Prospettive assistenziali, n. 109, gennaio-marzo
1995
Libri
SALVATORE
NOCERA, Gli accordi di programma per
l'integrazione scolastica e sociale delle persone con handicap - Dalla legge n.
142/90 sulle autonomie locali alla legge quadro n. 104/92, Edizioni
Unicopli, Milano, 1994, pp. 110, L. 15.000.
La legge quadro sull'handicap (n. 104/1992) è una
vera e propria beffa. Infatti non garantisce agli handicappati nessun diritto
aggiuntivo rispetto a quelli sanciti prima della sua approvazione.
Perché un diritto sia sancito, com'è ovvio, occorre
che sia previsto da una legge che definisca le condizioni di accesso alle
prestazioni, con la precisazione dell'ente che è tenuto a fornirle.
Ma
non basta prevedere diritti: potrebbero essere semplici enunciazioni.
I diritti devono essere esigibili, nel senso che la
persona, che ritiene che non siano rispettati, deve avere la possibilità di
rivolgersi ad una autorità, a nostro avviso la magistratura ordinaria (non
quella amministrativa, TAR, da sempre legata direttamente al potere
costituito).
Gli accordi di programma, di cui tratta il testo di
Nocera, si pongono al di fuori del campo dei diritti: le intese, infatti, sono
stipulate solo se gli enti intendono raggiungerle; in caso contrario la
popolazione non ha alcun potere giuridico di intervento.
Inoltre, sugli accordi sottoscritti, i cittadini, anche
quelli direttamente interessati, non hanno alcun potere legale di intervento.
Per queste ragioni occorre abbandonare la strada
senza sbocchi degli accordi di programma e ricercare altre modalità, in modo
che i cittadini, in primo luogo i più deboli e indifesi, possano avere
effettivi ed esigibili diritti alle prestazioni, almeno a quelle essenziali
per una qualità della vita minimamente accettabile.
GIAN
PAOLO MANGANOZZI, Guida al volontariato
italiano - Dizionario tematico delle leggi - Volume secondo - Legislazione anni
1990, 1° quadrimestre 1993, SEI, Torino, 1993, pp. 345, senza indicazione
di prezzo.
II volume aggiorna al 30 aprile 1993 le indicazioni
del primo dizionario tematico delle leggi sul volontariato, che si riferiva
alla legislazione a tutto il 31 dicembre 1989 (Cfr. Prospettive assistenziali,
n. 99, luglio-settembre 1992).
Il dizionario comprende le seguenti quaranta voci:
AIDS, Albi - Registri, Alcoolismo, Ambiente - Qualità della vita, Antincendi
(servizio), Anziani, Assistenza sociale, Beni culturali, Carcere, Consultori
familiari, Contributi - Controlli, Cooperazione (di solidarietà) sociale,
Cooperazione internazionale, Pace, Cultura - Sport - Tempo libero, Definizione
di volontariato, Dichiarazioni di principio - Finalità, Emigrazione -
Immigrazione, Fisco, Formazione, Handicap, Idoneità - Requisiti, Inserimento
sociale e lavorativo, Minori - Maternità, Nomadismo, Organi umani (donazione),
Partecipazione, Pronto soccorso - Trasporti infermi, Protezione civile,
Residenze (servizi residenziali), Salute mentale, Sangue umano (donazione),
Sanità, Servizio civile - Obiezione di coscienza, Servizio militare, Tabagismo,
Tossicodipendenza, Trattamento di personale volontario (economico-previdenziale-assicurativo-assistenziale),
Veterinaria, Volontariato singolo.
Per ogni voce sono indicati i titoli, i numeri e le
date delle leggi nazionali e regionali prese in considerazione, nonché le fonti
per il loro reperimento (Gazzette e Bollettini ufficiali); sono inoltre
riportati per esteso i testi degli articoli che riguardano specificatamente la
materia in esame.
Al
dizionario vero e proprio seguono tre appendici:
-
n. 1 - Leggi-quadro sul volontariato e relativi atti di applicazione;
-
n. 2 - Indice sistematico delle leggi e delle voci;
-
n. 3 - Indice sistematico delle leggi e delle voci relativo al volume primo.
OPERA
DON CALABRIA, Handicap e alternanza
scuola lavoro - Riflessioni su una esperienza di alternanza scuola-lavoro per
disabili, Edizioni Opera Don Calabria, Verona, Anno non indicato, pp. 133,
L. 18.000.
II testo propone una riflessione sulla formazione
professionale rivolta a soggetti con handicap intellettivo medio-lieve, a
partire dall'esperienza condotta nel Centro di formazione professionale Don
Calabria dal 1987.
La formazione professionale proposta si modella
sulle potenzialità effettive degli allievi handicappati intellettivi e,
dunque, privilegia gli aspetti pratico-esecutivi, sui quali gli allievi stessi
rispondono in modo positivo anche se nello svolgimento di mansioni semplici.
Significativamente, le materie teoriche sono limitate allo stretto necessario,
comunque sufficienti affinché gli allievi possano districarsi all'interno del
posto di lavoro e della vita quotidiana.
Tutto ciò con l'obiettivo di sviluppare al meglio la
loro capacità lavorativa, anche se ridotta, e favorire l'inserimento in
normali attività lavorative.
Trattandosi di handicappati intellettivi, lo sforzo
è teso a superare il divario esistente nel normale modello formativo tra la
formazione scolastica e quella lavorativa.
Si propone l'alternanza scuola/lavoro con l'obiettivo
di raggiungere progressivamente obiettivi quali l'autonomia, le capacità di
relazione, le abilità lavorative anche molto mirate.
La metodologia risente ancora della sperimentazione
e soprattutto della estrema brevità della durata del progetto
(maggio/dicembre), che non permette certamente di poter approfondire e
sviluppare gli obiettivi prefissati come sarebbe necessario, tenuto conto
proprio dei limiti oggettivi dei soggetti interessati.
II testo tenta anche un'analisi del rapporto
controverso con le istituzioni, ma anziché sollecitare la Regione e gli
Assessori al lavoro e alla formazione professionale, vengono criticate le USL
ed il settore socio-assistenziale, che non hanno alcuna competenza in materia.
Se si lavora, come sembra emergere dal testo, per la
preparazione di soggetti in grado di lavorare, perché vederli sotto la luce di
"assistiti"? Anche il referente istituzionale va scelto in una
giusta prospettiva.
AA.VV.,
Disabilità e apprendimento - L'esperienza
di un laboratorio per la massima autonomia dei disabili psichici, Omega
Edizioni, Torino, 1992, pag. 210, edizione fuori commercio.
Il testo presenta l'esperienza di un laboratorio
della Provincia di Torino, Assessorato all'assistenza, finalizzato al
raggiungimento della massima autonomia di disabili psichici e cioè, più
precisamente, di handicappati intellettivi.
Il volume contiene storie ed esperienze raccolte
dagli operatori, che vengono analizzate, catalogate e proposte a quanti operano
nel settore dell'assistenza rivolta a persone con gravi limitazioni. .
Il materiale è utile e validi sono anche i capitoli
che affrontano temi quali: la costruzione del progetto educativo, come
insegnare nuove abilità. Vi sono suggerimenti concreti e sperimentali per
affrontare situazioni di ansia, stereotipie, autolesionismi, controllo
sfinterico.
Non è invece condivisibile il capitolo dedicato alla
formazione professionale e alla preparazione al lavoro di soggetti con
handicap intellettivo, che possono - e quindi devono - frequentare corsi
normali di formazione professionale e/o prelavorativa.
Per queste persone, anche nel caso in cui diventino
disoccupate, il settore assistenziale non deve trasformarsi in un contenitore,
sottraendo di fatto risorse e personale a chi, in quanto grave, non può certo
aspirare ad un lavoro. Infatti, a nostro avviso, devono essere ricercate le
risorse e individuati gli interventi anche per coloro che hanno ridotte
potenzialità lavorative a causa della limitazione delle loro capacità
cognitive.
ANGELA
MARIA ZOCCHI DEL TRECCO, L'anziano -
Oltre la marginalità protetta, Vita e Pensiero, Milano, 1993, pp. 88, L.
13.000.
Il libro è stato scritto in occasione dell'Anno
europeo degli anziani e della solidarietà fra le generazioni (1993), proclamato
dal Consiglio delle Comunità europee.
L'aumento del numero degli ultrasessantacinquenni
non comporta un accrescimento delle persone dipendenti. «La scienza medica - sostiene giustamente l'Autrice - ha infatti sottolineato che l'età
cronologica non corrisponde all'età biologica, nel senso che l'efficienza della
persona non diminuisce necessariamente con l'avanzare dell'età».
Ciò ha portato a far emergere la consapevolezza che «i più gravi difetti di un'impostazione
assistenzialistica del problema degli anziani non sono tanto nei costi che
comporta, quanto nello spreco di risorse degli anziani che potrebbero essere
impegnate al servizio della società».
Partendo dalle soprariferite considerazioni,
l'Autrice affronta i seguenti aspetti: l'invecchiamento come problema sociale,
l'anziano fra impegno e disimpegno, le problematiche relative al pensionamento
e all'identità sociale.
Inoltre, il volume riferisce in merito ad una indagine
qualitativa, realizzata intervistando testimoni privilegiati per un
approfondimento di alcune dimensioni delle attività svolte da anziani.
Un primo campo d'azione è costituito dalla
partecipazione alla vita sindacale, poi l'analisi riguarda l'area del
volontariato in cui sono coinvolti molti anziani.
Inoltre, l'indagine si estende alle cooperative
sociali, al volontariato economico (gruppi di anziani che svolgono consulenza
gratuita per progetti di sviluppo in cui è richiesto personale professionalmente
competente) e alle attività socialmente utili.
www.fondazionepromozionesociale.it