Prospettive assistenziali, n. 114, aprile-giugno
1996
GESTIONE ILLEGALE DELLE PENSIONI DEI RICOVERATI IN STRUTTURE PSICHIATRICHE
Le
condizioni di vita delle 25 mila persone ancora ricoverate in strutture
psichiatriche sono assolutamente inaccettabili.
Nell'articolo
"L'inganno psichiatrico" (1), abbiamo riferito in merito alle 11
visite-blitz in altrettanti manicomi italiani, effettuate dal febbraio 1993 al
gennaio 1994, in cui sono state riscontrate situazioni allucinanti (2).
Adesso
apprendiamo che il Ragioniere Generale dello Stato in data 10 aprile 1996 ha
inviato al Direttore generale e al Rappresentante del tesoro in seno al
Collegio provvisorio dei Conti dell'USL 5 di Como, alla Procura della Corte dei
Conti di Milano, al Ministero della sanità e alla Direzione Generale del tesoro
la nota prot. 128214 (Divisione 118) in cui segnala che l'Azienda USL 5 di
Como ha trattenuto finora dalle pensioni dei ricoverati oltre 35 miliardi senza
avere alcun titolo per sottrarre I'imponente somma ai pazienti. In particolare
il Ragioniere Generale dello Stato scrive:
-
«non si evince in base a quali specifiche norme regionali o nazionali avvenga
l'introito delle pensioni per conto dei ricoverati da parte dell'Azienda";
-
«non è chiaro in base a quali norme viene trattenuta, talora contro la volontà
dei pazienti, una quota percentuale di dette pensioni per il pagamento di rette
anch'esse prive di valido riferimento normativo";
-«alcune
delle fattispecie considerate potrebbero configurare precise responsabilità da
perseguire nelle sedi opportune».
Riportiamo
integralmente la nota del Ragioniere Generale dello Stato, segnalando che è
diffusissima nel nostro Paese la richiesta da parte delle USL ai pazienti
ancora ricoverati nelle strutture psichiatriche di versare una quota della
pensione quale contributo alle spese di degenza.
NOTA DEL RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO
Dall'esame
della documentazione in possesso dello scrivente,
è emerso che l'Azienda USSL in oggetto procede alla gestione delle pensioni
dei ricoverati presso l'ex Ospedale psichiatrico, trattenendone, quale onere
a carico dell'assistito per la retta giornaliera, una quota percentuale.
Tale procedura, già attuata dalla disciolta USSL n. 11 di
Como, viene effettuata sulla base di due note assessoriali emanate
rispettivamente in data 8 luglio 1982 e 18 gennaio 1993.
L'incameramento
di tali somme, calcolate, in base alle istruzioni diramate da codesta Regione,
prima sulla base del 75% delle pensioni ridotto poi al 60%, hanno costituito
un "Fondo non disponibile" che al 31 dicembre 1995 ammonterebbe a
lire 35.331.533.284.
Inizialmente
dette somme risulterebbero transitate nelle partite di giro del bilancio della
USSL, successivamente sarebbero confluite su un apposito conto corrente acceso
presso l'istituto Tesoriere ed attualmente verrebbero registrate nuovamente
tra le partite di giro.
Risulta
poi, che detto "Fondo non disponibile", è stato incrementato, nel
tempo, da interessi calcolati sulla base del tasso ufficiale di sconto, al fine
di mantenere costante il valore reale delle somme accantonate, anche in vista
della conclusione del contenzioso sulla questione delle rette tra gli
assistiti e l'Azienda che potrebbe risultare soccombente in giudizio, con la
concreta possibilità della restituzione delle quote capitarie e degli interessi
maturati.
Va
inoltre evidenziato che, nonostante I'indisponibilità del "Fondo" in
argomento, esso sarebbe stato tuttavia utilizzato allo scopo di far fronte a
momentanee esigenze di cassa (evitando il ricorso ad anticipazioni
straordinarie) in aperta violazione dell'articol0 50 della legge 23 dicembre 1978, n. 833,
nonché dell'art. 3 - comma 5, punto f) del D.L.gvo 30 dicembre 1992, n. 502 e
successive modificazioni.
Tutto
ciò premesso, si ritiene opportuno sottolineare che la questione presenta non
pochi aspetti di dubbia legittimità, atteso che dalla documentazione:
-
non si evince in base a quali specifiche norme regionali o nazionali avvenga
l'introito delle pensioni per conto dei ricoverati da parte dell'Azienda;
-
non è chiaro in base a quali norme viene trattenuta, talora contro la volontà
dei pazienti, una quota percentuale di dette pensioni per il pagamento di rette
anch'esse prive di valido riferimento normativo;
-
non risulta legittima l'esistenza del "Fondo non disponibile", i cui
interessi gravano sul bilancio dell'Azienda;
-
non risulta infine adottato nessun provvedimento per la riconversione del
citato ex Ospedale psichiatrico.
Pertanto,
si prega codesta medesima Regione di voler far conoscere, con la massima
urgenza, ogni utile elemento informativo sulla questione, non senza evidenziare
che alcune delle fattispecie considerate potrebbero configurare precise
responsabilità da perseguire nelle sedi opportune.
(1) Cfr. Prospettive assistenziali, n. 110, aprile-giugno 1995.
(2) Cfr. il volume di Roberto Cestari,
"L'inganno psichiatrico", Edizioni
Sensibili alle foglie, Roma, 1994. Si veda, inoltre, l'articolo "La
psichiatria in Abruzzo: preoccupanti carenze e notevole spreco di denaro",
Prospettive assistenziali, n. 106 ed
i Notiziari dell'UNASAM, n. 111, 112 e 113.
www.fondazionepromozionesociale.it