Prospettive assistenziali, n. 112, ottobredicembre
1995
ANDREA
BARTOLI, Anziani, Edizioni Piemme,
Casale Monferrato (AL), 1994, pp. 156, L. 15.000.
Si tratta di un libro molto importante, che tratta
in modo completo e competente il tema degli anziani. È un volume che fa parte
della collana della Caritas "Biblioteca della solidarietà".
L'Autore premette che «un frequente allarmismo accompagna la lettura di proiezioni demografiche
sull'invecchiamento della popolazione», mentre è vero che oggi «si può vivere la vecchiaia con più
cultura, benessere e salute che in passato». II problema vero non riguarda
gli anziani attivi, ma i soggetti colpiti da cronicità e da non
autosufficienza.
A Bartoli preme sottolineare «l'aspetto del diritto perché stabilisce in modo inequivoco che il
vincolo alla tutela della salute e della sopravvivenza lega ciascuno non solo
alla propria famiglia, ma alla comunità».
Ne deriva l'obbligo del Servizio sanitario nazionale
di provvedere non solo agli anziani colpiti da malattie acute, ma anche a
quelli che soffrono a causa di patologie inguaribili, associate alla non
autosufficienza.
È un libro che non solo dovrebbe essere letto, ma
anche segnalato da tutti coloro che operano nel settore degli anziani malati
cronici.
GIOVANNI
NERVO, Anziani: problema o risorsa,
Edizioni Dehoniane, Bologna, 1994, pp. 79, L. 9.000.
II volume non è dedicato prevalentemente agli
anziani, ma a chi decide, in vari modi, direttamente o indirettamente, la
sorte e le condizioni di vita degli anziani stessi.
«Gioverebbe
però ricordare precisa Mons.
Nervo che quello che oggi gli adulti sani,
robusti, in piena efficienza fanno per gli anziani, fra cui spesso ci sono i
genitori e i parenti leggi, istituzioni, case di riposo, servizi domiciliari,
ecc. in realtà lo fanno in anticipo per se stessi, quando fra alcuni anni, se
saranno sopravvissuti, passeranno nel numero degli anziani».
In sostanza «le
condizioni di vita che creano oggi per gli anziani sono le condizioni di vita
per se stessi domani».
Con la pluriennale esperienza accumulata dirigendo
la Caritas italiana, l'Ufficio della Conferenza episcopale italiana
"Chiesa e territorio" e la Fondazione Zancan, Mons. Nervo sostiene
giustamente che «il primo diritto
dell'anziano autosufficiente è di non essere assistito se non ne ha bisogno», aggiungendo
che secondo diritto è quello alla salute, garantito dalla legge 833/1978 «attraverso le prestazioni gratuite del
servizio sanitario nazionale».
Pertanto «quando
il cittadino anziano diventa malato cronico non autosufficiente, tranne la fase
acuta, viene dimesso dall'ospedale e affidato alle residenze sanitarie
assistenziali che sono poi, spesso, le case di riposo dove raramente è assicurata
una reale e completa tutela della salute».
Quando viene richiesto il pagamento della cosiddetta
quota alberghiera precisa Mons. Nervo «nell'attuale
normativa si commette un furto». «Se
poi è un lavoratore che ha pagato i contributi assicurativi, si commette anche
una truffa perché gli si fanno pagare i contributi e poi non si danno le
prestazioni come agli altri».
Per quanto riguarda il volontariato, l'Autore
sostiene che «dovrebbe fare una scelta
preferenziale per le forme di intervento domiciliare, sia a sostegno e
integrazione delle famiglie con anziani non autosufficienti, sia di aiuto a
persone sole, parzialmente autosufficienti, che ancora riescono a evitare il
ricovero».
PAOLO
VINEIS STEFANO CAPRI, La salute non è
una merce Efficacia della medicina e politiche sanitarie, Bollati
Boringhieri, Torino, 1994, pp. 143, L. 24.000
In diversi Paesi del mondo si sta discutendo delle
sorti dei sistemi sanitari. A fronte di costi crescenti, infatti, è diffusa
l'opinione che l'utilità per i cittadini (in termini di efficacia) sia cresciuta
in modo molto contenuto negli ultimi decenni. I servizi sanitari dovrebbero
essere valutati in base alla capacità che hanno di modificare in modo tangibile
(misurabile) lo stato di salute degli utenti. Inoltre tale capacità dovrebbe
rispondere a criteri di equità nella distribuzione delle risorse. Nel mondo
esiste un'elevatissima variabilità sia per quanto riguarda le modalità organizzative
(rapporti tra pubblico e privato), sia per quanto riguarda la spesa sanitaria,
sia per quanto riguarda infine i princìpi ispiratori di fondo dei sistemi
sanitari, e in particolare l'equità distributiva. II presente volume intende
fornire informazioni utili per giudicare dell'efficacia delle terapie e delle
attività preventive, e inoltre presenta dati numerici sintetici sulla
frequenza delle malattie e sulla spesa sanitaria. Le parole chiave che
percorrono il volume sono efficacia, efficienza, equità distributiva e costi. Il
riferimento all'equità distributiva esprime la convinzione degli autori che il
mantenimento di un livello minimo garantito di salute entro una popolazione
faccia parte di un più generale diritto di cittadinanza e debba essere oggetto
di investimenti pubblici decisi non esclusivamente in base a considerazioni
organizzative ed economiche.
(dall'introduzione)
NICOLA
CUOMO, Pensami adulto Esperienze e riflessioni
pedagogiche per l'integrazione degli handicappati nella scuola media superiore,
UTET Libreria, Torino, 1994, pp. 183, L. 22.000
II volume presenta documentate ipotesi di lavoro per
l'inserimento degli handicappati nella scuola media superiore, nate da
esperienze condotte dall'autore, che sono qui efficacemente illustrate e
commentate. Vengono così proposti percorsi didattici innovativi, che si
avvalgono di metodologie multimediali, le quali permettono di individuare e
potenziare le capacità di coloro che vengono definiti handicappati, in vista di
un loro inserimento in ambito lavorativo.
Le riflessioni scaturite dalla necessità di progettare
una didattica che preveda la presenza di una persona con difficoltà si sono
anche rivelate l'occasione per l'elaborazione di itinerari formativi
alternativi e nuovi, estendibili anche alla scuola dei "normali".
Pertanto il libro si rivolge a tutti coloro che operano in ambito scolastico,
dagli insegnanti, ai capi istituto, agli educatori e formatori, proponendosi
come fonte indispensabile di stimoli e suggerimenti.
FRANCESCA
ICHINO MARIO ZEVOLA, Affido familiare
e adozione, Hoepli, Milano, 1993, pp. 326, L. 20.000
II volume si propone di fornire le informazioni
necessarie per accogliere un minore in affidamento familiare o in adozione.
Oltre a un'esauriente analisi della situazione attuale italiana riguardo al
problema, vengono illustrati i requisiti e le fasi da percorrere. Molto utile
risulta a questo proposito la ricca appendice contenente anche gli indirizzi
degli enti e dei servizi sociali operanti sul territorio italiano. La
trattazione degli argomenti è giuridicamente rigorosa, tuttavia il taglio
praticodivulgativo e l'agilità dell'esposizione (integrata da frequenti
esempi) rendono il testo accessibile a chiunque voglia ampliare le proprie
conoscenze sul tema.
GIOVANNA
DA MOLIN, Nati e abbandonati Aspetti
demografici e sociali dell'infanzia abbandonata in Italia nell'età moderna,
Cacucci Editore, Bari, 1993, pp. 242, L. 35.000
Nel regime demografico "antico", nel quale
non esisteva la concreta possibilità di una pianificazione familiare mediante
la limitazione delle nascite, i nati erano moltissimi e, tra questi, molti gli
abbandonati. In gran quantità neonati, avvolti in miseri panni, erano lasciati,
o meglio "gettati", nelle "ruote" dei conventi e degli
ospizi cittadini.
II volume si propone come contributo alla storia
dell'infanzia abbandonata nell'ottica demografica e sociale. Ampio spazio
viene dato all'illustrazione delle fonti archivistiche e letterarie da cui è
possibile trarre indicazioni quantitative e qualitative sugli abbandoni di
infanti.
L'Autrice coglie le tendenze e i mutamenti del
fenomeno dell'infanzia abbandonata in Italia nell'arco dell'età moderna, si
sofferma sulle cause che spingevano i genitori a "disfarsi" dei
propri figli, evidenzia la grande concentrazione dei "trovatelli"
negli ospizi delle città dove la mortalità era altissima: pochissimi bambini abbandonati
superavano la tenera età. Nell'affrontare il tema dell'infanticidio, emerge il
ritratto dì un mondo di miseria, di pregiudizi, di ignoranza e, sovente, di
indifferenza per la vita del bambino.
(Dalla
presentazione)
AA.VV.,
Educare in comunità. Progetto educativo
e qualità dell'intervento, quaderno n. 2, Atti del Convegno di Firenze,
3031 marzo 1992, Edizioni Regione Toscana, 1993, pp. 207, senza indicazione di
prezzo.
II testo riporta i lavori di due giornate di studio e
di confronto tra educatori che operano in comunità alloggio e in casefamiglia.
È un contributo utile per una rivisitazione del ruolo
della comunità alloggio, nata come risposta alle tradizionali istituzioni di
ricovero.
Sono affrontati numerosi temi che riguardano i
numerosi aspetti della vita di comunità: il progetto educativo individuale, la
vita quotidiana in comunità, i bisogni, le attese e il ruolo dell'educatore,
il rapporto con le istituzioni.
Un aspetto che ci sembra carente è la riflessione
sul ruolo che la comunità alloggio (o la casafamiglia) può svolgere per favorire
altri interventi sicuramente più vantaggiosi per il minore come
l'adozione o l'affidamento familiare.
L'approccio è statico. Viene dato per assodato che
al minore sono offerte solo due possibilità: o il rientro in famiglia, o la
permanenza definitiva in comunità, mentre la legge 184/83 pone sì la comunità
prima dell'istituto, ma sicuramente dopo che sia stata esplorata qual è, per il
bene del minore, la possibilità concreta di offrirgli una famiglia.
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