Prospettive assistenziali, n. 108, ottobre-dicembre
1994
IL
GRADO DI AUTOSUFFICIENZA DEGLI ANZIANI RICOVERATI NEGLI ISTITUTI DELLA REGIONE
MARCHE *
MASSIMO MENGANI **
Premessa
In questi ultimi anni abbiamo
assistito da una parte ad un aumento notevole, sia quantitativo che
qualitativo, delle problematiche degli anziani, dall'altra parte abbiamo
altresì assistito ad un disimpegno dell'intervento pubblico nei confronti
della popolazione anziana:
1) dal 1975 al 1990 il numero dei
posti-letto per 1000 abitanti, negli istituti di ricovero per anziani, è
diminuito dal 26.1 al 23.1 [1];
2) l'assistenza domiciliare
(servizio innovativo anche da un punto di vista economico-finanziario)
registra una contrazione scendendo dal 14.1 % del 1987 al 10.3% del 1990 delle
risorse dei Comuni che sono destinate agli anziani [2];
3) la spesa per l'assistenza nel
1992 assorbe l'1.53% del prodotto interno lordo, in 16 anni, dal 1976 al 1992,
è cresciuta dello 0.24% [3];
4) la spesa sociale presenta forti
oscillazioni territoriali nell'impiego delle risorse (Trieste, spesa sociale
pro-capite L. 130.000, Campobasso L. 10.000) [4].
Se queste sono state le scelte
effettuate fino ad oggi ciò contrasta nettamente con le previsioni sulle
necessità assistenziali avanzate nelle pagine successive.
È giunto il momento di ribadire con
forza (prima che il livello quantitativo diventi nei prossimi anni
incontrollabile) che occorre procedere drasticamente alla ristrutturazione
delle case di riposo (e laddove non è possibile ristrutturare, ad esempio per
le ridotte dimensioni dell'edificio, si proceda alla chiusura) ed alla
contemporanea costruzione di nuove strutture per anziani non autosufficienti
(vedi la legge n. 67 dell'11 marzo del 1988 che definiva la realizzazione di
140.000 posti per strutture residenziali per anziani).
Occorre ribadire, se ancora ce ne
fosse bisogno, che gli anziani non autosufficienti, in quanto malati, hanno
tutti i diritti ad essere curati dal servizio sanitario nazionale, senza alcun
limite di tempo, sia per la malattia propria che per le conseguenze invalidanti.
Gli
istituti di ricovero nella regione Marche
Nel 1976 risultavano ricoverati
nelle 104 case di riposo 2.566 anziani e al settembre 1991 in 1001 case di
riposo erano presenti 4.152 anziani.
Attraverso gli anni si sono avute le seguenti modificazioni
sulle caratteristiche dei ricoverati:
Sesso |
1976 |
1991 |
||
|
Valori assoluti assoluti |
Valori % |
Valori assoluti |
Valori % |
Maschi |
1.027 |
28.8 |
1.057 |
25.5 |
Femmine |
2.539 |
71.2 |
3.095 |
74.5 |
TOTALE |
3.566 |
100.0 |
4.152 |
100.0 |
Con il passare degli anni aumenta la
percentuale delle donne ricoverate. Le motivazioni si possono riscontrare sul
nucleo familiare ridotto e sulla maggiore età media della donna; per classi
d'età si sono avute le seguenti modifiche attraverso gli anni:
|
1976 |
1991 |
||
Età |
Valori assoluti |
Valori % |
Valori assoluti |
Valori 96 |
< 60
anni |
235 |
6.6 |
242 |
5.8 |
60-70
anni |
672 |
18.8 |
408 |
9.8 |
> 70
anni |
2.659 |
74.6 |
3.502 |
84.4 |
I ricoveri aumentano in età
avanzata: in 15 anni si 8 in presenza di un 10% in più di ricoveri con un'età
superiore ai 70 anni.
La rilevazione del settembre 1991 ha
messo in evidenza le seguenti caratteristiche degli ospiti nelle case di riposo
della regione Marche:
|
Sesso |
|
|
|||
|
Maschi |
Femmine |
|
|
||
Età |
Valori assoluti |
Valori % |
Valori assoluti |
Valori % |
Valori assoluti |
Valori % |
< 60
anni |
129 |
12.2 |
113 |
3.7 |
242 |
5.8 |
60-64
anni |
79 |
7.5 |
88 |
2.8 |
167 |
4.0 |
65-69 » |
93 |
8.8 |
148 |
4.8 |
241 |
5.8 |
70-74 » |
100 |
9.5 |
234 |
7.6 |
334 |
8.0 |
75-79 » |
170 |
16.1 |
494 |
16.0 |
664 |
16.0 |
80-84 » |
238 |
22.5 |
863 |
27.9 |
1.101 |
26.5 |
> 85
anni |
248 |
23.5 |
1.155 |
37.3 |
1.403 |
33.8 |
Oltre il 60° lo di tutti i
ricoverati ha un'età superiore agli 80 anni (le donne oltre il 65% del totale
mentre gli uomini pari al 46% del totale). Resta sempre alta la percentuale
degli uomini ricoverati con un'età inferiore ai 65 anni (pari al 19.7%, contro
il 6.5% delle donne); esiste quindi ancora il ricovero in casa di riposo (per
quanto riguarda almeno gli uomini) per motivi di natura economica o sociale.
Quanto sopra è confermato dallo stato civile dei ricoverati:
|
Sesso |
|
|
Stato civile (Valori %) |
Maschi |
Femmine |
Totale |
Celibe/nubile |
43.0 |
37.0 |
38.9 |
Coniugatola |
14.0 |
4.6 |
7.0 |
Vedovo/a |
37.9 |
56.9 |
52.1 |
Separatola |
5.0 |
1.0 |
2.0 |
ed
ulteriormente convalidato dall'analisi dello stato civile per classi d'età:
Stato civile (valori %) |
|
|
|
Classi di età |
|
|
||
|
|
< 60 |
60-84 |
65-69 |
70-74 |
75-79 |
80-84 |
> 85 |
Celibe/Nubile
|
87.2 |
65.9 |
59.8 |
48.2 |
35.7 |
33.4 |
27.5 |
|
Coniugatola |
|
4.1 |
9.0 |
11.2 |
8.4 |
10.2 |
6.6 |
5.0 |
Vedovo/a |
|
2.1 |
19.8 |
22.4 |
39.8 |
53.0 |
58.8 |
66.8 |
Separato/a |
|
6.6 |
5.4 |
6.6 |
3.6 |
1.1 |
1.2 |
0.7 |
Tra i ricoverati che hanno un'età
inferiore ai 60 anni (e sono a livello marchigiano 242) ben l'87.2% sono celibi
o nubili, quindi si conferma che questo particolare stato civile è causa di ricovero
presso le case di riposo marchigiane. D'altronde è ben chiara la variazione
percentuale dello stato di vedovanza per classi d'età; anche questa
condizione comporta, per un'età avanzata, la scelta del ricovero.
II grado di autosufficienza degli
anziani ricoverati negli istituti delle Marche
Partendo sempre dalla definizione
che la non autosufficienza (o disabilità) è la «perdita o mancanza da parte del soggetto delle possibilità di
compiere le normali attività quotidiane» si è quantificato il grado di
autosufficienza degli anziani ricoverati nelle strutture presenti nella regione
Marche [5]; globalmente si sono avuti i seguenti valori:
Grado di disabilità degli anziani
ricoverati negli istituti della regione Marche (110 istituti, 4152 anziani)
N. %
Autosufficienti 1.619 39.0
Parzialmente autosufficienti 340 8.2
Totalmente non autosufficienti 2.193 52.8
I valori sopra riportati sono valori
medi del grado di autosufficienza derivanti in particolare dall'individuazione
di 277 anziani (pari al 6.7% del totale dei ricoverati) che sono completamente
allettati e quindi assolutamente non in grado di realizzare tutte le singole
azioni quotidiane esaminate e sotto elencate:
Azione Anziani
completamente non autosufficienti
Valori
Valori assoluti %
Bagno/lavarsi 3,417 82.3
Vestirsi 2,000
48.2
Andare alla toilette 1,829 44.1
Spostarsi dal letto 1,622 39,1
Mangiare 0,912
22.0
Tagliarsi le unghie dei piedi 3,280 79.0
Salire/scendere le scale 2,289 55.1
Si è rilevato che ci sono due azioni
che hanno valori di incapacità nella loro realizzazione molto elevati:
"Fare il bagno", intendendo fare il bagno completo, raccoglie il
76.6% degli anziani che solo con l'aiuto di qualcuno riesce ad effettuare
quell'azione, così come il 72.3% degli anziani solo con I'aiuto del personale
riesce a "Tagliarsi le unghie dei piedi".
Con dei valori che si aggirano
attorno al 3040% di non autosufficienza rileviamo le seguenti azioni:
"spostarsi dal letto" pari al 32.4% sul totale dei ricoverati",
"Andare alla toilette" pari al 37.4% dei ricoverati e "Vestirsi,
spogliarsi" pari al 41,5% sempre del totale dei ricoverati.
L'azione "Salire e scendere le
scale" raccoglie il 48.5% di completa dipendenza tra i ricoverati.
L'azione "Mangiare", che letteralmente ha il significato della
capacità di alimentarsi da solo, rileva il più basso indice di incapacità, pari
al 15.3% dei ricoverati.
Se quanto sopra riportato viene
disaggregato in base al sesso dei ricoverati, possiamo notare un maggior grado
di disabilità media (circa l'1112%) delle donne rispetto agli uomini
nell'ambito delle diverse azioni esaminate. In particolare:
Anziani completamente non autosufficienti
per sesso (valori %)
Azione |
Maschi |
Femmine |
Bagno/lavarsi |
73.7 |
85.2 |
Vestirsi |
39.4 |
51.4 |
Andare
alla toilette |
35.4 |
46.9 |
Spostarsi
dal letto |
30.5 |
41.9 |
Mangiare |
16.4 |
23.8 |
Tagliarsi
le unghie dei piedi |
69.8 |
82.1 |
Salire/scendere
le scale |
43.9 |
58.9 |
La disaggregazione per classi d'età
mette in evidenza la reale portata della disabilità nelle persone anziane
ricoverate negli istituti marchigiani. Se studiamo attentamente per un momento
le azioni esaminate dove gli anziani incontrano maggiori difficoltà
("Bagno/lavarsi" e "Tagliarsi le unghie dei piedi") si
rileva che in entrambe la disabilità si evidenzia con valori percentuali
elevati già in "età giovanile", cioè anche tra le persone con un'età
inferiore ai 60 anni.
Nell'azione "Bagno/lavarsi"
il 64.5% degli anziani con un'età inferiore ai 60 anni è completamente
disabile, così come il 58% circa degli stessi anziani è completamente disabile
nell'azione "Tagliarsi le unghie dei piedi".
Sempre relativamente alle due azioni
esaminate, la percentuale della completa disabilità cresce gradualmente col
crescere dell'età con dei "picchi" che tendono sempre verso un'età
inferiore rispetto ad altre azioni esaminate: nella fattispecie nell'azione
"Bagno/lavarsi" la completa disabilità negli anziani esaminati si
nota ad un'età superiore ai 70 anni, rilevando una disabilità totale nei
confronti del 74% del totale degli anziani. Nell'azione "Tagliarsi le
unghie dei piedi" si osserva un rapido passaggio del grado di completa
disabilità della classe d'età 70-74 anni a quella successiva 75-79 anni, quando
dal 69.5% degli anziani in tale stato si passa al 75.9% del totale degli
anziani esaminati.
Ma quanto sopra riportato deve
essere messo a confronto con quanto è avvenuto negli anni precedenti: ci si può
chiedere, ad esempio, come è variato il grado di disabilità degli ospiti nelle
strutture di ricovero?
A questo proposito abbiamo a
disposizione l'evolversi del grado di autosufficienza in 13 case di riposo
dell'USL 10 della Regione Marche con circa 400 anziani ricoverati; attraverso
gli anni il grado di autosufficienza degli ospiti è andato gradualmente
accentuandosi verso la non autosufficienza:
|
Anni |
||
Grado di autosufficienza (valori %) |
1979 |
1984 |
1991 |
Autosufficienti |
61.9 |
48.0 |
33.5 |
Parzialmente
autosufficienti |
18.4 |
19.0 |
8.9 |
Non
autosufficienti |
19.7 |
33.0 |
57.6 |
Dal 1979 ad oggi la percentuale
degli anziani non autosufficienti è variata del 20% circa del totale degli
ospiti all'attuale 58%; contemporaneamente è notevolmente diminuita la percentuale
di coloro che sono autosufficienti, dal 62% del totale degli ospiti del 1979 al
33.5% del totale degli attuali ospiti.
Dobbiamo subito dire che, ad un
diverso ed elevato grado di non autosufficienza, non è corrisposto un
adeguamento del personale addetto all'assistenza, per cui l'analisi dettagliata
del grado di autosufficienza nelle singole strutture di ricovero ha anche
questo ulteriore scopo, quello di quantificare il personale necessario, sia
quantitativamente che qualitativamente, per coprire l'effettivo fabbisogno
assistenziale.
Considerazioni conclusive
Quando nel lontano 1988 si varò la
legge finanziaria, fummo in molti ad essere convinti che forse si era di
fronte ad una parziale risoluzione delle problematiche degli anziani.
Infatti l'art. 20 della legge 11
marzo 1988 n. 67 prevedeva al 1 ° comma «la
realizzazione di residenze per anziani e soggetti non autosufficienti»; al
punto f) si prevedeva la realizzazione di 140.000 posti in strutture
residenziali per anziani che non possono essere assistiti a domicilio e nelle
strutture di cui alla lettera e) e che richiedano trattamenti continui (la
lettera e si riferisce alla rete dei presidi poliambulatoriali extraospedalieri
ed ospedali diurni).
II decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 22.12.1989 definisce la RSA: «Una struttura extraospedaliera finalizzata a fornire accoglimento,
prestazioni sanitarie, assistenziali e di recupero a persone anziane
prevalentemente non autosufficienti. Presupposto per la fruizione della residenza
assistenziale è la comprovata mancanza di un idoneo supporto familiare che
consenta di erogare a domicilio i trattamenti sanitari continui e l'assistenza
necessaria».
I motivi che hanno portato in Italia
alla proposizione e sperimentazione di questa struttura residenziale sono
stati individuati ed analizzati dalla Commissione di studio istituita presso il
Centro Studi del Ministero della sanità nel 1989 e possono essere così
sintetizzati:
a) fattori legati all'assistenza
domiciliare: insufficiente o impossibile per condizioni abitative o per
condizioni di salute dell'anziano;
b) fattori legati alle condizioni
dell'utente: stati di solitudine irrisolvibile, aggravamento dello stato di
dipendenza organica e/o psichica;
c) fattori legati all'ospedalizzazione: dove si rileva
un'ampia area di ricoveri impropri.
In Italia siamo in presenza di
servizi per anziani tradizionali, fermi agli anni '60, in questo intervallo di
anni si è tanto discusso sui servizi alternativi ma poco o niente è avvenuto
praticamente.
A questo proposito basterebbe confrontare alcuni dati
italiani con gli altri paesi europei:
Anziani di età
superiore ai 65 anni ricoverati negli istituti di alcuni paesi europei
Belgio (1981) 4.0
Danimarca (1990) 5.0
Germania (1989) 5.9
Francia (1984) 4.5
Grecia (1989) 0.6
Italia (1990) 1.5
Irlanda (1986) 8.6
Olanda (1989) 7.8
Portogallo (1989) 1.5
Spagna (1988) 2.5
Gran
Bretagna (1990) 5.0
Fonte: Glendinning C., Mc Laughlin E., (1993), Paying for care: Lessons from Europe, Social Security Advisory Committee, HMSO, London.
L'Italia risulta avere una delle
percentuali di anziani istituzionalizzati più basse nell'ambito dei paesi
europei, ma ciò dipende in particolare dal contributo offerto dalle famiglie
italiane in sostituzione dell'intervento pubblico.
Percentuale degli anziani di età
superiore ai 65 anni
con aiuto domestico a domicilio in
alcuni paesi europei
Danimarca 17.3
Olanda 12.1
Gran Bretagna 8.7
Francia 6.3
Belgio 5.9
Germania 5.9
Italia 0.5
Fonte: Jamieson A. (1992): Home-care
for older people in Europe. A comparison of policies and practices. Oxford Publ. New York.
I servizi domiciliari in Italia non
si sono ancora realizzati nonostante in questi anni il Ministero della sanità
attraverso i diversi Progetto-Obiettivo "Tutela
della salute degli anziani" abbia dato tutte le possibili indicazioni sui
servizi da attuare, dalla sperimentazione dell'ospedalizzazione a domicilio
all'assistenza domiciliare integrata, dalla residenza sanitaria assistenziale
all'unità valutativa geriatrica.
Occorre essere convinti che le
attuali case di riposo sono superate laddove le caratteristiche degli ospiti
sono cambiate, così come abbiamo evidenziato per le strutture presenti nel
territorio della regione Marche.
Riferimenti bibliografici
1) Mengani M., I diritti degli anziani non autosufficienti in regime residenziale.
In: Ministero dell'interno, Innovazione e partecipazione nell'assistenza agli
anziani, Poligrafico di Stato, Roma, 1994.
2) LABOS, Regioni e
politiche socio-assistenziali - 3° Rapporto. Edizioni T.E.R., Roma, 1992.
3) CENSIS, 26° Rapporto
sulla situazione sociale del paese. Franco Angeli Editore, Milano, 1992.
4) LABOS, op. cit.,
pag. 196.
5) Mengani M., II grado di autosufficienza degli anziani ricoverati nelle Case di
Riposo della regione Marche. PRISMA, Supplemento
al n. 32, dicembre 1993.
Chi
fosse interessato al rapporto completo dell'attività di ricerca "Il grado
di autosufficienza degli anziani ricoverati nelle Case di Riposo della regione
Marche; può richiederlo a: INRCA - Centro di Pianificazione Sociale - dott.
Massimo Mengani - Lungomare Vanvitelli, 18 - 60129 Ancona - tel. 071-589.97.45
- fax 071-20.36.85.
* Lavoro svolto con il supporto finanziario
del CNR, Progetto Finalizzato Invecchiamento, codice 94.55.24.
** Responsabile Centro di Pianificazione Sociale
del Dipartimento Ricerche Gerontologiche e Geriatriche dell'INRCA di Ancona.
www.fondazionepromozionesociale.it