Prospettive assistenziali, n. 113, gennaio-marzo 1996

 

 

Notizie

 

 

CORSI 1996 DELLA FONDAZIONE ZANCAN

 

Seminari di formazione

1. I piani di zona dei servizi socio-sanitari, Monte Porzio Catone (Rm), 12-18 maggio

2. II sostegno alle famiglie con gravi carichi assi­stenziali, Monte Porzio Catone (Rm), 19-25 mag­gio

3. Le famiglie separate e le famiglie ricostruite, Malosco (Tn), 20 giugno - 6 luglio

4. La dimensione etica nel lavoro sociale inter­professionale, Malosco (Tn), 7-13 luglio

5. I progetti di "area specifica" nelle Usi: obietti­vi, funzioni e metodi di intervento, Malosco (Tn), 21-27 luglio

6. La valutazione dei servizi e dei programmi per l'età evolutiva, Malosco (Tn), 1-7 settembre

7. Informare i cittadini: relazioni con il pubblico,, nuove tecnologie, servizi, Malosco (Tn), 8-14 set­tembre

8. Le carte dei servizi sanitari, sociali, educativi, Malosco (Tn), 15-21 settembre

9. La valutazione dei servizi e dei programmi per gli anziani, Malosco (Tn), 22-28 settembre

 

Corsi di perfezionamento 1995-96

La valutazione della qualità dei servizi: 1° mo­dulo: 25-29 marzo 1996; 2° modulo: 24-26 giu­gno 1996; 3° modulo: 25-29 novembre 1996.

Proseguono i corsi di perfezionamento 1995­96 su: La valutazione della qualità nei servizi: II e III; Gruppi di lavoro: responsabilità, relazioni, coordinamento: II e III.

 

Per informazioni rivolgersi alla Fondazione °E. Zancan", Via Patriarcato 41 - 35139 Padova, tel. 049/663800 - fax 049/ 663013, da lunedì al venerdì ore 8.30-13.00; 14.30-17.30.

 

 

IL LAVORO: UN DIRITTO DI TUTTI

 

Promosso dal Gruppo Solidarietà in collabo= razione con la Provincia di Ancona e il Comune di Maiolati Spontini, si è svolto a Jesi (AN) saba­to 25 novembre 1995 il convegno: "Lavoro: un di­ritto di tutti, anche delle persone handicappate". Triplice l'obiettivo del convegno:

1) dimostrare, a partire dal diritto al lavoro di ogni persona, che l'inserimento lavorativo delle persone handicappate è possibile ovunque se si attuano percorsi mirati, mettendo in stretto col­legamento orientamento, formazione professio­nale e lavoro;

2) affermare che l'inserimento lavorativo è possibile. Diverse esperienze lo testimoniano laddove si realizzano strumenti (ad esempio i Servizi di integrazione lavorativa, SIL) adeguati;

3) verificare la situazione dell'inserimento la­vorativo nella regione Marche.

 

Il diritto al lavoro

La prima relazione dal titolo "Lavoro: un diritto di tutti" è stata curata da Maria Grazia Breda del CSA, Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base di Torino e componente del Gruppo nazionale "Handicappati e società". L'intervento ha messo in evidenza:

- la necessità di distinguere tra handicap fisi­co, sensoriale e intellettivo; i primi ed i secondi hanno la possibilità, se correttamente inseriti, di esprimere una capacità lavorativa "piena". Di­versa è invece la situazione degli handicappati intellettivi che hanno una diminuita autonomia, una capacità lavorativa ridotta con una conse­guente minore opportunità lavorativa. Sono que­ste le persone che con maggiore difficoltà rie­scono ad inserirsi nel mondo del lavoro;

- la possibile confusione tra handicap intel­lettivo e malattia mentale. Una confusione ali­mentata anche dal legislatore che accomuna le due condizioni con la definizione "handicappati psichici". I primi, infatti, possono esprimere una capacità lavorativa che, benché ridotta, ha una resa produttiva certa e continua;

- l'opportunità di riflettere sul rischio che le cooperative sociali diventino l'unica possibile opportunità di lavoro, limitando di fatto la possi­bilità dell'inserimento nelle normali aziende;

- la necessità di modificare al più presto la legge 482/1968 sul collocamento al lavoro; nel frattempo occorre lavorare affinché essa sia ri­spettata da tutti, anche dagli enti pubblici. In particolare la nuova legge dovrà introdurre il concetto di "collocamento mirato" prevedendo anche interventi economici per l'eliminazione degli ostacoli che possono impedire la piena capacità lavorativa. In ogni caso, la nuova legge dovrà specificare che ci sono diversi gradi di autonomia per cui si avranno:

- persone handicappate che, benché con al­cuni limiti, lavorano alla pari degli altri;

- persone con capacità lavorativa ridotta, ma capaci di una resa produttiva accettabile;

- persone che non sono in grado di esprimere una capacità lavorativa proficua.

 

Le condizioni per realizzare il diritto al lavoro

La seconda relazione dal titolo "Percorsi di in­tegrazione lavorativa in ambito locale" è stata curata da Antonio Saccardo responsabile del SIL, Servizio integrazione lavorativa dell'USSL n. 4, Alto Vicentino. L'intervento ha messo in evi­denza come sia necessario realizzare condizio­ni e strumenti per raggiungere l'obiettivo dell'in­serimento. In particolare la relazione ha eviden­ziato quanto segue:

- chi si occupa di integrazione lavorativa deve essere un operatore in possesso di una profes­sionalità specifica; questa richiede infatti stru­menti adeguati per valutare la persona svantag­giata, per saper "leggere" il mondo del lavoro, per attivare le risorse esistenti;

- la necessità che chi si occupa di integrazio­ne lavorativa operi all'interno di una équipe nella quale si avviano momenti strategici e operativi;

- i SIL debbono possedere metodi precisi. II tirocinio di lavoro è uno tra gli strumenti fonda­mentali per la realizzazione dei progetti e la de­terminazione dei tempi e delle modalità attuative. L'inserimento in azienda risponde ad esigenze di gradualità, di controllo delle relazioni e di veri­fica delle soluzioni adatte al singolo soggetto;

- il coordinamento tra i vari soggetti istituzio­nali, valorizzando le esperienze già in atto e col­locandole all'interno di un complessivo ed ar­monico disegno teso a sollecitare il contributo di tutta la comunità sul problema;

- il rischio che in un periodo di contrazione delle risorse siano penalizzati i servizi quali i SIL che realizzano concretamente l'integrazione so­ciale e lavorativa delle persone handicappate.

Nel pomeriggio, Giuliano Tacchi, direttore del Centro di Formazione professionale dell'ENAIP di Pesaro con la relazione dal titolo "Formazione professionale e inserimento lavorativo nella re­gione Marche" ha dato un quadro della realtà marchigiana, evidenziando le difficoltà presenti in tutto il territorio nel raccordo tra formazione professionale e mondo del lavoro, difficoltà che riguarda addirittura l'impossibilità di reperire da­ti. Pochissimi sono in tutta la regione Marche i passaggi dalla formazione professionale al mondo del lavoro. Si è in presenza soprattutto di interventi assistenziali in ambito lavorativo che si protraggono spesso per moltissimi anni non riu­scendo a trovare uno sbocco di vero inserimen­to lavorativo.

II convegno si è concluso con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, oltre ai relatori, anche gli assessori della provincia di Ancona, della Regione Marche alla formazione professionale nella quale sono stati dibattuti e verificati a livello locale i contenuti delle relazioni.

 

Conclusioni

Le relazioni hanno confermato che gli obiettivi del convegno sono percorribili. L'impegno che attende tutti gli attori del processo di integrazio­ne è quello di trovare le strade perché esso si realizzi veramente in ogni territorio.

Su questi stessi temi si segnala il numero 3/95 della rivista Appunti, con un numero mono­grafico interamente dedicato ai temi del conve­gno con interventi di M.G. Breda, A. Saccardo e G. Tacchi. Per eventuali richieste rivolgersi a Ap­punti, Via Salvo D'Acquisto 7, 60030 Moie di Maiolati (AN).

Del convegno sono in preparazione gli atti, che possono essere richiesti all'indirizzo sopra indicato.

 

 

UN'ALTRA ADESIONE AL COORDINAMENTO NAZIONALE DEL VOLONTARIATO DEI DIRITTI

 

Anche I'UNASAM, Unione nazionale delle as­sociazioni per la salute mentale, Via M.A. Colon­na 57, 20149 Milano, tel. 02-39.26.57.92, fax 02­39.26.60.72, ha aderito al Coordinamento nazio­nale del volontariato dei diritti.

 

 

CALCOLI (VOLUTAMENTE?) SBAGLIATI

 

Come è noto, fra le numerose menzogne che vengono propinate ai cittadini disinformati per emarginare gli anziani cronici non autosufficien­ti, c'è la questione economica.

Un esempio è dato da "ll nostro tempo" che nell'articolo "Anziani voglia di vivere" del 19 no­vembre 1995 sostiene che il costo delle cure ospedaliere è di 600-800 mila lire al giorno.

È un importo certamente non veritiero se rife­rito, come correttamente dovrebbe essere alla degenza di vecchi inguaribili. Ne deriva, fra l'al­tro, una non motivata valorizzazione delle strut­ture private - ampiamente pubblicizzate dal suddetto settimanale - che praticano rette di gran lunga inferiori.

Ma, l'importo di 600-800 mila lire è assoluta­mente sbagliato. Infatti è ottenuto facendo la media fra i costi elevatissimi dei reparti di alta specializzazione (rianimazione, trapianti, ecc.) e quelli estremamente contenuti delle divisioni di geriatria e delle medicine generali.

Ecco perché risulta che gli anziani in ospeda­le costano tanto!

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it