziative necessarie presso il
Consiglio dei ministri perché sia modificata la circolare del 1° dicembre 1993
in quanto non favorisce l'avviamento al lavoro degli handicappati
intellettivi, con la percentuale del 67% prevista;
- sia recepito il testo unificato delle proposte di
modifica della legge 482/68 (fermo da due legislature), chiedendone una
tempestiva approvazione.
Il
Consiglio comunale
IMPEGNA
altresì la III Commissione a promuovere incontri con
le parti sociali interessate alla riforma della legge sul collocamento
obbligatorio (Organizzazioni sindacali, Associazioni), al fine di predisporre
un documento da affidare ai Parlamentari torinesi per un loro concreto
intervento per la rapida approvazione della legge.
Infine
il Consiglio comunale
SI IMPEGNA
a verificare entro sei mesi
i risultati conseguiti.
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