Prospettive assistenziali, n. 117, gennaio-marzo 1997

 

 

Notiziario del Centro italiano per l'adozione internazionale

 

 

ACCOGLIMENTO, ACCOMPAGNAMENTO E SUPPORTI PREDISPOSTI DAL CIAI

PER GLI ASPIRANTI GENITORI ADOTTIVI

 

1. Informazioni

Per fornire le informazioni necessarie agli aspiranti genitori adottivi vengono utilizzati più metodi:

a) si prende nota delle richieste scritte e tele­foniche e si invia il fascicolo illustrativo;

b) si organizzano gruppi informativi, solita­mente il venerdì pomeriggio, tenuti dal persona­le della segreteria;

c) gli interessati possono acquisire le infor­mazioni anche a livello locale, dove sono opera­tivi i gruppi territoriali.

 

2. II percorso di approccio e di preparazione

È a disposizione per tutti coloro che si avvici­nano all'adozione internazionale sia che abbia­no o non abbiano ancora il decreto di idoneità. Si svolge in un fine settimana ed è tenuto da 3 0 4 psicologi: un conduttore, un co-conduttore e uno o due osservatori, a seconda che le coppie siano 10 0 12. Si tiene a Milano, Padova, Napoli e prossimamente a Bari.

Gli argomenti trattati: bisogni degli adulti e dei minori; comunicazione verbale e non verbale fra genitori e figli; dal bambino ideale al bambino reale; l'abbandono; l'informazione; motivazioni, aspettative e desideri.

Gli strumenti utilizzati: relazione del condutto­re, filmato, lavagna, role playing, lavoro di grup­po e sottogruppo, un questionario studiato e sperimentato dall'Università di Padova. Nell'ulti­ma mezza giornata una persona della segreteria è presente per rispondere a tutte le domande sulle procedure e altro, che i lavori possono aver suscitato. Parallelamente gli psicologi, se­paratamente, si fanno carico di un colloquio in­dividuale per le singole coppie, per fare con loro la sintesi di quanto è emerso, per individuare le aree che meritano ulteriori riflessioni e appro­fondimenti e restituire alla coppia tutti gli ele­menti raccolti anticipando il parere che andran­no ad esprimere al CIAI. II rapporto con il CIAI può anche terminare qui.

Solamente su richiesta degli interessati e do­po che questi abbiano ottenuto l'idoneità viene inviato un questionario che deve essere restitui­to compilato in ogni sua parte unitamente all'idoneità e alla copia della relazione dei servizi sociali. II contenuto del questionario sarà di­scusso nel corso di un apposito colloquio du­rante il quale si procederà anche ad un aggior­namento della situazione generale, conoscere i figli, naturali o adottivi, eventualmente già pre­senti in famiglia, verificare il grado di consape­volezza raggiunto, tracciare il profilo degli aspi­ranti genitori adottivi e dell'eventuale bambino che meglio vedrebbe accolti i propri bisogni. II tutto viene trasformato in una relazione psico­sociale che viene consegnata in segreteria.

Tutte le informazioni sono considerate coper­te dal segreto professionale e vi possono acce­dere solo il personale della segreteria e gli psi­cologi. Non è consentito l'accesso ai compo­nenti il Consiglio direttivo, formato da famiglie adottive, né al personale che volontariamente presta la sua opera al CIAI.

 

3. Fase di accompagnamento

II CIAI, a questo punto, è in possesso di tutti gli elementi necessari per individuare il Paese dove inviare la documentazione della famiglia.

I criteri di scelta del Paese scaturiscono da: profilo della coppia e profilo del bambino evi­denziato dalla relazione, indicazioni preferenziali date dagli interessati e verificate dagli psicologi durante gli incontri, suggerimenti forniti dagli stessi psicologi circa la capacità, o non, di ge­stire l'impatto con una determinata realtà stra­niera con la quale i coniugi si dovranno confron­tare e convivere, disponibilità della coppia a viaggiare, tempi di permanenza nel Paese di ori­gine. Sul versante dei Paesi con i quali siamo autorizzati a lavorare dobbiamo tenere presen­te: il sesso, l'età entro le quali normalmente si configurano le segnalazioni di abbandono che, in linea di massima, ci pervengono, l'affidabilità delle relazioni sulle situazioni dei bambini, misu­rare i rischi conosciuti e le incognite, la possibi­lità di un inserimento graduale seguito da per­sonale che conosce il bambino, o se la coppia potrà contare solo sul rappresentante del CIAI. Fatte queste valutazioni e deciso il Paese si chiede alla coppia di approntare la documenta­zione necessaria per l'Autorità straniera. Mentre questa prepara i documenti, il CIAI appronta i propri che sono: relazione psico-sociale, dichia­razione di responsabilità, elenco di tutti i docu­menti che formeranno il fascicolo.

Documenti e procedura all'estero. II numero dei documenti varia dai 12/15 ai 20/22 a secon­da dei Paesi e si differenzia anche sulle traduzioni e legalizzazioni per le quali provvede il CIAI, su mandato della coppia, se questa ha del­le difficoltà a provvedere in proprio. Rilevante è il costo delle legalizzazioni che variano per ogni singolo documento e che vanno dalle L. 36.000 per l'india alle 150.000 dell'Etiopia, esclusa la Romania dove non è prevista. (Quella delle lega­lizzazioni sarebbe materia di studio per l'Autorità centrale, da far rientrare negli accordi bilaterali o nelle convenzioni, così da mantenere la possi­bilità di verifica dell'autenticità del documento ma a costi, se non proprio simbolici, almeno ri­dotti). Quando il tutto sarà pronto verrà inviato al nostro rappresentante nel Paese d'origine che provvederà a smistare l'originale e le fotocopie a chi di competenza: Autorità centrale, laddove esiste, istituti autorizzati, Tribunali per i minoren­ni, altre autorità. Da questo punto in poi tutto si differenzia a seconda del Paese, del suo ordina­mento e procedura.

L'attesa e l'accompagnamento con attività di supporto e confronto. Già con l'invio delle infor­mazioni gli aspiranti genitori adottivi sono infor­mati della presenza o meno nella loro zona dei Gruppi territoriali delle Famiglie del CIAI (1) e sono sollecitati a contattare i referenti per esse­re invitati alle riunioni e a partecipare alle attività locali che variano da zona a zona. Incontri sono programmati dalla sede centrale in aggiunta a quanto viene fatto localmente.

Stiamo predisponendo un progetto di attività psicomotoria per bambini adottati di età com­presa tra i tre e i sette anni "Troverò il modo per raccontarti di me" (scoprire la comunicazione, il corpo, il tempo, lo spazio, il personaggio) e un ciclo di incontri per genitori adottivi "L'adozione dalla teoria alla realtà" che focalizza l'attenzione su: «Essere genitori adottivi: somiglianze e diffe­renze con la genitorialità biologica, cambiamenti nella vita di coppia, pensieri ed emozioni che si accompagnano all'esperienza»; «II bambino: la sua storia, l'esperienza dell'abbandono, i ricor­di, le domande. Come aiutarlo a confrontarsi con la sua condizione di figlio adottivo», «II con­fronto con l'esterno: le reazioni di parenti e ami­ci; l'inserimento a scuola e nel quartiere».

Ed inoltre dei quaderni monotematici sui se­guenti argomenti: l'abbandono; adottabilità e adozione; la procedura del CIAI; leggi e trattati internazionali; procedure straniere; essere geni­tore adottivo; l'adesione all'ente; l'abbinamento; l'attesa; l'incontro; aspettative e bisogni; la veri­fica; l'infanzia; la scuola; l'adolescenza; il ritorno alle origini; la solidarietà e la cooperazione in­ternazionale: "Un bambino per amico".

 

4. L'abbinamento

Questa fase della procedura adozionale rap­presenta uno dei momenti più delicati di tutto I'iter. Bisogna distinguere, prima di tutto, le due situazioni preliminari:

1. II CIAI invia il fascicolo personale alle fami­glie, completo di documenti e relazione psico­sociale, all'Autorità straniera competente o all'ente da questa delegato, usando come crite­rio la compatibilità di ogni singolo nucleo con il "tipo" di segnalazione possibile (coppia con o senza figli, ecc.) e i vincoli posti dal Paese (viag­gio e periodo di permanenza, ecc.). Gli operatori stranieri, vagliate le segnalazioni, inviano al CIAI la proposta di abbinamento che sarà verificata in Italia con l'ausilio degli specialisti, nostri con­sulenti: in caso di esito positivo, si attiva il resto della procedura, in caso di esito negativo si ac­certeranno i motivi che hanno indotto a sospen­dere l'abbinamento e quanto questi siano com­patibili con l'eventuale prosieguo per una nuova proposta o per l'archiviazione della pratica; sul versante del bambino, invece, si valuta in accor­do con le Autorità del Paese d'origine, la dispo­nibilità di altre famiglie o la remissione della pro­posta stessa, oppure

2. II CIAI riceve direttamente la documentazio­ne relativa al minore dichiarato in situazione di abbandono da parte dell'Autorità straniera o dall'ente da questa delegato e provvede a una "valutazione orientativa" comparando la dispo­nibilità delle famiglie in attesa di abbinamento e, individuata la famiglia con i requisiti più rispon­denti ai bisogni del minore, questa viene convo­cata con le stesse modalità riferite al punto 1. Anche in questo caso si attiva poi il resto della procedura, sopra indicata, dopo avere informato e ottenuto l'assenso dell'Autorità straniera. Va sottolineato che la scelta-dei percorso non è a discrezione del CIAI ma è vincolata dalle prassi o dalle legislazioni di ogni singolo Paese. II CIAI invia al Tribunale per i minorenni competente per territorio la comunicazione dell'avvenuto e confermato abbinamento e, laddove possibile, anche agli operatori pubblici territoriali, con i quali cerca di attivare un rapporto di collabora­zione nel rispetto delle differenti competenze. È opportuno, a questo punto, fare alcune rifles­sioni sul significato che il CIAI dà all'abbinamen­to. Non si vuole che questo momento così deli­cato possa essere interpretato come un mero sforzo di "accomodamento", mentre è importan­te e complesso almeno quanto lo è lo studio di coppia e la valutazione delle potenzialità genito­riali, anzi è questa la circostanza in cui emerge in modo palese la bontà o meno del lavoro fin qui fatto. L'adozione, vista come soluzione ripa­ratoria, deve tenere conto di diversi presupposti: reciprocità compensative, raffronto tra le aspet­tative, i limiti e le potenzialità del bambino e degli adulti. Non può quindi essere la sintesi di una semplice mediazione, ma deve bensì venire supportata da un minimo di capacità predittiva sulle realistiche possibilità di integrazione.

Tutto ciò, naturalmente, non può prescindere dalla possibilità di accedere a informazioni chia­re, sicure ed esaustive sulle condizioni del bam­bino, non solo sul piano sanitario e sociale, co­me spesso si intende in termini riduttivi, ma an­che sulla sua "storia di vita", condizioni psico­affettive e di adattamento. In tal senso il CIAI è da anni promotore di aggiornamenti e confronti con gli operatori stranieri affinché comprendano l'importanza di questa fase della procedura adozionale. Anche l'arrivo in Italia del bambino viene debitamente segnalato al Tribunale per i minorenni competente per territorio.

 

5. La verifica

Altro momento importante è quello della verifi­ca dell'andamento del rapporto adozionale do­po l'arrivo del bambino in Italia. C'è da tenere presente che molto spesso i tempi previsti per l'affidamento preadottivo dalla nostra legge, non sono considerati sufficienti da parte delle Auto­rità straniere, che impegnano il CIAI e le fami­glie adottive a inviare dette informazioni per un periodo a volte molto più lungo (in alcuni casi si è giunti anche ai sei anni successivi).

Anche questa è una fase delicata poiché se condotta in modo troppo fiscale e inquisitorio ri­schia di produrre un'influenza negativa sulle re­lazioni intrafamiliari, visto che entra nel merito e vuole "valutare" il livello di integrazione rag­giunta proprio mentre il processo di reciproco adattamento è in corso. Per la compilazione del­le verifiche, il CIAI ricorre ai propri consulenti che mantengono un rapporto di sostegno fino al compimento dell'iter, con colloqui individuali e con il gruppo familiare, predisponendo poi le re­lazioni psico-sociali che vengono inviate alle Autorità competenti. È questo lo strumento che consente di osservare il grado di assimilazione delle informazioni precedentemente fornite alla coppia inerenti le aree a rischio insite nell'ado­zione internazionale e il livello di elaborazione psicologica degli aspetti di ordine affettivo ed emotivo. È anche il momento delicato di verifica sui criteri che hanno determinato l'abbinamento e, prima ancora, ispirato lo studio di coppia.

 

6. Riflessioni finali

Appare evidente quanto tutta la procedura adozionale che il CIAI utilizza sia fondata sui te­mi della conoscenza e della garanzia:

- conoscenza della coppia e garanzia di ac­cesso all'adozione con il margine di rischio più basso possibile;

- conoscenza del minore e garanzia sulla condizione giuridica, psicologica e sanitaria al fine di proporgli una famiglia in grado di rispon­dere il più possibile ai suoi bisogni;

- conoscenza delle storie delle parti e garan­zia di un "abbinamento" orientato a potenzialità positive di integrazione;

- conoscenza delle leggi e delle procedure e garanzia per la coppia e per il minore di avere operato in limiti di sicurezza e correttezza.

 

 

(1) I Gruppi territoriali sono presenti in: Basilicata, Campania con regolare sede, Emilia-Romagna, Friuli-Ve­nezia Giulia, Liguria, Lombardia (Bergamo, Mantova, Bre­scia e Como), Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto.

 

 

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