Prospettive assistenziali, n. 107, luglio-settembre 1994

 

 

LA GERMANIA È IN RITARDO SUI "RITARDATI MENTALI"

 

 

Presto dovremo fare incontri con la cultura europea che, a differenza di quella italiana, sal­vo le eccezioni che pur ci sono ma che non fan­no la regola, non è certamente proiettata a favo­re dell'integrazione delle persone handicappate, nel senso da noi inteso.

Per quanto riguarda la scuola dell'obbligo, ad esempio, anche se ancora in modo non sempre perfetto, nel nostro Paese è assicurato il diritto a tutti i bambini handicappati, qualunque sia il loro handicap, della frequenza in classi normali, av­valendosi ovviamente dell'aiuto di insegnanti di sostegno, a seconda delle loro esigenze e della loro autonomia.

L'opuscolo "Nostro figlio è un ritardato menta­le" di Erika e Winfried Kerkhoff costringe a pren­dere atto dell'arretratezza culturale della Germania per quanto concerne l'inserimento nella vita scolastica delle persone handicappate.

Si tratta infatti di un manuale che ha lo scopo di convincere i genitori dei bambini "ritardati mentali", che la scuola speciale è utile e vantag­giosa.

In realtà si tratta di bambini normali, che pre­sentano maggiori difficoltà nell'apprendere, per­ché - essendo immigrati - non hanno ancora la piena padronanza della lingua. Infatti, nella de­scrizione contenuta nell'opuscolo - diretto in questo caso a famiglie italiane - si legge che si intendono per bambini ritardati mentali i bambini che hanno difficoltà nell'apprendimento, difficol­tà che sono indicate nel manuale come segue:

«Quali possono essere i motivi per l'insorgere delle difficoltà di apprendimento? I motivi per cui un bambino ha difficoltà ad imparare sono diver­se e generalmente le cause si sommano l'un l'al­tra.

«Ne elenchiamo alcune:

- durante le lezioni il bambino non ha abba­stanza tempo per capire; la spiegazione è troppo veloce;

- il bambino non afferra ciò che l'insegnante spiega e si comporta in modo inadeguato;

- l'insegnante è antipatico al bambino e vice­versa;

- il bambino a casa non ha imparato compor­tamenti importanti per la scuola: la facoltà di sta­re ad ascoltare, sapersi divertire con un libro illu­strato o con un gioco, saper resistere di fronte ad un problema e cercare di risolverlo;

- il bambino è svogliato e distratto perché de­ve badare troppo spesso ai fratelli minori; perché va a letto troppo tardi alla sera;

- il bambino si lascia distrarre facilmente, di­mentica presto ciò che ha imparato;

- al bambino mancano gli amici in classe e si sente isolato;

- gli altri bambini nella sua classe non lo ten­gono in considerazione o lo deridono perché è piccolo, grasso o magro, perché è timoroso o poco agile».

Quindi, come in Italia, soprattutto al Nord, ne­gli anni '60-'70 le classi differenziali venivano usate per emarginare i figli "meno bravi" degli immigrati meridionali che stentavano ad inte­grarsi appieno nella scuola di tutti e che spesso venivano bollati come handicappati, anche se tali non erano, così succede oggi nella scuola tedesca soprattutto per i figli di immigrati.

In Italia, le innumerevoli iniziative assunte con­tro l'emarginazione dei più deboli hanno ridotto drasticamente la percentuale degli alunni arbi­trariamente definiti handicappati e, pur con tutte le contraddizioni che conosciamo, si cammina per la promozione dell'integrazione scolastica nella scuola "normale" di tutti i soggetti effettiva­mente handicappati, di qualunque gravità essi siano, mentre sono state soppresse le classi dif­ferenziali e speciali.

In Germania, invece, si mantengono percorsi differenziati. Come viene precisato nel manuale citato, «nella Repubblica federale esistono dieci forme diverse di scuole speciali: tra le altre la scuola per alunni portatori di handicap fisici, scuole per ciechi ed, appunto, la scuola per alun­ni mentalmente ritardati. I bambini portatori di handicap psichici frequentano una scuola adatta alla loro menomazione».

Vi è dunque una profonda differenza: mentre in Italia ci si batte per il riconoscimento del dirit­to dei "veri" handicappati, compresi quelli intel­lettivi, a vivere il più possibile ogni momento del­la loro vita insieme agli altri, in Germania si pro­pone ancora l'emarginazione in classi e scuole speciali non solo degli handicappati (come ab­biamo visto suddivisi per categorie), ma anche di bambini "normodotati" con lievi difficoltà di apprendimento.

 

Erika e Winfried Kerkhoff, Nostro figlio è un ritar­dato mentale, edito da Bundesarbeitsgemein­schaft Hilfe für Behinderte e.V., Diisseldorf, in collaborazione con l'Associazione Federale per l'appoggio ai ritardati mentali (Bundesverband zür Förderung Lernbehinderter e.V., Roland­strasse 61, 5000, Ktiln 1).

 

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