Prospettive assistenziali, n. 116, ottobre-dicembre
1996
Notiziario del Centro italiano per l'adozione
internazionale
CONFERENZA PER IL 40° DELLA
HOLT INTERNATIONAL CHILDREN'S SERVICE (*)
È molto utile, a volte, uscire dal proprio giardino
(mi piace molto definire in questo modo un'attività che ha a che fare con i
bambini) per visitare giardini di altri Paesi e per capire se i metodi usati
per trasformare gli stessi semi in magnifici fiori sono comuni, e soprattutto
per confrontare la qualità dell'humus in cui questi semi vengono impiantati.
L'occasione offerta al CIAI, perciò, di partecipare
alla Conferenza internazionale sull'adozione organizzata dalla Holt International Children's Service durante
i primi giorni di settembre 1996, ha offerto alla nostra Associazione la
possibilità di un confronto, finalmente diretto, con operatori del settore,
agenzie, giovani ed adulti adottivi, che vivono e si muovono nella realtà
americana.
È doveroso spendere due parole sulla Holt International, la più conosciuta
ed attiva organizzazione americana che si occupa di adozioni. È nata nel 1956
per iniziativa di Henri e Bertha Holt, una coppia dell'Oregon, che, colpita
dalla situazione dell'infanzia in Corea, ha deciso di attivarsi prodigando
fondi ed energie per migliorare le condizioni di vita dei bambini coreani. Non
limitandosi ad aggiungere otto figli coreani ai sei figli biologici che già
riempivano la loro casa, si sono adoperati per creare in Corea strutture di
accoglienza, riabilitazione, centri di recupero per handicappati, ed hanno
trovato famiglie disposte ad adottare bambini in tutti gli Stati Uniti
d'America.
Oggi, dopo 40 anni, gli uffici della Holt occupano un'intera palazzina ad
Eugene, Oregon, ed uno staff di un
centinaio di persone, localmente ed all'estero, collaborano con
l'organizzazione in Corea, Vietnam, Tailandia, Filippine, Cina, India, Ecuador
e Guatemala, realizzando circa 700 adozioni all'anno, molte delle quali di
bambini con gravi handicap, e sostenendo progetti di cooperazione in tutti
questi Paesi.
"Nonna Bertha" (così viene chiamata la Fondatrice)
ha 92 anni, è stata nominata tempo fa "Madre dell'anno" negli Stati
Uniti, lavora ancora almeno due giorni alla settimana in ufficio, si reca
periodicamente a visitare e controllare le strutture finanziarie della Holt nei vari Paesi, e le sue inesauribili
energie le hanno anche consentito recentemente di battere il record dei 400 m di
corsa, stabilendo il Guinness dei
primati per le persone della sua età.
Questa figura carismatica raduna intorno a sé
migliaia di famiglie che, unite anche dalla matrice profondamente cristiana
che le accomuna, si adoperano perché la Holt
continui nel suo operato.
La Conferenza, oltre ad essere una celebrazione dei
40 anni di fondazione della Holt, aveva
lo scopo di presentare ufficialmente la Convenzione dell'Aja sulla protezione
dei bambini e la cooperazione tra Stati in merito all'adozione internazionale,
evidenziandone le finalità e gli obiettivi, facendo chiarezza riguardo ad
alcuni articoli della stessa che sono ancora oggetto di controversie, e
fornendo un aggiornamento in merito all'attuale numero di Stati che l'hanno ratificata.
Hans Van Loon, Segretario generale della Conferenza
dell'Aja sul Diritto privato internazionale, artefice principale e sostenitore
convinto dell'utilità di tale Convenzione, ha illustrato questo strumento
internazionale di protezione dei minori, evidenziando, sulla base di alcuni
dati statistici (150 milioni di bambini nel mondo che vivono sulla strada, 25%
dei quali in condizioni di abbandono), la grande responsabilità di tutti gli
Stati per quanto riguarda la condivisione di questo problema e ribadendo
l'indispensabilità di una cooperazione e di un confronto continuo tra Stati.
Ha chiarito che la Convenzione non deve essere vista
come un inutile aumento di burocrazia nelle procedure legate all'adozione
internazionale e nemmeno come la panacea per i complessi problemi che
l'adozione, in quanto tale, presenta. È uno strumento che stabilisce degli standards operativi e procedurali, ma
che lascia, comunque, autonomia e discrezionalità ai singoli Stati, affinché
tali standards vengano continuamente
migliorati, sempre nell'ottica del miglior interesse del bambino.
I punti che, ancora una volta, hanno richiesto.
maggiore attenzione e chiarimenti sono stati: - la costituzione in ogni Stato
ratificante, di un'Autorità centrale, i cui ruoli e funzioni sono stati
definiti evidenziandone il carattere decisionale ed auspicando da parte di
tale Autorità la capacità di delegare alcune funzioni ad enti o individui
accreditati, in possesso di requisiti ben precisi, che svolgano tali funzioni
con elevati standards professionali e
senza fini di lucro;
- la necessità di una collaborazione tra Autorità
centrali dei Paesi d'origine e dei Paesi riceventi, che prevede anche un
sostegno ed un incentivo alla costituzione ed alla formazione di tale Autorità
da parte dei Paesi riceventi, tramite appositi progetti di training mirato agli operatori del settore nei Paesi d'origine;
- la definizione dei requisiti necessari all'autorizzazione
di Enti o individui, che possano svolgere le procedure relative all'adozione
internazionale, su delega e sotto controllo dell'Autorità centrale.
È stato molto interessante apprendere dalla relazione
del Dr. Peter Pfund, Assistente legale del Dipartimento di Stato degli Stati
Uniti, e Capo della delegazione statunitense alla Conferenza dell'Aja, che,
attualmente, negli Stati Uniti esistono due forti correnti contrapposte, una
in favore della ratifica della Convenzione, sostenuta principalmente dalle
Associazioni autorizzate e da assistenti sociali ed operatori del settore,
l'altra, fortemente contro la ratifica, sostenuta dagli avvocati che, al
momento, in questo Paese possono occuparsi di adozioni nell'ambito delle loro
competenze professionali.
Gli iniziali timori riguardanti il possibile rallentamento
delle adozioni, causato da una maggiore burocrazia e la paura che i requisiti
richiesti ad agenzie ed avvocati fossero tali da impedire l'autorizzazione di
un ragionevole numero di intermediari, hanno lasciato il posto alla convinzione,
supportata anche dal numero dei Paesi che hanno ratificato, ad oggi, la
Convenzione (la prima ad essere ratificata così velocemente da un così alto
numero di Paesi), che gli Stati Uniti, non ratificando, sarebbero completamente
tagliati fuori da ogni possibile collaborazione con gli Stati da cui
provengono i bambini in adozione.
È nato perciò un apposito Comitato che si sta
occupando della preparazione della legge di ratifica e dell'elaborazione dei
requisiti indispensabili per l'autorizzazione di intermediari, requisiti che
devono necessariamente essere differenziati e mirati nel caso in cui
l'autorizzazione possa essere rilasciata sia ad enti ed agenzie che ad avvocati
o assistenti sociali.
II laborioso processo di costituire un'unica Autorità
centrale che deleghi agli Stati federati la possibilità di svolgere le adozioni
in autonomia, richiederà almeno tre anni, e la grande preoccupazione degli
Stati Uniti di essere, anche se solo temporaneamente estromessi dalle adozioni
internazionali, è stata chiaramente espressa dall'appello lanciato dal Dr.
Pfund alle Autorità dei Paesi d'origine presenti alla Conferenza: «Ci auguriamo che gli altri Paesi siano
consapevoli degli sforzi mirati alla ratifica della Convenzione e comprendano
gli aspetti legali e politici che rendono questo processo più difficoltoso per
gli Stati Uniti che per qualunque altro Paese del mondo, accettando perciò i
tempi più lunghi che saranno per noi necessari per arrivare a conseguire questo
importante obiettivo».
Ritengo molto positivo il fatto che, al termine della
Conferenza, e dopo un confronto tra realtà diverse (parecchi Paesi Europei
erano rappresentati da enti autorizzati con lunga esperienza nel settore),
l'esigenza di sostenere la ratifica della Convenzione, si sia concretizzata in
un documento, sottoscritto da tutti i presenti, che sarà inoltrato al
Parlamento degli Stati Uniti, affinché consideri prioritario questo argomento
di discussione, e si attivi affinché la ratifica avvenga in tempi ragionevolmente
brevi.
(*) La Conferenza si è
svolta a Eugene, Oregon, dal 5 al 7 settembre 1996.
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