Notizie
CONVEGNO
SULL'ADOZIONE
II 24 e 25 novembre 1994 si terrà a Verona,
organizzato dalla ULSS 25 della Regione Veneto, Settore sociale, un convegno
sul tema "L'adozione in bianco e nero. Esperienze e professionalità a
confronto. Presentazione di una ricerca su sei anni di adozione nazionale ed
internazionale nella Provincia di Verona».
II convegno è promosso dagli Operatori dei consultori
familiari delle ULSS 24, 25, 26, 27, 28 e 33 della Regione Veneto.
L'iniziativa è rivolta ai professionisti che lavorano
nel campo dell'adozione ed avrà luogo presso il Centro medico-culturale
"G. Marani", Via San Camillo de Lellis 1, Verona.
Per ulteriori informazioni rivolgersi alle dott.sse
Convertinì (045-80.55.05) e Scudellari (045-772.15.35).
DANZANO
INSIEME HANDICAPPATI E NON
Dal numero di maggio 1994 di "NO LIMITS",
rivista mensile "dedicata all'estremo" (Via Corridoni 11, 20122
Milano, tel. 02-76.00.52.05, fax 02-76.00.71.74) riportiamo integralmente una
interessante esperienza di una attività svolta insieme da handicappati e non.
«Buio e tensione nella sala londinese della Queen Elizabeth Hall. Una tensione più
forte di quella che precede una normale rappresentazione: il pubblico sa che
non assisterà a uno spettacolo tradizionale. Passi di danza inconsueti,
anomali: effetti coreografici sorprendenti, ma soprattutto danzatori insoliti,
"diversi" da quelli che normalmente calcano questo prestigioso
palcoscenico. È di scena la giovane compagnia di ballo CandoCo (il debutto
ufficiale risale al 1992), da molti considerata come una delle più innovative
compagnie di danza contemporanea.
«Can-do, puoi farlo: già nel nome un'indicazione
della filosofia che anima il gruppo, un cenno al tipo di danza che propone,
lontana dalla tradizione romantica ottocentesca, ma anche da quella acrobatica
americana ora emergente. I riflettori illuminano gli otto elementi: corpi che
si uniscono e disperdono, personalità che emergono, eleganti volteggi in un
lento gioco di braccia, gambe, ruote metalliche. Il concetto di normalità
(tre danzatori sono disabili, e si muovono su sedie a rotelle) si disgrega e
resta, sul palco, solo pura danza: sardonica e tenera, comica e spaventevole.
«La nascita del gruppo è legata a stretto filo alla
vita della sua fondatrice, Celeste Dandeker. Giovane star, agli inizi degli
anni '70, della London Contemporary
Dance, una sera nell'eseguire un passo acrobatico cade e si frattura le
vertebre del collo. La diagnosi è immediata: paralisi ai quattro arti. Sette
mesi di ospedale e sedici anni di carrozzella senza più pensare alla danza.
Almeno da protagonista. Perché per continuare a rimanere vicina al suo mondo
segue un corso come costumista e lavora per varie compagnie di ballo. La vera
svolta tre anni fa. La BBC sta girando il film The Fall, La Caduta, ispirato al suo personaggio, "Non era la
solita storia patetica di trionfo sull'handicap", spiega la Dandeker,
"al contrario proponeva una visione positiva dell'essere disabile, della
vita che continua e dell'importanza delle relazioni interpersonali". È
dopo questa significativa esperienza - la Dandeker accetta e appare nel film -
che l'ex ballerina inizia a considerare la danza sotto una luce diversa, non
più solo come una questione di gambe. Nel film ha ricominciato a danzare, anche
se in modo diverso da prima. Un intero repertorio di nuovi movimenti: passi a
due, con la sedia a rotelle, piccoli gesti quando è posata a terra o portata in
braccio dai partners. "Ho scoperto quanto si possa essere eloquenti
usando solo il busto, le braccia, il volto", dirà in seguito. È di pochi
mesi dopo l'incontro con il coreografo Adam Benjamin, pure membro della Aspire
(Associazione per la cura e il recupero dei traumi alla colonna vertebrale).
Incontro decisivo; insieme decidono di fondare una compagnia di ballo che
integri ballerini normodotati con ballerini disabili. Nasce così CandoCo. Che,
come precisano subito i due fondatori, non è la prima esperienza di recupero
dell'handicap attraverso l'arte.
«"La CandoCo si occupa di danza, non di disabilità
fisica", sottolinea con forza Adam Benjamin, "e i critici devono
giudicarci sulla base della nostra tecnica, senza sentimentalismi". Un
appello ben recepito: dopo le performances
dello scorso inverno alla Queen
Elizabeth Hall, si leggono recensioni che parlano di "esperienza
ipnotica", di "virtuosismi e straordinarie invenzioni
coreografiche". E non manca chi, Judith Makrell, sospettoso critico dell'Independent è il primo ad ammetterlo,
supera le perplessità iniziali solo dopo aver visto To Pease the Desert, guarda caso il pezzo decisamente più forte,
interpretato dal ballerino senza gambe David Troole.
"Stupore e successo di critica, ma anche di
pubblico, che accorre per vedere le incredibili figure inventate dalle sedie a
rotelle; su una è Jon French, ingegnere civile che ha lasciato la professione
per dedicarsi unicamente alla CandoCo; sull'altra è la stessa Celeste
Dadocker, e infine, la vera star della compagnia, David Toole, ex-postino della
Royal Mail, danzatore professionista da soli tre anni. Nato senza gambe, si
muove a gran velocità fra gli altri ballerini, piroettando e saltando sulle
braccia, aggrappandosi al corpo dei partners, distribuendo armoniosamente sul
palmo il peso del suo torso, riempiendo le scene con l'autorità di un consueto
primo attore. E di lui, che fa impazzire Londra, si parla già come di un
"Nureyev che danza sulle braccia"».
PUBBLICAZIONI
DELLA FONDAZIONE ZANCAN
Sono
usciti i seguenti volumi:
G.
SARPELLON - T. VECCHIATO (a cura di), Le
frontiere del sociale - 1° rapporto, pp. 203, 1993, L. 25.000.
II volume raccoglie una serie di documenti significativi:
- G.
Battistacci, "Sviluppo della cultura e della normativa sui diritti
sociali di cittadinanza" e "Diritti, esigibilità dei diritti e tutela
dei cittadini";
- T.
Vecchiato, "Domande di
aiuto";
- A.M. Barich e
G. Faggiani, "Funzioni di tutela e esigibilità dei diritti: quale
apporto dei Patronati";
- T. Vecchiato
e R. Volpini, "Funzioni di promozione
e tutela: quale ruolo delle associazioni"; - A. Prezioso, "Ripensare
la politica sociosanitaria".
Inoltre sono contenute elaborazioni della Fondazione
concernenti la deontologia nel lavoro sociale, la Carta di Malosco, il
manifesto sulla formazione, i lineamenti per una carta dei diritti dell'anziano
non autosufficiente.
B.J.
BLYTHE - T. TRIPODI - E. FASOLO - F. ONGARO, Metodi di misurazione nelle attività di servizio sociale a diretto
contatto con l'utenza, pp. 169, 1993, L. 28.000.
La valutazione, applicata al lavoro sociale e ai
servizi alla persona, è ancora piuttosto estranea alla cultura professionale
italiana.
Si usa da sempre e con metodi rigorosi nell'attività
industriale e commerciale, ma quasi per nulla nell'attività sociale. Anche
quando si fa valutazione, si tende a farla in modo assai approssimativo e
scarsamente attendibile.
Sono perciò poco conosciute e scarsamente utilizzate
nella valutazione le metodologie e le tecniche della ricerca e della
statistica.
Può darsi che gli operatori sociali trovino qualche
difficoltà di fronte a questo modo più oggettivo e più rigoroso di misurare e
valutare il proprio lavoro, anche se già la necessità di usare gli strumenti
informatici, anche nel lavoro sociale, richiede disponibilità e capacità di
scomporre i propri interventi in segmenti precisi e verificabili.
M.
DIOMEDE CANEVINI (a cura di), Documentazione
professionale e valutazione degli interventi, pp. 103, 1993, L. 20.000.
Il lavoro professionale degli assistenti sociali non
sempre ha avuto la preoccupazione di documentare gli interventi in modo
analitico e critico per tenerne sotto controllo la validità e l'efficacia.
Il nuovo sistema dei servizi alla persona che fa
perno sugli enti locali, Comuni ed USL, e le recenti leggi sull'ordinamento
delle autonomie locali, sul volontariato, sulla cooperazione sociale,
sull'handicap, sulle tossicodipendenze, sui minori a rischio, sugli immigrati
richiedono all'operatore sociale non solo la capacità di documentare il
proprio lavoro, ma anche di contribuire alla programmazione e alla valutazione
dei servizi.
Inoltre in un sistema di servizi integrati, ciascun
professionista deve essere in grado di documentare il proprio lavoro e di
fornire elementi di valutazione che possano essere recepiti e utilizzati dalle
altre professionalità per giungere alla valutazione globale del servizio.
R.
MAURIZIO (a cura di), Adolescenti:
educazione e aggregazione, pp. 310, 1993, L. 38.000.
La Fondazione Zancan ha costruito dal 1983 ad oggi un
percorso articolato di ricerca e formazione intorno al lavoro sociale con gli
adolescenti, a partire dalla consapevolezza che su questa fascia di
popolazione non vi fosse una particolare attenzione (culturale prima ancora che
tecnico-metodologica) e che i bisogni e le esigenze specifiche degli
adolescenti non trovassero adeguata risposta nelle politiche sociali e
formative realizzate nel nostro paese.
Nel volume, la Fondazione ha raccolto e sistematizzato
ciò che è stato prodotto (acquisizioni culturali e orientamenti metodologici)
nei diversi seminari, con un'attenzione particolare alla dimensione pedagogica
delle esperienze di aggregazione tra adolescenti, tema su cui sono stati
realizzati due specifici seminari di formazione nel 1990 e nel 1991.
Per ricevere
i volumi rivolgersi al Centro Studi e Formazione professionale "Emanuela
Zancan"; Via Patriarcato 41, 35139 Padova, tel. 04966.38.00, fax
049-66.30.13.
www.fondazionepromozionesociale.it