Prospettive assistenziali, n. 109, gennaio-marzo 1995

 

 

UN POSTO PER TUTTI

ANALISI DI ESPERIENZE LAVORATIVE DI ADULTI CON SINDROME DI DOWN

ESTER SAMPAOLO - PATRIZIA DANESI (')

 

 

«La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che ren­dano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società» (Art. 4, Costituzione della Repub­blica italiana).

Tutti i cittadini hanno diritto a realizzarsi trami­te il lavoro ed è loro dovere collaborare attiva­mente alla vita del Paese.

L'attività lavorativa è riconosciuta fondamen­tale per la crescita della persona in quanto for­nisce la possibilità di sostentamento, di autono­mia e garantisce l'inserimento nel tessuto socia­le tramite la copertura di un ruolo.

Anche se tali affermazioni sembrano accettate da tutti a livello teorico, riscontriamo nella realtà quotidiana che, ai cittadini "diversi", questo dirit­to/dovere non è ancora riconosciuto.

Le persone con handicap si battono da tanto tempo per dimostrare che il loro inserimento nel mondo del lavoro è possibile; tuttavia i lavoratori handicappati sono ancora troppo pochi e le loro esperienze troppo poco conosciute per con­trapporsi a pregiudizi e resistenze culturali.

Le persone con handicap, oltre alle difficoltà che fanno parte della vita di tutti i giorni, devono combattere quotidianamente per affermarsi ed essere apprezzate per quel che sono.

II loro handicap, sia esso fisico o psichico, rappresenta troppo spesso per i "normali" un muro oltre il quale non si vuole vedere la perso­na nella sua globalità.

Un atteggiamento del genere nei confronti delle persone handicappate pone queste in condizione di essere giudicate inadeguate an­cora prima di essere inserite nel circuito produt­tivo, ma il ruolo di "assistiti" diventa loro sempre più stretto.

La disabilità non compromette necessaria­mente la resa lavorativa dell'individuo, se il lavo­ro assegnatogli è adeguato alle sue reali capa­cità.

Se per tutti è importante individuare percorsi formativi e lavorativi idonei alle personali abilità, a maggior ragione questa esigenza è sentita, e deve essere rispettata, per coloro che si inseri­scono nel mondo del lavoro con uno svantaggio in più.

Le resistenze rispetto all'inserimento lavorati­vo degli handicappati nascono principalmente da preoccupazioni economiche: la logica della produttività non lascia spazio a persone con ri­dotta capacità lavorativa che vengono conside­rate un peso per il mondo del lavoro.

Questa visione del problema non tiene conto del fatto che una persona con handicap che non lavora va assistita e che le soluzioni assi­stenziali, come i ricoveri in istituto, rappresenta­no comunque per lo Stato, e quindi per la socie­tà, un carico oneroso non indifferente.

La realizzazione del diritto al lavoro per i disa­bili appare quindi non solo rispettosa delle loro esigenze, ma anche risorsa per la società, of­frendo la possibilità a queste persone di trasfor­marsi da assistiti a consumatori e contribuenti.

Ancora oggi molti degli inserimenti lavorativi, in particolare delle persone con handicap men­tale, sono spesso frutto della volontà di operato­ri e famiglie che hanno saputo trovare con fatica spazi nelle pieghe della legislazione nazionale e regionale.

Conosciamo infatti l'inefficacia della legge 482/1968 "Disciplina generale delle assunzioni obbligatorie presso le pubbliche amministrazio­ni e le aziende private", legge che avrebbe do­vuto garantire l'inserimento lavorativo delle ca­tegorie svantaggiate.

 

L'indagine sull'inserimento lavorativo di persone Down

In Italia vivono circa 40.000 persone Down (nascono circa 2 bambini Down al giorno) e per le migliori condizioni di vita e i progressi della medicina si è molto allungata la vita di queste persone. Ci si aspetta per i prossimi anni un au­mento della popolazione Down in particolare per quanto riguarda l'età adulta (basti pensare che se nel 1947 l'aspettativa di vita di queste perso­ne era di 12 anni, oggi è di 55 anni).

Pertanto l’evoluzione delle persone Down e l’aumento della popolazione Down adulta sollecitano un investimento di attenzione e di risorse della società per la creazione di servizi destinati agli adulti disabili e per la creazione di spazi nel mondo del lavoro.

L'Associazione Italiana Persone Down (già As­sociazione Bambini Down) ha voluto dimostrare, attraverso un'indagine sull'inserimento lavorati­vo delle persone Down svolta tra il febbraio '91 e l'ottobre '92, la fattibilità di tali inserimenti, ana­lizzando in dettaglio la qualità dell'esperienza la­vorativa.

L'obiettivo della ricerca è stato quindi la rac­colta del maggior numero possibile di casi, rile­vabili con le forze dell'Associazione, di lavoratori con sindrome di Down. Su di essi si è poi avviata una analisi qualitativa che permettesse di cono­scere, attraverso la storia con cui si era arrivati agli inserimenti, le modalità di formazione e di collocamento, le caratteristiche dei lavoratori Down e l'organizzazione del lavoro, i fattori di successo e di riproducibilità di tali esperienze.

Si è voluto raccogliere elementi che consen­tissero di affermare che è realmente possibile inserire produttivamente persone Down nel mondo del lavoro e che permettessero di indivi­duare concreti itinerari per tali realizzazioni.

 

I risultati

I lavoratori Down inseriti nell'indagine sono 34. Di essi 22 lavorano a Roma, mentre i re­stanti provengono da altre città: 4 da Firenze, 3 da Pesaro, 2 da Pavia, 1 da Pisa, 1 da Castel S. Pietro (Bo) e 1 da Gaeta (Lt).

Dei 34 lavoratori Down, ben cinque lavorano da più di 9 anni e altri quattro lavorano da più di 6 anni.

Nella tabella n. 1 sono indicati in dettaglio i dati relativi agli anni di lavoro svolto dall'assun­zione ad oggi.

Questi dati confermano l'ipotesi della ricerca e cioè che l'inserimento al lavoro di persone con handicap mentale è effettivamente possibile e non è necessariamente un'esperienza a tempo determinato.

II ruolo di lavoratore, una volta conquistato, ri­mane fisso nel tempo conferendo al disabile e alla sua famiglia maggiore tranquillità rispetto al futuro.

Tale affermazione assume maggior forza se consideriamo i tipi di contratto con i quali sono stati assunti i lavoratori Down: di essi infatti il 76% ha un contratto a tempo indeterminato.

Rispetto alla qualifica con cui i lavoratori Down sono stati assunti si veda l'elenco allega­to, in cui sono specificati anche i relativi luo­ghi di lavoro e le mansioni svolte (vedi la tabella n. 2).

È evidente che ad ogni qualifica corrispondo­no mansioni precise che vengono effettivamente svolte dai lavoratori Down.

Anche se lo svolgimento del lavoro è stretta­mente legato alle diverse situazioni di difficoltà dei lavoratori, tutti rivestono un ruolo "vero", non fittizio, contribuendo attivamente alla produttività dell'azienda.

Questo è dimostrato anche dagli orari di lavo­ro delle persone Down intervistate: il 62% di es­se lavora 6 giorni a settimana e il restante 38% lavora 5 giorni a settimana.

La maggior parte dei lavoratori (il 76%) ha un orario compreso tra le 19 e le 36 ore settimanali e il 12% lavora più di 36 ore a settimana.

II 46% del campione usufruisce di agevolazio­ni rispetto all'orario di lavoro, come emerge dal­la tabella n. 3. Delle 6 persone che godono di una riduzione di orario, due lavorano in azienda di proprietà della famiglia e una in cooperativa integrata, cioè in luoghi che permettono e forse favoriscono una maggiore elasticità di orario e una presenza in azienda meno rigida.

Per quanto riguarda gli altri lavoratori, uno di questi ha un orario ridotto in quanto usufruisce di una borsa di lavoro, mentre gli altri due hanno una riduzione rispettivamente di un'ora e mezzo e tre ore al giorno.

I lavoratori che usufruiscono di turni agevolati hanno un orario pieno (oltre 30 ore), ma godono della possibilità di lavorare prevalentemente la mattina.

In riferimento alla retribuzione la maggior par­te delle persone Down percepisce uno stipendio uguale a quello dei colleghi assunti con la stes­sa qualifica e solo 3 persone percepiscono uno stipendio inferiore (si tratta di tre lavoratori in azienda di proprietà della famiglia).

Un dato sicuramente significativo è che 9 per­sone nel corso dell'esperienza lavorativa hanno avuto una modifica dell'inquadramento contrat­tuale, ottenendo scatti di livello.

II 41% del gruppo inserito nella ricerca deve usare quotidianamente macchine e attrezzi di vario genere e di diversa difficoltà di utilizzazio­ne. Alcuni di essi lavorano ormai da molti anni, tuttavia non si sono registrati infortuni tranne che per un caso in cui si è verificato un incidente di lieve entità con una macchina stiratrice. Questo si contrappone all'idea che le persone con ritar­do mentale risultino, per la loro condizione, diffi­cilmente consapevoli della pericolosità di am­biente e macchine e siano per questo fonte di problemi per l'azienda.

Sempre in merito alla sicurezza sul posto di lavoro è stato chiesto ai colleghi e ai datori di la­voro se esistessero spazi preclusi alle persone Down: il risultato è che per il 74% dei casi non ve ne sono.

Tuttavia il restante 26% non può accedere per motivi di sicurezza in determinati ambienti dell'azienda in quanto ritenuti pericolosi.

Un aspetto non trascurabile relativo all'inseri­mento è il rapporto che viene ad instaurarsi tra il lavoratore Down e l'ambiente di lavoro, in parti­colare con i suoi colleghi.

La presenza dei colleghi e la loro disponibilità si rivela in molti casi determinante per la buona riuscita dell'inserimento stesso. Basti pensare che nel 68% dei casi è stato un collega a rivesti­re il ruolo di "istruttore", cioè ad essere il refe­rente per la persona Down e il suo modello nell'imparare a svolgere la sua mansione.

Inoltre, analizzando i commenti che i colleghi hanno espresso rispetto al lavoro accanto ad una persona con ritardo mentale, emerge che per la maggior parte di loro l'esperienza rappre­senta un'importante occasione di crescita personale e permette, tramite la conoscenza diretta del problema, di eliminare eventuali pre­giudizi sull'inserimento lavorativo degli handi­cappati.

Tra i lavoratori Down ve ne sono alcuni che continuano ad avere difficoltà anche molto tem­po dopo l'assunzione, che non riescono cioè ad essere completamente autonomi nello svolgi­mento delle mansioni e necessitano di una per­sona che li segua e li indirizzi con continuità; tuttavia, più di un collega ha osservato che l'in­serimento di queste persone porta comunque ad un arricchimento di tutti: del disabile, perché gli si dà la possibilità di uscire di casa e di vivere meglio; dei colleghi e della società in genere, perché direttamente e indirettamente possono venire a contatto con una realtà diversa. Se la realtà dell'handicap può mettere in crisi quando non corrisponde ai modelli di perfezione e di produttività che ci siamo creati, essa offre una chiave diversa di vedere le cose, anche nel competitivo mondo del lavoro.

 

 

 

(*) I dati riferiti in questo articolo sono tratti dal volume Un posto per tutti - Analisi di esperienze lavorative di adulti con sindrome di Down", di Ester Sampaolo e Patrizia Dane­si, Edizioni Del Cerro, Tirrenia (Pisa), 1993.

 

 

 

 

 

Tabella n. 1 - Anni di lavoro della persona Down.

 

2 anni

3-5 anni

6-8 anni

9-11 anni

torale

n.r.

10

40%

6

24%

4

16%

5

20%

25

100%

9

 

 

 

Tabella n. 2 - Qualifiche dei lavoratori Down e mansioni a loro affidate.

 

Qualifica

Numero dei lavoratori

Luoghi di lavoro

Mansioni svolte

Collaboratore scolastico

 

 

Commesso ufficio

 

 

 

 

 

 

Giardiniere

 

 

 

Copista

 

 

Archivista

 

 

Guardarobiera

 

 

 

Magazziniere

 

 

Operaio

 

 

Aiuto cucina

 

 

Commessa negozio

 

 

Puericultrice

9

 

 

 

8

 

 

 

 

 

 

4

 

 

 

2

 

 

2

 

 

2

 

 

 

2

 

 

2

 

 

1

 

 

1

 

 

1

asilo nido, materna, elementare

 

 

FF.SS., USL, Ministero

 

 

 

 

 

 

parco comunale, cooperativa vivaio

 

 

ufficio Provinciale, cooperativa

 

Ministero, RAI

 

 

strutture ospedaliere

 

 

 

Ministero, centrale del latte

 

fabbrica cosmetici, cooperativa

 

pizzeria

 

 

negozio di bomboniere

 

 

ospedale reparto

pulizie, mensa, ass. bambini, consegna circolari

 

smistamento posta, consegna posta, fotocopie, archiviazione protocolli, piccoli lavori di dattilografia

 

potatura, travasi di piante, innaffio di piante

 

fotocopia, rilegatura di stampati

 

catalogazione e riordino stampati

 

stiratura della biancheria, riordino locali

 

consegna del materiale

 

 

confezionamento dei prodotti

 

preparazione per gli ingredienti della pizza

 

confezionamento di bomboniere

 

pulizia dei lettini

 

 

Tabella n. 3 - Agevolazioni rispetto all’orario di lavoro.

 

non ha agevolazioni

riduzione di ore

turni agevolati

lavoro

part-time

totale

n.r.

16

53%

6

20%

6

20%

2

7%

30

100%

4

 

 

 

Tabella n. 4 - Macchine e attrezzi utilizzati dai lavoratori Down.

 

Lavori svolti

Macchine e attrezzi utilizzati

Lavoro di ufficio

 

Confezionamento prodotti

 

 

Aiuto cucina

 

Giardinaggio

 

Lavoro in magazzino

 

Artigianato

 

Reparto ospedale

Fotocopiatrice, macchina da scrivere, calcolatrice, ...

 

Macchine termoretraibili semiautomatiche per imballo, tappeto movente ...

 

Tritacarne, friggitrice ...

 

Forbici da giardiniere, troncarami ...

 

Carrello elevatore ...

 

Attrezzi manuali per la lavorazione del legno ...

 

Autoclave, saldatrice di buste per ovatta ...

 

 

 

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