Libri
ANNA
LAVATELLI, II mago dei bambini,
Interlinea Edizioni (Via Pietro Micca 24, 28100 Novara, tel. 0321-61.25.71),
pag. 47, L. 15.000
In un'epoca in cui la società italiana è caratterizzata
da profonde trasformazioni, si può e si deve affermare che non esiste
"la" famiglia, ma diverse tipologie familiari: nucleare, estesa, monoparentale,
ricostituita, con figli adottivi, multietnica, ecc.
I bambini sono i primi ad essere coinvolti. Pertanto
scuola e famiglia, che costituiscono un contesto relazionale e affettivo
importante per lo sviluppo del bambino, sono corresponsabili della sua
crescita.
In questo ambito si collocano le due fiabe contenute
nel volume di A. Lavatelli (con contributi di P. Colombo, R. Pasquale e G.
Immordino) che illustrano quanto il legame tra genitori e figli dipenda non
tanto e non solo da fattori biologici, da vincoli di sangue, quanto
dall'affetto, dalle cure e dall'attenzione reciproca.
I percorsi didattici, semplificati nel linguaggio e
nei contenuti, non pretendono, ovviamente, di essere esaustivi in merito al
problema dell'adozione; essi, nel loro sviluppo costituiscono un momento di
riflessione sulla maternità, sulla paternità, su che cosa significa
"essere" figli ed "essere" genitori.
II libro è illustrato da
Maria Pagani Gatti.
ALBERTO SPAGNOLI, «.., e divento sempre più vecchio» - Jung, Freud, la psicologia del profondo
e I'invecchiamento, Bollati-Boringhieri, 1995, pp. 188, L. 28.000.
Questo libro parla di invecchiamento; il titolo è
tratto da una lettera di Carlo Gustav Jung: "Della salute non mi posso lamentare, e divento sempre
più vecchio»
Nel volume sono in primo luogo descritti i confini di
riferimento della demografia. Viene, poi, osservato che «le condizioni di salute degli anziani di oggi sono notevolmente
migliori rispetto a quelle degli anziani di ieri, e ciò è dovuto al maggior
benessere, che si traduce in alimentazione più congrua, condizioni igieniche
migliori e disponibilità di terapie più efficaci».
Tuttavia attualmente «il 6 per cento degli ultrasessantenni, il 15% degli
ultrasessantacinquenni e il 30% degli ottantenni presentano un grave decadimento
delle funzioni cognitive, che comporta la perdita progressiva della autonomia
nella vita quotidiana e prende il nome di demenza».
Secondo l'Autore, nella psicoanalisi, e in particolare
nella psicologia analitica di Jung, possiamo trovare un'interessante chiave di
lettura in positivo dell'invecchiamento, che pone con forza il tema della
saggezza.
Mentre «negli
anni che concludono questo secolo, il tentativo di ricostruzione sociale
dell'invecchiamento sta avvenendo soprattutto all'insegna di un ideale
rappresentato dall'aspetto giovanile», A. Spagnoli ricorda che «secondo i saggi, chi non capisce lo
spirito della propria età ne sperimenta soltanto gli svantaggi».
R. DULBECCO, I
geni e il nostro futuro. La scommessa del progetto genoma, Sperling &
Kupfer Editori, Milano, 1995, pp. 219, L. 26.500.
II
testo affronta il tema della genetica, uno dei problemi più scottanti di questi
tempi.
Si parla molto, ad esempio, della possibilità di
intervenire sul patrimonio genetico al fine di prevenire o curare particolari
malattie o malformazioni, ma, a questo proposito, l'Autore mette sapientemente
in guardia contro una eccessiva fiducia nella scienza. II pensiero non può che
correre, infatti, ai periodi più bui della nostra storia, all'eugenetica, al
mito della "razza".
Tuttavia, la curiosità circa l'importanza del patrimonio
genetico sulla formazione della personalità ricorre altrettanto sovente anche
in altre situazioni, come ad esempio nel tema dell'adozione.
Sono interessanti le deduzioni dell'Autore a questo
riguardo. Egli ritiene che, in via schematica, si può pensare che il nostro
cervello funzioni così: «La parte più
antica è responsabile della maggior parte degli aspetti di base del comportamento
(...), mentre la parte più recente è destinata all'apprendimento e in essa si
accumula l'informazione che proviene dall'ambiente. Il comportamento globale
dell'individuo deriva dall'interazione tra le informazioni contenute nelle due
parti del cervello (...)». In pratica «ognuno di noi nasce con la cornice e poi
l'ambiente vi dipinge il quadro».
Secondo Dulbecco gli effetti che «l'ambiente ha sull'organizzazione della rete nervosa, fanno pensare
che l'ambiente in cui un bambino cresce, specialmente durante i primi 5 0 6
anni della sua vita, possa avere una influenza decisiva sul suo sviluppo
mentale, e perciò sul suo comportamento da adulto».
In
conclusione emerge che in fondo l'uomo è il risultato sia dell'azione dei geni,
sia dell'influenza dell'ambiente, con prevalenza dell'uno 0 dell'altro a
seconda delle circostanze.
È questo un elemento importante su cui riflettere
per quanto riguarda le risposte che sappiamo dare, come società, all'infanzia
e a come ci attrezziamo per poterla tutelare in modo che cresca in ambienti
favorevoli ad un armonico sviluppo.
AA.W.,
Comune e barriere architettoniche,
Supplemento al n. 30, giugno 1995, di "Jolly", periodico della UILDM
- Unione italiana lotta distrofia muscolare, Via Leonardo da Vinci 9, 24123
Bergamo, pp. 94, senza indicazione di prezzo.
II volume è un contributo predisposto dal Comitato
provinciale bergamasco per I'abolizione delle barriere architettoniche. È
rivolto soprattutto alle Amministrazioni comunali, per renderle consapevoli
del ruolo determinante che le normative vigenti loro assegnano per costruire
città e paesi accessibili a tutti.
Secondo
il Comitato la democrazia si deve basare sulla partecipazione e
l'accessibilità. Ritiene, inoltre, essenziale che ogni comunità civile promuova
un modello educativo il più possibile partecipativo ed accogliente. La
presenza di barriere architettoniche, al contrario, veicola un modello
discriminatorio verso le persone che hanno problemi di movimento.
È errato il pensiero comune che ritiene che le
barriere architettoniche siano un problema che riguarda solo gli uomini e le
donne in carrozzina. Le barriere colpiscono tutte le categorie dei cittadini
di ogni età e di ogni estrazione.
ORNELLA
BOGGI - MATILDE BRAMBILLA - MARGHERITA GALLINA, Bambini fuori casa - Una ricerca sui minori di Milano in istituto e comunità,
Edizioni Unicopli, Milano, 1995, pp. 113, L. 18.000.
La ricerca è il frutto di un'iniziativa del Comune e
della Provincia di Milano, diretta ad individuare le problematiche derivanti
dall'allontanamento temporaneo dei minori dal loro contesto familiare e dal
conseguente ricovero in istituto 0 in comunità.
Dall'indagine è emersa l'esigenza di operare per una
riqualificazione degli interventi effettuati a protezione dei minori,
attraverso l'individuazione di obiettivi definiti e di tempi programmati.
Una ulteriore indicazione riguarda la necessità di
lavorare nell'ottica della prevenzione e della massima riduzione possibile dell'istituzionalizzazione.
Per realizzare quanto sopra è indispensabile che le
amministrazioni mettano a disposizione degli operatori una pluralità di risorse
alternative e definiscano i criteri per un effettivo coordinamento delle
iniziative.
Non sono solo necessarie prestazioni più incisive
del settore assistenziale, ma è assolutamente indispensabile un cambiamento
profondo dell'operatività dei servizi sociali, in particolare di quelli
scolastici. AI riguardo occorre tener conto dell'alta incidenza dei ricoveri di
preadolescenti (11-14 anni) e del fatto che «siano proprio le difficoltà scolastiche a essere annoverate fra i
problemi principali che presentano questi minori».
GIAMPIERO
GRIFFO - MAURO PISCOPO (a cura di), Circuito
sulle barriere architettoniche - Informazione, promozione, denuncia e tutela
dei diritti alla mobilità dei cittadini con disabilità in Campania, Centro
di informazione, documentazione e consulenza sull'handicap - Comune di
Caserta, pp. 152, senza indicazione di data e di prezzo.
La normativa in materia di barriere architettoniche
in Italia ha ormai 25 anni di vita. Dal lontano 1971 molta strada è stata
fatta in termini di leggi e di diritti, non abbastanza purtroppo per quel che
riguarda l'applicazione delle normative e l'iniziativa politica di sostegno nel
campo delle realizzazioni concrete. II corpus legislativo infatti è stato più
volte aggiornato, mentre la disponibilità finanziaria di risorse destinate al
rispetto del diritto alla mobilità delle persone con disabilità è stata
largamente insufficiente e le procedure amministrative e tecniche di controllo
del tutto inadeguate.
Per questo il CIDHa (Centro di informazione,
documentazione e consulenza sull'handicap) ha deciso di ripubblicare un volume
legato ad una interessante iniziativa indirizzata all'applicazione reale della
normativa vigente in questa materia. L'idea di tutelare i diritti alla mobilità
partendo dalle stesse persone handicappate si inserisce nel quadro della
valorizzazione del ruolo degli utenti non più visti come semplici oggetti
passivi degli interventi più o meno assistenziali degli enti pubblici e
privati, quanto come protagonisti diretti ed esperti delle soluzioni che li
riguardano.
UGO
MARCHETTA, Famiglie in crisi e
interventi psicosociali, Edizioni Unicopli, Milano, 1995, pp. 187, L.
25.000.
Attraverso la somministrazione di un questionario,
distribuito a genitori di scolari frequentanti la prima e la seconda classe
della scuola elementare, sono state raccolte a Palermo e ad Agrigento le opinioni
relative all'affido eterofamiliare e all'istituzionalizzazione dei minori.
I dati ricavati «mettono
in rilevo l'ancora scarsa diffusione dell'affido e la possibilità di renderlo
attuabile in modo positivo e costruttivo per il minore che si ritiene di dover
allontanare non definitivamente dalla sua famiglia».
A sua volta «l'istituto
è percepito come un luogo di "alloggio" temporaneo, che tuttavia
mantiene il figlio come entità appartenente ai genitori naturali.
Nell'istituto non esistono altri genitori con i quali doversi confrontare e
quindi non si corre il rischio di poter perdere del tutto il figlio».
Tenuto conto delle risultanze della ricerca, che
offre ancora pochi casi di affidamento familiare a scopo educativo, l'Autore
sottolinea la «necessità di un lavoro più
idoneo e qualificato da parte dei servizi, principalmente per attuare un'opera
di intervento educativo, per modificare una mentalità ancora legata da un lato
al minore come oggetto di possesso privato e dall'altro alla vecchia ideologia
dell'assistenzialismo».
MAURO
NIERO, Metodi e tecniche di ricerca per
il servizio sociale, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1995, pp. 230, L.
36.000
II volume, espressamente pensato per la formazione e
l'aggiornamento degli operatori sociali, si propone di avviare all'uso di
metodi e tecniche di ricerca, utili nelle molteplici occasioni in cui
l'intervento operativo impone l'acquisizione di conoscenze, di documentazione,
di informazioni. Accanto a forme di ricerca classiche, quali la survey e l'analisi
d'ambiente, il volume offre precise indicazioni per la ricerca valutativa,
per lo studio del network, per
l'analisi delle capacità funzionali e della qualità della vita degli utenti,
per soddisfare esigenze di stima e previsione, illustrando tecniche e modalità
di indagine come il questionario, l'osservazione partecipante, l'approccio
biografico, il metodo Delphi.
La pubblicazione, proprio perché animata da un
intento didattico e formativo, nutre l'ambizione di rinnovare il fondamentale
connubio fra ricerca e intervento, nelle nuove e crescenti complessità che
caratterizzano il mondo dei servizi, per stimolare, nelle professioni sociali,
l'interesse a diventare protagonisti del fare ricerca.
MASSIMO
PORCIANI, Sport handicap, Sperling
& Kupfer Editori, Milano, 1995, pp. 183, L. 32.500
Lo sport per disabili sta diventando sempre più
popolare sia a livello dilettantistico sia agonistico e vanta già gare
internazionali, giochi olimpici, sponsor e professionisti. Così l'attività che
sembrerebbe, più di ogni altra, preclusa a chi è portatore di un qualsiasi
handicap è invece non solo accessibile ma anche - fattore importantissimo - un
mezzo fondamentale per la rieducazione e il reinserimento dell'individuo. In
questo libro illuminante, arricchito dà numerose fotografie, un noto sportivo
della categoria disabili guida il lettore in un viaggio didattico che analizza
tutte le menomazioni, dall'origine alle problematiche connesse. Una panoramica
di estremo interesse per conoscere le discipline in cui si cimentano non
udenti, non vedenti, disabili fisici e psichici, con un'accurata descrizione
dei vantaggi che ogni specialità, nell'interazione tra agonismo, svago e
terapia, è in grado di fornire. Dall'atletica leggera al nuoto, alla vela allo
sci: tutto viene affrontato dal punto di vista dell'handicappato, con
indispensabili informazioni sulle organizzazioni e sulle federazioni sportive
del settore.
(dalla presentazione)
MARIA
VITTORIA BORGHETTI. I tuoi diritti di anziano:
società, famiglia, successione, reati, Editore Ulrico Hoepli, Milano,
1995, pp. 229, L. 18.000
Secondo quanto è scritto nell'introduzione «tema della ricerca da cui nasce questo
libro è l'individuazione delle norme e degli istituti vigenti di tutto ciò che
può influire sulla vita dell'anziano e quindi far conoscere quali sono i suoi
diritti».
Peccato che vengano fornite notizie inesatte. Ad
esempio, a pagina 59 è scritto che quando gli anziani cronici non
autosufficienti sono inseriti in una struttura del settore sociale viene richiesto
agli utenti un contributo economico «esteso
naturalmente ai familiari». Si tratta, invece, di una richiesta abusiva,
in quanto gli enti pubblici non possono pretendere contributi economici dai
congiunti di assistiti maggiorenni, compresi quelli tenuti agli alimenti.
Anche il problema - di rilevante importanza -
concernente la cura agli anziani cronici non autosufficienti non è trattato in
modo approfondito; pertanto ai lettori non vengono fornite indicazioni utili.
www.fondazionepromozionesociale.it