Prospettive assistenziali, n. 110, aprile-giugno
1995
Libri
PATRIZIA
TACCANI (a cura di), Dentro la cura -
Famiglie e anziani non autosufficienti, Franco Angeli, Milano, 1994, pp.
271, L. 34.000
La cura degli anziani non autosufficienti da parte
dei loro familiari è ancora oggi un tema poco dibattuto e affrontato in Italia.
Per rompere questo silenzio si è inteso dare voce alle famiglie, attraverso un
lavoro di ricerca che ne ha ricostruito la vita quotidiana, la complessità e
variabilità dei percorsi, gli intrecci familiari e relazionali.
La ricerca promossa dalla Scuola regionale per
operatori sociali del Comune di Milano e dalla CGIL di Bergamo, si è svolta
nell'area territoriale di Bergamo e provincia.
II volume analizza contenuti, tempi, organizzazione
del lavoro di cura; i rapporti del caregiver (e cioè della persona - quasi
sempre un congiunto - che si assume la responsabilità di referente per le
cure) con l'anziano e con gli altri familiari, anche nella loro evoluzione;
come il caregiver percepisce i bisogni dell'anziano, i propri bisogni, il proprio
ruolo; gli aiuti che riceve o potrebbe ricevere dai servizi sociali sanitari.
Dai dati raccolti emerge l'esigenza che le autorità
preposte si impegnino ad «assumere a
pieno titolo il problema delle cure informali prestate nelle famiglie e
riconoscere un'ampia e diversificata gamma di diritti garantibili attraverso
un'altrettanto ampia gamma di prestazioni: dai permessi lavorativi a periodiche
aspettative; a erogazioni in denaro per coprire spese di aiuti domiciliari
qualificati; alla garanzia di interventi medici e infermieristici adeguati alle
situazioni (ospedalizzazione e/o ospedalizzazione a domicilio); ai servizi
"di respiro" come centri diurni soprattutto per anziani affetti da
demenza; ai ricoveri temporanei in strutture adeguate dove il personale non
faccia vivere ai familiari il ricovero come gesto non legittimato, quindi
"colpevole"; alla promozione di gruppi di sostegno, là dove sia
maturato il bisogno di mutuo aiuto».
«Occorre
però - conclude Patrizia Taccani - che i responsabili delle politiche sociali
attuali e per l'immediato futuro lavorino a partire dal convincimento che non
si possa continuare a considerare la famiglia come
"famille-providence" nei confronti degli anziani non autosufficienti:
essere caregiver deve poter costituire un'opzione e in quanto tale essere
coniugata con il riconoscimento dei propri diritti e la soddisfazione dei propri
bisogni».
AA.W.,
Nascere figlio - Le famiglie italiane
verso il Duemila, UTET Libreria, Torino, 1994, pp. 290, L. 24.000.
In una realtà come quella del nostro tempo, segnata
dall'infinita serie di possibilità ed esperienze che solcano fa biografia di
ciascuno, nella quale non esistono più certezze garantite e in cui la
categoria della precarietà sembra dominare e condizionare tutti i momenti
della nostra esistenza, la famiglia torna al centro dell'attenzione e viene
riscoperta per la sua capacità di tenuta sotto il profilo affettivo, educativo
e sociale.
Un ritorno alla famiglia di tipo difensivo nel pieno
della crisi di tutte le altre istituzioni tradizionali? Può darsi. Resta il
fatto che sociologi, psicologi e pedagogisti, ma anche medici, demografi ed
economisti, hanno moltiplicato negli ultimi anni ricerche e studi per esaminare
e indagare la consistenza e il significato della rinnovata centralità della
famiglia anche nello scenario della postmodernità.
II volume, curato da Giorgio Chiosso, si propone di
compiere una ricognizione delle più attuali questioni familiari da differenti
punti di vista (sociologico, psicologico, pedagogico, giuridico, scolastico),
ponendosi da un punto di vista di osservazione problematico.
II libro si apre con un'ampia e documentata
presentazione della famiglia nella realtà socioeconomica italiana dovuta a
Francesco Garelli. Nel saggio vengono poste in luce le nuove situazioni
educative a cui la famiglia è chiamata a far fronte in presenza di fenomeni un
tempo sconosciuti, come, ad esempio, la predominante presenza di adulti, la
prolungata permanenza dei figli nella casa paterna e uno stile di vita familiare
all'insegna della negoziazione di diritti e doveri.
Nel secondo capitolo G. Chiosso prospetta alcune
linee di ripensamento dell'educazione familiare, crocevia privilegiato di
scambi affettivi, importanti e decisivi per la formazione del senso di
sicurezza dei figli, ma non sufficienti da soli ad assicurare anche quella
dell'equilibrio e della maturazione.
II discorso è ripreso nel contributo di Liliana Zani
Minoja, che, esaminando le dinamiche psicoaffettive in relazione ai processi
conoscitivi nell'età infantile, svolge alcune riflessioni sul rapporto tra
organizzazione della conoscenza e senso dell'umano, rapporto che risulta tanto
più ricco e proficuo quanto maggiore è la partecipazione con cui i genitori
seguono la crescita dei figli.
Le questioni legate ai rapporti tra solidarietà e
vita familiare sono affrontate nei contributi di Felice Rizzi e di Mario
Tortello. II primo esamina le risonanze che fenomeni quali i processi migratori
e la realtà sempre più multietnica e interculturale delle società occidentali
hanno in rapporto alle dinamiche familiari. II secondo si occupa del diritto
del minore ad avere una famiglia, stendendo un bilancio a dieci anni
dall'approvazione della legge n. 184/1983 che regola attualmente l'adozione e
l'affidamento.
La realtà della famiglia divisa e i problemi dei
figli dei separati e dei divorziati sono oggetto di approfondita analisi
giuridica, ma in stretto rapporto con le implicanze educative che derivano, da
parte di Massimo Dogliotti.
II saggio conclusivo di Marisa Pavone affronta i temi
familiari sotto l'angolatura della scuola esaminando che cosa può fare la
scuola per promuovere una visione positiva della famiglia sottraendola ai
luoghi comuni non solo della pubblicità e delle telenovele ma anche di molti
libri di testo.
GRUPPO
ITALIANO DI FARMACOVIGILANZA NELL'ANZIANO, La
qualità dell'assistenza all'anziano in ospedale, Vita e Pensiero, Milano,
1990.
ANDRÉ
MONTESINOS, Organizzare un'assistenza
di qualità nei reparti ospedalieri, Vita e Pensiero, Milano, 1993.
I due volumi forniscono numerosi spunti di riflessione
per gli operatori del settore sanitario e, soprattutto, per il personale
infermieristico che negli ospedali svolge un ruolo di importanza fondamentale.
Prestazioni qualitativamente corrette dovrebbero
essere il fine ultimo di tutte le strutture ospedaliere. Non è sufficiente che
al malato siano fornite cure valide sotto il profilo tecnico; occorre che
esse siano anche umanamente
irreprensibili, tengano conto delle esigenze relazionali dei pazienti e
valorizzino l'apporto dei familiari e della rete amicale.
Da segnalare le conclusioni del
volume "La qualità dell'assistenza all'anziano in ospedale": «La maggior parte dei ricoveri degli anziani
è giustificata da ragioni mediche, presentando questi una patologia rilevante
che impone il ricovero in ospedale. L'utilizzazione inappropriata
dell'ospedale da parte degli anziani non è, per la maggior parte dei casi,
dovuta a ragioni di tipo sociale. li cosiddetto "parcheggio
ospedaliero dell'anziano" da parte delle famiglie è un fenomeno di scarsa
rilevanza. Quasi sempre alla base del ricovero vi è una causa patologica che,
però, dovrebbe essere curata fuori dell'ospedale. L'anziano ed i suoi familiari
ricorrono all'ospedale per l'assenza nel territorio di servizi alternativi
(assistenza domiciliare, ospedalizzazione a domicilio, day hospital, residenze
sanitarie assistenziali)».
E più avanti: «Gli
indicatori usati per valutare specificatamente la qualità dell'assistenza mostrano
un livello più che soddisfacente per quel che riguarda la performance
diagnostica e l'uso corretto dei farmaci. Non sono, invece, buoni i risultati
riferibili alla non autosufficienza, in particolare la probabilità di guarire
o di contrarre piaghe da decubito o incontinenza urinaria durante il ricovero.
Ciò indica che in ospedale l'assistenza all'anziano non autosufficiente o a
rischio di non autosufficienza è attualmente non soddisfacente e che tutto
questo servizio va ristrutturato su basi nuove, con personale professionalmente
adeguato e in numero sufficiente».
PAOLO
MARIOTTI - GIANLORENZO MASARAKI - RENATO RIZZI, I diritti dei malati, Giuffrè Editore, Milano, 1993, pp. 323, L.
34.000.
Non si comprende perché sia stato pubblicato questo
volume perché, in molti settori di intervento (ad esempio in materia di
anziani, di handicappati, di minori), non fornisce alcuna indicazione sui
diritti e sulle modalità per esigerli.
Per quanto riguarda gli handicappati, ad esempio,
sono riportati i 44 articoli della legge 5 febbraio 1992 n. 104 con la
sbalorditiva affermazione che il testo «è
così scorrevole da non avere necessità di essere commentato».
Praticamente non è fornita alcuna indicazione in
merito alla legge 4 maggio 1983 n. 184 "Disciplina dell'adozione e
dell'affidamento dei minori", di cui sono riportati, non si capisce per
quale motivo, solo i primi 43 articoli, anche perché quelli omessi (dal 44
all'82) contengono norme estremamente importanti.
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