Prospettive assistenziali, n. 111, luglio-settembre 1995

 

 

L'OSPEDALIZZAZIONE A DOMICILIO DI TORINO COMPIE DIECI ANNI

NICOLETTA AIMONINO RICAUDA (*)

 

 

 

L'ospedalizzazione a domicilio è un servizio, attivo presso l'Ospedale Molinette dall'ottobre 1985, che consente l'effettuazione al domicilio del paziente dei principali interventi diagnostici e terapeutici normalmente fruibili in ospedale, eventualmente integrati, per prestazioni partico­lari, da una breve presenza nella struttura sani­taria, con accesso e trasporto facilitati.

Gli obiettivi, già previsti dalla delibera istitutiva (1134/41/84), sono molteplici:

- ridurre il tasso di ospedalizzazione;

- reinserire precocemente il malato, special­mente anziano, nel suo contesto sociale e fami­liare dopo il ricovero ospedaliero;

- migliorare le prestazioni ai malati cronici ed a quelli in fase terminale;

- innescare metodologie di intervento sanita­rio integrato ed unificato.

 

Organizzazione delle attività

II servizio funziona dalle 8 alle 20 per sette giorni alla settimana, con undici infermieri pro­fessionali (negli anni ci sono state variazioni nel numero di infermieri, in media risultano dieci per anno).

Gli aspetti fondamentali dell'attività infermieri­stica possono essere individuati in tre momenti:

- interventi domiciliari in cui vengono effettua­te prestazioni concordate con i medici;

- riunione d'équipe per la predisposizione e l'organizzazione dei piani di assistenza e del la­voro quotidiano;

- segreteria, accoglimento delle richieste di "ricovero", guardia per rispondere alle emer­genze, approvvigionamento del materiale farma­ceutico e sanitario, invio e ritiro degli esami di laboratorio, assistenza nel trasporto del pazien­te per accertamenti espletabili solo in sede ospedaliera.

Il lavoro infermieristico viene articolato in due turni: dalle 8 alle 16 e dalle 12 alle 20.

È garantita una disponibilità medica di dodici ore al giorno, dalle 8 alle 20, da parte di otto me­dici che articolano questo impegno con l'attività di assistenza ai pazienti ricoverati presso l'istitu­to di riposo per la vecchiaia.

Caratteristica dell'organizzazione del servizio è la gestione in équipe (medici ed infermieri) delle prestazioni; il momento fondamentale è l'organizzazione comune dei piani di intervento dei singoli pazienti, durante una riunione quoti­diana di aggiornamento.

Lo svolgimento delle attività nell'ospedalizza­zione a domicilio ricalca quello dell'intervento tradizionale.

La maggior parte dei pazienti è indirizzata all'ospedalizzazione a domicilio direttamente dal medico di base, che richiede l'attivazione dei servizio in alternativa al ricovero tradizionale; gli altri sono pazienti già in cure ospedaliere a cui si propone il proseguimento delle cure a casa.

Nella maggior parte dei casi l'intervento è mo­tivato dalla necessità di un controllo medico co­stante e di cure infermieristiche continuative; si tratta in genere di malati molto gravi, che richie­dono interventi multipli e complessi, e talora af­fetti da malattie terminali.

Alla richiesta di attivazione del servizio l'équi­pe compie una visita preliminare per valutare le condizioni igienico-ambientali della casa e la di­sponibilità della famiglia.

Per ogni paziente seguito viene compilata una cartella clinica geriatrica orientata per problemi che, accompagnando sempre il paziente, viene mantenuta al domicilio.

I pazienti sono registrati amministrativamente secondo la forma in uso per il ricovero in day­hospital.

Per ogni paziente è disponibile in sede una scheda medico-infermieristica informatizzata che consente una più rapida trasmissione delle informazioni sui pazienti e soprattutto un rapido orientamento in caso di richiesta di interventi di emergenza.

Sono possibili, sia al domicilio che in sede ospedaliera, consulenze specialistiche da parte di medici delle altre divisioni dell'ospedale.

Stretto è il rapporto con il dipartimento di emergenza ed accettazione (DEA) dell'ospedale, sia per il passaggio di malati da questo all'ospe­dalizzazione a domicilio, sia per la disponibilità del pronto soccorso a prestazioni di emergenza non espletabili a casa.

Dal febbraio 1995 è stato avviato con la colla­borazione del DEA e del servizio di neurologia del pronto soccorso un progetto sperimentale di trattamento al domicilio dei pazienti ultrasessan­tacinquenni affetti da ictus ischemico in fase acuta. Questi pazienti, dopo l'esecuzione degli accertamenti di routine (esami ematochimici, ECG, visita neurologica, TAC), se rispondono ai requisiti necessari per l'attivazione dell'ospeda­lizzazione al domicilio (consenso del paziente e/ o dei familiari, adeguato supporto familiare, do­micilio in aree geograficamente limitrofe all'Ospedale Molinette), vengono trasferiti al do­micilio dove ricevono le cure farmacologiche e riabilitative necessarie in regime di ospedalizza­zione a domicilio.

 

Risultati dell'attività svolta

Dall'ottobre 1985 al marzo 1995 sono stati trattati 1.531 pazienti, 280 dei quali hanno usu­fruito del servizio per più cicli di cura.

Le visite infermieristiche sono state 50.020 e quelle mediche 16.367; i pazienti sono stati se­guiti per complessivi 75.171 giorni di ospedaliz­zazione.

Presa a campione l'attività svolta nel corso dei primi tre mesi del 1995, i pazienti seguiti sono stati 120, gli infermieri di servizio erano undici (in media 4,1 al giorno) ognuno dei quali ha se­guito in media 8 pazienti al giorno.

Le visite mediche sono state 710, le visite in­fermieristiche 1.624.

Le prestazioni infermieristiche sono state 6.044, con una media di 4,03 prestazioni per ac­cesso.

La media dei pazienti in carico è stata di 39 pazienti al giorno; la durata media del ricovero è stata di 28,18 giorni.

Le visite per emergenze mediche ed infermie­ristiche sono state 67.

 

Tipologia dei pazienti

La tipologia dei pazienti seguiti in ospedaliz­zazione a domicilio e le patologie osservate ri­flettono sostanzialmente quelle che si possono rilevare in ospedale.

II 40% dei pazienti ha un'età superiore ad 80 anni, pur essendo il range dell'età 27-103; ciò sta ad indicare che l'ospedalizzazione a domici­lio non è un servizio rivolto unicamente agli an­ziani.

Presi a campione i 120 pazienti seguiti nei pri­mi tre mesi del 1995, risulta che le più comuni cause di ricovero in ospedalizzazione a domici­lio sono state: scompenso cardiaco acuto nel 21% dei pazienti, cerebrovasculopatie nel 16%, neoplasie nel 15%, gravi scompensi metabolici nel 14%.

La media di patologie rilevanti per paziente è stata di 2,5.

La tipologia e la gravità delle patologie rende ragione della relativamente alta mortalità dei pa­zienti pari al 23% dei casi; i pazienti dimessi so­no stati il 68%. Discreto è stato il numero dei tra­sferimenti, pari al 9% dei casi, indice questo di un'effettiva attività in rete con il reparto di de­genza tradizionale ed il day-hospital.

L'età avanzata e le molteplici patologie si as­sociano ad una alta frequenza di soggetti non autosufficienti; inoltre, in due terzi dei casi il ser­vizio è stato attivato per pazienti in condizioni di non autosufficienza.

È evidente che il ruolo della famiglia è fonda­mentale nella gestione delle cure domiciliari per l'importanza che le relazioni familiari giocano nel condizionare la qualità della vita del paziente ed anche per la garanzia di continuità assisten­ziale che fornisce.

Da un'analisi dei costi, è stata calcolata una spesa per paziente, per giorno di ospedalizza­zione a domicilio, intorno alle 96.000 lire, altamente competitiva rispetto al ricovero tradizionale. II vantaggio economico è in gran parte riconducibile al fatto che in ospedalizza­zione a domicilio non vi sono spese per inser­vienti, cucina, lavanderia, manutenzione, riscal­damento, ecc., piuttosto che ad un impegno di risorse sanitarie minore rispetto a quello ospe­daliero.

 

 

 

(*) Medico della Divisione di geriatria dell'Università di Torino.

 

 

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