Prospettive assistenziali, n. 113, gennaio-marzo
1996
SENSIBILIZZAZIONE
NELLE SCUOLE SULL'HANDICAP (1)
DANIELA PARI CARLETTI
Il Comitato per
l'integrazione scolastica degli handicappati di Torino era stato contattato
da una professoressa dell'Istituto professionale di Stato per l'agricoltura
"Carlo Ubertini" di Caluso allo scopo di inserire, in un programma di
sensibilizzazione, rivolto agli allievi del primo biennio, sui problemi di
"pace e solidarietà", anche il problema dell'handicap.
Si è costituito allo scopo un gruppo composto da due
docenti di scuola superiore, particolarmente preparati e direttamente
impegnati nell'integrazione scolastica, e - scelta che si è rivelata molto
felice - da due genitori di ragazzi handicappati.
Dopo un attento esame, si è impostato un programma
che intendeva fare perno sulla proiezione di un film che trattasse la vicenda
di un handicappato, come stimolo alla riflessione degli allievi e alla
successiva discussione sui problemi suscitati dalla vicenda narrativa e dalle
esperienze degli studenti.
La scelta del film è caduta su «Il mio piede sinistro",
una storia emotivamente molto avvincente, che, com'è noto, descrive il cammino
doloroso, ma alla fine vincente di un grave handicappato. Tale scelta si è
dimostrata alla prova molto positiva e ricca di stimolazioni.
Nei due successivi incontri avvenuti con due classi
dell'Istituto Ubertini lo schema del programma ha avuto un suo collaudo
convincente. La presenza di due madri, genitori di handicappati, ha
contribuito in particolare, dopo la proiezione del film, a rendere la
discussione più realistica e coinvolgente.
Non solo si sono affrontati, su domande degli
studenti, temi generali (come i vari tipi di handicap, gli interventi dello
Stato, della scuola e di altri Enti), ma anche argomenti delicati, a volte
imbarazzanti per i genitori in quanto toccavano problemi e scelte intime, come
i seguenti:
«-
Ha subito accettato suo figlio quando ha saputo che era handicappato?
-
Avrebbe abortito se avesse saputo che suo figlio era handicappato?
-
Gli handicappati sono tutti buoni?
-
Come si comportano i disabili rispetto all'amore?
- Come ci dobbiamo comportare con un ragazzo
handicappato senza farlo sentire diverso?».
Le domande poste, in generale, facevano rilevare nel
comportamento degli studenti, una realtà fino a quel momento sconosciuta, ma un
desiderio di conoscenza e di buona volontà di porsi nel modo giusto nei
confronti dei disabili. A nostro avviso, molto hanno significato in questi
incontri i fatti di vita quotidiana ed i racconti delle esperienze vissute dai
due genitori, che hanno dato una visione più concreta e positiva della vita con
un handicappato.
L'esperienza di un simile programma è stata in
seguito ripetuta all'Istituto Valletta di Torino, con esiti altrettanto
positivi e con una variante decisa dagli insegnanti di classe insieme con gli
studenti: una riflessione scritta come espressione e contributo personale ad
un approfondimento sulle problematiche affrontate nell'incontro. Questi
lavori hanno evidenziato una capacità notevole di ricerca personale e di
approccio alle tematiche dell'handicap: è stata messa in particolare rilievo in
tali scritti una serie di sentimenti positivi come la necessità di vivere con
persone disabili nel modo più normale possibile.
Particolarmente commovente è stato il racconto di
una studentessa su una sua esperienza personale allorché in piscina si trovò ad
aiutare una ragazzina Down ad infilare il costume da bagno: commenta di essersi
sentita la ragazza più felice del mondo per aver saputo cosa fare in quel
frangente in maniera del tutto naturale, per cui era disponibile a ripetere
l'aiuto verso gli handicappati «non una ma mille volte».
Questo messaggio è stato particolarmente colto dagli
studenti: non si dovrebbero trattare gli handicappati con pietismo, ma
comportarsi naturalmente con loro per non farli sentire diversi.
Così pure diversi studenti hanno rilevato l'importanza
di tali incontri di sensibilizzazione ed hanno auspicato che avvengano con
tutte le classi del loro Istituto, ed anche nelle altre scuole.
* * *
Il gruppo di
insegnanti e di genitori che hanno condotto questa esperienza sono disponibili
ad altri incontri in particolare presso le Scuole Superiori: a questo scopo ci
si pub rivolgere al Comitato per l'integrazione scolastica degli handicappati,
in via Artisti 36, 10124 Torino, tel. e fax (011) 88.94.84.
(1)
Riportiamo
la segnalazione per gentile concessione del Notiziario Handicap & Scuola.
www.fondazionepromozionesociale.it