Specchio nero
IN GERMANIA SI SPERIMENTA LA
MORTE COMPUTERIZZATA DEI MALATI GRAVI
Da La Stampa
del 28 febbraio 1997 abbiamo tratto la seguente allarmante informazione: «In tre cliniche tedesche - a Colonia, a
Berlino e a Brema - si sta sperimentando un programma computerizzato sviluppato
in Inghilterra che valuta la situazione del malato sulla base di migliaia di
casi analoghi, e fornisce quindi il verdetto. Un verdetto clinico ed economico,
insieme: quante sono le probabilità di sopravvivenza, quanto costerebbe
continuare la cura.
«I medici
tedeschi assicurano di volere utilizzare il programma soltanto come un
"aiuto" positivo ma esterno alla terapia e che la decisione finale
continuerà a restare nelle mani del sanitario. Ma molti obiettano che il giudizio
di quest'ultimo potrebbe risentire in modo negativo delle valutazioni fornite
dal computer. Con la prospettiva di arrivare a una vera e propria delega della
decisione, per quanto inconsapevole.
«Secondo il
programma in prova nelle tre cliniche tedesche, alcuni pazienti ricoverati
nell'ospedale "Charité" di Berlino presentavano probabilità
bassissime di sopravvivenza. Uno di loro, addirittura, era considerato dal
computer incurabile al 99,9 per cento. Se i medici avessero ascoltato il
consiglio elettronico, avrebbero dovuto sospendere le cure: l'uomo,
settant'anni, è perfettamente guarito».ù
UNA INIZIATIVA ALLARMANTE
DEL MINISTRO ROSY BINDI
Com'è noto,
in data 2 dicembre 1996 il Ministro della sanità ha inviato agli Assessori
alla sanità delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano e ai
Commissari di Governo una circolare sulla "Terapia
elettroconvulsivante" in cui è riportato il parere positivo espresso dal
Consiglio Superiore di Sanità.
Sull'argomento
riportiamo la presa di posizione, che condividiamo, delle Associazioni
"Arcipelago"; Via Martiri XXX Aprile 30, Collegno e "Primavera
'85'; Via Sabaudia 164, Grugliasco.
«Le scriventi associazioni, che operano nell'ambito
del mutuo aiuto fra ex degenti degli OO.PP. di Collegno e Grugliasco, intendono
esprimere rammarico e preoccupazione circa la risoluzione del Ministero della
sanità, espresso nella Circolare ministeriale 2.8/719 del 2.12.1996 in merito
alla terapia elettroconvulsivante.
«Non possiamo - né ci interessa farlo - entrare nel
merito delle valutazioni "mediche" circa la validità di tale
trattamento; ci atteniamo alle testimonianze di chi tale "terapia"
l'ha subita, e ai fantasmi che tale prassi evoca.
«Tutti i nostri soci hanno conosciuto l'internamento
nell'istituzione totale, l'assenza di partecipazione all'iter terapeutico, la
assoluta mancanza del riconoscimento del diritto di cittadinanza, la
sofferenza di vedersi negata qualsiasi possibilità di entrare nel merito del
proprio progetto di vita.
«Nell'immaginario collettivo di queste persone, il
binomio manicomio = elettroshock è indissolubile! Non c'è uno dei nostri soci
che non ricordi con orrore i terribili attimi che precedevano la perdita di
conoscenza, il dolore lancinante causato dalla scarica...
«Senza contare poi i devastanti postumi, tutt'altro
che transitori: per chi non lo sapesse, la maggior parte dei nostri soci è
quasi totalmente priva di denti, a causa della violenza delle convulsioni che
seguivano la scarica...
«Oggi, di passi ne sono stati fatti - e tanti, dopo
la legge 180 - nella direzione del riconoscimento dei diritti di chi ha
trascorso la più parte della vita nelle spire dell'istituzione psichiatrica:
c'è stata la fatica di riprendere in mano la propria vita, di reimparare a convivere
con la cosiddetta "società civile", dì riappropriarsi della gestione
della propria salute, di acquisire una maggiore capacità contrattuale sulla
determinazione delle proprie terapie.
«L'esperienza di questi anni ci ha visto profondamente
coinvolti in prima persona in questo processo e riteniamo - da cittadini - che
le indicazioni espresse in questa circolare siano profondamente lesive per la
dignità della persona e rappresentino una grave involuzione a livello
politico e sociale, che può sfociare in un ritorno di delega al potere medico.
«Facciamo inoltre notare, come tale circolare sia in
totale controtendenza con i precedenti indirizzi relativi ai progetti di
superamento degli ospedali psichiatrici, che sono in linea con quanto stabilito
dalla legge 180 e che tengono conto dei percorsi riabilitativi fin qui
realizzati.
Richiediamo, quindi, che la Giunta regionale voglia
accogliere quanto sin qui esposto, non legittimando il contenuto della
circolare».
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