ASSUNZIONI DI HANDICAPPATI INTELLETTIVI: UN BILANCIO DEL VOLONTARIATO
PROMOZIONALE
COORDINAMENTO SANITÀ E ASSISTENZA FRA I MOVIMENTI DI
BASE (*)
Premessa
È noto che con la legge 482 del 1968 difficilmente si
riescono a collocare handicappati intellettivi o handicappati fisici con
limitata autonomia.
Scopo di questo breve articolo è di incoraggiare chi
si sta adoperando, tra mille difficoltà, per ottenere l'assunzione di queste
persone in normali posti di lavoro. Ci auguriamo che l'esperienza dei CSA, possa
essere utile per non demordere di fronte agli ostacoli culturali, politici e
burocratici con i quali, inevitabilmente, si deve fare i conti.
Breve cronistoria di venti assunzioni
Venti handicappati intellettivi saranno presto
assunti dal Comune di Torino con contratto a part-time. Lo prevede
la convenzione approvata il 19 dicembre 1996 dalla CRI, Commissione regionale
per l'impiego, che ha accolto la richiesta presentata congiuntamente dagli
Assessori al personale e al lavoro del Comune di Torino, secondo quanto disposto
dall'art. 42 del decreto legislativo n. 29/1993 (allegati 1 e 2).
In base a questa disposizione, le Amministrazioni
pubbliche hanno modificato l'assunzione delle categorie protette, passando
dall'utilizzo della chiamata nominativa (sovente "clientelare") a
quella numerica.
Inoltre, il secondo comma del succitato art. 42 prevede
altresì un periodo di tirocinio prelavorativo al fine di favorire un
collocamento che, considerando le potenzialità dell'handicappato, lo collochi
in un posto di lavoro a lui idoneo.
La circolare applicativa emanata a questo riguardo
dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 1 ° dicembre 1993 pone però agli
Enti locali il rispetto di alcune procedure alquanto complesse, che di fatto ne
scoraggiano l'applicazione (1).
Anche il Comune di Torino non è estraneo a questa
tendenza e i vari Assessorati al lavoro e al personale si trincerano
immediatamente di fronte alle complicazioni burocratiche quando il CSA avanza
le prime richieste di assunzioni.
I rappresentanti del coordinamento di associazioni
non si lasciano però scoraggiare, ben decisi ad ottenere questi posti di lavoro
che spettano di diritto agli handicappati con maggiori difficoltà di collocamento.
Come prima mossa il CSA sposta l'attenzione sul piano
politico, al fine di ottenere al più presto una dichiarazione di intenti da
parte dell'Amministrazione comunale.
Per tali ragioni il CSA chiede che sia inserito nell'ordine
del giorno del Consiglio comunale di Torino del 9 maggio 1991 (2) l'impegno
della Giunta comunale e dell'Assessore al lavoro a deliberare l'assunzione
presso i propri uffici di persone con handicap fisici o intellettivi aventi una
limitata autonomia, promuovendo le seguenti iniziative:
a) individuazione nell'ambito della propria pianta
organica (da definire entro il 30 giugno 1994) di mansioni idonee per
handicappati con limitata autonomia, con particolare riguardo agli
handicappati intellettivi;
b) attivazione della Convenzione necessaria con
I'Ufficio provinciale del lavoro in base a quanto stabilito dall'art. 42 del
decreto legislativo n. 29/1993 e successiva direttiva del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 1° dicembre 1993.
Nonostante questo importante impegno scritto,
l'Assessore al personale del Comune di Torino si nega a qualunque incontro per
molto tempo e costringe il CSA ad agire su più fronti. Mentre il gruppo dei
genitori dei giovani che avevano frequentato i corsi prelavorativi della
formazione professionale interpella con cadenza regolare il Presidente del
Consiglio comunale e, in particolare i Consiglieri della III Commissione - che
si occupano espressamente di lavoro - altre iniziative sono intraprese nei
confronti dell'Assessore al lavoro, affinché si attivi e, a sua volta, solleciti
l'Assessore al personale. Infine vengono coinvolti i Sindacati provinciali di
categoria della funzione pubblica e degli enti locali, e i rispettivi delegati
dei relativi settori dell'Amministrazione comunale.
Nonostante tutti questi sforzi, trascorrono più di
tre anni per riuscire a conoscere dall'Assessore al personale il numero dei
posti di lavoro riservati agli handicappati (ai sensi della legge 482/1968 sul
collocamento obbligatorio) non coperti dal Comune di Torino e l'individuazione
dei settori lavorativi adatti per l'inserimento di giovani con handicap
intellettivo.
Tutto sarebbe stato più semplice e rapido se
l'Assessorato al personale fosse stato disponibile a rispettare gli impegni
deliberati dal Consiglio comunale, ma per stessa ammissione dei dirigenti, la
nostra richiesta di assunzione viene infine accolta dall'Assessore solo «per
essere lasciato finalmente in pace».
L'assunzione dei 20 handicappati intellettivi,
insomma, si ottiene grazie alla pressione che le associazioni di volontariato
ed i genitori hanno esercitato sulle forze politiche e sociali perché venisse
riconosciuto il loro diritto al lavoro.
Nulla viene regalato, anzi. L'esperienza insegna che
è necessario intervenire anche nei confronti degli enti pubblici per ottenere
il rispetto di norme precise, sancite dalle leggi dello Stato e, in questo
caso, ribadite dallo stesso Consiglio comunale che aveva deciso le assunzioni.
Assunzioni ottenute: un primo bilancio
Con le suddette 20 assunzioni, sono più di 300 gli
handicappati intellettivi che il CSA ha fatto assumere dal 1979 ad oggi nella
città di Torino. Di questi, circa 120 solo nel periodo 1995-1997.
Anche le associazioni di volontariato dovrebbero ogni
tanto organizzare momenti di riflessione sulle proprie attività, per stabilire
se, in base ai risultati conseguiti, le strategie adottate sono state efficaci,
e per assumere le iniziative conseguenti.
Vediamo qui di seguito le assunzioni ottenute dal
1979 al 1997 con l'azione di pressione svolta dai volontari del CSA, dalle
famiglie e dagli stessi giovani handicappati intellettivi.
I
dati si riferiscono solo a persone con handicap intellettivo (3).
-
1979-1984: Comune di Torino: 80, Provincia di Torino: 38, Aziende
municipalizzate: 5.
-
1985-1991: USL torinesi: 60, Aziende torinesi (tramite i corsi prelavorativi):
7, Comune di Torino: 5.
- 1992-1997: Cantieri di lavoro: 30, Cooperative
sociali: 70, Aziende municipalizzate: 5, Comune di Torino: 20, Unione
industriale e Associazione piccole industrie: impegno per l'assunzione in 3
anni di 30 handicappati intellettivi che hanno frequentato corsi prelavorativi
di formazione professionale.
Alcune valutazioni
Ad un prima lettura si potrebbe obiettare che in
sostanza si sono ottenute prevalentemente assunzioni da parte di enti
pubblici. Bisogna però partire da un dato di fatto: è indispensabile
innanzitutto che gli enti locali applichino per primi la legge 482/1968; solo
così possono pretendere - a ragione - che le norme sul collocamento
obbligatorio siano rispettate anche dalle aziende private.
Prima dell'intervento del CSA, anche gli enti pubblici
- come i privati - hanno preferito assumere, tramite la legge 482/68,
profughi, vedove, orfani o invalidi aventi piena capacità lavorativa, in
quanto la loro minorazione era talmente lieve da lasciare intatta la loro
autonomia.
Per questo, da tempo ci si sta adoperando affinché
la riforma della legge sul collocamento al lavoro (n. 482/68) riguardi solo gli
handicappati.
Per le situazioni di difficoltà incontrate dalle
altre categorie di persone (i cui problemi sono però di natura sociale e non
compromettono la loro capacità lavorativa), si devono prevedere interventi
particolari (ad esempio percorsi preferenziali, punteggi maggiori, ecc.), ma
nell'ambito del collocamento al lavoro ordinario.
Non si può continuare a proteggere in ugual misura
persone che hanno una piena potenzialità, ponendole sullo stesso piano di chi,
a causa della minorazione, è in una condizione di evidente inferiorità.
Finora, offrire analoghi benefici di legge ha, ovviamente, permesso e favorito
l'esclusione dal lavoro degli handicappati rispetto ai profughi, alle vedove e
agli orfani.
Per le suddette ragioni, il CSA ha preteso, in primo
luogo, che da parte degli enti pubblici e delle aziende municipalizzate fosse
rispettato il diritto al lavoro delle persone handicappate con ridotta capacità
lavorativa con assunzioni mirate di giovani con handicap intellettivo e di
handicappati fisici con limitata autonomia: soggetti che in ogni caso non
avrebbero trovato occupazione tramite l'ufficio di collocamento.
Questa fase è stata molto complessa, anche se
positiva; ha richiesto uno sforzo continuo per ottenere dapprima
l'approvazione delle delibere e poi la loro attuazione. Sono state necessarie
manifestazioni, volantinaggi, proteste, campagne stampa, sit-in nei Consigli
comunali e provinciali, interrogazioni, ecc.
I mutamenti avvenuti ai vertici delle istituzioni (ad
esempio il cambio di assessori e di funzionari e la modifica della zonizzazione
delle USL) hanno poi costretto il CSA ad una vigilante azione per portare a
termine tutte le assunzioni deliberate.
Per capire che cosa abbia voluto dire l'impegno in
termini di tempo, basti ricordare che solo nel 1991 si sono concluse le
assunzioni deliberate dalla Provincia di Torino nel 1987 e dalla USL Torino
1-23 nel 1979 (4).
La nuova fase aperta dal CSA
II
bilancio del lavoro fatto dal 1979 al 1992 può dirsi, tutto sommato, positivo
in quanto:
1) l'esperienza delle assunzioni portate a termine
(che continua tuttora) ha sgomberato il campo dalle obiezioni pretestuose di
coloro che sono contrari all'integrazione lavorativa degli handicappati
intellettivi e li vorrebbero rinchiudere nei laboratori protetti o in altre
strutture assistenziali;
2) le difficoltà che sono state riscontrate in alcuni
soggetti nei primi avviamenti lavorativi, anziché rappresentare un freno al
loro inserimento, ha stimolato il CSA a chiedere la realizzazione nei centri
normali di formazione professionale di corsi prelavorativi adatti agli
handicappati intellettivi (5), la cui istituzione ha promosso la chiusura di
tutti i centri speciali di preparazione al lavoro della Città di Torino.
Per una valutazione oggettiva dei risultati conseguiti
non bisogna, peraltro, dimenticare che sul fronte del lavoro in questi ultimi
anni a Torino i problemi sono molto gravi:
a) la crisi dell'occupazione è profonda a seguito di
una massiccia esclusione di lavoratori attivi, con quasi nessuna opportunità di
rientro. Inoltre, come avviene nel resto d'Italia, questa situazione è aggravata
dalla mancanza di sbocchi di lavoro per i giovani in cerca di prima
occupazione;
b) il blocco delle assunzioni negli enti pubblici e,
in ogni caso, l'enorme ritardo con cui sono state realizzate le assunzioni
precedenti.
A fronte di quanto sopra, il CSA decide a questo
punto di impegnarsi sullo stesso terreno dei disoccupati "normali"
partendo dal presupposto che se c'erano risorse e idee per loro, dovevano
esserci anche per chi era disoccupato e handicappato, in grado di svolgere
attività lavorative proficue.
Si parte con il coinvolgimento di tutte le forze politiche
del Consiglio comunale e non solo dell'Assessorato al lavoro e, a seguito di
una seduta molto partecipata di un Consiglio aperto, si ottiene
l'approvazione dell'ordine del giorno, già citato, del 9 maggio 1994.
Alla data odierna (giugno 1997), possiamo dire con
una certa soddisfazione di aver ottenuto la realizzazione dei seguenti
obiettivi:
- un unico servizio di inserimento lavorativo in capo
all'Assessorato al lavoro, con il trasferimento delle funzioni e del personale
dal settore assistenziale a quello del lavoro. Si tratta di un traguardo per
noi importante perché si riconosce che il cittadino handicappato in grado di
lavorare è considerato nell'ambito delle politiche del lavoro e quindi può e
deve usufruire delle risorse e dei mezzi a disposizione
per tutti i disoccupati; inoltre non si sottraggono risorse al settore
assistenziale (ad esempio le borse di lavoro), che può quindi dedicarsi
adeguatamente ai soggetti handicappati non avviabili al lavoro a causa delle
gravità delle loro condizioni intellettive;
-
l'assunzione di 70 handicappati intellettivi nelle cooperative sociali (6);
- l'approvazione dell'intesa con l'Unione industriale
e l'Associazione piccole imprese (API) che prevede l'assunzione di 30
handicappati intellettivi, in tre anni, con incentivi del Comune di Torino (lo
stanziamento è di 740 milioni);
-
5 assunzioni nelle Aziende municipalizzate;
-
l'assunzione, citata all'inizio, di 20 handicappati intellettivi a part-time
nei ruoli del Comune di Torino.
La nota dolente: dov'è il Sindacato?
Non si può certo dire che le organizzazioni sindacali
abbiano sostenuto le assunzioni degli handicappati, salvo che in certi
passaggi obbligati. Non sempre poi hanno agito in appoggio alle nostre
richieste. Vediamo alcuni fatti che devono far riflettere:
1) nel 1989 i Sindacati CGIL, CISL e UIL hanno firmato
un accordo con l'API, che prevede l'assunzione di 32 handicappati intellettivi
in cambio di alcune deroghe sulle assunzioni di lavoratori normali. Tutte le
deroghe sono utilizzate dalle aziende, ma nessuno degli handicappati viene
assunto. II Sindacato non ha mai compiuto alcuna azione nei confronti dell'API;
2) nel 1995 il Sindacato imposta un analogo accordo con
l'Unione industriale e l'API, chiedendo al Comune di Torino di garantire una
sostanziosa copertura del costo del lavoro. II CSA ha interessato la
Commissione lavoro del Consiglio comunale perché riteneva ingiusto che la Città
di Torino stanziasse fondi elevati (740 milioni) solo per le aziende aderenti
all'Unione industriale e all'API, con l'esclusione della possibilità di
avviamento negli altri settori: commercio, artigianato, servizi, ecc. Anche in
questo caso il Sindacato rappresenta l'ostacolo più duro da superare. Non solo
si oppone alla presenza dei rappresentanti degli utenti nella commissione della
valutazione dei casi, ma non vuole nemmeno estendere l'accordo agli altri
soggetti, benché si tratti di denaro messo a disposizione dalla Città di
Torino. Inoltre, punta esclusivamente sull'erogazione di contributi per
incentivare le aziende.
Forse non crede nella produttività degli handicappati,
anche se i soggetti avviati al lavoro hanno già dimostrato la loro
collocabilità e resa produttiva in anni di tirocinio! Eppure, con un'azione
seria di contrattazione sindacale, si potrebbe risolvere parte dei problemi
che si incontrano per l'avvio di persone handicappate.
Ad esempio, i delegati
sindacali-possono:
- individuare nell'azienda le mansioni adatte agli handicappati con
limitata autonomia;
-
verificare i posti scoperti con un controllo incrociato con l'Ufficio di
collocamento.
Infine, più in generale, anche il Sindacato deve
interrogarsi a fondo sulla necessità di combattere lavoro nero, doppio-lavoro e
la piaga dei falsi invalidi. Non si può dire che mancano i posti di lavoro se
non si fa nulla per affrontare questi tre nodi cruciali di fondo.
Allegato 1
Città di Torino -
Deliberazione della Giunta comunale 5 febbraio 1997
Oggetto: Stipula convenzione con la Commissione regionale per l'impiego per l'avvio
di tirocini prelavorativi finalizzati all'assunzione di 20 lavoratori portatori di handicap intellettivo ai
sensi dell'art. 42 decreto legislativo n. 29/83
Proposta dell'Assessore Donna di concerto con l'Assessore
Baffert:
II Consiglio comunale, nella seduta
aperta del 9 maggio 1994, ha assunto una serie di impegni per avviare al lavoro
cittadini/e con handicap.
In particolare si è posta attenzione
alle difficoltà delle persone portatrici di disabilità intellettiva e fisici
gravi con ridotta capacità lavorativa, ma in grado di assicurare una resa
produttiva certa e continua,
comprovata dall'esperienza maturata nei tirocini di lavoro.
In tal senso il Consiglio impegnava
la Giunta comunale a deliberare l'assunzione nell'organico comunale, in
ottemperanza alla legge 482/68, di persone con handicap fisici o intellettivi
con particolare riguardo verso questi ultimi.
Tale scelta è motivata dalla volontà
di dare un'opportunità lavorativa ad una fascia di popolazione, gli
insufficienti mentali particolarmente svantaggiati e spesso esclusa dal mercato
del lavoro sia a causa di pregiudizi, che al ritardo del riconoscimento del
diritto all'avviamento obbligatorio.
Per l'avvio del programma di assunzione,
come previsto dall'art. 42 del decreto legislativo n. 29/93 e successive
direttive, si è individuato lo strumento della convenzione con la Commissione
regionale per l'impiego degli artt. 5 e 17 della legge n. 56/87.
Occorre pertanto procedere alla stipula
della suddetta Convenzione per l'avvio di 20 tirocini finalizzati
all'assunzione a tempo indeterminato, con contratto part-time, nel profilo
ausiliario della 2a qualifica.
Si allega la Convenzione oggetto dell'approvazione al presente
provvedimento, divenendone parte integrante.
Tutto ciò premesso
LA GIUNTA COMUNALE
Visto che ai sensi dell'art. 35 della
legge 8 giugno 1990 n. 142, sostituito dall'art. 17 della legge 25 marzo 1993
n. 81, la Giunta compie tutti gli atti di amministrazione che non siano
riservati dalla legge al Consiglio comunale o che non rientrino nella competenza
di altri organi o del Segretario generale o dei funzionari dirigenti.
Dato atto che i pareri di cui all'art. 53 della legge 8
giugno 1990 n. 142 sono:
- favorevoli sulla regolarità tecnica e correttezza
amministrativa dell'atto;
-favorevole sulla regolarità contabile;
- favorevole conclusivo sotto il prcfi!o della legittimità
formale dell'atto.
delibera
1) di approvare la Convenzione con la
Commissione regionale per l'impiego che qui integralmente si richiama. II
presente atto non comporta impegno di spesa;
2) di dichiarare, attesa l'urgenza,
in conformità del distinto voto palese ed unanime, il provvedimento
immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 47, 3° comma, della legge 8 giugno
1990 n.142, al fine di poter al più presto siglare la convenzione suddetta.
Si esprime parere favorevole sulla regolarità tecnica e
correttezza amministrativa dell'atto.
Allegato 2
Convenzione tra il
Comune di Torino e la Commissione regionale per l'impiego
Tra la Città di Torino e la Commissione regionale per
l'impiego:
Vista la legge 2 aprile 1968 n. 482,
e successive modificazioni recante norme in materia di assunzioni obbligatorie
presso le pubbliche amministrazioni e le aziende private;
Visti gli articoli 5 e 17 della legge
28 febbraio 1987 n. 56 relativi ai compiti delle commissioni regionali per
l'impiego, intese a promuovere programmi di assunzioni per portatori di
handicap.
Visto il decreto legislativo 3
febbraio 1993 n. 29, recante norme sulla razionalizzazione dell'organizzazione
delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di
pubblico impiego, con particolare riferimento all'art. 42, comma 2,
disciplinante le assunzioni obbligatorie delle categorie protette mediante
tirocinio prelavorativo per portatori di handicap;
Vista la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri
1 dicembre 1993;
si stipula e conviene quanto segue:
La Città di Torino, intende assumere
nei propri organici, nel ruolo di esecutore di 2° livello, 20 persone
portatrici di handicap intellettivo, con contratto a tempo parziale.
Tale scelta è motivata dalla volontà
di dare un'opportunità lavorativa ad una fascia di popolazione, gli
insufficienti mentali, particolarmente svantaggiata e spesso esclusa dal
mercato del lavoro.
La Civica Amministrazione provvederà a dare adeguata pubblicità
all'iniziativa mediante apposito bando pubblico.
I requisiti previsti per l'ammissione al bando sono: - età
compresa tra i 18 e 55 anni;
- invalidità a partire dal 46% -diagnosi di insufficienza
mentale
- iscrizione all'Ufficio di Collocamento obbligatorio -
residenza nel Comune di Torino
- aver conseguito la licenza della scuola dell'obbligo
- aver frequentato percorsi formativi di tipo prelavorativo
e/o integrato o il biennio delle scuole superiori.
La Civica Amministrazione nominerà
un'apposita Commissione per la valutazione dei requisiti e predisporrà
apposita graduatoria sulla base del punteggio risultante dalla graduatoria al
collocamento obbligatorio.
II progetto di inserimento
lavorativo, predisposto dal Servizio inserimenti lavorativi (SIL) in
collaborazione con la Divisione Gestione e Risorse del personale prevede un
tirocinio di 6 mesi in situazione lavorativa così articolato:
1° fase della durata di 2 mesi per n. 18 ore settimanali ha
l'obiettivo di:
- orientare alla figura professionale,
- osservare le attitudini, le capacità e le motivazioni,
- valutare l'autonomia e le capacità relazionali e di
integrazione.
2° fase della durata di 4 mesi per 98 ore settimanali ha
come obiettivo generale:
- l'apprendimento di specifiche attività che il ruolo
comporta compreso l'utilizzo di eventuali strumenti.
Per ogni soggetto avviato in
tirocinio, verrà individuato un educatore di riferimento con compiti di
accompagnamento, verifica e valutazione del raggiungimento degli obiettivi
indicati. Verrà altresì individuato all'interno dell'unità operativa il
nominativo di un referente.
II SIL avrà il compito di monitorare
]'andamento dei tirocini, coordinare gli operatori di territorio, individuare
nuove sedi dl tirocinio qualora il primo abbinamento non risulti adeguato.
AI termine del tirocinio, per i
soggetti dichiarati idonei alla mansione lavorativa la Civica Amministrazione
provvederà all'assunzione nominativa a tempo determinato nella 28
qualifica funzionale del Contratto Enti locali.
(`) CSA, Via Artisti 36, 10124
Torino, Tel. 011-812.44.69, fax 011-812.25.95.
(1) Cfr. M.G. Breda,
"L'assunzione delle categorie protette nell'amministrazione pubblica:
introdotta la chiamata numerica", Prospettive
assistenziali, n. 103, luglio-settembre 1993 e "Collocamento al lavoro
degli handicappati: tre provvedimenti che possono creare occupazione", Ibidem, n. 105, gennaio-marzo 1994.
(2) Cfr. "Un ordine del giorno
del Consiglio comunale di Torino sull'inserimento lavorativo degli
handicappati", Prospettive
assistenziali, n. 106, aprile-giugno 1994.
(3) II CSA ha richiesto e ottenuto anche l'assunzione di
handicappati fisici con limitata autonomia nelle seguenti misure:
1979-1984: Comune di Torino: 10, Provincia di Torino: 4,
Aziende municipalizzate: 5.
1985-1991: Comune di Torino: 100, con le assunzioni nell'ambito
della legge 482/68.
1992-1997: Progetto Unione Europa: 10.
(4) Si vedano le delibere del Comune
di Torino e dell'USL Torino 1-23 che sono riportate nel volume di M.G. Breda -
M. Rago, Formare per l'autonomia. Strumenti per la preparazione professionale degli handicappati
intellettivi, Rosenberg & Sellier, Torino, 1991.
(5) I corsi puntano a sviluppare e
perfezionare la potenzialità di questi giovani attraverso il consistente
impegno del tirocinio, che si svolge direttamente in azienda, e l'effettuazione
di varie attività formative, realizzate in classe con gli insegnanti, volte
allo sviluppo dell'autonomia necessaria e a sostenere adeguatamente il ruolo
di lavoratore. Cfr. F. Santanera, "Esperienze in materia di formazione
professionale e di inserimento lavorativo di handicappati", in Prospettive assistenziali, n. 70,
aprile-giugno 1985; "I corsi prelavorativi: parlano i lavoratori", in
E. De Rienzo - C. Saccoccio - M.G. Breda, Il
lavoro conquistato. Storie di inserimenti di handicappati intellettivi in
aziende pubbliche e private, Rosenberg & Sellier, Torino, 1991.
(6) Cfr. Coordinamento sanità e assistenza
fra i movimenti di base, "Handicappati intellettivi assunti da cooperative
sociali", in Prospettive
assistenziali, n. 112; ottobre-dicembre 1995.
www.fondazionepromozionesociale.it