Prospettive assistenziali, n. 116, ottobre-dicembre
1996
DALLE MARCHE UN APPELLO A TUTELA
DELLA PERSONA ANZIANA
A tutela
della persona anziana è il titolo di
un appello promosso dal Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della
Vallesina avente per obiettivo di mettere alla attenzione delle istituzioni
(Regione, Aziende USL, Comuni) e dell'opinione pubblica della Regione Marche la
drammatica situazione in cui vivono nella nostra regione migliaia di anziani
malati cronici in situazione di totale non autosufficienza. La famiglia è infatti quasi sempre lasciata sola
nella cura del proprio congiunto.
II documento che è
stato inviato per la sottoscrizione ad associazioni, sindacati, Enti vuole
stimolare le istituzioni a dare risposte a problemi tanto urgenti.
In
particolare il documento sostiene la necessità di:
a) dare piena attuazione a quanto indicato nel Piano
Sanitario Nazionale 1994-96: "Gli anziani ammalati compresi quelli colpiti
da cronicità e da non autosufficienza, devono essere curati senza limiti di
durata nelle sedi più oppor`tune";
b) realizzare in ogni territorio interventi domiciliari
che permettano il mantenimento dell'anziano nel proprio domicilio (Assistenza
Domiciliare Integrata e Ospedalizzazione Domiciliare) con la creazione in
tutte le USL di Unità Valutative Geriatriche);
c) dare risposta al grave problema assistenziale dei
soggetti colpiti dalla malattia dì Alzheimer attraverso la creazione di Centri
Diurni;
d) dare avvio alla realizzazione nel territorio
regionale della rete di Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) quale servizio
per gli anziani malati cronici non assistibili a domicilio;
e) denunciare l'estrema gravità in cui versano nel
territorio regionale gli ex ospedali riconvertiti nel 1992 in RSA che operano
senza alcun rispetto degli standard abitativi e di personale.
Per sottoscrivere il documento rivolgersi al
Coordinamento Volontariato della Vallesina c/o Centro Accoglienza Caritas -
Piazza Federico II - 60045 Jesi (AN) - tel. 0731-4332 - fax 07314222).
Aderiscono al Coordinamento: ANFFAS, ARCI Solidarietà,
Associazione Tutela Malattia Mentale, AVULSS, Centro accoglienza Caritas, Consultorio
La Famiglia, Gruppo Solidarietà, Filo
d'argento, Opera Sociale Avventista, San Vincenzo, Telefono Amico, Tribunale
Diritti del Malato, Unitalsi, Volontari del Soccorso, ANED, Ass. Famiglie
OIKOS.
TESTO DEL DOCUMENTO
L'incremento della popolazione anziana residente
nella Regione Marche, l'allungamento della speranza di vita, la presenza di
sempre più anziani in situazione di parziale o completa non autosufficienza
(vedi Allegato 1) impongono l'urgente messa in atto di interventi volti alla
tutela della salute delle persone anziane.
In questo senso ogni programmazione riguardante gli
interventi a favore della popolazione anziana deve:
- distinguere tra interventi rivolti agli anziani
autosufficienti e interventi rivolti ad anziani non autosufficienti; ricordando
che la persona anziana ha il diritto di ricevere interventi alla stessa
stregua di tutta la popolazione;
- adottare in tutto il territorio regionale (vedi
l'esperienza della Regione Emilia Romagna) criteri standard per la valutazione
della non autosufficienza;
- mirare al mantenimento dell'anziano nella propria
abitazione attraverso interventi di natura sociale e sanitaria. Nei casi in cui
gli interventi (ad es. Assistenza domiciliare integrata) siano erogati da Enti
diversi prevedere l'obbligatorietà della stipula dell'accordo di programma.
Prioritari saranno gli interventi rivolti ad anziani soli e in condizioni
economiche precarie;
- distinguere tra competenze di natura assistenziale
a carico dei Comuni e sanitarie a carico delle Aziende USL assumendo con
chiarezza l'indicazione del Piano Sanitario Nazionale 1994-1996 relativamente
alla tutela della salute degli anziani e cioè:
«Gli anziani ammalati, compresi quelli colpiti da
cronicità e da non autosufficienza, devono essere curati senza limiti di durata
nelle sedi più opportune, ricordando che la valorizzazione dei domicilio come
luogo primario delle cure costituisce non solo una scelta umanamente significativa,
ma soprattutto una modalità terapeutica spesso irrinunciabile».
Priorità delle cure domiciliari
Ogni intervento, mirato a ridurre l'ospedalizzazione,
deve privilegiare la priorità delle cure domiciliari attraverso servizi di
Assistenza Domiciliare Integrata secondo le modalità indicate dal Progetto
Obiettivo Anziani approvato dal Parlamento nel gennaio 1992, avendo come
fulcro l'attività dell'Unità Valutativa Geriatrica con modalità di
funzionamento indicate dallo stesso Progetto obiettivo anziani.
All'interno dei servizi domiciliari così come indicato
dal Progetto obiettivo anziani, il servizio di Ospedalizzazione Domiciliare
assume una particolare importanza. AI proposito va ricordato che il Progetto
obiettivo anziani indicava in via sperimentale in circa 46.000 casi ogni anno
in tutto il territorio nazionale il numero dei soggetti da trattare con tale
servizio.
I recenti dati forniti dalla Regione Marche (12.330
assistiti su base regionale, pari al 4,66% degli anziani residenti nelle Marche
con più di 65 anni) sull'attivazione del servizio ADI non rispondono in nessun
modo ad una seria rendicontazione.
All'interno dei servizi volti al mantenimento della
persona nel proprio nucleo familiare vanno ricordati gli interventi rivolti ai
malati di Alzheimer, e/o sindromi correlate attraverso la creazione di Centri
Diurni a valenza sanitaria.
Le residenze sanitarie assistenziali
La residenza sanitaria assistenziale costituisce una
risposta nel caso in cui, data la gravità della condizione di malattia
dell'anziano, non sia possibile il mantenimento dello stesso nel proprio
domicilio (ovviamente tanto più diffusi ed efficienti saranno i servizi
domiciliari tanto minore sarà il numero delle persone che dovrà rivolgersi ai
servizi residenziali). In questo senso non va fatta confusione tra la RSA e la
residenza assistenziale (vedi Linee Guida del Ministero della sanità del marzo
1994).
La prima è rivolta ad anziani malati non autosufficienti
non assistibili a domicilio (ed infatti è una struttura del servizio sanitario
nazionale direttamente gestita o in convenzione), la seconda è rivolta a
soggetti autosufficienti ed è parte del comparto assistenziale (Comuni, IPAB,
Istituti riuniti di beneficenza).
Le RSA rappresentano una risposta residenziale per
l'anziano malato non autosufficiente non assistibile a domicilio. In nessun
caso la risposta residenziale per l'anziano ammalato può avvenire attraverso
una struttura del comparto assistenziale.
Tipologicamente, le RSA devono essere realizzate
secondo quanto stabilito dal DPCM del 22-12-1989 (si veda a proposito la parte
relativa alle RSA nel Progetto Obiettivo Anziani, nel quale si parla di
"struttura sanitaria di tipo extraospedaliero"...).
Gli standard di personale minimo sono stati indicati
nell'Intesa Sindacati - Ministero della sanità del 1991 e ripresi nel gruppo di
lavoro del Ministero della sanità che ha elaborato le Lineeguida del marzo
1994.
Posti letto in RSA e per la riabilitazione
Deve essere inoltre chiaro che i posti letto delle
RSA non vanno confusi o sovrapposti ai posti letto per riabilitazione e
lungodegenza assolutamente insufficienti anche nella nostra regione, posti
letto che la legge prevede in 1 per 1.000 abitanti (nelle Marche gli standard
prevedono 1.440 posti letto, contro gli attuali 733). Gli standard di
personale sono infatti totalmente differenti.
Va precisato che i posti letto di riabilitazione e
lungodegenza (indicati come 2° livello riabilitativo) sono rivolti ad
un'utenza che comprende anche gli anziani.
Va rifiutata ogni impostazione che determini la
seguente equazione: anziano da riabilitare in RSA; tutti gli altri da
riabilitare nelle strutture sopra indicate.
Si ricorda inoltre che il DPCM 22-12-89 indica un
massimo di 3 nuclei da 20 posti per RSA; solo in alta densità abitativa 6
nuclei con un massimo di 120 posti.
La situazione attuale delle RSA nelle Marche
A questo punto non sì può non ricordare la attuale
situazione marchigiana riguardante le RSA. Di assoluta gravità è la situazione
dei 15 ex ospedali che la delibera regionale n. 99/92 ha riconvertito in RSA.
Tali strutture in cronica carenza di personale, non rispondono assolutamente
ad alcun requisito (abitativo e di personale) previsto per le RSA.
Sono strutture assolutamente incapaci di accogliere
l'utenza delle RSA così come stabilisce il progetto obiettivo anziani e di
rispondere ai bisogni sanitari degli anziani ricoverati.
Illegittima è inoltre la norma che chiede dopo ì 90 giorni di degenza il pagamento di una quota forfettaria pari a L. 40.000 (così come stabilito dalla delibera regionale n. 3240, del 5.10.92) motivata come quota alberghiera, in quanto tali strutture non hanno gli standard delle RSA. Andrebbe in ogni caso posto il quesito di legittimità, anche in presenza di tutti i requisiti, della richiesta di quota alberghiera a carico dell'utente ricoverato in una struttura sanitaria, considerando che non esiste alcuna legge nazionale che definisca tale questione.
Allegato 1
Dati
La popolazione anziana (con più di 65 anni) residente
nella regione Marche nell'ottobre 1971 era pari a 164.434 unità, vent'anni più
tardi, ottobre 1991, era pari a 264.685; al 1° gennaio 1994, il totale degli
anziani era pari a 280.000. Le previsioni CNR, sulla base di un'ipotesi di
fecondità costante, danno i seguenti valori per i prossimi anni:
Anni |
Pop. con più di 65 anni |
Pop. con più di 75 anni |
Pop, con più di 85 anni |
Pop. totale |
1994 |
280.000 |
114.800 |
26.000 |
1.438.200 |
1999 |
302.300 |
134.000 |
34.100 |
1.420.700 |
2004 |
321.900 |
155.100 |
33.700 |
1.397.300 |
2009 |
331.900 |
169.500 |
43.800 |
1.364.100 |
2014 |
339.800 |
180.400 |
53.400 |
1.320.900 |
II trend già evidenziatosi negli ultimi anni sembra
destinato a consolidarsi: la percentuale relativa agli anziani con più di 65
anni passerà infatti dal 19,5% del 1994 al 25,7% del 2014.
Un andamento crescente ancor più accentuato sarà
espresso dalla quota di anziani relativa alla classe di età 75 e 85 anni e più;
7,9% del 1994 al 13,7% del 2014 con un'età superiore ai 75 anni, 1,8% del 1994
al 4% del 2014 con un'età superiore agli 85 anni.
Per programmare la pianificazione dei servizi, nel
rispetto delle risorse disponibili, non è determinante la consistenza numerica
complessiva degli anziani, quanto il numero di coloro che si troveranno in
condizioni di non autosufficienza, essendo la dipendenza psico-fisica a rappresentare,
in termini di costi, il maggior carico per il sistema socio-sanitario.
Le analisi svolte dal Dipartimento Ricerche
Gerontologiche e Geriatriche dell'LN.R.C.A. di Ancona, circa la prevalenza
della disabilità in età senile consente di affermare che la numerosità dei
soggetti che si trovano in condizioni di compromissione funzionale risulta per
la regione Marche pari al 22% del totale degli anziani residenti, mentre si
dispone di un valore percentuale aggregato per la parziale e totale non autosufficienza
pari al 9,8% sul totale degli anziani ultrasessantacinquenni e del 2% con una
completa non autosufficienza.
Supponendo nel tempo una sostanziale costanza dei
parametri sopra riportati, si possono formulare alcune ipotesi sul fabbisogno
assistenziale della popolazione anziana nel tempo e in relazione al grado di
disabilità:
Anni |
Pop. con più di 65 anni |
Disabili (22°k) ' |
Disab. par- ziale-totale (9,8%) " |
Disabilità totale (2%) ' |
1994 |
280.000 |
61.600 |
27.440 |
5.600 |
1999 |
302.300 |
66.506 |
29.625 |
6.046 |
2004 |
321.900 |
70.818 |
31.546 |
6.438 |
2009 |
331.900 |
73.818 |
32.526 |
6.638 |
2014 |
339.800 |
74.756 |
33.300 |
6.796 |
* Percentuali
rilevate nel 1994. |
www.fondazionepromozionesociale.it