Prospettive assistenziali, n. 107, luglio-settembre 1994

 

 

Editoriale

 

IL MINISTRO COSTA E GLI ANZIANI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI  SANI. IL COMPORTAMENTO DEI GIORNALI

 

 

"La Stampa" e "La Repubblica" del 9 luglio 1994 hanno riportato la seguente dichiarazione del Ministro della sanità, Raffaele Costa: «Un'an­ziana donna GUARITA da quattro anni vive al Mauriziano», «Questa donna è costata alla sanità pubblica oltre un miliardo di lire», «Nella visita di lunedì scorso ho constatato che ci sono numero­si altri degenti guariti, talvolta da anni» (1).

Evidentemente, il Ministro Costa possiede sorprendenti capacità diagnostiche se gli è suf­ficiente attraversare i corridoi e gettare un'occhiata ai ricoverati dell'Ospedale Mauriziano per formulare una diagnosi.

Che bravo! Che occhio! Non sono necessari al Ministro né strumenti, né consultazioni della cartella clinica, né altri accertamenti: uno sguar­do e la diagnosi è pronta! Questa sì che è una prassi che riduce le spese sanitarie!

Peccato, solo, che i "sani" ed i "guariti" del Mi­nistro Costa siano delle persone malate.

Per quanto riguarda la signora L.G. "guarita", ricoverata da quattro anni, risulta quanto segue:

- l'Ospedale Mauriziano ha richiesto nel 1991 alla Procura della Repubblica di disporre il suo allontanamento. A seguito di perizia geriatrica, la Procura ha archiviato l'esposto. Nessun altro in­tervento è stato chiesto dal Mauriziano alla ma­gistratura, riconoscendo in tal modo il diritto della paziente alla prosecuzione del ricovero ospedaliero;

- in base ad una recentissima certificazione medica geriatrica, la signora L.G. «presenta im­possibilità a comunicare per il grave deteriora­mento cerebrale, è portatrice di presidi (pannolo­ni) per l'incontinenza, evidenzia paraplegia agli arti inferiori».

Perché il Ministro non si è informato prima di accusare ingiustamente, e con molta durezza una anziana malata di 91 anni?

Se l'On. Costa fosse stato in quel periodo il ti­tolare della sanità, avrebbe espulso Rosanna Benzi dall'Ospedale S. Martino di Genova dov'è rimasta ricoverata nel polmone d'acciaio per quasi trent'anni?

Crede il Ministro di crearsi una positiva imma­gine sostenendo che l'anziana ricoverata è "sa­na" ed è "guarita", mentre in verità è assai gra­vemente malata?

Certamente moltissimi problemi economici della sanità sarebbero risolti facilmente se ve­nissero esclusi dalle cure, come purtroppo in parte sta già avvenendo, tutti gli anziani (e ancor di più se fossero allontanati anche gli adulti ed i giovani) colpiti da malattie inguaribili: cancro, aids, demenza, ecc.

Forse l'On. Costa è stato favorevolmente col­pito da quanto avviene in Gran Bretagna dove «il Ministro della sanità ha deciso che non potranno più occupare un letto d'ospedale, gratuito, i pazienti le cui condizioni non possono essere migliorate con cure mediche. I cronici, insomma, vadano nei cronicari anche contro la loro volon­tà» (2).

II Ministro inglese vuole porre a carico degli utenti le rette dei cronicari. Se il malato ha dei ri­sparmi «lo Stato si rifarà su quelli, in ragione di una sterlina ogni 250. Se ne possiede oltre 20 milioni di lire, dovrà pagare l'intera retta. Finito il capitale, si passerà poi a beni immobili, compre­sa la casa che i figli dovranno vendere, perdendo ogni speranza di poterla ereditare» (3).

Chiediamo: Lei, signor Ministro, non ha giura­to di rispettare e far rispettare sia la Costituzione ("La Repubblica tutela la salute come fonda­mentale diritto dell'individuo e interesse della collettività») sia le leggi in vigore (ad esempio la 12.2.1968 n. 132) che impongono ai servizi sani­tari la predisposizione di posti letto per pazienti «acuti, cronici, convalescenti e lungodegenti»?

Possiamo invitarla a rispettare le leggi? Se le disposizioni vigenti non sono idonee, perché non propone al Governo e al Parlamento le ne­cessarie modifiche?

 

Altra grave inesattezza del Ministro Costa

"La Stampa" e "La Repubblica" del 9 luglio 1994 segnalano, inoltre, che il Ministro Costa ha affermato che i familiari della signora L.G. «non vogliono far domanda per farla ricoverare in una residenza sanitaria per anziani, malgrado il pare­re favorevole dei medici e il posto disponibile».

AI riguardo, o il Ministro non è stato corretta­mente informato o ha detto il falso: non è asso­lutamente vero che l'Ospedale Mauriziano o altri abbiano proposto il ricovero della paziente in una residenza sanitaria per il semplice fatto che in Piemonte non c'è nessuna struttura di questo tipo, ma vi sono solo ospedali e case di cura pri­vate.

Inoltre, segnaliamo che la figlia della signora L.G. nel 1990 ha inviato una raccomandata RR alla direzione sanitaria dell'ospedale Mauriziano (lettera a cui finora non è stata data risposta) in cui chiedeva che «nel caso di trasferimento in al­tra struttura, la madre non venisse allontanata da Torino», impegnandosi lei ed i suoi familiari di «continuare a fornire al proprio congiunto tutto il possibile sostegno».

Da osservare, infine, che i familiari della Signora L.G. non si disinteressano della loro congiunta, come ha insinuato il Ministro; anzi, spendono da quattro anni circa 2 milioni al mese per fornire all'ammalata prestazioni che sono di competenza dell'ospedale (igiene per­sonale, imboccamento, altre attività di soste­gno).

 

Il Ministro bocciato in economia sanitaria

Da quanto risulta dai giornali citati in prece­denza, il Ministro Costa ha affermato che la per­manenza della signora L.G. è costata allo Stato 700-800 mila lire al giorno.

È una notizia grossolanamente errata, forse fatta dal Ministro allo scopo di sollevare l'indi­gnazione delle persone disinformate e accre­scere il proprio consenso popolare.

Infatti, le 700-800 mila lire sono la cifra otte­nuta facendo la semplicistica divisione fra le spese complessive dell'ospedale e il numero delle giornate di degenza. È un calcolo che an­che un bambino della 58 elementare capisce al volo che è palesemente sbagliato. Infatti, ci si "dimentica" di dedurre dalle spese complessive quelle riguardanti il pronto soccorso (per i casi a cui non fa seguito il ricovero), le attività ambu­latoriali, la formazione e l'aggiornamento dei personale, le iniziative concernenti la ricerca e la sperimentazione e gli altri oneri che non ri­guardano la degenza.

Inoltre, il costo giornaliero è calcolato - meto­do assolutamente scorretto - facendo la media fra i costi contenuti delle medicine generali e delle geriatrie e quelle considerevoli riguardanti, ad esempio, i reparti di alta chirurgia.

Al riguardo, il Prof. Carlo Hanau, docente di economia sanitaria dell'Università di Bologna, dopo aver segnalato al Ministro nella lettera in­viatagli come presidente nazionale del CO.DLCI. (Coordinamento Diritti dei Cittadini) il 18 luglio 1994 che «da almeno venti anni si distingue il co­sto di un caso dall'altro: il ricovero in sala di riani­mazione costa almeno dieci volte di più di una giornata di convalescenza in lungodegenza», fa presente all'On. Costa che «la media nasconde queste differenze e non c'è bisogno di ricordare Trilussa per capire quanto possa essere fuor­viante, se non è accompagnata dalle misure sta­tistiche della dispersione». Osserva infine: «Se il suggeritore del Ministro, che presumiamo in buo­na fede, non è in grado di distinguere il costo reale del caso trattato, riferito all'anziana signora, dal costo medio di tutti i casi trattati dall'ospeda­le, allora merita un severo giudizio di incompe­tenza».

A questo proposito, ricordiamo che la Direzio­ne sanitaria dell'Ospedale S. Orsola di Bologna ritiene corretto il costo medio giornaliero di un degente in un reparto ospedaliero di lungode­genza indicato da Carlo Hanau in L. 200 mila, osservando che esso «può variare al massimo di un 10 per cento in più o in meno» (4).

 

Altre considerazioni e proposte

1. Al Ministro, che ha affermato che un gran numero di anziani è ricoverato a causa della «in­sensibilità da parte di molte famiglie», rispondia­mo che l'obbligo della diagnosi e della cura dei malati spetta al Servizio sanitario nazionale e, ovviamente, non ai familiari. Nei casi - numerosi e lodevoli e certamente da incoraggiare - di congiunti che accolgono a casa loro anziani malati cronici curabili a domicilio, è da 15 anni almeno che si richiede al comparto sanitario (Ministri, Regioni, Usl) di istituire il servizio di ospedalizzazione a domicilio nei casi in cui si realizzano tutte le seguenti condizioni: vantaggio terapeutico per il paziente, idoneità dei congiun­ti e dell'abitazione, costi di gestione inferiori al ricovero ospedaliero, necessità di personale medico e infermieristico non superiore a quello occorrente in ospedale per pazienti aventi le stesse patologie e la stessa gravità.

2. Ancora una volta segnaliamo che non c'è una sola ricerca avente validità scientifica che comprovi l'abbandono estivo degli anziani da parte dei loro familiari. Vi sono solo alcuni rari casi personali, perseguibili dall'autorità giudizia­ria.

Al riguardo si ricorda che da una indagine svolta dal GIFA (Gruppo di studio della Società italiana di geriatria e gerontologia) al quale ade­riscono oltre quaranta divisioni ospedaliere e istituti universitari, risulta che «il parcheggio esti­vo degli anziani in ospedale è un fenomeno ine­sistente» (5). Alle stesse conclusioni giungono Carlo Hanau e Roberto Monetti, ricercatori del Dipartimento di scienze statistiche dell'Universi­tà di Bologna, dopo aver esaminato i dati relativi ai dimessi dagli ospedali negli anni 1972 e 1982 (6) e le Assistenti sociali dell'Ospedale Addolo­rata di Roma (7).

3. Gravissima è in tutte le Regioni la mancan­za di posti per lungodegenti: contro i 57.500 previsti dalla legge ve ne sono soltanto 12.000, per i due terzi privati. Mancano del tutto le resi­denze sanitarie assistenziali (RSA) per le quali la legge 67/1988 prevedeva la costruzione di 140 mila posti.

4. La creazione di servizi sanitari domicilia­ri (8), di posti letto per lungodegenti e delle RSA (dal 1988 ad oggi non ne è stato realizzato prati­camente nessuno) dovrebbe essere un impegno prioritario del Ministro Costa e di tutto il Governo per dare una risposta concreta ad esigenze pressanti.

5. Se il Ministro Costa vuole veramente colpire gli abusi, lo invitiamo a eliminare la colossale evasione fiscale, realizzata dalle cosiddette ba­danti che operano negli ospedali per sopperire a prestazioni dovute dal servizio sanitario nazio­nale. Si tratta di compensi dell'ordine di 3-3,5 milioni al mese per assistito.

Come tutti sanno, queste prestazioni sono fat­te in nero e, a volte, sono percepite dallo stesso personale ospedaliero. Poiché si tratta di miliar­di di imposte non versate, il Ministro Costa do­vrebbe intervenire, eliminando anche l'omertà delle direzioni sanitarie che non intervengono per evitare questo gravissimo abuso.

6. Vi sono in Italia centinaia di case di riposo, di alberghi e di pensioni che abusivamente rico­verano anziani malati cronici non autosufficienti, non essendo in possesso dell'autorizzazione a funzionare come struttura sanitaria come previ­sto dall'art. 193 della legge 1265/1934.

Si tratta di strutture che il Ministro potrebbe (anzi dovrebbe) visitare per rendersi conto della deplorevole situazione lasciata dai suoi prede­cessori, in particolare dai Ministri Altissimo e De Lorenzo del suo stesso partito.

7. Chiediamo, inoltre, che il Ministro Costa in­vii a Torino ispettori perché accertino le gravis­sime inadempienze della Regione Piemonte che:

- non ha istituito i posti letto di lungodegenza riabilitativa, stabiliti dalla legge 595 del 1985 nella misura dell'1 per mille abitanti (a Torino dovrebbero essere 950). Ne deriva che molti an­ziani (ma anche adulti e giovani) restano invalidi (o lo diventano) a causa della mancata riabilita­zione;

- non ha ancora assegnato alle Usl i 12 mi­liardi ricevuti dallo Stato il 31.1.1992;

- non ha richiesto tutti i finanziamenti di cui alla legge 67/1988 per la realizzazione delle re­sidenze sanitarie assistenziali. Su 306 miliardi disponibili, non sono stati presentati i progetti per un ammontare di ben 78 mila miliardi.

Chiediamo, inoltre, che gli ispettori del Mini­stero della sanità visitino le strutture di assisten­za/beneficenza che ricoverano anziani malati, in particolare i cameroni di 24, 20, 19 letti esistenti presso l'istituto Carlo Alberto di Torino, Corso Casale 56.

 

I poteri degli ospedali

Su "La Stampa" del 9 luglio 1994, il Dott. Ales­sandro Bertinaria, Direttore sanitario dell'Ospe­dale Mauriziano, lamenta che «davanti ad un parcheggiato in ospedale la direzione sanitaria può fare ben poco. Basta una lettera di diffida al­le dimissioni dei parenti per impedire ogni inizia­tiva».

Bertinaria su "La Repubblica" dello stesso giorno lancia accuse fantasiose, affermando: «Purtroppo siamo minacciati da associazioni di volontari; ogni volta che ci attiviamo per trovare soluzioni più idonee per questi pazienti, arrivano gli esposti alla procura; ci denunciano come se fossimo delinquenti che buttano in mezzo alla strada dei poveretti».

Rispondiamo ricordando che l'unico esposto penale nei confronti dell'Ospedale Mauriziano è stato presentato dal CSA, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base, segnalando all'Autorità giudiziaria che «con una brutalità fi­nora sconosciuta nel capoluogo piemontese, l'Ospedale Mauriziano, in data 7 gennaio 1992, ha dimesso e trasferito con ambulanza alla pro­pria abitazione di Torino, via Canova, la signora EC.F. di anni 81, che, a causa della frattura al fe­more non era assolutamente in grado di muover­si dal letto e quindi di provvedere alle proprie fondamentali esigenze di vita. La signora EG.F. vive da sola e non ha parenti. Solo la solidarietà dei vicini di casa (che non sono nemmeno avvi­sati delle dimissioni) ha consentito alla malata di poter sopravvivere. Va inoltre precisato che la si­gnora, a causa di altre patologie, non sempre è mentalmente lucida. L'Ospedale Mauriziano ne ha disposto le dimissioni violando, com'è ormai diventata una triste consuetudine per quasi tutti gli ospedali torinesi pubblici e privati, la dignità, le esigenze e i diritti della paziente, contravve­nendo alle leggi vigenti le quali stabiliscono, fin dal 1955, che le cure ospedaliere o presso altre strutture sanitarie devono essere fornite per tutto il tempo necessario in base alle esigenze dell'an­ziano malato acuto, cronico, convalescente o lungodegente» (9).

Facciamo inoltre presente che, nei casi in cui nell'ospedale sia parcheggiata una persona non avente diritto al ricovero, le direzioni sanitarie di­spongono di tutti i mezzi per allontanare gli abu­sivi: polizia, carabinieri, denunce penali. Inoltre le Usi hanno il diritto di chiedere il rimborso to­tale delle spese sostenute per l'occupazione in­giustificata del posto letto.

 

Comportamento dei giornali

"La Stampa", "La Repubblica" e altri giornali hanno colto l'occasione delle dichiarazioni del Ministro Costa per condurre, ancora una volta, una odiosa campagna contro le esigenze ed i diritti degli anziani cronici non autosufficien­ti (10).

L'indignazione del CSA - Comitato per la dife­sa dei diritti degli assistiti è sfociata nel volanti­no distribuito davanti alle sedi de "La Stampa" e "La Repubblica" il 27 luglio 1994, volantino di cui riproduciamo integralmente il testo.

 

DIRETTORI E GIORNALISTI de "LA STAMPA" e "LA REPUBBLICA"

RISPETTATE I DIRITTI DELLE PERSONE ANZIANE MALATE CRONICHE NON AUTOSUFFICIENTI

 

Su "La Repubblica" e "La Stampa" del 9 luglio 1994 avete:

- pubblicato la fotografia della signora L.G. ("La Repubblica" anche il 10.7.1994), avete for­nito al pubblico le sue generalità e quelle dei suoi congiunti con gli indirizzi delle relative abi­tazioni;

- scritto che un'anziana gravemente malata e non autosufficiente non è una malata vera (A. Custodero);

- rivelato notizie strettamente personali e ri­servate: «la memoria l'ha abbandonata, rara­mente è lucida, borbotta a voce bassa parole che solo lei sa» (G. Favro) e false: "paziente indi­gente" (A. Custodero).

 

QUESTO NON È GIORNALISMO È SCIACALLAGGIO

 

Inoltre è falso che il ricovero in un reparto ospedaliero di medicina costi 700-800 mila lire al giorno. Queste cifre sono palesemente inven­tate, perché ottenute facendo la semplicistica divisione fra le spese complessive e il numero delle giornate di degenza.

Infatti si "dimentica" di dedurre i costi relativi al pronto soccorso, alle attività ambulatoriali, al­la formazione del personale e alle altre numero­se spese che non riguardano la degenza.

Inoltre, il costo giornaliero è stato calcolato - metodo assolutamente scorretto - facendo la media tra le spese molto contenute delle medi­cine generali e delle geriatrie e quelle conside­revoli relative ai reparti di rianimazione, trapianti e chirurgie.

Al ricovero in ospedale - è importante sottoli­nearlo - sono spesso attribuiti costi esagerati allo scopo di influenzare l'opinione pubblica cir­ca la necessità, tutta da dimostrare, di inserire i vecchi malati cronici in altre strutture perché meno onerose.

È ovvio che a parità di trattamento i costi sono sostanzialmente uguali in ospedale o in altre strutture sanitarie, tenuto anche conto che la maggior parte delle spese sono quelle relative al personale.

 

DIRETTORI E REDATTORI de "LA STAMPA" e "LA REPUBBLICA"

 

- rispettate la dignità e il diritto alla riservatez­za dei vecchi, soprattutto di quelli che, essendo gravemente malati, non sono in grado di difen­dersi;

- aiutateci a far capire ai medici, agli ammini­stratori, ai politici che essere inguaribili non si­gnifica né deve significare essere incurabili.

GLI ANZIANI (e così pure gli adulti ed i giova­ni) colpiti da malattie croniche e da non autosuf­ficienza - come tutti i cittadini malati - hanno di­ritto alle cure sanitarie, comprese - OCCOR­RENDO - quelle praticate in ospedale, case di cura e altre strutture e servizi sanitari.

 

Altri gravissimi fatti

Mentre il Ministro Costa si accaniva contro la signora L.G., i giornali riferivano altri gravissimi fatti. Ne segnaliamo alcuni riportando i relativi ti­toli:

- 12.7.94 - La Stampa - Dopo l'ictus in barella per 4 giorni - Ottantenne al Maria Vittoria, in­chiesta - Un altro caso di malasanità, la direzio­ne: "Non c'era posto, che potevamo fare?";

- 13.7.94 - La Stampa - Smentito il Maria Vit­toria - L'Assessore: inchiesta su chi ha cercato un ricovero - II letto c'era per l'anziana in barella - Lo affermano due ospedali (11);

- 5.8.94 - Il Giornale - Rifiutato da quattro ospedali muore;

- 31.8.94 - L'Unità - Muore in ospedale rico­perto di formiche - Livorno, una figlia denuncia.

 

 

 

 

(1) Titolo de "La Stampa" su 5 colonne: «II Ministro della sanità denuncia i parcheggi facili degli anziani in ospedale: Quella donna è costata un miliardo. Costa: guarita, vive al Mauriziano»; titolo de "La Repubblica" su 3 colonne: «La sanità malata. Novantenne, sana, ricoverata da 4 anni. È già costata oltre un miliardo». La signora L.G., tutelata dal CSA-Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti, nono­stante tutto il clamore sollevato dal Ministro Costa, è anco­ra degente presso l'Ospedale Mauriziano. Un'altra confer­ma del diritto degli anziani cronici non autosufficienti alle cure anche ospedaliere. A sostegno del diritto alle cure sanitarie sono intervenuti anche i Presidenti ed i Segretari del CO.DLCI. (Coordinamento per i diritti dei cittadini) e della FIPAC, Federazione dei commercianti aderenti alla Confesercenti (la signora L.G. era titolare di un negozio si­to nel centro di Torino). Nessun intervento concreto è stato fatto dai sindacati CGIL, CISL, UIL, compresi quelli dei pen­sionati.

(2) Cfr. Alessio Altichieri, "Se il ricoverato non può gua­rire, lasci libero il letto. A Londra proposta di Governo anti stato sociale. Nessuna assistenza pubblica ai malati croni­ci», Corriere della Sera, 14 agosto 1994.

(3) Ibidem.

(4) Cfr. Patrizia Romagnoli, "Lungodegenti? 4 su 2800 posti letto. Ospedali parcheggio: un coro di no", l'Unità, Edizione di Bologna, 2 agosto 1994.

(5) Cfr. "Anziani Oggi", Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, n. 3, 1992. La stessa ricerca ha accertato che «la quota di ospedalizzazione non necessaria per cause esclusivamente sociali è minima». In base a quali elementi il Ministro Costa sostiene (cfr. "La Stampa" dell'8 agosto 1994) che sono 23 mila gli anziani ricoverati in ospedale che non ne hanno il diritto?

(6) Cfr. Prospettive assistenziali, n. 87, luglio-settembre 1989.

(7) Cfr. Indagine conoscitiva sulla situazione di Roma e Provincia, 1983.

(8) Cfr. Proposta di unificazione dell'assistenza domici­liare integrata e dell'ospedalizzazione a domicilio, Prospet­tive assistenziali, n. 107, luglio-settembre 1994.

(9) Cfr. F. Santanera, M.G. Breda, F. Dalmazio, Anziani malati cronici: i diritti negati. Esperienze di difesa e di cam­biamento, UTET, Torino, 1994.

(10) Solo l'articolo di Adriano Provera (La Stampa del 9.7.1994) è corretto: non contiene alcun riferimento atto ad individuare la signora accusata dal Ministro Costa. Nella stessa pagina compare, però, un commento di Giovanna Favro con la fotografia della paziente, l'indicazione del co­gnome e del nome, l'indirizzo suo e della figlia, e la segna­lazione di comportamenti della paziente assolutamente personali. La Stampa, inoltre, non ha pubblicato i due co­municati stampa emanati dal CSA il 9 e l'11 luglio 1994. Anche corretto è stato il giornalista Gino Li Veli de La Re­pubblica che ha compiutamente riferito i contenuti del pri­mo comunicato stampa, mentre Alberto Custodero dello stesso giornale ha continuato ad usare il veleno contro i malati come fa da anni quando tratta il problema degli an­ziani cronici non autosufficienti.

 (11) Per evitare di dover continuare a lasciare la loro congiunta in barella, i familiari l'hanno trasferita in una ca­sa di cura privata, la cui retta giornaliera è di ben 220 mila lire al giorno!

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it