Prospettive assistenziali, n. 109, gennaio-marzo
1995
PROPOSTA DI DELIBERA COMUNALE DI
INIZIATIVA POPOLARE
Lo
statuto del Comune di Torino in vigore dal 9 settembre 1994 prevede all'art. 16
che «almeno duemila titolari dei diritti
di partecipazione possano sottoscrivere con la propria firma e presentare al
Consiglio comunale proposte di deliberazione su materie di competenza
consiliare, purché corrispondenti ai requisiti formali richiesti».
Utilizzando questa forma di collaborazione, dieci
presentatori (Maria Grazia Breda, Frida Tonizzo, Carlo Sessano, Bruno Aimar,
Maria Chiara D'Agostino, Eugenia Monzeglio, Massimo Orengia, Maria Luisa
Ponzio, Silvia Scrosoppi e Roberto Tarditi) (1) hanno predisposto la proposta
di delibera che riportiamo integralmente, il cui scopo è la promozione
dell'effettivo rispetto delle esigenze e dei diritti fondamentali:
-
degli handicappati, con particolare riguardo a quelli intellettivi;
-
degli anziani malati cronici non autosufficienti;
-
dei bambini e dei ragazzi in difficoltà.
Le richieste riguardano:
a) circa gli handicappati
-
l'apertura di due comunità alloggio e di una struttura per soggetti gravissimi;
- il trasferimento della gestione del servizio taxi
per i ciechi e coloro che hanno difficoltà motorie dall'Assessorato
all'assistenza a quello dei trasporti;
- il superamento delle sezioni speciali presso le
scuole materne comunali ed i centri educativi;
- l'assunzione di handicappati da parte del Comune di
Torino nei cantieri di lavoro e nelle attività socialmente utili;
b) in merito agli anziani malati
cronici non autosufficienti
- la predisposizione da parte del Sindaco del programma
relativo alle attività di competenza delle USL prevedendo:
- la priorità delle cure sanitarie domiciliari in
base al principio "curare meglio spendendo meno";
- l'apertura di centri sanitari diurni per le persone
colpite dalla malattia di Alzheimer o da altre forme di demenza senile;
- la creazione di reparti di lungodegenza riabilitativi
nella misura prevista dalla legge, e cioè un posto ogni mille abitanti;
- l'istituzione di Unità valutative geriatriche in
modo da fornire agli anziani malati diagnosi complete ed idonee indicazioni di
trattamenta;
- la garanzia della permanenza in ospedale o presso
case di cura private nei casi in cui non sia possibile provvedere a domicilio e
non vi siano posti disponibili in altre strutture sanitarie (RSA, ecc.);
- la promozione presso te USI- e gli ospedali del
riconoscimento del diritto alle cure sanitarie degli anziani, compresi quelli
colpiti dalla cronicità e dalla non autosufficienza;
- la segnalazione alle USL dei nominativi degli
anziani malati impropriamente ricoverati negli istituti di assistenza (Carlo
Alberto, IRV, Convalescenziario della Crocetta, Opera Pia Lotteri), affinché
il Servizio sanitario nazionale provveda alla loro cura, come avviene per tutti
gli ammalati;
- la sollecitazione nei riguardi della Regione
Piemonte e delle USL per l'urgente apertura della R.S.A. (Residenza sanitaria
assistenziale) si via Braccini e per la realizzazione di altre RSA, con al
massimo 60 posti letto;
c) per i minori
- incentivazione delle adozioni dei fanciulli dichiarati
in stato di adottabilità dal Tribunale per i minorenni, con particolare
riguardo a quelli grandicelli, malati o handicappati;
- promozione degli affidamenti a scopo educativo dei
minori in gravi difficoltà familiari;
d) circa i patrimoni (rilevanti)
trasferiti al Comune di Torino e vincolati all'assistenza
-
si richiede che sia fornito l'elenco dei patrimoni destinati a fini
assistenziali;
e) in merito al pagamento di rette da parte dei
parenti degli assistiti
- occorre che siano rispettate le leggi vigenti che non consentono al Comune di Torino (ed a tutti gli enti pubblici) di obbligare i parenti, compresi quelli tenuti agli alimenti, al versamento di contributi per l’assistenza dei loro congiunti maggiorenni.
PROPOSTA DI DELIBERAZIONE
DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TORINO DI INIZIATIVA POPOLARE
OGGETTO:
PROGRAMMA Di PROVVEDIMENTI URGENTI PER GLI ANZIANI E ADULTI CRONICI NON
AUTOSUFFICIENTI, PER GLI HANDICAPPATI E PER ALTRE INIZIATIVE RIGUARDANTI LE
ATTIVITÀ ASSISTENZIALI E SANITARIE.
La situazione degli anziani e adulti malati cronici
non autosufficienti, degli handicappati (con particolare riguardo a quelli
gravi e gravissimi), dei minori privi di sostegno familiare esige interventi
urgentissimi per i seguenti motivi:
a) per quanto concerne gli handicappati
- dall'insediamento ad oggi la nuova amministrazione
non ha aperto una sola comunità alloggio per handicappati intellettivi
nonostante ci sia una lista di attesa contenente più di 100 richieste, di cui
molte hanno carattere di urgenza, per cui si richiede la messa a disposizione
del piano terreno di Via Principi d'Acaja 12;
- non appare opportuno che il servizio taxi continui
ad essere compreso fra le attività assistenziali, in quanto si tratta di
prestazioni sostitutive delle carenze del servizio pubblico di trasporto.
Pertanto dovrebbe far riferimento al relativo assessorato;
- il CESM e le sezioni speciali presso le scuole
materne sono attualmente incompatibili con il perseguimento della massima
integrazione possibile dei bambini handicappati anche gravissimi, d'altronde
realizzata positivamente nella scuola dell'obbligo;
- essendo gli ausili un supporto importantissimo per
l'autonomia dei soggetti con minorazione, è urgente provvedere al trasferimento
della mostra permanente delle tecnologie per handicappati da Via Nizza 151 alla
sede dell'ex IPAB Prinotti di Corso Francia, i cui spazi sono adeguati alle
esigenze;
- il lavoro è un valore anche per gli handicappati,
contribuendo alla loro realizzazione e consentendo di poter autonomamente
provvedere alle proprie esigenze. Allo scopo, con riferimento all'o.d.g.
approvato dal Consiglio Comunale di Torino, si chiede che il Comune:
- provveda all'assunzione di handicappati con
limitata autonomia nella misura del 5% della quota di cui alla legge 482/1968;
- istituisca un apposito servizio incaricato
dell'avvio al lavoro degli handicappati, con particolare riguardo a quelli con
limitata autonomia;
- promuova le necessarie e urgenti iniziative nei
confronti della Regione Piemonte per l'apertura del repartino di Corso
Svizzera;
b) in merito al problema degli anziani
cronici non autosufficienti si fa
presente che le leggi vigenti obbligano le Usl a garantire le necessarie
prestazioni curative e riabilitative, comprese - occorrendo - quelle relative
al ricovero ospedaliero.
II diritto degli anziani cronici non autosufficienti
alle cure sanitarie, comprese quelle ospedaliere, è stabilito dalle seguenti
disposizioni:
- in base alla legge 4 agosto 1955, n. 692,
l'assistenza deve essere fornita senza limiti di durata alle persone colpite da
malattie specifiche della vecchiaia;
- secondo il decreto del Ministro del lavoro del 21
dicembre 1956 l'assistenza ospedaliera deve essere assicurata a tutti gli
anziani «quando gli accertamenti diagnostici, le cure mediche o chirurgiche
non siano normalmente praticabili a domicilio»;
- l'articolo 29 della legge 12 febbraio 1968, n. 132,
tuttora in vigore, impone alle Regioni di programmare i posti letto degli
ospedali tenendo conto delle esigenze dei malati «acuti, cronici, convalescenti
e lungodegenti»;
- la legge 13 maggio 1978 n. 180 stabilisce che le
Unità sanitarie locali devono assicurare a tutti i cittadini, qualsiasi sia la
loro età, le necessarie prestazioni dirette alla prevenzione, cura e
riabilitazione delle malattie mentali. AI riguardo si ricorda che le Province
hanno trasferito alle USL il personale ed i finanziamenti concernenti tutti i
pazienti psichiatrici, compresi quelli anziani autosufficienti e non
autosufficienti;
- la legge di riforma sanitaria (legge 23 dicembre
1978 n. 833) obbliga le Unità sanitarie locali a provvedere alla «tutela della
salute degli anziani, anche al fine di prevenire e di rimuovere le condizioni
che possono concorrere alla loro emarginazione». Le prestazioni devono essere
fornite agli anziani, come a tutti gli altri cittadini, qualunque siano «le
cause, la fenomenologia e la durata» delle malattie.
Per quanto riguarda gli anziani cronici non
autosufficienti ricoverati presso l'IRV e il Carlo Alberto, visitati ad uno ad
uno dalla Commissione medica in base alla delibera della Giunta municipale
del 9 luglio 1991, la stessa Commissione medica è giunta alle seguenti
conclusioni:
«Dall'analisi ed elaborazione dei dati risulta
chiaramente ed analogamente a quanto già osservato nella prima indagine
condotta sulla struttura del Comune di Torino "Carlo Alberto", che
quasi la totalità degli ospiti risulta non autosufficiente per motivi
sanitari, per la presenza di affezioni croniche e di loro riacutizzazioni, che
richiedono un costante impegno di diagnosi e terapia oltre che di assistenza
infermieristica adeguata e qualificata. La tipologia degli ospiti (età
estremamente avanzata, poli-patologia, deterioramento delle funzioni
cognitive, esiti invalidanti da insufficienza cerebrovascolare acuta, da
fratture, ecc.), il loro precario equilibrio psico-fisico, il facile
sovrapporsi di complicanze e/o il riacutizzarsi di pregressi eventi morbosi,
richiedono spesso interventi immediati e risolutivi oltre che una competenza
ed esperienza geriatrica. Si ribadisce il concetto che tali soggetti risultano
pertanto di competenza del comparto sanitario».
Dunque, la proposta di delibera individua gli
strumenti necessari per ottenere che il comparto sanitario assuma - come
prevedono le leggi vigenti - le competenze che le spettano per la cura e
riabilitazione degli anziani cronici non autosufficienti.
Le norme vigenti sono richiamate - è importante
sottolinearlo - nel DPR 1° marzo 1994 "Approvazione del Piano sanitario
nazionale per il triennio 1994-1996": «Gli anziani ammalati, compresi
quelli colpiti da cronicità e da non autosufficienza, devono essere curati
senza limiti di durata nelle sedi più opportune». A questo riguardo lo stesso
DPR ricorda altresì che «la valorizzazione del domicilio come luogo primario
delle cure costituisce non solo una scelta umanamente significativa, ma
soprattutto una modalità terapeutica spesso irrinunciabile».
Circa le varie modalità di intervento sanitario,
nella delibera è previsto un mandato specifico al Sindaco, in attuazione delle
norme di cui ai decreti legislativi 502/1992 e 517/1993.
Infine, si prevede uno specifico incarico per
l'apertura da parte della sanità delle strutture di via Braccini e di Corso
Svizzera.
c) minori
Nella proposta è prevista l'incentivazione delle
iniziative di adozione e di affidamento familiare a scopo educativo di minori.
d) parenti di assistiti maggiorenni
Su conforme parere della Presidenza del Consiglio dei
Ministri (nota del Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per gli affari
sociali del 15.4.1994 prot. DAS/4390/1 /4/795) e del Ministero dell'interno
(lettera della Direzione generale dei servizi civili del 27.12.1993) la
Provincia di Torino (comunicazione al CSA dell'Assessore all'assistenza del 16
settembre 1994) ha riconosciuto che le leggi vigenti non consentono agli enti
pubblici di imporre contributi ai parenti, compresi quelli tenuti agli
alimenti, di persone assistite maggiorenni. Si richiede, quindi, che anche il
Comune di Torino rispetti la vigente normativa.
Tutto ciò premesso
I sottoscritti titolari dei diritti di
partecipazione, tenuto conto che gli interventi ed i finanziamenti
dell'assistenza sociale ed il relativo personale devono essere destinati, come
prevede l'art. 38 della Costituzione, esclusivamente ai cittadini inabili al
lavoro e sprovvisti dei mezzi necessari per vivere,
Visto
l'art. 16 dello Statuto della Città di Torino
Visto
il Regolamento n. 203
Vista la legge 8 giugno 1990 n. 142 sull'ordinamento
delle autonomie locali, con la quale, fra l'altro, all'art. 32 sono indicati
gli atti rientranti nella competenza dei Consigli Comunali,
propongono al Consiglio Comunale
a) di approvare l'allegato "Programma di provvedimenti
urgenti per gli anziani e adulti cronici non autosufficienti, per gli
handicappati e per altre iniziative riguardanti le attività assistenziali e
sanitarie (all. n. 1);
b) di impegnare il Sindaco e la Giunta Comunale,
nelle rispettive competenze, a predisporre e adottare le iniziative e le
deliberazioni necessarie per la sua attuazione ed a sottoporre al Consiglio le
proposte di variazione del Bilancio che si rendano eventualmente necessarie.
Maria
Grazia Breda, Frida Tonizzo, Carlo Sessano, Bruno Aimar, Maria Chiara
D'Agostino, Eugenia Monzeglio, Massimo Orengia, Maria Luisa Ponzio, Silvia
Scrosoppi, Roberto Tarditi
Allegato n. 1
“Programma
di provvedimenti urgenti per gli anziani e adulti cronici non autosufficienti,
per gli handicappati e per altre iniziative riguardanti le attività
assistenziali e sanitarie”
1. II piano dello stabile sito in Torino, Via Principi
d'Acaja 12 è destinato a comunità alloggio per handicappati intellettivi
temporaneamente privi di sostegno familiare o necessitanti di una soluzione
residenziale di emergenza. Con successivo provvedimento il Consiglio comunale
di Torino stabilirà se la gestione della comunità alloggio sarà assicurata
direttamente dal Comune o affidata ad idonea ditta privata;
2. gli appartamenti dei piani superiori dello stabile
di cui sopra sono assegnati in affitto ad una utenza mista: anziani, madri
sole, handicappati, altre persone aventi esigenze abitative segnalate dai
servizi socio-assistenziali della Città. L'assegnazione verrà fatta da apposita
commissione nominata dal Sindaco di Torino, sentiti i Capi gruppo consiliari;
3. ottenuta la disponibilità della struttura sita in
Torino, via Sostegno 33, acquistata dalla Città anche grazie alle somme messe a
disposizione dal CSA a seguito degli introiti relativi all'Anno internazionale
dei l'handicappato (concerto Pavarotti, ecc.), la stessa sarà destinata a
comunità alloggio per handicappati intellettivi privi di sostegno familiare;
4. ai medici responsabili delle attività sanitarie
dell'Istituto di riposo per la vecchiaia, della Casa geriatrica Carlo Alberto,
della residenza di via Valgioie 39 e del Convalescenziario Crocetta verrà
richiesta, entro e non oltre dieci giorni dall'approvazione della presente delibera,
una certificazione delle condizioni di salute di ciascun ospite con la
conseguente individuazione delle patologie di cui sono affetti e fornendo elementi
per stabilire indirizzi operativi atti al miglior soddisfacimento delle loro
esigenze sanitarie.
Mano a mano che perverranno le suddette
certificazioni, verrà segnalato alla Regione Piemonte e alle USSL competenti
in base alla sede delle sopra citate strutture che, a partire dalla data della
relativa certificazione medica se attestante condizioni patologiche di
competenza sanitaria, il Comune di Torino, salvo diversa disposizione
dell'USL, continuerà a fornire ai pazienti le necessarie prestazioni, ma
addebiterà alle USL di competenza tutte le spese sostenute. Contemporaneamente
le quote eventualmente versate dai ricoverati e dai loro congiunti saranno
depositate presso un apposito fondo scelto dal Comune di Torino. Nel caso di
assunzione degli oneri da parte delle USL, le quote di cui sopra saranno
rimborsate agli interessati o agli aventi causa con gli interessi maturati;
5. entro e non oltre 60 giorni dalla entrata in
vigore della presente deliberazione verrà presentato il piano di
programmazione sanitaria di cui ai decreti legislativi 502/1992 e 517/1993
prevedendo in particolare:
a) la priorità degli interventi sanitari domiciliari
per persone minori, adulte e anziane, malate acute o croniche, nei casi in cui
le prestazioni presentino:
-
vantaggi terapeutici per i soggetti;
-
disponibilità e idoneità dei congiunti o di terze persone;
-
idoneità dell'appartamento;
-
costi inferiori al ricovero presso ospedali o altre strutture sanitarie;
- necessità di personale non superiore a quello
occorrente in ospedale per patologie analoghe.
AI fine di garantire la continuità terapeutica nei
casi di maggiore o minore intensità delle cure, si raccomanda l'unificazione
dell'assistenza domiciliare integrata e dell'ospedalizzazione a domicilio,
garantendo la presenza di una équipe medico-infermieristica per almeno 10 ore
al giorno, per tutti i giorni dell'anno;
b) creazione di centri sanitari diurni, aperti almeno
40 ore settimanali, per persone colpite dalla malattia di Alzheimer o da
analoghe sindromi;
c) istituzione dei reparti di lungodegenza riabilitativa
previsti dalle leggi vigenti nella misura dell'1 per mille della popolazione;
d) creazione delle Unità valutative geriatriche
previste dal piano sanitario nazionale per il triennio 1994-1996 (DPR
1.3.1994);
e) creazione di residenze sanitarie assistenziali
aventi al massimo 60 posti letto, organizzate in nuclei non superiori a 10
soggetti, per anziani cronici non autosufficienti. Le camere dovranno essere di
due letti e avere ciascuna di esse un servizio igienico completo;
f) garanzia, come previsto dalle leggi vigenti, della
permanenza in ospedale o presso case di cura private convenzionate, nei casi in
cui non siano concretamente attuabili e idonee le prestazioni sanitarie
domiciliari di cui al precedente punto a) e non siano disponibili posti in
strutture sanitarie;
6. entro e non oltre 60 giorni dall'entrata in vigore
della presente delibera, verranno trasferite le competenze in merito al
servizio taxi dall'Assessorato ai servizi sociali, sanità e diritti dei cittadini
all'Assessorato ai trasporti del Comune di Torino. In ogni caso non si dovrà
verificare alcuna interruzione del servizio;
7. definizione dei rapporti con la Regione Piemonte
e l'USL competente per la più sollecita possibile apertura da parte della
sanità del repartino di Corso Svizzera e della struttura di Via Braccini,
apportando a quest'ultima tutti gli adattamenti strutturali indispensabili per
il corretto funzionamento della struttura stessa.
8. incentivazione:
- delle adozioni dei minori dichiarati in stato di
adottabilità dal Tribunale per i minorenni che incontrino difficoltà alla loro
sistemazione familiare a causa dell'età e/o della presenza di handicap o di
malattie;
- degli affidamenti familiari a scopo educativo dei
minori con gravi difficoltà familiari, nel rispetto delle norme della legge
184/1983 e con priorità assoluta di quelli grandicelli o colpiti da menomazioni
o da patologie;
9. messa a disposizione della cittadinanza
dell'elenco dei patrimoni degli enti assistenziali trasferiti al Comune (IPAB,
ECA, ecc.) con l'indicazione per ognuno di essi dei dati generali e catastali,
delle caratteristiche edilizie, dei dati relativi alla locazione (locatario,
durata del contratto, importo, adeguamenti ISTAT, attribuzione e importo delle
spese di manutenzione ordinaria e straordinaria e degli oneri di riscaldamento,
stato di pagamento dei canoni, soggetti occupanti, ecc.);
10. superamento delle sezioni speciali delle scuole
materne municipali e dei centri educativi speciali (CESM) con la chiusura delle
iscrizioni a partire dall'anno scolastico 1995-96;
11. attuazione degli impegni assunti nell'ordine del
giorno del 20.6.94 con particolare riguardo ai seguenti punti:
- inserimento di quote di assunzione di handicappati
con limitata autonomia (almeno il 5% della percentuale d'obbligo) negli
avviamenti realizzati per l'adeguamento della pianta organica del Comune di
Torino, nei cantieri di lavoro e nei lavori socialmente utili, e in ogni altro
provvedimento realizzato per creare occupazione con finanziamenti statali,
regionali e CEE;
- promozione rivolta alla Regione Piemonte per
l'introduzione di criteri che stabiliscano incentivi differenziati a seconda
della capacità lavorativa che i soggetti possono esprimere, con maggior
erogazione a favore degli handicappati con limitata autonomia;
- istituzione entro e non oltre il 30 giugno 1995 del
servizio di inserimento lavorativo in capo all'Assessorato al lavoro, d'intesa
con l'Ufficio di collocamento, per l'avvio al lavoro degli handicappati con
limitata autonomia.
(1) Lo statuto del Comune di Torino esige che la proposta
di deliberazione sia sottoscritta da dieci persone.
www.fondazionepromozionesociale.it