Prospettive assistenziali, n. 108, ottobre-dicembre
1994
L'ADOZIONE
IN GRAVE PERICOLO
Riportiamo il comunicato stampa emesso
dalI'ANFAA, in data 5.12.1994.
Sono 40.000
i minori ricoverati in istituto. Ne sono dichiarati adottabili mille ogni
anno. Per gli altri, come dispone la legge 184/1983, bisogna aiutare i loro
genitori o provvedere all'affidamento familiare.
L'ANFAA esprime il proprio dissenso sul provvedimento
della Corte d'appello di Roma che ha previsto la possibilità per Dalila Di
Lazzaro di presentare domanda di adozione. I fatti su cui si basa questa
valutazione sono i seguenti:
- il numero delle coppie disponibili all'adozione
supera di gran lunga il numero dei minori adottabili: nel 1992 secondo i dati
del Ministero di grazia e giustizia, per ogni minore italiano adottabile
c'erano 15-20 domande di adozione; su 100 coppie che hanno presentato domanda
solo 7 hanno avuto un bambino in affidamento preadottivo. Potendo quindi
essere assicurato ad ogni bambino adottabile - che spesso, non dimentichiamolo,
è duramente provato dall'abbandono - il diritto a crescere in una famiglia
completa di padre, madre ed eventuali fratelli e sorelle, in grado di seguirne
tutta la crescita fino al raggiungimento del suo autonomo inserimento
sociale, noi riteniamo inaccettabile ed ingiustificabile l'estensione
dell'adozione ai singoli;
- non esiste un solo bambino "normale" che,
dopo essere stato dichiarato adottabile dal Tribunale per i minorenni, non sia
accolto entro pochi giorni da una famiglia adottiva la cui idoneità è
dichiarata dallo stesso Tribunale per i minorenni previ accertamenti dei
servizi psico-sociali. Inoltre, vi sono molte centinaia di coniugi in possesso
dell'idoneità ad adottare rilasciata dai Tribunali per i minorenni italiani
che, spesso per anni, cercano di adottare un bambino straniero e non vi
riescono. Ad esempio, secondo una recente ricerca del Tribunale per i minorenni
di Torino solo 30 su 100 coniugi, già riconosciuti idonei, sono riusciti ad
adottare un bambino straniero;
- visto il considerevole numero di domande di
adozione che non hanno poi concrete possibilità di arrivare all'abbinamento, l'ANFAA
ritiene che, invece di pensare ad elevare la differenza massima di età fra
adottanti e adottato dagli attuali 40 ai 50 anni, bisognerebbe ridurla a 35
anni. In questo modo si garantirebbero ai minori genitori più giovani, fatto
questo estremamente rilevante, tenuto conto che l'autonomia viene raggiunta dai
figli all'età di 25-30 anni;
-se i bambini adottabili italiani e stranieri possono
essere accolti in tempo breve da coniugi giovani, quasi sempre aventi alle
spalle altre famiglie (genitori, fratelli, sorelle, congiunti diversi) è
evidentemente contro l'interesse del bambino essere adottato da una persona
singola, poiché in questi casi vi è, tra l'altro, un maggior rischio che resti
orfano prima del suo autonomo inserimento sociale.
Conclusioni
II problema non si pone quindi nei termini "Per
un bambino abbandonato è meglio un genitore solo, piuttosto che
l'istituto", ma la verità e l'interesse vero del bambino sono riassumibili
in "Meglio essere amati da due genitori invece che da uno solo".
Consentire di adottare a una persona singola significa,
inoltre, permettere anche a omosessuali e lesbiche di diventare genitori
adottivi. La giusta battaglia che molte organizzazioni stanno conducendo
contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali
non può portare al riconoscimento di un loro diritto ad un figlio adottivo.
Non esiste il diritto all'adozione per
gli adulti, per nessun adulto.
Sono i bambini abbandonati che hanno
diritto a una famiglia adottiva, non gli adulti ad un figlio.
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