HO PERSO LA PAROLA
BRUNO FINZI (*)
È successo all'improvviso: il 1° marzo 1992,
domenica. Ero appena stato dichiarato guarito dal mio secondo infarto.del
miocardio, autorizzato ad uscire il giorno 28 febbraio e il 29 per una breve
passeggiata. Dopo aver fatto colazione e ritirati i giornali, mia moglie e io
eravamo sdraiati sul letto e leggevamo. Di punto in bianco mi trovai
paralizzato ai due arti, superiore e inferiore di destra e incapace di parlare
in modo comprensibile (afasico). Un embolo al cervello mi aveva privato della
parola. Sono nato il 15 giugno 1918, avevo quindi 74 anni.
Sono stato colpito una prima volta da infarto
miocardico antero-settale nel maggio del 1971, guarito, il 10 febbraio 1992,
nuovo infarto settale subepicardico con necrosi e ischemia in sede
anterolaterale estesa, sono stato curato e dichiarato clinicamente guarito.
Poi l'embolo.
Mia moglie si rese conto immediatamente della
gravità della situazione, provvide a chiamare l'ambulanza e pochi minuti dopo
ero ricoverato nel mio ex reparto geriatrico all'Ospedale Giustinian e
affidato alle cure del Primario Marino Peruzza e della sua équipe.
L'ecotomografia cerebrale e la risonanza magnetica
mettevano in evidenza che «in sede temporo-parietale
sinistra è presente una vasta area a limiti abbastanza netti con segnale
disomogeneamente alterato: è ascrivibile a patologia trombo-embolitica con
probabile anche pregresso infarcimento emorragico».
Trattato con anticoagulanti e altre terapie attive,
la sintomatologia motoria si risolveva in una quindicina di giorni, dopodiché
venivo dimesso il 14/4 ma presentavo afasia amnestica con notevoli alterazioni
della parola, ma soprattutto della scrittura, in particolare sotto dettatura.
II giorno 4 maggio si ripeteva un episodio di emiparesi
destra di breve durata di tipo TIA (Transent Ischemic Attack). II controllo
della TAC eseguito il giorno stesso, confrontato con quello precedente faceva
rilevare netta demarcazione dell'area ipodensa in regione parietale sinistra,
attualmente con morfologia ovalare ad asse principale di circa 2 cm: in
corrispondenza accenno ad ampliamento degli spazi liquorali tra le
circonvoluzioni cerebrali (4/5/1992). In breve tornai a casa.
L'afasico - come è noto - è un soggetto che per una
lesione di determinate aree dell'emisfero dominante del cervello (di solito il
sinistro per quelli che usano prevalentemente la mano destra, del destro per i
mancini che rappresentano solo il 4%) non è più capace di servirsi correttamente
della parola, non riesce a comprendere il linguaggio parlato o scritto e ciò
non per perdita dell'intelligenza o dell'udito, della vista o della motilità
dei muscoli che prendono parte alla articolazione e fonazione o alla
scrittura, ma perché non è più in grado di tradurre le sequenze sonore o
grafiche in significati o viceversa. L'afasia è la difficoltà di tradurre il
proprio pensiero in codice verbale e di decodificare il messaggio verbale
altrui. L'afasia è una menomazione che accentua in modo drammatico
l'isolamento dell'anziano che è proprio della nostra attuale società anche in
seno alla famiglia che a volte lo rigetta.
Se alla condizione di anziano si aggiunge quella di
afasico l'isolamento è totale: il paziente non riesce più a comunicare in alcun
modo con le persone che lo attorniano e che assai difficilmente ne comprendono
la situazione.
Purtroppo ancora oggi molto spesso non solo i
parenti, ma persino medici e paramedici lo considerano demente. Le persone che
assistono o avvicinano comunque questi pazienti dovrebbero avere sempre
presente il fatto che in alcune forme di afasia, che costituiscono più del 30%
dei casi (v. tabella 1), la comprensione è conservata; si deve quindi evitare
di dire cose che possono turbare o recare danno. Questa era la mia situazione e
in qualche caso pensai: «Senti che idiozie che dicono questi!».
Gli emisferi cerebrali sono divisi in lobi: tre di
questi sono coinvolti nella funzione del linguaggio: il frontale, il parietale
e il temporale. La corteccia cerebrale è stata suddivisa da Brodman in aree
che sono state numerate ed a cui corrispondono varie funzioni, come la
percezione visiva, quella motoria, quella sensitiva, ecc. e quella del
linguaggio. La zona pressoché triangolare che comprende le varie aree del
linguaggio: la parola, la lettura, la comprensione e la scrittura, è
illustrata nella figura all'interno della linea tratteggiata. Le lesioni che
interessano quest'area possono essere di varia origine (infarti, emboli,
tumori, traumi, malattie degenerative) e danno origine a vari tipi d'afasia, a
seconda delle aree danneggiate. Le grandi lesioni fronto-temporali causano
afasia globale con gravi deficit del linguaggio verbale e di comprensione
(questo è il quadro clinico più grave).
La tabella riporta le principali caratteristiche
delle afasie in rapporto alla sede della lesione; la diagnosi precisa è
necessaria per basare il trattamento di riattivazione, sulla cui tecnica non mi
soffermo. Molto importante è valutare con precisione quali sono le capacità
residue.
La mia esperienza di anziano geriatra da lunghi anni
impegnato anche nella riattivazione dell'afasia faceva di me un paziente
particolare. II primo servizio di logopedia a Venezia è sorto nel 1963 presso
la Casa di Riposo di S. Giovanni e Paolo di cui ero direttore ed è stato retto
da Marino Peruzza, avendo L.A. Vignolo come consulente. Tenuto conto che
Vignolo ha cominciato per primo in Italia (a Milano nel 1960) e che ho creato
un altro servizio all'Ospedale Geriatrico Giustinian, che funziona tuttora,
sopravvissuto all'improvvida chiusura dell'Ospedale, penso che questo dia un
certo valore alla mia testimonianza.
Non ho mai perso la coscienza, in quel mattino e nei
giorni successivi, assistevo in qualche modo al mio dramma, non potendo
comunicare con quelli che mi stavano attorno e si davano da fare per
soccorrermi. Allo stesso modo gli arti paralizzati non mi parevano i miei, ma
come freddi vegetali appassiti.
La sintomatologia motoria si risolveva in una
quindicina di giorni, dopo cura con anticoagulanti e altre terapie attive per
i vasi e il cuore e provvedimenti di postura.
II trattamento logopedico è stato iniziato dopo una
decina di giorni, dopo una serie di test per precisare il tipo dell'afasia. È
interessante notare come rapidamente ricomparve la capacità di leggere o di
comprendere i contenuti delle letture e come questo costituisse per me una
grande consolazione.
Le lezioni logopediche continuarono a casa ad opera
della logopedista Gina Pessato con cui le avevo iniziate in ospedale.
Ritengo che sia molto importante cominciare molto
presto la riabilitazione della parola, assieme a quella motoria perché si
potenziano reciprocamente e vanno condotte di pari passo. Si integrano molto
bene soprattutto quando devono essere decisi programmi di riabilitazione della
mano destra, che sono sempre difficili. Nel mio caso - decisamente fortunato -
la ripresa motoria spontanea e rapida ha richiesto solo provvedimenti di
postura, che sono stati immediati.
Ho altre volte criticato l'istituzione di reparti di
lungodegenza riabilitativa dove si accolgono i pazienti in seconda istanza,
dopo averli lasciati avviare alla cronicità. Ribadisco la necessità e utilità
di iniziare la riabilitazione dopo 2-3 giorni dall'ictus, non appena il
paziente è uscito dal coma e comunque dallo stato d'incoscienza.
Non ho l'impressione che l'avvento delle RSA
(Residenze sanitarie assistenziali) con le pratiche burocratiche relative, il
parere della commissione di valutazione si riunisce una volta la settimana,
abbia accorciato le attese (o forse le ha prolungate).
Si ritiene in generale che la riabilitazione
dell'anziano abbia meno probabilità di successo di quella dei giovani.
Tecnicamente non ci sono grandi differenze rispetto al trattamento degli altri
adulti. Forse ci vorranno più sedute e più brevi perché il vecchio si stanca
prima.
Ma i veri problemi sono di motivazione da un lato e
di atteggiamento della famiglia dall'altro.
La maggiore difficoltà che si incontra nella
riabilitazione degli afasici anziani è quella di suscitare e mantenere un
livello di motivazione sufficiente e corretto. Per motivazione si intende in
questo tipo di malati una sufficiente intenzione di comunicare per avviare
durevolmente in lui l'intenzione di comunicare; avviare e concludere il
processo comunicativo senza che questa tensione sfoci in espressione di
disperazione o in un atteggiamento passivo di rinuncia è una grande difficoltà.
Anche l'eccesso di motivazione può nuocere, interferendo con la correttezza
dell'esecuzione. Ci può anche essere una decisa non collaborazione, che è
l'espressione dei modo di considerare la malattia come un evento definitivo da
cui difficilmente si può risollevare, mentre per il giovane è un incidente
capace di essere superato.
Quello dell'atteggiamento dei familiari è un altro
punto che mi sembra importante specie negli anziani; già ho accennato alla
tendenza all'esclusione e all'isolamento dell'afasico; in questo campo la
famiglia si presenta in due modi opposti: o tratta il congiunto, specialmente
anziano, come un neonato o un demente parlando e comportandosi attorno a lui
come se la sua presenza non contasse e fosse sottinteso che non può e non potrà
mai più capire nulla e sempre dovrà essere dipendente dalle persone
"normali"; oppure gli dimostra, per eccessivo affetto, tutta
l'emozione e la disperazione che la sua inabilità crea in chi gli vuol bene e
accentua così lo squilibrio emotivo che è già proprio di questi pazienti.
Se
ho riferito questi due problemi è per il loro peso e la loro frequenza.
La presa d'atto da parte di un paziente dell'entità
dei suoi difetti verbali, è indispensabile nel procedere alla riabilitazione.
Ma è un'esperienza traumatizzante.
La possibilità riabilitativa è subordinata a tre
condizioni principali: non evolutività della lesione, condizioni intellettive
abbastanza integre, prognosi generale sufficientemente buona.
La mia ripresa è stata grandemente facilitata
dall'essere in un ambiente a me familiare, amichevole, con grande
partecipazione da parte di tutti: medici, infermieri, ausiliari e in
particolare la logopedista.
La mia fiducia nella guarigione, la volontà di
riprendere le mie lezioni all'Università della 38 età e le
partecipazioni ai congressi, mie attività rimaste come ragioni di vita, dopo
lasciata la professione e le lezioni all'Università di Pavia, dopo i
settantacinque anni, assieme alla naturale tendenza all'ottimismo mi furono di
grandissimo aiuto nella lotta contro la depressione e la frustrazione. Infine
ho avuto fortuna: le tre condizioni che ho ricordato erano tutte presenti.
L'affetto della famiglia: moglie, figlie, generi, allievi, commovente. II
miglioramento è continuato: così che il 14 giugno ho potuto leggere una relazione
al congresso della SIMOG (Società italiana medici e operatori geriatrici) a
Montegrotto anche se con qualche esitazione che conservo tuttora.
Ho continuato a migliorare, ho imparato a parlare
più lentamente, essendomi reso conto che così facendo, riesco ad evitare molti
trabocchetti in cui sento che sto per cadere.
Così dopo quattro anni la mia battaglia è vinta. Lo
scopo di questa mia testimonianza è di attirare l'attenzione su un problema
che interessa in Italia 150.000 persone adulte, 10.000 in più ogni anno,
secondo i dati dell'Associazione italiana afasici che ha tenuto il suo Convegno
nazionale ad Arezzo il 9 e 10 novembre 1996. Negli Stati Uniti gli afasici
sono un milione.
L'afasico è un disabile a tutti gli effetti, perde
totalmente o parzialmente, per un tempo limitato o per sempre, la capacità di
comunicare e di esprimersi con conseguenze spesso catastrofiche. Può perdere
la capacità di comprendere il significato delle parole, di trovare il nome di
cose e di persone a lui familiari.
Come ho ricordato, la capacità di comprendere può
essere conservata e quindi il personale addetto e i congiunti devono tenerne
conto.
II logopedista ha il compito di intervenire per
tempo, il più presto possibile. L'aspetto tecnico riabilitativo deve essere
completato dalla massima comprensione e disponibilità, per stimolare un
sufficiente livello di motivazione.
Anche
i rapporti con la famiglia vanno sostenuti e stimolati.
Non
ci si deve stancare: la ripresa può essere molto lenta e prolungata nel tempo.
A parte il miglioramento spontaneo e il miglioramento
delle condizioni legate alla malattia di base, l'unica terapia efficace
dell'afasia è la logopedia. L'uso di apparecchiature più o meno sofisticate
non può mai sostituire il rapporto fra il paziente e il logopedista.
Tabella 1 - Principali
caratteristiche delle afasie.
Afasia |
Frequenza |
Linguaggio |
Ripetizione |
Comprensione |
Scrittura |
Lettura |
Anosognosia* |
|
|
spontaneo |
|
|
|
|
|
Globale |
20-25% |
abolito o |
abolita o |
compromessa |
solo la
firma |
assente |
variabile |
|
|
ridotto
con |
ridotta |
|
|
|
|
|
|
parafasie |
|
|
|
|
|
|
|
fonemiche |
|
|
|
|
|
Wernicke |
20% |
fluente |
compromessa |
compromessa |
compromessa |
compromessa |
presente |
|
|
|
con
parafasie |
|
|
|
|
|
|
|
fonemiche |
|
|
|
|
Broca |
20% |
ridotto
(con |
ridotta
con |
conservata |
firma e
copia |
comprensione |
assente |
|
|
disturbi
di |
disturbi
di |
|
|
talora |
|
|
|
articolazione) |
articolazione |
|
|
compromessa |
|
Conduzione |
4% |
fluente
con |
compromessa |
conservata |
firma e
copia |
variabile |
assente |
|
|
parafasie |
con
parafasie |
|
|
|
|
|
|
fonemiche |
fonemiche |
|
|
|
|
Amnestica |
8% |
fluente
con |
conservata |
conservata |
compromessa |
conservata |
assente |
|
|
anomie |
|
|
per le
anomie |
|
|
Transcorticale |
2% |
fluente
con |
conservata |
compromessa |
compromessa |
compromessa |
presente |
sensoriale |
|
parafasie
ver |
|
|
|
|
|
|
|
bali e
anomie |
|
|
|
|
|
Transcorticale |
2% |
ridotto |
conservata |
conservata |
compromessa |
compromessa |
assente |
motoria |
|
|
|
|
|
|
|
Da M.G.
Michelotti in "Psicologia e Gerontologia" a cura di M.A.
Aveni-Casucci. |
|||||||
Anosognosia = incapacità da parte del malato di riconoscere la suq
malattia, sia pure evidente, p.es. una emiplegia. |
(1) Primario emerito di geriatria, Presidente onorario della
SIMOG, Società italiana medici e operatori geriatrici.
AREE
CORTICALI DEL LINGUAGGIO
(EMISFERO
CEREBRALE SINISTRO)
www.fondazionepromozionesociale.it