Specchio nero
IL
VIDAS CONTINUA A DIFFONDERE NOTIZIE GRAVEMENTE INESATTE
Nel n. 102, aprile-giugno 1993, di Prospettive
assistenziali avevamo segnalato che nella campagna promossa dal VIDAS
(Assistenza gratuita agli inguaribili di cancro) per la raccolta di fondi,
venivano fornite alla popolazione informazioni gravemente inesatte. Infatti
sugli annunci pubblicitari era scritto quanto segue: «Ogni anno in Italia oltre 140.000 malati terminali di cancro vengono
abbandonati al loro destino. Sono inguaribili e in ospedale per loro non c'è
più posto».
Nelle scorse settimane il VIDAS ha lanciato una nuova
raccolta di fondi. Negli annunci continua a sostenere il falso, affermando che
il malato di cancro «é abbandonato al suo
destino. Dichiarato inguaribile, per lui non sono previste né cure né posti
letto».
Perché il VIDAS non dice ai cittadini che le leggi
vigenti impongono al Servizio sanitario nazionale, ospedali compresi, di
fornire le necessarie cure a tutti i malati, comprese le persone colpite da cancro?
Perché il VIDAS sostiene di aver "creato l'ospedale
in casa", quando si tratta di un servizio istituito dall'Ospedale
Molinette di Torino fin dal 1984, che funziona ininterrottamente dal 1985
mediante prestazioni mediche e infermieristiche gratuite per i malati, anziani
e non, aventi gravi patologie acute e croniche?
Perché il VIDAS non dice nulla in merito al servizio
di ospedalizzazione a domicilio istituito a Milano dall'USSL 75/5 e gestito dal
Pio Albergo Trivulzio?
SECONDO
TELEFONO AZZURRO I 50.000 MINORI RICOVERATI IN ISTITUTO NON VOGLIONO NULLA
Sul n. 5, giugno 1994 di "Azzurro", mensile
di Telefono azzurro, è pubblicato «il
manifesto per la riconquista della città, approvato dal primo congresso
nazionale dei bambini e dei ragazzi promosso dal Telefono azzurro»,
manifesto che così si esprime: «Noi,
bambini e ragazzi riuniti in congresso a Bologna, vogliamo riprenderci la città.
Al mondo degli adulti, a chi può decidere, chiediamo d'ascoltarci e aiutare chi
come noi vuole cambiare le cose».
Fra le numerose richieste presentate segnaliamo:
- «punti di
ritrovo dove poterci incontrare con gli amici»;
- «poter
avere un rapporto con la natura anche in città che vuol dire giocare,
arrampicarsi»;
- «costruire
capanne, ascoltare, osservare, conoscere»;
- «avere
spazi dove poter giocare vicino a casa»;
- «edifici
scolastici facili da raggiungere».
Non una parola sulle esigenze prioritarie dei 50 mila
minori ricoverati in istituto. È un bell'esempio di educazione sociale! Ma,
come abbiamo più volte rilevato, a Telefono azzurro le sofferenze di questi 50
mila bambini e ragazzi non interessano affatto!
RUBARE
E NON CURARE
Da La Stampa
dell'8 aprile 1994 riportiamo quanto segue: «Quattrocento
malati di mente e altrettante pensioni sociali. Miliardi insomma, soprattutto
considerando un arco di tempo di almeno 8 anni. A gestire in proprio il denaro
dei malati di mente dell'ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore è stata per
anni una vera e propria organizzazione malavitosa. Per anni sono stati alcuni
funzionari e dipendenti dell'USL 50 a fare man bassa delle pensioni dei malati
di mente e a metterle a profitto investendole anche in BOT. Lo scandalo è
stato scoperto dalla magistratura salernitana».
Purtroppo, questa aberrante speculazione può spiegare
perché nei manicomi italiani siano ancora ricoverate 30.000 persone, spesso costrette
a subire allucinanti condizioni di vita (cfr. "Viaggio nei manicomi
dell'abbandono", Aspe, 3 marzo
1994). Infatti, tanti degenti, tanti affari.
www.fondazionepromozionesociale.it