Presto dovremo
fare incontri con la cultura europea che, a differenza di quella italiana, salvo
le eccezioni che pur ci sono ma che non fanno la regola, non è certamente
proiettata a favore dell'integrazione delle persone handicappate, nel senso da
noi inteso.
Per quanto
riguarda la scuola dell'obbligo, ad esempio, anche se ancora in modo non sempre
perfetto, nel nostro Paese è assicurato il diritto a tutti i bambini
handicappati, qualunque sia il loro handicap, della frequenza in classi
normali, avvalendosi ovviamente dell'aiuto di insegnanti di sostegno, a
seconda delle loro esigenze e della loro autonomia.
L'opuscolo
"Nostro figlio è un ritardato mentale" di Erika e Winfried Kerkhoff
costringe a prendere atto dell'arretratezza culturale della Germania per
quanto concerne l'inserimento nella vita scolastica delle persone handicappate.
Si tratta
infatti di un manuale che ha lo scopo di convincere i genitori dei bambini
"ritardati mentali", che la scuola speciale è utile e vantaggiosa.
In realtà si
tratta di bambini normali, che presentano maggiori difficoltà nell'apprendere,
perché - essendo immigrati - non hanno ancora la piena padronanza della
lingua. Infatti, nella descrizione contenuta nell'opuscolo - diretto in questo
caso a famiglie italiane - si legge che si intendono per bambini ritardati
mentali i bambini che hanno difficoltà nell'apprendimento, difficoltà che sono
indicate nel manuale come segue:
«Quali possono essere i motivi per l'insorgere delle
difficoltà di apprendimento? I motivi per cui un bambino ha difficoltà ad
imparare sono diverse e generalmente le cause si sommano l'un l'altra.
«Ne elenchiamo alcune:
- durante le lezioni il bambino non ha abbastanza tempo per
capire; la spiegazione è troppo veloce;
- il bambino non afferra ciò che l'insegnante spiega e si
comporta in modo inadeguato;
- l'insegnante è antipatico al bambino e viceversa;
- il bambino a casa non ha imparato comportamenti
importanti per la scuola: la facoltà di stare ad ascoltare, sapersi divertire
con un libro illustrato o con un gioco, saper resistere di fronte ad un
problema e cercare di risolverlo;
- il bambino è svogliato e distratto perché deve badare
troppo spesso ai fratelli minori; perché va a letto troppo tardi alla sera;
- il bambino si lascia distrarre facilmente, dimentica
presto ciò che ha imparato;
- al bambino mancano gli amici in classe e si sente isolato;
- gli altri bambini nella sua classe non lo tengono in
considerazione o lo deridono perché è piccolo, grasso o magro, perché è
timoroso o poco agile».
Quindi, come
in Italia, soprattutto al Nord, negli anni '60-'70 le classi differenziali
venivano usate per emarginare i figli "meno bravi" degli immigrati
meridionali che stentavano ad integrarsi appieno nella scuola di tutti e che
spesso venivano bollati come handicappati, anche se tali non erano, così
succede oggi nella scuola tedesca soprattutto per i figli di immigrati.
In Italia, le
innumerevoli iniziative assunte contro l'emarginazione dei più deboli hanno
ridotto drasticamente la percentuale degli alunni arbitrariamente definiti
handicappati e, pur con tutte le contraddizioni che conosciamo, si cammina per
la promozione dell'integrazione scolastica nella scuola "normale" di
tutti i soggetti effettivamente handicappati, di qualunque gravità essi siano,
mentre sono state soppresse le classi differenziali e speciali.
In Germania,
invece, si mantengono percorsi differenziati. Come viene precisato nel manuale
citato, «nella Repubblica federale
esistono dieci forme diverse di scuole speciali: tra le altre la scuola per
alunni portatori di handicap fisici, scuole per ciechi ed, appunto, la scuola
per alunni mentalmente ritardati. I bambini portatori di handicap psichici
frequentano una scuola adatta alla loro menomazione».
Vi è dunque
una profonda differenza: mentre in Italia ci si batte per il riconoscimento del
diritto dei "veri" handicappati, compresi quelli intellettivi, a
vivere il più possibile ogni momento della loro vita insieme agli altri, in
Germania si propone ancora l'emarginazione in classi e scuole speciali non
solo degli handicappati (come abbiamo visto suddivisi per categorie), ma anche
di bambini "normodotati" con lievi difficoltà di apprendimento.
Erika e Winfried Kerkhoff, Nostro figlio è un ritardato mentale,
edito da Bundesarbeitsgemeinschaft Hilfe für
Behinderte e.V., Diisseldorf, in collaborazione con l'Associazione Federale per
l'appoggio ai ritardati mentali (Bundesverband zür
Förderung Lernbehinderter e.V., Rolandstrasse
61, 5000, Ktiln 1).
www.fondazionepromozionesociale.it