Libri
ALFREDO CARLO MORO, Manuale di diritto minorile,
Zanichelli, Bologna, 1996, pp. 435, L. 20.000
Questo volume,
per la prima volta in Italia, propone un panorama di tutti i diritti
riconosciuti al soggetto in formazione nei vari settori di vita, delineando
così un organico sistema tendente a realizzare insieme una compiuta
personalizzazione e un'adeguata socializzazione del minore. Partendo da un'analisi
degli strumenti giudiziari e amministrativi che l'ordinamento predispone per la
attuazione dei diritti, il volume approfondisce sia i diritti del minore nella
famiglia (ad uno status familiare; ad adeguate relazioni famigliari; a vivere
comunque in un ambiente familiare idoneo attraverso affidamenti familiari; ad
una famiglia sostitutiva attraverso l'adozione; a costituirsi una propria
famiglia attraverso il matrimonio) sia i suoi diritti sociali (alla
cittadinanza; all'effettivo godimento dei diritti di libertà; alla salute; al
lavoro e nel lavoro; all'istruzione; alla tutela nei confronti della invasività
dei mezzi di comunicazione; alla tutela dalle molte violenze che su di lui si
abbattono; ad essere in qualche modo protagonista, e comunque a non essere
distrutto, nei procedimenti giudiziari che lo riguardano). Un'ultima parte del
volume è dedicata al recupero sociale del minore deviante: si analizzano sia
le varie tipologie di devianza e le loro cause sia gli strumenti attraverso cui
si attua la risocializzazione, con particolare attenzione al nuovo processo
penale minorile.
L'autore non si
limita a presentare la normativa vigente e gli istituti giuridici previsti
dall'ordinamento: valuta anche criticamente la situazione presente nei vari
settori.
LINA BIGLIAZZI GERI, Moltiplicazione cancro - Una donna in lotta
contro il male del secolo, Marsilio Editore, Venezia, 1996, pp. 112, L.
16.000
«Dicono che affronto la situazione con grande coraggio:
hanno cominciato a dirlo quando si è saputo dell'esatta natura del male; hanno
continuato a dirlo quando si è trattato di affrontare la cura. A parte il
fatto che mi dà un'uggia insopportabile sentirmi dipingere in chiave eroica,
non saprei dire se ciò di cui dispongo sia coraggio: poiché non so che cosa sia
il coraggio: se il non avvertire la paura o il saper vincere la paura».
L'Autrice si
rivolge ad una struttura motto nota. Si tratta di un centro «rigorosamente
privato e non convenzionato, con aspirazioni europee»
diretto da un’«inflazionato frequentatore
di schermi televisivi», la cui connotazione mercantile è messa in evidenza
da un episodio descritto dalla Bigliazzi Geri.
II medico che
la visita, con arroganza e prosopopea «trancia sgarbati giudizi negativi su
tutto e su tutti (persino sulla struttura da cui in parte dipende, tanto da invitarmi, al termine del colloquio, ad affidarmi
alle sue cure, ma in altra sede)».
Dimostra,
inoltre, una insensibilità da manuale. Infatti «quando con estrema brutalità ("Mi avete chiesto di dire la
verità, non é vero? e io la dico. Sempre". O bravo!), pronuncia un
verdetto che mi lascia, nella migliore delle ipotesi, alcuni mesi di vita (e a
condizione, ben s'intende, che io "risponda" positivamente alla
chemioterapia), non perde l'occasione di aggiungere, rivolgendosi con tono
ironico a mia figlia che lo sta fissando incredula con le lacrime agli occhi e
di fronte alla quale si era sin lì fatto bello pensando di affascinarla con il
suo eloquio e con i suoi modi manageriali da giovane semidio della medicina:
"Che le succede, signorina? Soffre forse di un complesso edipico non
risolto nei confronti di sua madre?". Quasi che chi abbia risolto tutti i
propri complessi edipici dovesse iniziare i festeggiamenti all'annuncio del
prossimo decesso di un genitore».
MARIA ANTONIETTA SCHIAVINA, Diversi da chi? Normali vite con handicap,
Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1995, pp. 294, L. 30.000
Gente comune e
personaggi famosi (Ambrogio Fogar, Pierangelo Bertoli, Andrea Bocelli, ecc.)
raccontano le difficoltà incontrate per inserirsi in una società spesso
impreparata ed ostile. Storie che dimostrano come l'handicap fisico non sia
unicamente un ostacolo, ma possa divenire uno stimolo e una possibilità di
crescita per coloro che ne sono direttamente coinvolti e per quanti accettano
che "diverso" non significa inferiore.
Nella seconda
parte del volume sono riportate una serie di interviste, fra le quali una al
molto discusso Glenn Doman, le cui dichiarazioni suscitano numerose e gravi
perplessità.
Anche per
l'Autrice la legge 10411992 che «nelle
attese di tutti (..) doveva rappresentare un'occasione fondamentale per
riordinare la complessa normativa in materia» non riconosce nuovi diritti «al
di là di quelli previsti dalle leggi in vigore».
Purtroppo non
viene affrontato il tema dell'handicap intellettivo: speriamo che l'Autrice vi
dedichi il suo prossimo volume.
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