Prospettive assistenziali, n. 116, ottobre-dicembre
1996
I PESANTI E GRATUITI INSULTI DI
FURIO COLOMBO ALL'ANFAA
DONATA MICUCCI (*) - FRANCESCO SANTANERA (**)
In occasione della pubblicazione della pericolosa
sentenza della Corte costituzionale n. 303/ 1996 (1), il Senatore
"progressista" Furio Colombo ha nuovamente rivolto oltraggiose accuse
all'ANFAA (2), colpevole di ritenere, ancora una volta, che, per la
realizzazione di validi inserimenti familiari, non solo occorre che le coppie
adottive diano solide garanzie educative, ma è anche necessario che i coniugi
siano abbastanza giovani. Come è noto, l'ANFAA sostiene che non vi è alcuna
necessità di elevare la differenza massima di età tra adottanti e minori
adottabili, prevista dalla vigente normativa. Tenuto conto che negli ultimi tre
anni (1993-94-95) le domande di adozione presentate ammontano a ben 40.870,
mentre sono stati disposti nello stesso periodo solamente 8.817 affidamenti
preadottivi di minori italiani e stranieri (3), l'ANFAA ha proposto e propone
che occorrerebbe ridurre tale differenza dagli attuali 40 anni a 35.
Apriti cielo! Secondo il noto editorialista, le richieste
dell'ANFAA e dell'AIBI (4) di riservare l'adozione alle coppie giovani (5)
sarebbero «le voci di un filone di cultura fondamentalista che circola nel mondo
italiano delle adozioni, un fondamentalismo che predica norme implacabili ed
applicazioni implacabili di quelle norme senza badare ai fatti, al dolore, allo
strappo dei vincoli umani, ai sentimenti dei bambini e a quella garanzia
superiore che è l'amore» (6).
Belle parole per un benpensante, per un adulto-centrico,
per chi ingenuamente o per opportunismo crede che sia sufficiente una mera dichiarazione
di amore verso i bambini da parte degli adottanti perché si realizzi un buon
rapporto affettivo e educativo.
Furio Colombo dovrebbe, se accettasse di calarsi
nella realtà, prendere in esame la tragica situazione dei minori adottati prima
dell'entrata in vigore della legge 431/1967 (quando non solo non era previsto
alcun limite massimo della differenza di età, ma soprattutto non era richiesta
alcuna valutazione preventiva delle capacità affettive e educative degli
aspiranti all'adozione) da persone con profondi disturbi psichiatrici, da
pedofili, da egoisti incapaci di rispettare le esigenze dei bambini, per
capire che il "fondamentalismo" dell'ANFAA non è rivolto alla
definizione e attuazione di "norme implacabili" (peraltro approvate
dal Parlamento quasi all'unanimità), ma è diretto alla predisposizione di leggi
e servizi adeguati alla individuazione dei minori in situazione di totale
abbandono materiale e morale, alla selezione e preparazione delle coppie aspiranti
all'adozione e all'aiuto psico-sociale dell'inserimento familiare, soprattutto
nella fase iniziale.
Per sostenere l'adozione di minori anche da parte di
persone di una certa età (anche ultrasessantenni?) il non fondamentalismo
quale età massima degli adottanti stabilisce? Furio Colombo non esita a
tentare la carta scientifica. Nel criticare I'AIBI e l'ANFAA che «proclamano
che i minori hanno l'esigenza di essere accolti da coniugi giovani», accusa le
suddette organizzazioni di «dimenticare le statistiche», statistiche che, secondo il senatore
"progressista", dimostrerebbero che «le coppie giovani rivelano
con più frequenza casi di incapacità e di inaffidabilità rispetto alle coppie
meno giovani» (7).
II fustigatore dell'ANFAA non cita nessuna di queste
statistiche: non vorremmo che se le fosse inventate per darsi ragione da solo.
Se questi dati sono disponibili, perché non ne ha citato le fonti?
I doveri del giornalista
In risposta all'articolo di Furio Colombo, I'ANFAA
ha inviato il 26 luglio 1996 una lettera a Ezio Mauro, direttore di "La Repubblica", che l'ha
pubblicata omettendo - guarda caso - le parti in cui veniva riferito il lavoro
svolto dall'Associazione per tutelare le esigenze ed i diritti dei minori in
situazione di abbandono materiale e morale o con gravi difficoltà familiari,
grazie al quale «si è arrivati
all'approvazione delle due leggi del 1967 e del 1983 e all'adozione di oltre 60
mila bambini in stato di abbandono». Altra conseguenza dell'operato
dell'ANFAA è stata la riduzione, favorita in parte dal calo delle nascite, del
numero dei minori ricoverati in istituto: erano 300 mila nel 1967, attualmente
non superano i 35-40 mila.
Analoghi tagli erano stati fatti su "La
Stampa", quand'era diretta dallo stesso Mauro, nella risposta al citato
articolo in cui Furio Colombo bollava I'ANFAA come «corpo di polizia», nemico
della felicità dei bambini.
Nella carta dei doveri del giornalista è scritto al
primo punto che «il giornalista deve
rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i
cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che
ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con maggior
accuratezza possibile». Ezio Mauro conosce certamente le suddette norme; ci
auguriamo che ne dia sollecita e piena attuazione anche quando riceve lettere
dall'ANFAA per precisazioni su argomenti di rilevante importanza.
(*) Donata Micucci è l'attuale presidente dell'ANFAA, Associazione
nazionale famiglie adottive e affidatarie.
(**) Francesco Santanera è stato presidente dell'ANFAA dalla
sua costituzione (1962) al 1971.
(1) In merito vedasi l'articolo
"Adozione: la pessima sentenza della Corte costituzionale e le
preoccupanti proposte di legge Guidi e Melandri", Prospettive assistenziali, n. 115, luglio-settembre 1996.
(2) Su La Stampa del 16 aprile 1991 Furio Colombo aveva addirittura
accusato l'ANFAA di essere un «corpo di
polizia» i cui aderenti «appena vedono il sorriso intorno a un nuovo bambino a cui si promette cura e amore,
sentono lo strano impulso di mobilitarsi», per farlo soffrire.
(3) Ricordiamo inoltre che il numero
dei minori italiani e stranieri adottabili tende a diminuire, mentre il numero
delle domande di adozione aumenta.
(4) AIBI, Associazione Amici dei Bambini, Via G. Frassi 19,
20077 Melegnano.
(5) Furio Colombo dimentica o vuole
dimenticare che, anche grazie alle sollecitazioni esercitate dall'ANFAA, la legge
184/1983 (art. 44 e seguenti) consente, in casi particolari, l'adozione sia ai
coniugi di cui uno solo o tutti e due hanno più di 40 anni di età rispetto al
minore, sia alle persone singole.
(6) Cfr. l'articolo di Furio Colombo "Adozione dal
volto umano", apparso su La
Repubblica del 25 luglio 1996.
(7) Melita Cavallo, Giudice del
Tribunale per i minorenni di Napoli e Presidente dell'Associazione italiana
dei Giudici per i minorenni e la famiglia, dopo avere effettuato recentemente
una vasta ricerca in materia, sostiene l'esatto contrario di Furio Colombo.
Cfr. l'articolo di cui alla nota 1.
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