Prospettive assistenziali, n. 115, luglio-settembre
1996
Interrogativi
LA
PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI DEVE TENER CONTO DEI DIRITTI DEI CITTADINI?
Il Gruppo Solidarietà (Via
Calcinaro 12, 60031 Castelpiano, Ancona, tel. e fax 0731-703327) ha pubblicato il
volume "Organizzazione dei servizi sociali: condizioni e strumenti"
che raccoglie gli atti dell'omonimo convegno svoltosi a Jesi il 10-11 novembre
1994 e che contiene, fra l'altro, una relazione di Carlo Scapin, Coordinatore
sociale dell'USSL 19, Cittadella, Padova.
Scapin sostiene, giustamente,
che gli elementi fondamentali della programmazione sono: gli obiettivi generali
e specifici, le azioni tese al raggiungimento di questi obiettivi, le
condizioni organizzative che consentono alle azioni di realizzarsi, gli
indicatori concreti di verifica dei risultati.
Molte perplessità suscita invece
la definizione delle finalità della programmazione che il Coordinatore sociale
dell'USSL 19 indica con le seguenti parole: «Gli obiettivi generali sono dati dalla direzione e sono derivanti dall'ambiente di riferimento, da un'analisi che gli operatori fanno, da determinate altre situazioni che possono venire dall'ambiente, per
esempio per noi USSL dalle Amministrazioni comunali, dalle associazioni di volontariato, da altri referenti. Gli operatori stessi sono la fonte prima per individuare i problemi e stabilire i possibili obiettivi».
Ma gli obiettivi non devono
essere definiti per concretizzare i diritti dei cittadini, sanciti dalla
Costituzione e previsti dalle leggi vigenti?
Se così non fosse, non sarebbe
mistificante parlare, come ormai è diventata una consuetudine formale, di
centralità della persona?
E quando la centralità della
persona non viene rispettata, quando ne sono negati i diritti fondamentali
(per esempio: una famiglia propria, adottiva o affidataria per i minori in
situazione di abbandono o in difficoltà, il lavoro per gli handicappati, la
cura delle patologie degli anziani cronici non autosufficienti), che cosa
devono fare gli operatori e i loro dirigenti?
Devono uniformarsi alle
decisioni della direzione dell'USSL o devono assumere come riferimento le
esigenze ed i diritti dei cittadini, in particolare di quelli incapaci di
autodifendersi?
IL
COMUNE DI ROMA BOICOTTA GLI AFFIDAMENTI EDUCATIVI DI MINORI?
Su "Avvenire" del 7
aprile 1996 è riportata una notizia che desta vive preoccupazioni. Da oltre un
anno la Circoscrizione Il del Comune di Roma non corrisponde le somme dovute
ad una famiglia che ha accolto un bambino in affidamento familiare a scopo
educativo.
Affermano i coniugi affidatari: «La nostra non è stata una esperienza facile, ma a fronte di tanto impegno ed investimento
emotivo, spesso si ha l'impressione di non riuscire
ad incidere sul piano della realtà (..). Lontane le istituzioni, quando non addirittura ostili».
Che cosa ha fatto o intende fare
l'Assessore all'assistenza del Comune di Roma? È consapevole che per la
riuscita degli affidamenti educativi è indispensabile una fattiva
collaborazione dei servizi sociali comunali?
CHI
DIFENDERA IL TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL CITTADINO?
Quand'era Ministro della sanità,
l'on. Raffaele Costa si scagliò duramente contro una anziana signora (91 anni)
ricoverata in ospedale da quattro anni, affermando che la stessa era
"guarita". Si trattava, invece, di un soggetto gravemente malato,
colpito da demenza senile, con doppia incontinenza e paralisi degli arti
inferiori (1).
L'ex Ministro aveva cercato in
vari modi di allontanare l'anziana malata dall'ospedale, nonostante che gli fosse
stato fatto presente che il diritto alle cure ospedaliere senza limiti di
durata era previsto dalle leggi vigenti, leggi che l'ex Ministro aveva giurato
di rispettare e far rispettare.
A questo punto ci chiediamo:
quale base giuridica avrà il Tribunale per i diritti del cittadino che l'On.
Raffaele Costa vuol istituire?
Interverrà anche per tutelare i
diritti delle persone non in grado di autodifendersi, come lo era la signora
ricoverata al Mauriziano?
(1)
Cfr. Il
Ministro Costa e gli anziani cronici non autosufficienti sani - Il
comportamento dei giornali", in Prospettive
assistenziali, n. 107, luglio-settembre 1994.
www.fondazionepromozionesociale.it