IL TELELAVORO PER GLI HANDICAPPATI
L'esperienza
di telelavoro che presentiamo di seguito conferma che, grazie al progresso
della tecnologia, ulteriori porte si sono aperte sul fronte del lavoro per le
persone handicappate che possono esprimere una capacità lavorativa.
Resta
tuttavia una perplessità: i vantaggi che sono illustrati nel progetto sono
realmente a favore delle persone handicappate?
Se è vero
che il telelavoro può essere una risorsa per chi ha una limitata autonomia o
perché in questo momento di crisi ogni occasione va colta, non bisogna
sottovalutare il rischio di isolare nuovamente l'handicappato, e questa volta
a casa propria anziché in un laboratorio protetto.
II CSELT (Centro studi e laboratori telecomunicazione)
ha attivato, in collaborazione con la Fondazione Pro Juventute Don Gnocchi di
Milano ed altre organizzazioni in cinque paesi europei, un progetto
internazionale con l'obiettivo di creare opportunità e strumenti per il
telelavoro delle persone. Il progetto vuole favorire una loro maggiore
indipendenza e integrazione nel mondo del lavoro. II progetto è denominato
TWIN (Telelavoro per le persone con handicap e valutazione di centri
interconnessi) ed è parzialmente finanziato dalla Comunità economica europea
nell'ambito di un programma per stimolare l'attivazione di esperienze di
telelavoro in Europa. La Comunità economica europea, infatti, considera il
telelavoro come una opportunità in più per affrontare l'attuale crisi del
mercato del lavoro in Europa, per lo sviluppo delle aree rurali e delle regioni
periferiche e per affrontare i problemi ambientali dovuti al traffico e alla
congestione dei centri storici delle grandi città.
I servizi di telecomunicazione e le tecnologie
informatiche attualmente disponibili rendono possibile la realizzazione a costi
contenuti del "telelavoro" o "lavoro flessibile". Si tratta
di una nuova modalità di organizzazione del lavoro in cui parte delle attività
lavorative e delle relative comunicazioni con i colleghi sono realizzate a
distanza, tramite strumenti telematici, dal proprio domicilio o da centri
periferici vicini al proprio domicilio. L'ufficio in questo contesto diventa
un luogo di riferimento per riunioni periodiche di coordinamento con i
colleghi. I vantaggi ottenibili sono notevoli sia per i lavoratori che per le
aziende, come dimostrato dalle esperienze pilota già realizzate in varie parti
di Europa e negli Stati Uniti: riduzione dei costi di struttura (uffici e
infrastrutture), maggiore flessibilità del lavoro, ottimizzazione del tempo per
il lavoratore (riduzione dei tempi e costi di viaggio) e non ultimo un
favorevole impatto ambientale (decongestione del traffico).
Le opportunità create dal telelavoro sono ancora più
evidenti per le persone disabili e possono incrementare in modo sostanziale le
possibilità di impiego per questa categoria di persone. La possibilità di
lavorare a distanza può infatti rimuovere o contribuire a superare barriere e
problemi dovuti a condizioni di salute, esigenze di sicurezza o di assistenza,
alla necessità di disporre di ambienti di lavoro appositamente attrezzati.
Ciò non va visto ovviamente come una scappatoia alla
necessità comunque imprescindibile di predisporre i normali ambienti di lavoro
in modo accessibile alle persone con handicap, bensì come un allargamento di
opportunità. L'organizzazione del telelavoro non è infatti cosa semplice. Per
chiunque, in particolare per gli handicappati, il telelavoro a domicilio non è
sempre una soluzione efficace o addirittura fattibile, a causa degli
investimenti personali richiesti, delle esigenze di spazio, dei limiti della
attuale legislazione sul lavoro e non ultimo a causa dei possibili problemi
psicologici dovuti all'isolamento e alla solitudine. Una soluzione più efficace
può essere quella di realizzare il telelavoro in infrastrutture appositamente
attrezzate, in cui sia possibile ammortizzare i costi di apparecchiature e
manutenzione, attuare una dinamica relazionale di tipo aziendale, e soprattutto
avere l'assistenza di personale specializzato.
L'infrastruttura tecnologica per la realizzazione
del telelavoro per i disabili richiede l'utilizzo di calcolatori con
possibilità multimediali opportunamente adattati, di programmi per il lavoro
cooperativo a distanza e di servizi di comunicazione di elevata qualità, ad
esempio: ISDN (rete telematica di servizi integrati, videotelefono, posta
elettronica, trasferimento archivi, ecc.). II problema dell'utilizzabilità
degli strumenti da parte di utenti handicappati può in vari casi essere risolto
tramite opportuni adattamenti, programmi e dispositivi speciali. Alcuni di
questi sono già disponibili mentre altri sono in via di sviluppo. Varie
iniziative a livello nazionale ed europeo (es. i progetti TIDE, Iniziativa
tecnologica per handicappati e anziani) stanno affrontando il problema della
accessibilità delle nuove tecnologie per gli handicappati e stanno sviluppando
una nuova generazione di dispositivi, programmi e servizi per il supporto alle
loro esigenze.
Nel corso del progetto TWIN, la cui conclusione è
prevista nel giugno 1995, verranno prese in esame le esperienze di telelavoro
già esistenti in Italia e negli altri cinque paesi (Gran Bretagna, Irlanda,
Finlandia, Grecia), ed altre ne verranno promosse utilizzando tecnologie
informatiche e di telecomunicazione avanzate. Tale monitoraggio, che per
l'Italia è affidato al S.LV.A. (il Servizio Informazioni e Valutazione Ausili)
della Fondazione Don Gnocchi di Milano, consentirà di mettere in luce i
requisiti tecnologici, organizzativi e formativi che concorrono a garantire
l'efficacia del telelavoro nonché il bilancio tra investimenti, produttività
e valenza sociale di questa nuova opportunità di accesso al mercato del lavoro
per le persone con handicap.
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