Prospettive assistenziali, n. 111, luglio-settembre 1995

 

 

COSTITUITO IL COORDINAMENTO NAZIONALE DEL VOLONTARIATO DEI DIRITTI

 

 

 

Si è costituito in data 16 settembre 1995 il Coordinamento nazionale del volontariato dei di­ritti di cui fanno parte le seguenti organizzazioni:

- Associazione senza limiti, Via Carracci 2, 20149 Milano, tel. 02-498.46.78, fax 02­48.01.46.80

- ASVAP 5 - Associazione Volontari aiuto am­malati psichici, Via Manzoni 15, 22030 Suello (LC), tel. e fax 031-65.50.28

- CLOD - Comitato ligure per l'ospedalizzazio­ne a domicilio, c/o Luciano Giusti, Via Arrivabe­ne 12/cl12, 16153 Genova Sestri, tel. 010­650.14.06, fax 010-62.16.80

- Comitato Ricoverati e Familiari IRAIA, Via Massimo D'Azeglio 47, 43100 Parma, tel. e fax 0521-23.79.81

- CSA - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti, Via Artisti 36, 10124 Torino, tel. 011-812.23.27/812.44.69, fax 011-812.25.95

La Segreteria è stata affidata al CSA - Comita­to per la difesa dei diritti degli assistiti.

Nella suddetta riunione è stato approvato il se­guente:

 

DOCUMENTO BASE

 

Premessa

- Ogni anno decine di migliaia di anziani col­piti da malattie croniche e da non autosufficien­za sono illegalmente dimessi, a volte in modo selvaggio, dagli ospedali. Nei casi in cui non sia possibile ai familiari curarli a casa loro, viene ri­chiesto il ricovero in strutture pubbliche e priva­te di assistenza e beneficenza con rette anche di 4/5 milioni al mese. Abbastanza frequenti so­no le strutture abusive. I servizi sanitari domici­liari adeguatamente organizzati per la cura di malati gravi e gravissimi (ad esempio quelli di ospedalizzazione a domicilio) sono estrema­mente carenti anche se terapeuticamente utili per gli anziani ed economicamente molto con­venienti per il Servizio sanitario nazionale.

- Nei manicomi pubblici e privati sono ancora rinchiuse 25 mila persone, che spesso vivono in condizioni disumane. In quasi tutte le USL non sono stati creati i servizi necessari per la pre­venzione, cura, riabilitazione e reinserimento. Numerosi soggetti, soprattutto anziani, sono im­propriamente ricoverati in istituti di assistenza/beneficenza.

- Spesso sono estremamente carenti gli in­terventi sanitari, soprattutto quelli rivolti al malati di Aids e ai terminali.

- Quasi ovunque è disapplicata la legge 595/1985 che prevedeva la istituzione di posti letto di riabilitazione nella misura dell'1 per mille della popolazione (e cioè 56.000 in Italia). Ne deriva che numerose persone soffrono di condizioni di inabilità e di dipendenza a causa della carenza di servizi e strutture riabilitative.

- 40 mila minori continuano ad essere ricove­rati in istituti di assistenza/beneficenza, nono­stante che da oltre 50 anni ne siano note le de­leterie conseguenze, spesso irreparabili.

- Non sempre è attuato l'inserimento presco­lastico e scolastico dei minori con handicap, in particolare quelli colpiti sul piano intellettivo, o con disturbi mentali. L'emarginazione scolastica è praticata soprattutto dalle scuole private.

- Gravemente carente è il rispetto della legge 482/1968 sul collocamento obbligatorio al lavo­ro dei soggetti con handicap. Decine di migliaia di persone sono pertanto costrette a vivere ai margini della società, sia quelle con pieno ren­dimento lavorativo, sia quelle con capacità lavo­rativa ridotta, ma pur sempre proficua per le aziende.

Ciò premesso le organizzai ioni sopraelencate hanno approvato il seguente

 

Manifesto del volontariato dei diritti

 

1. ll volontariato dei diritti opera per l'effettivo riconoscimento delle esigenze e dei diritti delle persone e dei nuclei familiari, con particolare ri­guardo ai soggetti che, a causa dell'età e delle condizioni psico-fisiche, non sono in grado di au­todifendersi.

Fra le numerose situazioni di ingiustizia, più gravi sono quelle che colpiscono:

- i bambini in situazione di abbandono o con famiglie aventi notevoli difficoltà;

- gli handicappati intellettivi;

- le persone con disturbi psichici;

- i giovani, gli adulti e soprattutto gli anziani cronici non autosufficienti.

 

2. L'impegno del volontariato dei diritti è rivolto anche alla eliminazione di ogni forma di emargi­nazione, intervenendo sulle cause e sulle conse­guenze.

La prevenzione dell'esclusione sociale deve essere costantemente raccordata alla elimina­zione degli effetti. In questo modo si opera effettivamente per la riduzione della fascia di popolazione che attualmente è socialmente emarginata.

 

3. Le attività di natura culturale e operativa de­vono essere integrate da azioni di difesa delle esigenze e dei diritti delle singole persone coin­volte.

II volontariato dei diritti collega la propria atti­vità culturale e operativa alla difesa dei casi per­sonali, anche al fine di evitare prese di posizione astratte e, quindi, inconcludenti.

 

4. Il volontariato dei diritti rivendica piena auto­nomia nei confronti delle istituzioni.

II volontariato dei diritti non si pone al servizio delle istituzioni, con le quali intende collaborare in piena autonomia. AI riguardo è preoccupante che la legge 11 agosto 1991 n. 266 non favori­sca tutto il volontariato, ma solo quello che opera «per il conseguimento delle finalità di ca­rattere sociale, civile e culturale INDIVIDUATE dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province autono­me di Trento e di Bolzano e dagli Enti locali». Pertanto il volontariato dei diritti non intende ge­stire servizi che l'ente pubblico deve garantire ai cittadini.

 

5. Il volontariato per i diritti non intende svolge­re solo ruoli marginali; chiede agli enti pubblici di poter partecipare, alla pari dei sindacati, alle trat­tative che coinvolgono l'assetto dei servizi e quindi le esigenze e i diritti degli utenti.

Non è accettabile che al volontariato sia rico­nosciuto solo il compito di tappare i buchi pro­vocati dalle carenze degli enti pubblici. AI volon­tariato dei diritti va riconosciuto anche un ruolo contrattuale.

 

 

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