Prospettive assistenziali, n. 117, gennaio-marzo 1997

 

 

Libri

 

 

PAOLO CENDON - LUIGI GAUDINO, Colpa vostra se mi uccido - II suicidio e le responsa­bilità, Marsilio Editori, Venezia, 1996, pp. 125, L. 16.000.

 

Quando qualcuno si uccide o tenta di farlo, c'è sgomento, sorpresa, senso di impotenza; vi sono poi i giudizi dei conoscenti (colleghi di la­voro, compagni di scuola, vicini di casa, nego­zianti, ecc.).

Vi è talvolta l'intervento del sociologo o del criminologo o dello psichiatra, che tenta di rico­struire gli eventi e di analizzare le cause, ma so­lo raramente ci si spinge ad ipotizzare l'esisten­za d'un "responsabile" diverso dall'autore del suicidio; praticamente mai è analizzato il suici­dio di persone inserite in istituzioni: ospedali, manicomi, carceri, caserme, scuole, ecc.

II volume copre questo vuoto e indaga sui sui­cidi collegati al rapporto fra le vittime e le realtà istituzionali in cui erano inserite.

Sono questi i luoghi - affermano giustamente gli Autori - in cui è possibile individuare le omis­sioni di coloro (istituzioni o operatori) che avreb­bero dovuto esercitare precisi doveri di prote­zione. Ma, si sa, coloro che non sono in grado di autodifendersi, non contano nemmeno da vivi.

II volume inaugura la collana "Dalla parte dei deboli" diretta dal noto giurista Paolo Cendon.

 

 

RODOLFO VENDITTI, Giustizia come servizio all'uomo - Riflessioni di un magistrato sul lavo­ro del giudice, Editrice Elle Di Ci, Leumann (To­rino), 1995, pp. 119, L. 11.000.

 

L'Autore, che è stato magistrato per 43 anni, prende spunto da momenti ed episodi significa­tivi della sua lunga attività professionale per ri­flettere sui principi di fondo che regolano la fun­zione giurisdizionale e sulla intensa umanità del lavoro del giudice. Ne esce un quadro assai va­sto dei problemi sollevati dalla deontologia pro­fessionale del giudice: argomento di viva attuali­tà oggi, in cui si parla, all'interno della magistra­tura, dell'esigenza di formulare un "codice etico" del magistrato.

Sullo sfondo di queste riflessioni stanno gli eventi che hanno caratterizzato gli anni dal 1992 in poi e che hanno reso popolarissima la magi­stratura per il contributo decisivo che essa ha dato (e sta dando) alla moralizzazione della vita pubblica e ad una radicale svolta nei rapporti tra cittadino e Stato.

II libro potrà anzitutto interessare magistrati, avvocati e operatori della giustizia, e special­mente i giovani che studiano Giurisprudenza o che si orientano verso il concorso per entrare in magistratura. Ma avvincerà anche il lettore co­mune che, pur privo di bagaglio giuridico, abbia desiderio di conoscere meglio il mondo, un po' misterioso e sempre guardato con un certo ti­more reverenziale, dei giudici, dei processi, dell'attività giudiziaria.

 

 

PIERPAOLO DONATI (a cura di), Quarto rappor­to CISF sulla famiglia in Italia, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 1995, pp. 425, L. 40.000.

 

II Rapporto aggiorna l'analisi e le problemati­che della famiglia in Italia a partire da un proble­ma emergente: quello del malessere nei rapporti fra le generazioni. In Italia tale fenomeno è anco­ra largamente sommerso, ma è come un fuoco che cova sotto la cenere: nella maggior parte delle famiglie si riesce ancora a convivere, ma le difficoltà aumentano ogni giorno di più, soprat­tutto perché la società scarica in ambito dome­stico i conflitti fra le generazioni.

La tesi del Rapporto è che la famiglia italiana è entrata in una "crisi generazionale" senza pre­cedenti: lo indicano soprattutto le profonde alte­razioni - strutturali e culturali - dell'intreccio fra le generazioni, che si è fatto più circolare, caoti­co, incapace di differenziare positivamente le generazioni. È così che nelle famiglie emergono nuove distanze e patologie. Certo, non mancano anche nuovi coinvolgimenti e solidarietà; ma, af­finché l'intreccio fra le generazioni possa au­mentare di vitalità, è necessario affrontare costi e rischi crescenti.

Cosa si può fare di fronte a tale scenario? La società deve aiutare la famiglia a costruirsi come trama di relazioni multi-generazionali, positivamente differenziate e integrate fra loro. Bisogna favorire l'equilibrio dinamico fra le generazioni, che stabilisca i diritti e gli obblighi reciproci.

 

 

IVO COLOZZI - PIERPAOLO DONATI, Famiglia e cure di comunità - II difficile intreccio fra pubblico, volontariato e reti informali nell'Italia di oggi, Franco Angeli, Milano, 1995, pp. 328, L. 38.000.

 

II volume raccoglie i risultati di una ampia ri­cerca, condotta attraverso una severa e laboriosa indagine in tre città italiane (Bologna, Lucca e Milano) su un campione stratificato di 1.450 fa­miglie:

- 550 con in casa un anziano di più di 80 an­ni;

- 450 che accolgono un invalido adulto (dai 18 ai 54 anni);

- altre 450 con uno o più figli minori, ma con un solo coniuge (per lo più donna).

Innanzitutto la ricerca ha verificato che la fa­miglia interviene nelle situazioni particolarmente difficili, come la presenza di un handicappato adulto o di un anziano malato cronico non au­tosufficiente, anche perché «la gran parte delle famiglie hanno una importante rete informale, in una percentuale che va dai 2/3 del totale delle famiglie in su, a seconda del contesto territoriale (maggiore a Lucca e decrescente a Bologna e a Milano)».

Preoccupante il fatto che «a discapito della sua enorme rilevanza, la rete informale non è ri­conosciuta dai servizi cosiddetti "formali" (servizi pubblici dello Stato)».

 

 

MARIETTA B. SPENCER, Bambini ciechi in fami­glia e nella comunità, Servizio di consulenza pedagogica, Trento, 1995, pp. 140, L. 30.000 (gratuito per i genitori di bambini piccoli).

 

Questo libro, uscito nel 1987 e adesso ristam­pato, contiene consigli pedagogici molto con­creti, assieme a centinaia di fotografie di bambi­ni ciechi. Si rivolge ai genitori e agli educatori. Mette subito in evidenza che questi bambini so­no «bambini come gli altri». Cioè, prima di esse­re ciechi, sono bambini, con tutte le esigenze che hanno i bambini. La loro cecità ci obbliga a tener conto di tante altre cose per riuscire ad educarli in modo efficace.

II libro della Spencer descrive queste cose concretamente, facendo molti esempi, docu­mentati con tante fotografie e commentati con un linguaggio semplice e chiaro. II ruolo della fa­miglia nei processo educativo di tutti i bambini, ma in particolare dei bambini con difficoltà spe­cifiche, è basilare. Altrettanto importante è la lo­ro integrazione sociale, che deve cominciare subito.

Chi desidera avere il volume può rivolgersi al Servizio di Consulenza Pedagogica, C.P. 601 - 38100 Trento; tel. 0461 /82.86.93.

 

 

PAOLO MACARIO - GABRIELLA DAMILANO, II bambino negato - Teoria ed esperienze di prati­ca educativa nelle condizioni di abuso all'infan­zia, Editrice Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1995, pp. 206, L. 17.000.

 

Paolo Macario, neuropsichiatra infantile e psi­coterapeuta, e Gabriella Damilano, educatrice professionale, entrambi docenti presso la Scuo­la per educatori professionali F!RAS di Torino, affrontano in questo volume il triste fenomeno del bambino "negato", cioè fatto oggetto di mal­trattamenti e di violenze; una realtà più diffusa di quanto si creda.

Essi offrono una vasta panoramica su questa dolorosa realtà partendo dall'esperienza diretta di coloro che si occupano di bambini maltrattati in qualità di operatori educativi e psicologici, sulla base di quanto finora è stato detto e scritto da autorevoli esperti circa la violenza sui minori, e analizzando il problema secondo differenti prospettive e le loro possibili connessioni.

Nella prima parte spiegano in che cosa consi­ste l'abuso dell'infanzia, quali ne sono le vittime, le diverse forme in cui si esercita, e le responsa­bilità dei genitori e della famiglia.

La seconda parte esamina le responsabilità della società e le caratteristiche degli interventi dei servizi socio-educativi, in particolare l'affida­mento eterofamiliare e la comunità alloggio per i minori.

La terza parte espone diffusamente sei casi di interventi su bambini maltrattati in un particolare contesto educativo: la comunità alloggio per mi­nori.

II libro, che si chiude con un'ampia bibliografia sull'argomento, interessa in modo particolare gli educatori professionali dei minori "negati", ma in­sieme tutti coloro che vogliono evitare ai bambini tante disastrose sofferenze, o aiutare a superarle.

 

 

VITTORIO DE LUCA - GIORGIO STRANIERO, Un figlio ad ogni costo?, SEI, Torino, 1995, pp. 208, L. 25.000.

 

II volume raccoglie le testimonianze di genitori e di esperti con diverse specializzazioni e sensi­bilità. Sono stati intervistati: Francesco Santane­ra - Fondatore dell'Associazione nazionale fami­glie adottive e affidatarie, Camillo Losana - Pre­sidente del Tribunale per i minorenni di Torino, Pier Carlo Pazé - Giudice tutelare dì Pinerolo, Graziana Calcagno - Procuratore della Repub­blica del Tribunale per i minorenni di Torino, Fri­da Tonizzo - Assistente sociale dell'Associazio­ne nazionale famiglie adottive e affidatarie, Giu­seppina Ganio Mego - Assistente sociale e Giu­dice onorario della Sezione per i minorenni della Corte d'appello di Torino, Guido Cattabeni - Me­dico psicologo, Giuseppina Bergamasco - Inse­gnante, Enzo e Monica Vacca - Genitori adottivi, Irma e Carlo Garnieri - Genitori adottivi, e le loro figlie Antonella e Anna.

Gli argomenti trattati sono adozione (segnalia­mo in particolare gli inserimenti a rischio giuridi­co) e l'affidamento familiare a scopo educativo.

 

 

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