Prospettive assistenziali, n. 115, luglio-settembre
1996
Notiziario
dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie
INACCETTABILE INIZIATIVA DEL SERMIG
Su La Stampa del 13 luglio 1996 è comparso un articolo con il titolo
"Aiutateci ad adottare cento bambini" ed i sottotitoli "Nuova
iniziativa del SERMIG a San Paolo del Brasile per mantenere ed educare gli
orfani", "L'appello di Ernesto Olivero: cerchiamo 600 milioni".
L'iniziativa del SERMIG, che
nulla ha a che fare con l'adozione, è un appello per la raccolta di 600
milioni destinati a ristrutturare dei locali, che attualmente accolgono già 247
persone, per inserirvi anche «cento bambini ortani» «senza madre né madre, con un'età massima di due anni».
Alla proposta del SERMIG I'ANFAA
reagisce con il seguente comunicato stampa del 16 luglio 1996:
«Il SERMIG
intende lanciare una campagna nazionale con
lo slogan «"Còmprati" cento bambini,
aiutateci a pagarli».
«Si tratta di bambini brasiliani "senza padre né madre con un'età massima di due anni" per i
quali il SERMIG chiede
contributi per 400.000 dollari per
sistemarli in un istituto in fase di ristrutturazione.
«Riteniamo inaccettabile questa proposta: se si tratta di piccoli che sono in stato di abbandono, e quindi adottabili, è doveroso impegnarsi
perché possano trovare una famiglia adottiva: se non è possibile trovarla nel loro
Paese, in Italia ci sono molte centinaia di coniugi pronti ad accoglierli e già in possesso dell'idoneità rilasciata dal Tribunale per i minorenni.
«Ogni bambino ha diritto a crescere innanzi tutto con i suoi genitori d'origine e, quando non è possibile, in una famiglia affidataria o
adottiva.
«In questo senso si è indirizzata da oltre trent'anni l'azione di gruppi e associazioni che promuovono nei Paesi in via di
sviluppo progetti tesi a favorire la creazione di una cultura di solidarietà e
di accoglienza familiare per i
bambini soli.
«La drammaticità e l'emergenza delle loro condizioni non possono giustificare il loro ricovero in istituto: infatti ricerche scientifiche condotte da oltre 50 anni in tutte le parti del mondo hanno dimostrato i danni anche
irreversibili che la carenza di cure familiari provoca sullo sviluppo dei bambini».
A questo comunicato stampa,
riportato da La Stampa del 17 luglio 1996, Ernesto Olivero, responsabile del
SERMIG, risponde in questi termini: «Credo
che i bambini debbano restare nel loro Paese affidati a famiglie o in piccole
comunità la cui costituzione noi abbiamo sempre aiutato», e precisa che «anche il
nostro modello è la piccola famiglia e non l'istituto».
II 19 luglio, sempre su La Stampa viene pubblicata una lettera,
in cui Olivero, riconoscendo - finalmente - la validità dell'adozione internazionale
sostiene che «ogni bambino ha il diritto di vivere e
crescere nel proprio Paese e nella famiglia biologica d'origine; ognuno di noi ha il dovere di adoperarsi in tutti i modi possibili affinché questo diritto sia ovunque e sempre garantito; se un bambino non ha (o non ha
mai avuto o purtroppo non ha più) la
propria famiglia naturale; è doveroso cercargli al più presto un'idonea famiglia
adottiva (se lo stato di abbandono è
definitivo e irreversibile) oppure
affidataria (se si tratta invece di un problema temporaneo e quindi reversibile)
naturalmente nell'ambito del suo Paese d'origine;
se nel Paese d'origine non è possibile trovare
la suddetta famiglia, la si potrà cercare in altri
Paesi ricorrendo all'istituto dell'adozione internazionale (regolato in Italia dalla legge n. 184 del 4.5.1983, "Disciplina dell'adozione e dell'affidamento"), ovviamente nel rispetto
delle leggi del Paese stesso di provenienza
del bambino; qualora tutte queste condizioni non possano in alcun modo verificarsi (o nel periodo - si spera sempre più
breve! - in cui tutti si lavora alla loro realizzazione pratica nei singoli
casi) si può infine ricorrere ad altre forme di assistenza e di aiuto,
che sono sempre comunque da considerarsi "di seconda scelta"
rispetto alla collocazione in un idoneo
nucleo familiare».
Resta ancora un elemento da
chiarire: perché il SERMIG ha avanzato la richiesta di 600 milioni? Allo scopo
il CSA e l'Esecutivo del Coordinamento nazionale associativo per la promozione
del diritto del minore alla famiglia "Dalla parte dei bambini" (1)
hanno emanato il seguente comunicato riportato da "La Stampa" del 25 luglio 1996:
«Siamo lieti che anche Ernesto Olivero,
responsabile del SERMIG, riconosca
il diritto dei bambini in situazione
di abbandono materiale e morale di essere accolti in una idonea famiglia adottiva nel loro paese d'origine e, nei casi in cui ciò non sia possibile, in altri Stati.
«A questo punto rileviamo che i 100 bambini brasiliani per i quali Ernesto Olivero chiede 600 milioni per
adattare un istituto, sono -come scrive lo stesso Olivero - senza padre né
madre, orfani. Se, come sembra,
questi bambini non vengono adottati
in Brasile, non comprendiamo per quali motivi non siano affidati alle numerosissime coppie italiane (certamente più di
1000) già in possesso dell'idoneità rilasciata
dai tribunali per i minorenni italiani
per l'adozione internazionale».
Su La Stampa
del giorno
seguente viene pubblicata una lettera di Ernesto Olivero che ribadisce quanto
aveva scritto in data 19 luglio senza spiegare, però, perché aveva lanciato la
sottoscrizione per 600 milioni e senza impegnarsi per la sollecita adozione
dei cento bambini "senza padre né madre, con un'età massima di
due anni" da parte di coppie italiane,
sempre che non fosse possibile provvedere alla loro adozione da parte di
famiglie brasiliane.
(1) Gli aderenti sono: Associazione Moncenisio 4; ISTISSS;
Coordinamento genitori democratici; CIFA; ANFAA; Ai.Bi.; CIAI; Associazione Papa
Giovanni XXIII; Movimento Gruppi Famiglia; ARIAE; La Primogenita International
Adoption; Associazione Amici Don Bosco; Amici Missioni Indiane; Associazione
Progetto Adozione Accoglienza (Vicenza); Associazione Insieme Centro Ascolto;
Misericordia di Prato - Sezione femminile; Associazione Famiglia Sociale
Coordinamento Fermano; Associazione Progetto Accoglienza (Catania); Nova; CAM;
Mo.V.I.; CNCA - Commissione Minori; Gruppo Famiglie Affidatarie (Vicenza);
Odissea 33; Coordinamento Regionale di Tutela dei Minori; ABIEMME; Centro
Promozione Affidi Familiari; Associazione "II Noce".
La segreteria ha sede presso il
Centro Nazionale del Volontariato, Via A. Catalani 158, 55100 Lucca.
www.fondazionepromozionesociale.it