Prospettive assistenziali, n. 118, aprile-giugno 1997

 

 

Libri

 

 

ANNA LAVATELLI, II mago dei bambini, Interli­nea Edizioni (Via Pietro Micca 24, 28100 Novara, tel. 0321-61.25.71), pag. 47, L. 15.000

 

In un'epoca in cui la società italiana è caratte­rizzata da profonde trasformazioni, si può e si deve affermare che non esiste "la" famiglia, ma diverse tipologie familiari: nucleare, estesa, mo­noparentale, ricostituita, con figli adottivi, mul­tietnica, ecc.

I bambini sono i primi ad essere coinvolti. Per­tanto scuola e famiglia, che costituiscono un contesto relazionale e affettivo importante per lo sviluppo del bambino, sono corresponsabili del­la sua crescita.

In questo ambito si collocano le due fiabe contenute nel volume di A. Lavatelli (con contri­buti di P. Colombo, R. Pasquale e G. Immordino) che illustrano quanto il legame tra genitori e figli dipenda non tanto e non solo da fattori biologici, da vincoli di sangue, quanto dall'affetto, dalle cure e dall'attenzione reciproca.

I percorsi didattici, semplificati nel linguaggio e nei contenuti, non pretendono, ovviamente, di essere esaustivi in merito al problema dell'ado­zione; essi, nel loro sviluppo costituiscono un momento di riflessione sulla maternità, sulla pa­ternità, su che cosa significa "essere" figli ed "essere" genitori.

II libro è illustrato da Maria Pagani Gatti.

 

 

ALBERTO SPAGNOLI, «.., e divento sempre più vecchio» - Jung, Freud, la psicologia del pro­fondo e I'invecchiamento, Bollati-Boringhieri, 1995, pp. 188, L. 28.000.

 

Questo libro parla di invecchiamento; il titolo è tratto da una lettera di Carlo Gustav Jung: "Della salute non mi posso lamentare, e divento sempre più vecchio»

Nel volume sono in primo luogo descritti i confini di riferimento della demografia. Viene, poi, osservato che «le condizioni di salute degli anziani di oggi sono notevolmente migliori rispet­to a quelle degli anziani di ieri, e ciò è dovuto al maggior benessere, che si traduce in alimenta­zione più congrua, condizioni igieniche migliori e disponibilità di terapie più efficaci».

Tuttavia attualmente «il 6 per cento degli ultra­sessantenni, il 15% degli ultrasessantacinquenni e il 30% degli ottantenni presentano un grave de­cadimento delle funzioni cognitive, che comporta la perdita progressiva della autonomia nella vita quotidiana e prende il nome di demenza».

Secondo l'Autore, nella psicoanalisi, e in par­ticolare nella psicologia analitica di Jung, pos­siamo trovare un'interessante chiave di lettura in positivo dell'invecchiamento, che pone con for­za il tema della saggezza.

Mentre «negli anni che concludono questo se­colo, il tentativo di ricostruzione sociale dell'in­vecchiamento sta avvenendo soprattutto all'inse­gna di un ideale rappresentato dall'aspetto gio­vanile», A. Spagnoli ricorda che «secondo i sag­gi, chi non capisce lo spirito della propria età ne sperimenta soltanto gli svantaggi».

 

 

R. DULBECCO, I geni e il nostro futuro. La scommessa del progetto genoma, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 1995, pp. 219, L. 26.500.

 

II testo affronta il tema della genetica, uno dei problemi più scottanti di questi tempi.

Si parla molto, ad esempio, della possibilità di intervenire sul patrimonio genetico al fine di pre­venire o curare particolari malattie o malforma­zioni, ma, a questo proposito, l'Autore mette sa­pientemente in guardia contro una eccessiva fi­ducia nella scienza. II pensiero non può che correre, infatti, ai periodi più bui della nostra storia, all'eugenetica, al mito della "razza".

Tuttavia, la curiosità circa l'importanza del pa­trimonio genetico sulla formazione della perso­nalità ricorre altrettanto sovente anche in altre situazioni, come ad esempio nel tema dell'ado­zione.

Sono interessanti le deduzioni dell'Autore a questo riguardo. Egli ritiene che, in via schema­tica, si può pensare che il nostro cervello funzio­ni così: «La parte più antica è responsabile della maggior parte degli aspetti di base del compor­tamento (...), mentre la parte più recente è desti­nata all'apprendimento e in essa si accumula l'in­formazione che proviene dall'ambiente. Il com­portamento globale dell'individuo deriva dall'inte­razione tra le informazioni contenute nelle due parti del cervello (...)». In pratica «ognuno di noi nasce con la cornice e poi l'ambiente vi dipinge il quadro».

Secondo Dulbecco gli effetti che «l'ambiente ha sull'organizzazione della rete nervosa, fanno pensare che l'ambiente in cui un bambino cre­sce, specialmente durante i primi 5 0 6 anni della sua vita, possa avere una influenza decisiva sul suo sviluppo mentale, e perciò sul suo comporta­mento da adulto».

In conclusione emerge che in fondo l'uomo è il risultato sia dell'azione dei geni, sia dell'in­fluenza dell'ambiente, con prevalenza dell'uno 0 dell'altro a seconda delle circostanze.

È questo un elemento importante su cui riflet­tere per quanto riguarda le risposte che sappia­mo dare, come società, all'infanzia e a come ci attrezziamo per poterla tutelare in modo che cresca in ambienti favorevoli ad un armonico sviluppo.

 

 

AA.W., Comune e barriere architettoniche, Supplemento al n. 30, giugno 1995, di "Jolly", periodico della UILDM - Unione italiana lotta di­strofia muscolare, Via Leonardo da Vinci 9, 24123 Bergamo, pp. 94, senza indicazione di prezzo.

 

II volume è un contributo predisposto dal Co­mitato provinciale bergamasco per I'abolizione delle barriere architettoniche. È rivolto soprat­tutto alle Amministrazioni comunali, per renderle consapevoli del ruolo determinante che le nor­mative vigenti loro assegnano per costruire città e paesi accessibili a tutti.

Secondo il Comitato la democrazia si deve basare sulla partecipazione e l'accessibilità. Ritiene, inoltre, essenziale che ogni comunità civile promuova un modello educativo il più pos­sibile partecipativo ed accogliente. La presenza di barriere architettoniche, al contrario, veicola un modello discriminatorio verso le persone che hanno problemi di movimento.

È errato il pensiero comune che ritiene che le barriere architettoniche siano un problema che riguarda solo gli uomini e le donne in carrozzina. Le barriere colpiscono tutte le categorie dei cit­tadini di ogni età e di ogni estrazione.

 

 

ORNELLA BOGGI - MATILDE BRAMBILLA - MARGHERITA GALLINA, Bambini fuori casa - Una ricerca sui minori di Milano in istituto e co­munità, Edizioni Unicopli, Milano, 1995, pp. 113, L. 18.000.

 

La ricerca è il frutto di un'iniziativa del Comu­ne e della Provincia di Milano, diretta ad indivi­duare le problematiche derivanti dall'allontana­mento temporaneo dei minori dal loro contesto familiare e dal conseguente ricovero in istituto 0 in comunità.

Dall'indagine è emersa l'esigenza di operare per una riqualificazione degli interventi effettuati a protezione dei minori, attraverso l'individuazio­ne di obiettivi definiti e di tempi programmati.

Una ulteriore indicazione riguarda la necessi­tà di lavorare nell'ottica della prevenzione e del­la massima riduzione possibile dell'istituzionaliz­zazione.

Per realizzare quanto sopra è indispensabile che le amministrazioni mettano a disposizione degli operatori una pluralità di risorse alternative e definiscano i criteri per un effettivo coordina­mento delle iniziative.

Non sono solo necessarie prestazioni più in­cisive del settore assistenziale, ma è assoluta­mente indispensabile un cambiamento profondo dell'operatività dei servizi sociali, in particolare di quelli scolastici. AI riguardo occorre tener conto dell'alta incidenza dei ricoveri di preado­lescenti (11-14 anni) e del fatto che «siano pro­prio le difficoltà scolastiche a essere annoverate fra i problemi principali che presentano questi minori».

 

 

GIAMPIERO GRIFFO - MAURO PISCOPO (a cura di), Circuito sulle barriere architettoniche - In­formazione, promozione, denuncia e tutela dei diritti alla mobilità dei cittadini con disabilità in Campania, Centro di informazione, documenta­zione e consulenza sull'handicap - Comune di Caserta, pp. 152, senza indicazione di data e di prezzo.

 

La normativa in materia di barriere architetto­niche in Italia ha ormai 25 anni di vita. Dal lonta­no 1971 molta strada è stata fatta in termini di leggi e di diritti, non abbastanza purtroppo per quel che riguarda l'applicazione delle normative e l'iniziativa politica di sostegno nel campo delle realizzazioni concrete. II corpus legislativo infatti è stato più volte aggiornato, mentre la disponibi­lità finanziaria di risorse destinate al rispetto del diritto alla mobilità delle persone con disabilità è stata largamente insufficiente e le procedure amministrative e tecniche di controllo del tutto inadeguate.

Per questo il CIDHa (Centro di informazione, documentazione e consulenza sull'handicap) ha deciso di ripubblicare un volume legato ad una interessante iniziativa indirizzata all'applicazione reale della normativa vigente in questa materia. L'idea di tutelare i diritti alla mobilità partendo dalle stesse persone handicappate si inserisce nel quadro della valorizzazione del ruolo degli utenti non più visti come semplici oggetti passivi degli interventi più o meno assistenziali degli en­ti pubblici e privati, quanto come protagonisti di­retti ed esperti delle soluzioni che li riguardano.

 

 

UGO MARCHETTA, Famiglie in crisi e interventi psicosociali, Edizioni Unicopli, Milano, 1995, pp. 187, L. 25.000.

 

Attraverso la somministrazione di un questio­nario, distribuito a genitori di scolari frequentanti la prima e la seconda classe della scuola elementare, sono state raccolte a Palermo e ad Agrigento le opinioni relative all'affido eterofami­liare e all'istituzionalizzazione dei minori.

I dati ricavati «mettono in rilevo l'ancora scarsa diffusione dell'affido e la possibilità di renderlo attuabile in modo positivo e costruttivo per il mi­nore che si ritiene di dover allontanare non defi­nitivamente dalla sua famiglia».

A sua volta «l'istituto è percepito come un luo­go di "alloggio" temporaneo, che tuttavia mantie­ne il figlio come entità appartenente ai genitori naturali. Nell'istituto non esistono altri genitori con i quali doversi confrontare e quindi non si corre il rischio di poter perdere del tutto il figlio».

Tenuto conto delle risultanze della ricerca, che offre ancora pochi casi di affidamento fami­liare a scopo educativo, l'Autore sottolinea la «necessità di un lavoro più idoneo e qualificato da parte dei servizi, principalmente per attuare un'opera di intervento educativo, per modificare una mentalità ancora legata da un lato al minore come oggetto di possesso privato e dall'altro alla vecchia ideologia dell'assistenzialismo».

 

 

MAURO NIERO, Metodi e tecniche di ricerca per il servizio sociale, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1995, pp. 230, L. 36.000

 

II volume, espressamente pensato per la for­mazione e l'aggiornamento degli operatori so­ciali, si propone di avviare all'uso di metodi e tecniche di ricerca, utili nelle molteplici occasio­ni in cui l'intervento operativo impone l'acquisi­zione di conoscenze, di documentazione, di in­formazioni. Accanto a forme di ricerca classi­che, quali la survey e l'analisi d'ambiente, il volu­me offre precise indicazioni per la ricerca valu­tativa, per lo studio del network, per l'analisi del­le capacità funzionali e della qualità della vita degli utenti, per soddisfare esigenze di stima e previsione, illustrando tecniche e modalità di in­dagine come il questionario, l'osservazione par­tecipante, l'approccio biografico, il metodo Delphi.

La pubblicazione, proprio perché animata da un intento didattico e formativo, nutre l'ambizio­ne di rinnovare il fondamentale connubio fra ricerca e intervento, nelle nuove e crescenti complessità che caratterizzano il mondo dei servizi, per stimolare, nelle professioni sociali, l'interesse a diventare protagonisti del fare ri­cerca.

 

 

MASSIMO PORCIANI, Sport handicap, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 1995, pp. 183, L. 32.500

 

Lo sport per disabili sta diventando sempre più popolare sia a livello dilettantistico sia ago­nistico e vanta già gare internazionali, giochi olimpici, sponsor e professionisti. Così l'attività che sembrerebbe, più di ogni altra, preclusa a chi è portatore di un qualsiasi handicap è invece non solo accessibile ma anche - fattore impor­tantissimo - un mezzo fondamentale per la rie­ducazione e il reinserimento dell'individuo. In questo libro illuminante, arricchito dà numerose fotografie, un noto sportivo della categoria disa­bili guida il lettore in un viaggio didattico che analizza tutte le menomazioni, dall'origine alle problematiche connesse. Una panoramica di estremo interesse per conoscere le discipline in cui si cimentano non udenti, non vedenti, disabili fisici e psichici, con un'accurata descrizione dei vantaggi che ogni specialità, nell'interazione tra agonismo, svago e terapia, è in grado di fornire. Dall'atletica leggera al nuoto, alla vela allo sci: tutto viene affrontato dal punto di vista dell'han­dicappato, con indispensabili informazioni sulle organizzazioni e sulle federazioni sportive del settore.

(dalla presentazione)

 

 

MARIA VITTORIA BORGHETTI. I tuoi diritti di an­ziano: società, famiglia, successione, reati, Edi­tore Ulrico Hoepli, Milano, 1995, pp. 229, L. 18.000

 

Secondo quanto è scritto nell'introduzione «tema della ricerca da cui nasce questo libro è l'individuazione delle norme e degli istituti vigenti di tutto ciò che può influire sulla vita dell'anziano e quindi far conoscere quali sono i suoi diritti».

Peccato che vengano fornite notizie inesatte. Ad esempio, a pagina 59 è scritto che quando gli anziani cronici non autosufficienti sono inse­riti in una struttura del settore sociale viene ri­chiesto agli utenti un contributo economico «esteso naturalmente ai familiari». Si tratta, inve­ce, di una richiesta abusiva, in quanto gli enti pubblici non possono pretendere contributi economici dai congiunti di assistiti maggiorenni, compresi quelli tenuti agli alimenti.

Anche il problema - di rilevante importanza - concernente la cura agli anziani cronici non au­tosufficienti non è trattato in modo approfondito; pertanto ai lettori non vengono fornite indicazio­ni utili.

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it